- Gianni Eligio
Colombo è nato a Legnano (MI), dove vive
tuttora. Già autore di tre libri intitolati
"Lumen", "Quello che è stato un giorno" e
"Perché vale la pena", ha pubblicato numerose
poesie anche su ri-viste e antologie di Concorsi ed
è, a sua volta, curatore di due antologie. E'
risultato vincitore di diversi Premi Letterari (Trofeo
del Po, Albatros, Centro Artistico Lombardo, Critica
Svizzera P.G., Carrara Hallstahammar, S. Francesco
Arte, I poeti del laghetto, Jacopone da Todi,
Brontolo, ecc.). Dal 1998 è membro delle
Accademie "Gentium Pro Pace" di Roma-Prati, "Arte e
Cultura" di Castel San Giorgio (SA) e dei "Micenei" di
Reggio Calabria.
- Dal 1995 è
Presidente dell'Associazione Culturale "A.L.A.C. -
Gruppo '95" ed è responsabile del Premio di
poesia "Emma Piantanida", da questa indetto.
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- RISCOPRIRE
L'AMORE
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- Vorrei
clonare questo attimo
- partorito dal
grembo
- dell'indifferenza,
- questo fiore
reciso
- umido di
rugiada
- e già
nella terra del tempo,
- vorrei
moltiplicare questo istante
- per ogni
cellula del giorno
- e della
notte
- dentro
l'arcobaleno
- di petali
sfatti
- e gemiti
rubati
- a consumati
appagamenti,
- vorrei
misurare il tempo
- scompigliandoti
i capelli
- ondeggiando
- su un arco di
cielo
- dove il sole
non bruci
- nuove
albe
- e
irripetibili tramonti,
- dove una
falce di luna
- sia
immutabile
- dentro il suo
luminoso stelo;
- vorrei
cullarti
- sulla
risacca
- di infiniti
ritorni,
- nella
schiuma
- di brevi
paradisi
- rubati al
delirio
- di un'eterna
vittoria. -
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ALTIONDEGGIANTI STELI -
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- Altiondeggianti
steli di frumento
- mi coprite
l'orizzonte
- ed il giallo
ardente
- delle spighe
mature
- si confonde
con la luce del sole,
- e l'arsura,
la sete, il sudore
- mi logorano
il corpo
- mi esaltano i
sensi,
- riverso, mi
vedo sovrastare
- dalle vostre
aride cime. -
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- IL GIUOCO
DEL TEMPO -
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- Il pietoso
futuro
- è una
goccia di pioggia
- sospesa
- in quest'aria
grigia
- di
nubi
- di
terra
- di
pozzanghere nere,
- è un
pensiero cullato
- che viene
qui
- a
marcire
- dentro la
spazzatura
- di un passato
sprecato,
- dove oblio e
rimpianto
- si accoppiano
nel buio
- di una pagina
chiusa,
- a serbare
l'immortale agonia
- di una viola
sfiorita.
- Com'è
arrivato presto
- l'autunno
- col freddo e
l'ombra
- in vicoli
sepolti;
- in un crudele
ricomporsi di giorni
- e di
rintocchi in sequenze perfette
- l'indice in
grigio
- sapientemente
- sgroviglia il
filo dell'esistere,
- nel
fruscio
- di una pagina
bianca
- si conclude
la trama
- del tutto e
del niente
- quando di
tanto
- -rancori,
solitudini
- speranze-
- non
resterà né pietà
- o
marciume
- o dolceamaro
rimpianto
- ma solo un
attimo
- inconsapevole
- di opaca
eternità. -
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(06/1998).
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- NEL VENTO
AUTUNNALE
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- Un antico
ricordo
- ci
unisce,
- un fiume di
foglie
- riarse,
- un torpore
indicibile
- ci riporta
l'eco
- di un lontano
cadere di foglie.
- Ci guardiamo
negli occhi, in silenzio
- leggeri, ci
sentiamo svanire nel vento,
- mentre il
tempo ci porta
- un lento
morire
- autunnale.
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- Vorrei
cogliere il frutto
- Vorrei
cogliere il frutto
- per la prima
volta
- ancora
umido
- di fertile
ingenuità
- ancora
timido
- d'inebriante
stupore,
- vorrei
cogliere la rosa
- che
disseta
- come l'onda
schiumosa
- che si
leva
- a
scoprire
- meravigliose
insenature,
- l'onda che si
gonfia e svetta
- felice
nell'incanto
- di una
limpida fantasia
- ricompensata.
- Non voglio
cogliere la rosa
- che non ha
più profumo
- una rosa
appassita
- da tante
primavere
- che l'hanno
vista sbocciare
- di
nascosto
- alla luce
malvagia della Luna.
- Voglio
cogliere il bocciòlo
- non ancora
sfiorito,
- ma i boccioli
si schiudono
- ogni
notte
- ricordi?
- a
primavera,
- i tuoi versi
sono petali sfatti,
- il mio cuore
si accartoccia
- nell'autunno.-
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- SEMPRE
DOPO L'AMORE
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- Sempre
- dopo
l'amore
- noi
ci portiamo dentro
- l'eco
della risacca,
- galoppano
nel cuore
- rive
di solitudini
- pozzanghere
di nostalgie.
- Forse
abbiamo creduto
- d'ingannare
qualcuno,
- ma
questo vuoto
- di
rondini migrate
- in
un'ala d'autunno
- non
ha sapore
- come
un inverno
- che
sembra primavera.-
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(01/1998)
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