LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA
Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordientiHome page di Fulvio Bava
- Fulvio Bava.
- È nato ad Asti il 5 maggio 1940. Residente a Torino.
- Appassionato di viaggi e di teatro. Per molti anni abbinando attività imprenditoriale e passione teatrale, ha interpretato, scritto, allestito e diretto lavori teatrali, sia in lingua italiana che piemontese.
- Secondo classificato al Premio Giovanni Toselli di Cuneo 1978 con il testo teatrale "Cafasso - 'L Rondò dia Forca", rappresentato al Teatro Nuovo di Torino. Altri testi e allestimenti teatrali: "Aleramo Marchese del Monferrato", "Ricordi quelle sere...", "Che bella gente" e molti altri.
- Nel 2001 ha partecipato al Premio Letterario-Editoriale L'Autore di Firenze Libri con un'opera di poesia dal titolo "Incanti e Disincanti".
- Pensa che "Coltivare poesia sia estrarre e spandere profumo di fiori verso cieli che, ahimè a volte appaiono contaminati".
- L'uomo si levò all'alba
- a Walter e Denise
- L'uomo si levò all'alba,
- gettò la sua coda di noia
- nel secchio della spazzatura,
- raccolse un vaporoso boa di piume di sogno,
- vi si avvolse,
- destò la sua compagna ed essa lo imitò.
- Cancellarono davanti allo specchio
- ogni traccia di fatica dagli occhi,
- ogni velo di rimpianto dallo sguardo,
- uscirono dalla dimora del tempo
- ed andarono incontro alle speranze della vita
- ...
- sempre nuove.
- Mio cangiante sogno perduto
- Oh! mio cangiante sogno perduto, o solo immaginato?
- figlio di una notte di ragioni sfumate,
- avvolta in uno scialle di nebbia leggera.
- Come ti chiami candida stella del mattino,
- raccolta intorno alla tua galassia?
- Ti cerco, ma i miei occhi non hanno cornea
- né cristallino e, orbite scure, non spaziano
- immersi nel cielo d'estate.
- Simili a uomini scuciti, vivono i racconti
- di amori vissuti da altri,
- tramano visioni per onorare
- gli eterni misteri dei sensi
- non dimenticati
- e la diafana essenza dei sentimenti.
- Mio cangiante sogno perduto,
- sei salito fin dove
- anche occhi di pura armonia
- non raggiungono più la tua fiammeggiante coda di cometa,
- persa nell'attrazione di un astro che ti cattura.
- Quando
- Quando vi avrò lasciati,
- percuotete le pareti del mio sepolcro ed io vi ascolterò.
- Quando vivrete momenti nella mia memoria,
- io sussurrerò alla vostra anima.
- Quando penserete a me come ancora fossi lì tra di voi,
- io farò in modo di rendermi presente.
- Quando vi coglierà il rimpianto
- per tutte le cose buone taciute tra di noi,
- io capirò.
- Quando sarò spirito e lontano da voi per sempre,
- io non sarò perduto e il mio abbraccio si farà più forte.
- Quando viaggerete per paesi sconosciuti
- su rotte che io avrei amato,
- volgete un po' di nostalgia alla mia assenza,
- ed io ancora viaggerò con voi.
- Quando una piccola lacrima di dolore doveste piangere,
- per quel poco di vuoto che ho lasciato in voi,
- consolatevi, perché anche a me mancherete,
- ma poi subito gioite, anche per me.
- Quando penserete di avermi amato,
- malgrado il mio abito di rovi,
- sappiate che ancora di più io vi ho amato
- e ancora vi amo, molto più di quanto ho saputo dire.
- Quando piccole, insignificanti briciole d'affetto
- si spargevano tra di noi, esse parevano dimenticate
- senza lasciar segno nel nostro animo.
- Hanno invece grande importanza ora
- ed io le raccolgo e le ripongo come indispensabili,
- per ricordarne gli eventi negli eterni futuri.
- Quando vorrete parlare di me,
- non fatelo per onorare una mia forza,
- ma per rimpiangere e giustificare le mie debolezze,
- questa sarà una grande prova d'amore.
- E quando non doveste più dedicarmi un ricorrente pensiero
- o non sentire più la mia definitiva mancanza,
- per avermi rimosso dai vostri cuori,
- allora, e solo allora,
- io sarò morto per sempre.
- Saper ascoltare
- Quando tutti noi amici lo vorremo
- (sarà presto?)
- ci chiuderemo in un cerchio arcano,
- fuggiremo finalmente i fanatici,
- strumento di distruzione.
- Chiederemo riparo alle foreste,
- da esse trarremo forza,
- dormiremo in grembo alla terra nuda,
- spiegheremo con un gesto della mano
- il sipario delle nebbie di Avalon,
- e correremo al raduno,
- là sulla sacra collina,
- perché la magia ci chiama...
- Solo... dobbiamo saper ascoltare.
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