- Mimmo Carandente, è nato a Pozzuoli il 2
dicembre 1948 ma risiede a Domodossola (VB) fin dalla
nascita.
- Perito meccanico attualmente direttore di un
Istituto di Vigilanza, si diletta nello scrivere
poesie di stampo prettamente satirico ed ironico quasi
cabarettistiche che vogliono suscitare
l'ilarità del lettore facendolo però
riflettere sugli aspetti della vita.
- Ha partecipato al Maurizio Costanzo Show e a
varie puntate di Buona Domenica, come Contropoeta
Estemporaneo.
- Le sue rime esclusivamente baciate o alternate
hanno uno stile giocoso con una morale finale che
ribalta ironicamente i valori a seconda delle varie
interpretazioni che ciascuno può dare.
- Esponente della Contropoesia tende a rivelare
la vera storia dei protagonisti (Passero Solitario,
Pio Bove o l'atmosfera del Sabato del Villaggio ecc.)
vista dagli stessi personaggi in antagonismo con il
pensiero dei sommi poeti.
- Sarà vera arte? Sarà
mistificazione? Lasciamo che i lettori possano
giudicare squanto ha voluto esprimere in queste poche
righe, che non vuole nemmeno rileggere onde non
vergognarsene.
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- Il matto
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- Sono Mimmo Carandente,
- un tipaccio strafottente
- e a giudizio della gente
- sono pure prepotente.
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- Come dice il mio analista
- sono stupido, egoista.
- Lui per anni mi ha seguito
- poi però, ieri, è
impazzito.
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- Col lavoro non mi impegno
- nonostante che abbia ingegno
- Anche se ne son capace,
- di sudare non mi piace.
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- Chi mi segue poi si pente
- perché son proprio
fetente.
- Son cattivo, sono un duro,
- sono un mostro uno spergiuro.
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- Come dice mio papà
- faccio schifo anzi pietà.
- Io però non me la piglio
- tanto dico: son tuo figlio.
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- Me ne frego, me ne sbatto,
- io lo so che sono matto
- ma vorrei sapere in fondo:
- ma chi è sano a questo
mondo?
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- Vampirini?
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- Mia bellissima vampira
- hai qualcosa che m'attira.
- Oh, il mio cuore come langue
- quando tu mi succhi il sangue.
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- Mi rivedo che bambino,
- la mia mamma ogni mattino,
- mi svegliava dentro il letto,
- con un tenero morsetto.
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- Poi mi dava una carezza,
- rimordendo con dolcezza,
- e nel letto, ero a sognare
- a qualcosa da succhiare.
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- Poi mordeva accanto a me
- una bimba... sembri te,
- che partì con quella
smania,
- di veder la Transilvania.
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- Oh, mia dolce vampirina...
- Ma tu sei... mia sorellina
- e ma allora... Santo Iddio!!
- UN VAMPIRO SONO ANCH'IO!!!
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- Il passero
solitario
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- Sono Eugenio, un passerotto
- e mi sono proprio rotto
- di star qui senza un'amica
- su sta torre brutta e antica.
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- Vedo gli altri augelli intorno
- svolazzare tutto il giorno
- mentre sparano escrementi
- sui pastori e sugli armenti.
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- E io qua sulla torretta
- spengo un'altra sigaretta
- e pensando al mio destino
- vo a dormire nel lettino.
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- Ma ora basta domattina
- voglio fare una rapina
- per trovare tre miliardi
- e fuggire dal Leopardi.
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- Cambio vita, cambio stile
- In aereo vo in Brasile
- La si dice che di notte
- Giran certe... passerotte.
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- Con il resto dei denari
- vo a comprarmi la Ferrari
- poi mi faccio una villetta
- che non abbia la "torretta".
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- Qui capisci Giacomino
- che se cambia un augellino
- la sua sorte certamente
- migliorare può la gente.
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- Basta fare il pessimista
- anche tu buttati in pista
- fatti furbo, dammi retta
- c'è la Silvia... che
t'aspetta!!!
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- P.S.
- Questa storia a tutti insegna
- che la vince chi s'ingegna
- ma rubando a destra e a manca
- è un po' dura farla franca
- e perciò fate attenzione
- o vi sbattono in prigione.
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