LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA
Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Filippo Giuseppe di Bennardo
Ha pubblicato il libro
- Filippo Giuseppe Di Bennardo - Il mio sud
- appunti da un viaggio a Santiago del Cile
- Collana Le schegge d'oro (i libri dei premi) 12x17 - pp. 32 - Euro 4,15 - ISBN 88-8356-231-3
Questo libro è stato stampato con il contributo de IL CLUB degli autori in quanto l'autore è segnalato nel concorso «J. Prévert 2001»
Presentazione- Le sensazioni nate dalla sua permanenza in terra cilena trasmigrano nei versi: calde passioni, Santiago di notte, la Cordigliera delle Ande e l'oceano.
- I sogni e gli inganni del viaggio senza fine di un Ulisse moderno. Attraverso congiunzioni e se-sparazioni che formano la vita di un uomo in perenne cammino cercando delle stelle il segreto.
Massimo Barile
Prefazione- André Gide1 sostiene che "La percezione inizia col cambio della sensazione, da qui la necessità del viaggio". Percezione e sensazione sono unitamente all'anima del poeta la principale ispirazione di questa raccolta di liriche di Filippo Giuseppe Di Bennardo dal nome Mi Sur / Il mio Sud, battezzata dallo stesso autore come il diario di un viaggio a Santiago del Cile.
- Il poeta s'avvicina al significato del suo viaggio dopo essere riuscito a sfidare la paura dell'irreale e iniziare così il processo di comprensione di una realtà le cui sensazioni sono fuse agli elementi e alle forze che guidano una terra ... elementi e forze che, con il passare dei giorni, orienteranno questa nuova creazione poetica.
- Partendo da questa esperienza vitale, Di Bennardo inanella in ognuno dei versi che compongono Il mio Sud il progressivo sbocciare dei sentimenti sperimentati addentrandosi in Santiago del Chile; una città sconosciuta, fiancheggiata da spazi o frontiere naturali profondamente diverse: l'Oceano Pacifico e la cordigliera delle Ande...; una città coronata da un firmamento anch'esso sconosciuto; una città illuminata però da una antica-amica luna... una luna che si mantiene fedele nel migrare del poeta e del suo sguardo.
- Dopo l'arrivo, la città-nuova, la terra-nuova e l'acqua-nuova, si convertono nel principale spazio vitale che abbatte, a colpi di percezione, i sentimenti di un poeta che timoroso aveva abbandonato il suo altro Sud2 per addentrarsi con la passione di Orfeo, o la devozione di Ulisse, in un mondo nuovo; per sentire con l'elusività di Euridice, o con la tenacia di Penelope l'unione o la separazione da ciò che si ama.
- Il mimetismo tra il suo io e l'essenza di questo milieu, "terra di poeti", permette all'autore di trasformare la sua quotidianità in versi nei quali rimane plasmato l'insieme delle sensazioni sperimentate attraverso questo torrente di percezioni che si rivelano nella traversata oceanica e personale. Per questo - e per espresso desiderio dell'autore - questa raccolta di liriche si trasforma in Diario e - con il permesso dell'autore sottolineerei - in "Diario di bordo", coraggiosa memoria scritta e iniziata il 26 maggio del 2001, attraversando l'atlantico, e che si conclude il 14 luglio dello stesso anno a Sevilla.
- Nello spirito del poeta, tra DOMANI e LA MIA PATRIA, contempliamo quattordici tappe che cantano serenamente i principali e intimi eventi che sopravvengono, che espiano le sue emozioni, che si interrogano e riflettono sulla propria identità posta di fronte alla generosità di una nuova nazione e delle sue realtà concrete.
- Fedele al suo stile, Filippo Giuseppe di Bennardo utilizza il verso libero, le cui misure e pause variabili conferiscono alle liriche un ritmo speciale che germoglia dalla stessa organizzazione o forma del contenuto del poema basato essenzialmente nella reiterazione di idee, di parole o di strutture sintattiche.
- È una poesia profonda e delicata che rifiuta l'inutile retorica per manifestarsi nel più puro e autentico lirismo. Un lirismo che - secondo le indicazioni del poeta - ha bisogno di essere cantato; un lirismo che si arricchisce così di versi sonori e cadenzati che esprimono ed evocano sottili emozioni.
- Il poeta stilizza la realtà, trasmette la sua raffinata emozione, dolorosa o gioiosa, attraverso un linguaggio semplice che serve da veicolo espressivo a questa bella ed intensa evocazione, a ciò che resta della sua permanenza in terra cilena. Questo linguaggio ha una funzione primordiale nel manifestare sensazioni, per questo concede ai suoi segni un piano connotativo precipuo dove permane importante il significato personale.
