LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Francesco Paolo Manzo
Ha pubblicato il libro
Francesco Paolo Manzo - Allodola e Gabbiano
 
 
 
 
 

 

 
 
Collana I gigli (poesia) 14x20,5 - pp. 68 - Euro 8,30 - ISBN 88-8356-635-1
 
 Prefazione
Poesie

Prefazione
Leggere una poesia vuol dire entrare in un altro mondo, nel mondo di un'altra persona. Ti piaccia o no, hai tra le mani i suoi sentimenti, la sua interiorità, il suo vissuto; hai tra le mani, insomma, cose che sono preziose e uniche e irripetibili, come "l'esperienza d'amore", quella stessa esperienza d'amore di cui si narra.
Questo è il terzo libro di poesie che Francesco Paolo pubblica: tema comune l'amore, ma diversi i percorsi e la maturità dell'autore. Li ho letti tutti e tre e a me pare che quest'ultimo sia per molti versi il più bello, perché il più compiuto.
A proposito di poesia, Charles Bukowski in "Storie di ordinaria follia" si chiedeva quale fosse la differenza tra verso e prosa. " La poesia dice troppo in pochissimo tempo, la prosa dice poco e ci mette un bel po' ", concluse.
Questo libro offre un'altra risposta: incomincia come un romanzo, sembra un romanzo... è invece pura poesia.
Francesco Paolo comincia infatti servendosi della prosa, e, in una pagina dolcissima, ci introduce in una storia d'amore, quasi una favola; la favola di un corvo che attraverso l'amore per un'allodola un po' incosciente si trasforma in gabbiano.
Seguono 52 poesie che rappresentano naturalmente il fulcro del "racconto" e che, attraverso la delicatezza delle immagini che l'autore rende in maniera plastica, ci narrano di questo amore.
Un amore delicato, tenue, quasi sussurrato, sicuramente interiorizzato.
Chiunque conosca l'autore sa che è un uomo innamorato dell'amore come stato d'animo, come pura astrazione.
Attraverso l'amore c'è la scoperta della libertà, di cui da sempre, anche se a torto, il gabbiano è simbolo e metafora, e la scoperta dell'appartenenza all'altro.
Appartenenza e libertà, due opposti che solo l'amore può unire. Il sentimento di appartenenza ci fa sentire protetti e quindi liberi di compiere scelte.
In ultimo la più terribile ed insopportabile scoperta: il sentimento del dolore, dolore lacerante quando l'altro che ha riempito le tue giornate e nutrito i tuoi sogni, smette di amare.
Nello scontro con la realtà il gabbiano ridiventa corvo. Un po' come l'albatros-poeta di Baudelaire. Quando vola in alto è bello ed elegante, quando si abbassa risulta goffo e sgraziato.
Senza amore, senza ispirazione, siamo tutti goffi e sgraziati.
 

Ornella Rocco

 


 
Allodola e Gabbiano


All'allodola che si libra nel sole

Voglio raccontarti una storia; la storia di un uomo che camminò tanto in lungo e in largo per scoprire l'amore, la storia di un uomo che sognava ad occhi aperti e tanto innamorato dell'amore che cercò l'assoluto, ogni qualvolta pensò di aver trovato nella realtà ciò che era nella fantasia ne aveva scorto, invece, solo un verso, solo una piccola parte, solo una faccia che nel deserto di sentimenti e nella folla di banalità gli appariva bello e grande.
Amori fatti di sabbia che un soffio di vento porta via, amori fatti di carta che brucia in brevi istanti, amori fatti di parole e parole che non restano nelle orecchie di chi ascolta, amori fatti di passioni poi gelate dal nascere dell'indifferenza.
Era partito su di una zattera e ora che l'autunno era nel pieno dei suoi colori rivedeva terra senza aver nulla trovato; si accorse che la costa gli era familiare, era tornato donde era partito, là l'avevano guidato le stelle.
Attraccò in un giorno di primavera e stanco sedette sui massi, lo sguardo si perse nel mare, tra le onde luccicanti all'ultimo sole e vagò con la mente oltre il vento, oltre le isole, cavalcò col pensiero a ridosso dei cavalloni, era stanco, guardò le barche, il loro dondolio, si sentì come un vecchio corvo dalle penne consunte.
Voleva vivere quella Primavera anche se non era più la sua, voleva viverla; c'era quel profumo fresco e sentì che stranamente l'aria era più dolce, il vento odorava di fragranze nuove e sconosciute, il sole sorrideva specchiandosi nel mare, le nuvole nel cielo sventolavano come bandiere in un giorno di festa.
Poi se ne accorse, era seduta sugli scogli con la brezza che le scompigliava i capelli e i suoi occhi guardavano verso l'orizzonte come in attesa che qualcosa accadesse, come protesa, quasi pronta a librarsi nell'azzurro insieme alla sua mente che già si librava libera nel cielo.
La paragonò a un uccello, un uccello minuscolo, una piccola allodola, un batuffolo di piume che volteggiava in voli turbinosi, gli sembrò che quasi lo invitasse a volare e a sognare con lei.
Lui un corvo spelacchiato desiderò di farlo, desiderò di seguire quei voli iperbolici.
La fissò intensamente, come per imprimersi la sua immagine nella mente, ne seguiva con attenzione ogni minuscolo movimento; poi le sussurro: "può un corvo volare accanto ad una piccola allodola?" Lei si volse, lo guardò e sorrise: "tu sei un magnifico bianco gabbiano", e subito si involò verso il sole.
L'uomo non credeva alle sue orecchie, né ai suoi occhi, voleva che quella Primavera fosse anche sua, distese le bianche ali e volò veloce e alto planando accanto all'allodola.
Insieme puntarono verso la vetta del mondo.

