- Francesco Mavelli
nasce il 28 settembre 1946 a Margherita di Savoia (Fg)
ed ivi risiede. Ha ottenuto la maturità
classica e ha la laurea in Scienze Biomediche. Dal
1974 al 1976: Dipendente della Errekappa Eutoterapici
di Milano in qualità di Informatore Medico
Scientifico con inquadramento di 6° livello. Dal
1976 al 1978: Dipendente della BioResearch di Milano
in qualità di Informatore Scientifico con
inquadramento di 7° livello. Dal 1987 al 1989:
viene eletto Presidente del C.d.A. della Soc. Coop. di
Produzione e Lavoro "Il Gabbiano Secondo". Con sede in
Margherita di Savoia (Fg). Nel 1993: Il Presidente del
"Centro Studi Programmazione e Sviluppo Capitanata e
Mezzogiorno" gli invia Attestazione di Benemerenza per
l'insostituibile contributo. Nel 1994: Il Presidente
del Gruppo Consiliare Regionale del P.S.D.I. della
Regione Puglia lo nomina Consulente per i Problemi
Sanitari. Nel 1994: Viene nominato, fino a tutto il
1999, dal Consiglio Regionale pugliese Consigliere di
Amministrazione della Fondazione Margherita di Savoia
sita nella Città di Lucera (FG).
- Nel 2004: Il
Comandante Generale della Guardia Nobile Patriarcale,
S.A.R. il Principe Mario Paciotti di Montefabbri con
proprio Decreto lo nomina nel ruolo d'onore con l'alto
grado di Luogotenente Ordinario. Iscrivendolo al Reg.
Gen. N°0/216. Nel 2004: Il Senato Accademico
dell'Accademia Costantiniana, sita nella Città
di Palermo, lo nomina Accademico per la classe delle
Scienze Politiche. Nel 2004: Il Direttore Generale
della Casa di Cura "Villa Igea" sita in Foggia lo
chiama a collaborare in qualità di
Consulente.
- Nel 2005: Il
Patriarca della Santa Chiesa Universale Ortodossa
Slava gli conferisce: Benedizione
Apostolica.
- Nel 2006: Diviene
Presidente del Consiglio di Amministrazione della
Adorno & Wyller Capital Management S.p.A. con sede
in Milano. Nel 2007: diviene Cavaliere del Sacro
Sovrano Militare Ordine Dinastico Monastico Templare
"Mater Nazarena".
- Nel 2008: Il
Principe di Nazareth e Gran Maestro del Sacro Sovrano
Militare Ordine Dinastico Monastico Templare "Mater
Nazarena" gli conferisce, in Gerusalemme, la Crux
Meriti Templares.
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- L'ansia del
giorno!
-
- Tra le
acque che violente spumano
- ed il
fragor che alla mente sale
- vedo degli
Avi gli antichi fasti.
-
- Ed in
cotanta larga stasi
- mi trae una
musical voce
- e, mi
prende l'ansia del giorno!
-
- Sulla
sponda delle acque spumanti
- ritorno
verace nel dolo mordace
- e di
cristalli è il pianto!
-
-
- Ricorre
-
- Quando
della terra scende la perfusa
armonia
- e dei cuori
l'assordante scompiglio.
- Alla morte
rigonfia la vorace fauce.
-
- Quando
della terra scende la perfusa
armonia
- e dei cuori
rigonfia lAmore,
- all'Uomo
riprende l'eterno giro.
-
- Quando
della morte e della vita è il
dì,
- ricorre
l'esteso ampio sospiro e ...
- ricorre ...
ricorre ... ricorre.
-
-
- Al
bivio
-
- Sbagliando,
nella vita, il significato
eterno.
- Ho
continuato a non scindere, dall'animo, il reo
perverso.
- Giungo
così, ora, alle soglie del bivio
Erculeo.
-
- Qual mi
apparterrà, del male, la funesta
forza?
