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LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Oreste Bonvicini
 
Sabato
 
Eppure non sai nascondere
la lacrima fredda sulla guancia
ché bene come stasera
da mesi e mesi non sei stato
e lògos accetti infine
che vivere tu devi, convivere
con i tuoi mali o con il sereno
quando scende la sera
tornando dal mercato.
 
Guardi e taci, i fari spenti,
attenti passeggeri stanchi, seduti
sul regionale fermo alla stazione.
Forse qualcuno ti saluterà
alzando una mano
contro il finestrino chiuso.
 
 
 
Un'opra meritevole
 
Un filo al mio polso,
così l'ho legato,
come Arianna salvò Teseo.
 
Un filo al mio polso
e correndo racconto ciò che vedo
e lui che il colore del cielo
non conosce, come latte la luce
del sole della luna e della vita,
ora con l'accento delle parole
irta del sentor la sua pelle
con le mie sensazioni,
il giorno e la notte distingue.
 
 
 
Preghiera
 
Nulla rattrista più d'un alba piovosa,
oggi domenica nessuno calpesta
la strada deserta
e la pioggia scesa copiosa.
 
C'è nebbia confusa con l'acqua
che scorre sui tetti, gorgoglia
nei fossi.
Scopri il mattino con il sonno smarrito
alzando lo sguardo, poca la luce,
poca attraverso la tenda
e gli occhi tuoi spaziano
trovando certezza,
cieca era la notte digiuna
di sogni.
Eppure è strano il silenzio!
T'invita ad uscire dal dolce far nulla,
ti prende per mano.
Il giorno ti attende,
attende una musa gentile, la musica
che satura la stanza e preghi, preghi
invocando il tuo Dio, ieri sepolto
oggi risorto dentro al tuo cuore.
Conosci affanno e dolore,
tu sai, assomigliano all'alba piovosa
dischiusa da poco.
 
 
 
La donna cannone
 
C'era il baraccone
con la luce sulla soglia,
c'era la giostra dei bambini
e degli specchi deformanti.
 
Dentro, nel buio un groviglio
tra uomini d'oltralpe e sudati
o di città note e sconosciute.
Sul palco un riflesso smorto
 
quando una voce d'altri tempi
annuncia Tania, tra i viventi
unica donna, meraviglia!
d'immense virtù corporee
 
oltre che di peso abnorme.
Tania la donna cannone
scende dal precario tavolato,
dal palco senza faville.
 
Scende tra noi gente
di mondo e di paese, di ville
di cascine, di vie strette
e di case senza numero.
 
Di quel giorno la foto ricordo,
Tania seduta sullo scranno,
umide le labbra e corto
il respiro sul cuore l'affanno.
 
Usciamo, oltre il baraccone
nell'aria sopita il rumore
della giostra dei bimbi
con la solita musica vuota.
 
Tania fugge, dietro le quinte.
Al prossimo spettacolo!
Tra poche ore, meraviglia!
con grande stupore le gesta
 
della donna cannone.
 
 
 
Il pesce rosso
 
Chetati. Respiri con ansia
dalle tue branchie agitate
e quegli occhi grandi e neri
si specchiano nel solitario ghetto
dell'anfora di vetro.
Sei tu riflesso,
con l'espressione attenta
di chi non sfugge la prigione,
tu solo per sempre in cerchio
a nuotare intorno a te stesso.
 
È solo un sospiro quell'abboccare
in superficie,
come affiorare ad un mondo
sconosciuto a cui protendi.
 
 

 

 
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Inserito il 2 dicembre 2000