LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
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Francesco Paolo Visconti

 
Francesco Paolo Visconti è nato a Firenze il 10 maggio 1979. Maturità classica a pieni voti. Studente di Giurisprudenza a tre esami dalla laurea, con tesi in diritto dell'informazione e delle telecomunicazioni. Partecipa con la poesia "Cronache di frontiera" alla VII Edizione Premio Letterario Internazionale "Città di Melegnano 2001". Non ha all'attivo alcuna pubblicazione al presente momento.
 
 
 
 
 
Cronache di frontiera
 
Datemi un foglio di carta immacolata,
ch'io riesca a imbrigliare in un tratto d'inchiostro
il ricordo che la mente non registra.
Mi trovo ad assistere, spettatore in prima linea,
al crollo di muri, rimpiazzati
da barricate di ostilità innalzate
al cielo sull'altare dell'indifferenza.
L'ipocrisia è la sola moneta
di scambio qui.
Proseguo il lavoro che so,
scrivo cronache di frontiera
di un'umanità che ha segnato il passo,
in bilico come un acrobata
sul filo tra un forse e un altro forse.
La mia penna spuntata non può osare
di più;io come un saltimbanco
senza pane tra i denti
me la rido, pensando magari
sia tutta una canzonatura.
 
 
Praga
 
Una nota stirata di violino
si leva
soffice e melanconica
come il pallido fiocco
di neve che danza col vento,
nella fredda sera di Praga.
Un suonatore di strada,
gli abiti dimessi
la barba incolta,
l'ha estratta capace
dal suo strumento.
Il suonatore di strada
ed io
abbiamo annodato
le nostre vite in un punto,
e in quel punto
abbiamo condiviso
la nostalgia struggente,
il misticismo
di quella nota che
come uno scandaglio
penetra gli intimi recessi
di due cuori
con una sola chiave.
 
 
Campanelline
 
Un tintinnio argentino
risuona festoso
per l'aria frizzante di Marzo.
Con passo energico
risalgo la china ghiaiosa
per guadagnare la cima del poggio
ove la chiesetta si acchioccia.
Un ciuffo di campanelline
fa capolino, baluginando
tra fili d'erba campestre.
 
 
Bombe e Salame (scampolo di prosa semiseria)
 
Piove come dio la manda. Dalla mia postazione, la scrivania in
camera da letto, su cui giace negletto un manuale sui
fondamenti del diritto delle Comunità Europee, vedo una
striscia di cielo grigio e di foglie verdi ormai vizze (siamo a
Settembre inoltrato)che bevono grate gli scrosci d'acqua come
altrettante gole riarse. Goccioloni tamburellano allegramente
sul dorso delle persiane semichiuse, perché ultimamente
prediligo la penombra e la luce artificiale soffusa, in quanto mi
pare che ricrei una condizione più intima, più meditativa.
"Venti di guerra così forti non soffiavano dal secondo conflitto
mondiale".
Mio padre a tavola ha chiosato in questo modo le notizie del
TG della sera. E indubbiamente ha ragione. Il mondo si prepara
ad attraversare una stagione difficile, ma il bello è che nessuno
sa precisare la portata degli eventi che stanno
precipitosamente maturando dietro le quinte.
In casa mia c'è il gusto un po' morboso di fare catastrofismi e
ipotizzare scenari che in qualche modo conducono sempre al
collasso del sistema economico e politico occidentale.
Da anni la nostra società registra crescenti tensioni legate
alla globalizzazione, alla massiccia esportazione del modello
capitalistico in ogni angolo del mondo, ai conflitti ideologici,
culturali, sociali, politico economici generati da questo processo
di affermazione di un imperialismo materiale senza riscontri
nella storia.
E puntualmente la mia famiglia si riunisce intorno a un tavolo
a mangiucchiare salame e crostini dietetici a larghissima
percentuale di acqua oppure lardo di Colonnata e pane
integrale, e a dibattere gli eventi e a profilare plausibili vie di
fuga, hai visto mai la situazione dovesse precipitare.
Poi per solito il nostro pencolante triunvirato prende congedo
dalla sala da pranzo e si trasferisce in salotto, dove riannoda
la discussione, assecondando il solito gusto indulgente
agli scenari più foschi.
 
 
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agg. 09 novembre 2001