LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA
Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordientiHome page di Nicola Gandin Sanson
Nicola Gandin Sanson.
- L'indagine introspettiva da tempo s'accompagna alla sua vita, vulnerabile si pone a cogliere le bellezze umane e le rudezze della realtà.
- Le sue Stravaganze inseguono sogni impalpabili: le une rincorrono gli altri, in contesa col romantico rigore morale e intellettuale che gli sottende.
- Mentre gli orpelli di questi nostri mondi dilagano e ci invadono e ancor non ci assimilano, i pensieri scorrono e sembrano non rendere giustizia di ciò che è e di quel che accade.
- Tuttavia lui, filibustiere, si diverte!
- È nato il 1° aprile del 1970 a Vicenza, si è diplomato come perito elettrotecnico e ha conseguito la Laurea in Filosofia delle Scienze presso l'Università di Padova.
- Furore di culture
- (scritta il 11 settembre 2001)
- Essi ignoravano di espiare torti,
- là dove c'era vita tutto tace.
- Silenzio grave sulle nostre sorti,
- riti, illusioni: tutto è fallace.
- Civiltà fiere e incolpevoli morti
- incitano la rivalsa mordace.
- Lo strazio offusca la mente dei forti:
- acre guerra avvelena ansie di pace.
- Sfregiato Cencio annaspi Giustizia
- duelli fiacco la STrANA idea che struscia.
- Il senno ripara nel suo rifugio.
- Ogni uomo soffre e patisce mestizia
- consolato dall'amore che fruscia,
- confida nel tempo per un pertugio.
- Dentro meandri
- Tratteggia l'orizzonte di colori
- il sole calmo, tinge cime e accende
- foglie pastello di suoni e odori
- che l'aspro cupo mio silenzio offende.
- Spandendo obnubilanti agi e onori
- il mondo si deforma, ambiguo attende
- che la storia dirima tra gli ardori
- verso che stella la mia vita tende.
- Perché nel Dentro tutto è incompiuto:
- strido ora strappo poi tra gorghi annego...
- Meandri obliqui si obliano allo specchio?
- Quanti perigli spesso ho taciuto
- Natura offrendo al dolente Ego
- che le ansie tacita e trasmuta l'occhio
- A Dioniso cantastorie
- Fauci straripan bestie saporite
- rubin corposo pregne, gran fragrante
- riso tinge il simposio, e senza lite
- si saggian dolci ostriche d'amante
- Baciate dame gaiamente gioite,
- fate l'amore Dioniso sognante;
- visitiamo città e natura e vite
- seguendo il cantastorie viandante!
- Come la torre si specchia nel lago
- così il quadro nel mostrarsi si esegue.
- Tanti giochi... a che ci serve bramare?
- Per un momento sogna d'esser mago
- da ogni dove la vita t'insegue
- così più in là oltre ancor puoi volare.
- Certi vecchi...
- L'autunno è delle stagioni quelle dei Vecchi.
- Alcuni di essi sono caduchi,
- ricordano legni nodosi,
- come ritorti dalle stoltezze della vita.
- Molti sono gente incomprensibile,
- che dona senza essere riamata,
- che stende le braccia come rami carichi a offrire frutti.
- Eppure quei piccioli,
- Così prossimi a cedere i superbi frutti,
- non sono l'emblema di debolezza,
- sono luminosa gratitudine.
- In un'altra stagione, come l'onda, la rabbia
- si abbatte, erode e sgretola
- ora la scogliera di roccia, ora i miraggi di essa;
- ora la banchisa polare oppure la lunga spiaggia sedimentaria.
- Tale stagione non si confà a quegli uomini,
- più prossimi a saggezza e malinconia, ma di forza:
- pochi gesti, poche parole ma fermi e autorevoli!
- Come può un giovane comprendere
- il nuovo albero a dimora nella tenuta del Vecchio?
- e la propria Vita spesa senza averla Compiuta?
- Gioco e tempo
- Il tempo è un giocattolo per baloccarci
- e ogni età sprizza di regali ludici.
- Se da fanciulli si scambiano figurine e si gioca a calcio,
- non è che crescendo si faccia altrimenti:
- Soltanto bisogna inventare nuovi giochi!
- Le vacanze sono adatte per trasformarsi in Pascià:
- da tutti riveriti, gaudenti del lieto non far nulla.
- Il lavoro è un gioco di gruppo:
- c'è chi lo subisce e chi lo aggredisce,
- staccandone a morsi la sostanza
- o succhiandone il midollo e l'essenza.
- I giochi dell'amore e del sesso...
- Ma chi prova ancora il turbamento e il desiderio
- di quando lei aveva le treccine?
- Gioco e tempo, identici e sempre nuovi.
- Le azioni scandiscono un ritmo:
- chi si affretta e si affaccenda subirà lo scacco del ritardo
- che sforbicia il già fatto dai progetti e dai sogni.
- Nelle soste egli contempla i risultati conseguiti
- e questo nostro mondo,
- oppure, narciso, raggiunge l'epoché.
- Il tempo dispensa altri privilegi:
- Se l'infantile scenetta può essere seguita dal teatro,
- la battuta improvvisata
- deve anticipare pazzie e mascherate da guascone.
- Così il cambiare passatempo
- fatto per frustrazione nella sconfitta o disinteresse nella vittoria
- non è dissimile dal cambiare lavoro oppure emigrare!
- Insulsi adulti alle prese con bambolotti
- Invece che con piante animali e bambini,
- si confrontano con altri depressi
- che si macerano nel tempo immobile.
- Che siamo gli stessi?
- In verità il gioco come attività a termine
- e la felicità come temporalmente limitata
- sono astrazioni:
- chi non agisce ferma il tempo,
- chi diviene vecchio rinuncia a giocare.
- PER COMUNICARE CON L'AUTORE mandare msg a clubaut@club.it . Se ha una casella Email gliela inoltreremo.
- Se non ha casella email te lo diremo e se vuoi potrai spedirgli una lettera presso «Il Club degli autori, cas.post. 68, 20077 MELEGNANO (Mi)». Allegate Lit. 3.000 in francobolli per contributo spese postali e di segreteria provvederemo a inoltrargliela.
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- ©2002 Il club degli autori, Nicola Gandin Sanson
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