- Che tutto,
di botto, rompe e falsamente
ravviva
- con
intricati colori. In argentea tinge l'avversa
riva.
-
- Qual mi
apparterrà, del bene, la mite
calma?
- Che nulla
promette .E non colora
- di falsi
amori l'apice di vita?
-
- Propongo,
nel bene la mia forza
verserò.
- Or
più non cerco e con
l'ingannevole
- s'allontana
la turpe tentazione.
-
-
-
- A San
Francesco
-
- il dirotto
scroscio del vento
- tra i verdi
e curvi rami
- diede
all'ira la calma.
-
- E ... fu la
vera vita!
-
- Favolosa,
delle visioni il miracolo
- i tristi
occhi beò e intinse
- di nuove
inusitate compagne.
-
- Per Lui
Iddio scelse con calma
- delle genti
la rara menzione
- e ... nella
calma parlò il vento.
-
-
-
- La
vetta
-
- Forza!
Ancora pochi passi
- e
vedrò la disiosa vetta
- ove la
solitudo è eletta
- e li nostri
mondi son bassi.
-
- Lassù
v'è la candida neve
- e il puro e
bianco cielo
- giù
il freddo e cupo gelo
- e la terra
nera e greve.
-
- Anima mia,
pochi passi
- e vedrai la
bramata vetta
- non
rinunciar al tuo, e getta
- sul tuo
passato molti massi.
-
-
-
- Senza motivo
(passione)
-
- Giorni
d'ansia interna. Ho visto
- un Uomo
piangere sulla collina.
- Maestro di
lacrime, un ghiacciaio sciolse.
-
- Dimensioni
umane non terrene.
- Intravedono
i miei occhi un lago,
- dalle
lacrime versate, formato.
-
- Centrale di
sospiri e grida,
- contorti
corpi, tesi nello spasimo.
- Ultimi
battiti di cuori oscuri.
-
- Giorni
d'ansia interna. Ho visto
- Uno spirito
languire sulla collina.
- Insigne,
superbo nell'aspetto.
-
-
-
- In
rimembranza
-
- Chi pianse
la caduta del Dio?
- Chi della
di Lui sorte s'adombrò?
- Chi prese
in soma il pensiero?
-
- Perché
a gran calca s'appressan?
- Perché,con
giubilo, sparve l'Icone?
- Perché
avvampò del saggio la
pena?
-
- Oh! ... Ma!
...
- Fu ...un
falso Dio!
-
-
-
- Per le...
gemelle!
-
- Il canto
diffuso del giorno
- improvviso
si rompe di grida,
- di urla,
schianti e sconquassi.
-
- Lento passa
lo scandir dei secondi,
- quasi di
eterna festosa danza funesta,
- trema e
stride l'amata, nera, terra!
-
- E, la "
bianca Casa"
- ammantata
di rossi sudori
- trema con
l'amata, nera, terra.
-
- Nel canto
diffuso, improvviso,
- lo schianto
e le urla rompean la terra
- e, nella
terra affossaron i lunghi sudori!
-
-
-
- L'infelice
-
- ho visto un
Infelice
- tutto solo
era nel viale
- e a nessuno
par che cale
- la vita di
quell'Infelice.
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- La vita
misera ch'ei porta
- è
povera e par che grida
- il duolo
che in Lui s'annida.
-
- Come dal
fiume trasportato
- Il ramo
cade nei fondi
- Così
l'Uomo è portato
- Dall'umanità
nei profondi.
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-
-
- L'odio
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- Tempeste
burrascose e, incubi
- al mio
giovane cuor non danno pace.
- Raggiante
di terror è il mio viso.
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- Dei suoi
stridori siam succubi!
- Grigia
mente,da sol si compiace
- render
l'amico all'amico, inviso.
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- Tu,addensi
il mal e tutto rubi.
- Gioisci
della tua ferocia e, vorace
- il Tuo
alito diffondi e... ognun è
diviso!
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