- Massimiliano
Badiali è nato ad Arezzo il 24-08-72. Gran
parte della sua vita è dedicata allo studio.
Nel 91 ottiene la Maturità Classica, nel 96 la
Maturità Magistrale, nel 97 il Diploma di
Scienze Religiose. Nel 98 pubblica la raccolta poetica
Brandelli d'Inconscio, che ha ricevuto il
Premio Libro Edito "Viareggio-Carnevale", edito in la
collana " La Mela" di Fabio Frangipani Editore Arezzo
1998. Nel 99 si laurea in Lingue a Firenze e pubblica
la seconda raccolta Piramide di Dignità,
pubblicate da Penna d'autore Torino 1999. Da
quest'anno inizia ad insegnare ed esperimenta
l'insegnamento in ogni ordine e grado di scuola. Nel
2000 esce Sipari di cartapesta pubblicata da
Oceano Edizioni Sanremo 2000 insieme ai racconti e le
novelle contenuti in Miraggi di sole pubblicati
da Oceano Edizioni Sanremo 2000. Nel 2000 pubblica
Habere artem, da Ed. I Miei Colori,
Pontassieve, 2000. Traduce Sterminio del mio
fegato di Werner Schabb, Les Très Riches
Heures et Ecrire c'est tout un roman di Jean
Rouaud e la traduzione in francese delle poesie di
Andrea Salvatici con gli allievi della SSIS di
Firenze. Nel 2005 esce La malattia mortale con
prefazione di Mario Luzi, Ed. Universum,
Trento-Messina, 2005. Ha ricevuto molti premi tra cui
La Disfida di Barletta 2003 con la poesia
Habere Artem. Partecipa come articolista sulla
rivista di Bellami. Ha fondato il Labirintismo
www.labirintismo.it
. E' Presidente della Onlus
Mecenate. Ha
scritto nel 2006 Nel Labirinto di Basendolf
rappresentato il 25 Marzo 2007 nel teatro della
Bicchieraia di Arezzo con il patrocinio del Comune di
Arezzo. Nel 2007 ha vinto il Premio
L'Ermellino-Ducas e ha pubblicato Spume di
esistenza con l'editore Nicola Pesce, che ha
ricevuto il Premio libro d'oro 2007 edizioni
Universum. Come scrive il poeta stesso: "In questo
libro si concentra tutto il poetare della mia vita,
dalla sillaba emetica al virtuosismo letterario,
attraverso un iter ad me, ad Deum, ad amorem. E'
l'opera omnia della mia poesia. Se la vita è
effimera come la spuma, l'arte è testimonianza
di esistenza. la poesia dunque vince di mille secoli
il silenzio". Nel 2007 ha scritto e pubblicato la
raccolta narrativa e teatrale Labirinto zero,
edita da Edizioni universum Trento/Messina, manifesto
teatrale, mitologico e eziologico del movimento
Labirintismo, che ha fondato lui stesso.
- www.massimilianobadiali.it
-
-
|
- Il
manifesto del labirintismo
-
- Il Labirintismo non
è solo una corrente artistico-letteraria, ma
è un modo di concepire la vita attraverso
l'arte. Dato che l'uomo moderno si è
inevitabilmente arroccato nel proprio labirinto
interiore, impastoiato dal male di vivere, l'arte deve
porsi come mezzo conoscitivo e terapeutico per far
uscire l'io dal labirinto. Lo scrittore, il poeta,
l'artista e l'uomo comune sono ormai schizoidi e
dissociati, irresoluti "Ulisse", incalzati dai propri
sommovimenti interiori. E' la "deiezione dell'esserci"
a porre l'uomo in una prospettiva priva di referenti
fisici e possibilisti, in un'attesa stagnante ed
anulare, incarnazione di un'esistenza perennemente
delusa, le cui dimensioni spazio-temporali conducono
irridentemente al nulla. La solitudine e
l'incomunicabilità rendono l'uomo moderno
monade: rispetto al tempo cronologico o tempo di
produttività, l'arte deve rivolgersi
all'istante dalla coscienza. La vita è,
infatti, un mondo chiuso, anulare e delirante fra i
ricordi, oppresso da un senso di clausura che nasce
dall'isolamento e dallo spazio ambiguo che viene
percepito come qualcosa di soffocante in cui
l'orizzonte, inoltre, appare sull'orlo di due
voragini, quella del dedalo esterno (o mondo), quella
del dedalo interno (o io). La perdita della superficie
affronta l'ineluttabilità della morte
soppesando incommensurabilmente l'io e la propria
esistenza, sorpresi a rischiarare debolmente gli
effetti del caos e della contraddizione, impenetrabili
testimoni del reale. Se il mondo è un magma
assurdo, informe e contraddirtene), per l'estrema
illogicità degli eventi a cui l'uomo è
sottoposto, in sostanza la Weltaschauung del
Labirintismo propone l'avventura del labirinto che
diviene la storia di chi torna a galla dal dedalo
della personalità e diviene consapevole del
proprio inconscio. Solo chi conosce e libera
l'inconscio dal labirinto, abbandona il pecorismo
ideologico. Chi non ferma la propria vita, adottando
maschere per esorcizzare il dolore, intuisce ed
accetta che l'esistenza è un nodo gordiano
senza testa né coda. Scoprire il cammino
liberatorio che conduce all'uscita dal labirinto
significa conoscere anche il percorso che porta al
centro che simboleggia l'unità assoluta e
l'emancipazione dell'Es. Il Labirintismo è una
visione della vita attraverso l'arte, che deve
liberare l'uomo dalla dominanza del proprio Super-io.