Strisce di cielo
perle di mare
lampi di luce nel buio della notte:
i tuoi occhi che cantano.
Poesia di isole in un oceano di sogni
canzoni perse nel labirinto di strade
pensieri chiusi in un pugno
che apri e leggi tu sola.

Nasce nei tuoi occhi
la luce del giorno
e come un'onda di mare
levigata dal sole m'abbacina
piccolo ciottolo
battuto tra la brezza e la spuma
nel silenzio profondo
e soverchiato di luce
vivo i colori del mare
nuoto in tramonti tinti di sole
respiro fili di vento
nei tuoi occhi infiniti
e ti amo.

Guidi i miei passi in cerca di silenzi
nel sole di una primavera non più mia.
Sguardi persi oltre il mare,
taciuti sospiri riempiono l'aria,
scivolano i pensieri supini
sull'onde dorate da spicchi di sole.
Nel rumore del silenzio
il vento tocca i tuoi capelli,
parlo senza dir nulla,
come un fiume senza più argini,
le mie parole si disperdono
e si infrangono sulla scogliera.

Siamo qui persi nel vento,
sull'infinito protesi,
oltre il mare smarriti nel tempo;
voli dell'anima,
girotondi di fantasie.
Ti guardo, so dove vai:
sulla riva del mare blu notte
veli di nubi tra le stelle.
Ti guardo, so dove sei:
le tue emozioni, i tuoi pensieri
sono i miei.
Noi viviamo in un sogno fantastico
come in un disegno di bambini.

Nel riverbero del primo meriggio,
sei come l'allodola
che si libra nel sole.
Seduto tra i massi,
canto canzoni senza voce,
sensazioni sottili come brezze
invadono l'anima.
M'investe il tuo vento impetuoso
e nel turbinio dei tuoi voli mi trascina.

Piccola stella
di una voce che non c'è,
in questa primavera incontro fiori e farfalle,
racconto storie qualsiasi,
scendo sulle nuvole come in un paradiso.
Tu m'apri le porte,
mi conduci per mano sulla riva del mare;
sul molo barche attraccate, legate,
dondolio di scafi, voglia di libertà.
Primavera, voli di rondini,
voli di gabbiani;
volo sulle note della tua voce,
non conta più il tempo,
lo spirito urla libero sulle tue ali.
Passeggiate nel tepore della tua compagnia,
seduti tra gli altri come fuori dal mondo.
Cicaleccio di gente,
bimbi giocano rincorrendo una palla,
io agguanto il tempo che fugge.
Rido, sei qui, ma dov'eri?
Nastri di nubi, colorati coi pastelli dei tuoi sogni,
riempiono il cielo sopra la mia testa,
piccola stella,
appari ora, quando il giorno già finisce
e l'imbrunire annuncia la sera.
Il tuo viso è un cammeo intarsiato nel cielo,
nei tuoi occhi colgo palpiti di stelle.

È in un giardino che guarda il mare,
che il vento scuote le fronde,
e i tuoi capelli scompiglia
disegnandoti esili linee sul viso,
un gioco d'ombre e di luci e d'amore.
Lì i merli beccano briciole,
stride il gabbiano
sulle cime dei pini,
la tua bocca sorride
e parla di un sogno,
il mio,
neanche sognato
e che s'avvera senza un perché.

Sei liquida e fresca,
amore mio,
la tua giovinezza mi disseta,
i tuoi capelli mi carezzano.
Carpisci i miei pensieri
e fa che siano solo tuoi.
Divorami coi tuoi sorrisi,
dammi il sapore della tua bocca
e camminami sul cuore.

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Ins. il 09-02-2004