- Accingendosi a leggere queste poesie il lettore dovrebbe lasciare da parte Filippo Giuseppe di Bennardo per avvicinarsi a filippo giuseppe di bennardo... Omettere i convenzionalismi ortografici che reggono l'uso delle maiuscole... tralasciare le norme tipografiche che stabiliscono l'esistenza di un unico spazio tra una parola e l'altra ...
- ... dimenticare qualsiasi punto cardinale che non sia il Sud.
José Luis Arráez Llobregat
Alicante agosto 2001
José Luis Arráez Llobregat è Dottore di Ricerca in Filologia Francese dal 1999. Attualmente è docente di Letteratura Francese all'Università di Alicante.- Tra le sue Piste di Ricerca emerge: "Análisis de la obra literaria de J.M.G. Le Clézio a través de sus principios intelectuales y de su universo material y sensible", "Filosofía y vanguardia en la obra literaria de J.M.G. Le Clézio".
- 1. "la perception commence au changement de sensation; d'où la nécessité du voyage", in "Le banquet, jeudì", Paludes, Paris, Gallimard, 1920, p. 66.
- 2. Filippo Giuseppe di Bennardo risiede dal 1996 a Sevilla
- La traduzione della Prefazione è di Filippo Giuseppe di Bennardo
Poesie
- Un grazie del tutto speciale ad
- Annamaria Barbera Laguzzi
- con il suo insospettabile-imprevedibile-splendido:
- "hay que tornarse oceano"1
A chi mi consigliò: "racchiudi la luna ... in un verso... e portala qui".
- 1. Annamaria Barbera Laguzzi, Tornarse oceano, in LAGRIMAS DE SILENCIO, Academia Iberoamericana de poesía, inscripción N° 109.263, Valparaiso 1999, p. 27
- DOMANI
- come posso credere
- in un domani che temo
- dalla luce e colore
- sconosciuti?
- corro verso ovest
- perché il tempo non mi colga
- di sorpresa
- ché il sole non alzi la testa
- speranza
- è d'oggi
- il buio ch'allarga
- le ampie ali
- e si posa
- sull'anima ormai spenta
- di voci
- che il domani resti ancora
- domani.
attraversando l'Atlantico 26.05.2001
- IL VIAGGIO D'ULISSE
lascio questa terra di passioni calde e solamente ora capisco dei fiori di loto il segreto e del cigno l'ultimo canto di grido così alto d'apparire di carne da macello silenzio occhi d'agnello e se è morte in solitudine questo partire è pure scorgere di nuova fenice le ceneri dal vento disperse che rinascere più non può e mi fermo così senza parola né corpo né voce e neppure ombra per bere del calice l'amaro tutto e stare come d'Euridice l'anima
- immobile
- eterna
- d'attesa lenta
d'uno sguardo certa e mai il cielo è stato così blu. Bogotà 26 - 27.05.2001
- TESTA IN GIÙ
cammino a testa in giù e non per il clown che vive in me ma perché il tropico è rimasto lontano
- e mi rendo conto
- che l'uomo
- sempre uomo è
alt'e piccolo grass'e magro bello e brutto
- cosí come la terra
- sempre terra
- è
verd'e spoglia antich'e nuova rigogliosa e affogata e mi trovo comunque perso perché ho sempre camminato cercando delle stelle il segreto e qui il cielo nuovo è Santiago de Chile 27.05.2001
- CODICE SCONOSCIUTO
tesso e ritesso d'Ulisse la tela tra sguardi sogni ed inganni del lungo e certo vivere ad uno ad uno i capi lego per poi ritrovarmi cieco sonnambulo a disfare d'un'esistenza il lungo cesello e non solo perch'è notte i proci non più riconoscono del talamo il giovane frutto ed io di nessuno figlio e da nessuno atteso tesso e ritesso d'Ulisse la tela tra sguardi sogni ed inganni d'un viaggio senza fine
- oceani e deserti
o forse senza meta
- luci ed ombre
ma certo senza ritorno
- vento e fuoco dell'anima
tesso e ritesso d'Ulisse la tela tra sguardi sogni ed inganni d'una vita dal codice sconosciuto ormai Santiago de Chile 03.06.2201
- BIANCHE NOTTI
Ad occhi sbarrati vivo le mie notti la vista non vuole al buio abituarsi e avido sempre cerco nell'oscurità alta una tarlatura di cielo che lasci sfuggire di speranza un filo
- e non m'accorgo
- che la vera speranza
- è del buio accettare
- del perché la non risposta
Santiago de Chile 11.06.2001 - Montichiari 14.08.2001
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