Il Labirintismo è una corrente in fieri che
attende l'apporto di poeti, scrittori, pittori,
artisti, fotografi e attori che esprimano attraverso
l'arte la redenzione dal labirinto. L'arte è il
filo d'Arianna che permette l'esodo dal labirinto.
L'arte è il labirinto zero.
- www.labirintismo.it
-
-
- ESODO DAL
LABIRINTO
- Erro in
fondo al mio labirinto
- Esistenziale
- In ricerca
di un senso, di un centro.
- Ma il vuoto
è là
- apparente
caos primordiale
- Dagli
effluvi rossi di storia
- Da un
dedalo di fiori defunti
- Dagli odori
ebbri di memoria
- Dell'eco
vuota di voci e di verbo sorde.
-
- Sento in
fondo al mio labirinto
- Spettrale
- I tomi del
passato
- riportare
enigmi e rimorsi esistenziali
- Ma il vuoto
è qui
- Assente
ogni ordine razionale
- Dalla vigna
di oscure voluttà
- Ogni
istante in eterna tensione
- L'energia
decompone
- Il tutto in
nulla
- Senza
ragione.
-
- D'improvviso
- Sul dedalo
che non tiene
- Filtra un
raggio
- S'apre un
varco
- Da cui un
profumo di simboli, immagini e suoni
- Sale col
solare squarcio:
- E' l' Arte
- Suprema
sinestesia di consolazione
- Estatica
virtù di salvazione
- Terapeutica
luce di redenzione
- Per l'umano
errare
- Nel dedalo
artificiale e esistenziale.
- .
- E di Teseo
s'ode il canto
- E il filo
stretto d'Arianna
- Non resta
che afferrare
- Per
risalire dal labirinto
- Tentacolare
- E a nuova
vita cosciente
- In esodo
resuscitare.
-
-
-
-
-
-
-
LA MALATTIA MORTALE
-
- Ho sul
davanzale fiorito a ginestre
coltivati
- In rivoli
di solitudine fiori opachi
- ma
nell'oscura soffitta
- il vuoto
terribile d'ossessione
- mi
rimbomba dentro
- ha la voce
dell'inferno
- in gola
alla disperazione:
- Perché
la vocazione
- non ebbi
come dono soprannaturale?
- Perché
nel rosario dei giorni
- chiuso nel
cerchio della tentazione,
- Sono al
limbo condannato
- Sospeso
tra l'umano corporale
- E il
divino anelare?
-
- Da
quest'angoscia esistenziale
- Liberami,
Celeste Madre Immortale,
- che le mie
azioni
- su un
piedistallo d'argilla pose
- e pone e
dalla malattia mortale
- che la
lampada dei sogni un giorno
infranse
-
- Ed oggi
deliri di coralli
- Di materne
carezze
- Spesso
sogno
- E sangue
d'azzurro
- m'infrange
- Tra ossi
di seppia
- Ebbri di
luna.
-
-
-
- TOUT
COURT
E
serpeggia evanescente il sapore
Delle tue
dolci labbra lontane
Spruzzi di
menzogne aspre dietro candore
Assonanze
di nostalgia vane!
Troppo
sottili del lenzuolo le trame
Addio alle
danze del fuoco insane
Alla
romanza del cuore
Liquefatta
da tristezze arcane.
Fiume
ebbro d'amore
Nascondi
le cose lontane
Tra
loquaci silenzi di dolore
e scie di
lacrime amare.
L'orgoglio
ha sbranato l'Amore:
Fragil'essere
di siccità mentale,
Nient'ostia
in bocca del cuore
Per quel
Nostro
Cresciuto
in sabbie diafane
|