LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA
Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Pasquale Giannatempo
Ha pubblicato il libro
Pasquale Giannatempo - Un amore infinito
Gesù, Maria di Betania, storia di un sentimento
Collana I gigli (poesia)
14x20,5 - pp.100 - Euro 8,80
ISBN 88-6037-108-2
Introduzione
Poesie
Introduzione
- La storia di Cristo, di duemila anni addietro, ma sempre attuale, ricca di valori umani e spirituali; storia di un Dio venuto tra gli uomini, tanto povero, ma ricco di virtù, per guidarli, insegnare loro la via della salvezza, ha acceso il mio animo ed ispirato questa mia opera.
- I Vangeli, i cui personaggi pregni di umanità e sentimenti rivivono nella lettura di queste pagine sacre, ci parlano del Signore e ci riportano nel contesto del tempo: uomini dalle profonde passioni, caratteri, indole che non si discostano tanto dalla realtà che tuttora ci avvolge.
- L'umana sensibilità e tutti i sentimenti che accendono il cuore sono e restano inconfondibili ed unici fino alla fine dei tempi; potranno lievitare o attenuarsi nel trascorrere dei secoli, ma restano sempre umane espressioni di un essere, che Dio ha voluto al centro della storia universale, creatura prediletta dal Creatore, per il dominio incontrastato del Creato che l'avvolge e domina, come a piegarlo a suo volere, in un anelito di tensioni che l'avvicinano o tendono a sfiorare la trascendenza.
- E poi Marta, Maria, sua sorella, creatura dall'inconfondibile bellezza e tutte le donne che circondano il Signore accendono la fantasia ed allora la poesia vola, s'eleva in un mondo ricco di umanità, di amore nei confronti del Cristo, amore puro, che risente del fascino che emana un Essere, il cui parlare è umano, ma a volte trascende la natura, la sensibilità di quanti lo circondano.
- Maria di Betania alla vista del Messia s'accende d'amore per Lui e di sentimenti sublimi; lava i piedi del Cristo e li asciuga con i suoi capelli, come ci dice l'evangelista, mettendo tutta se stessa a servizio di Gesù che lei adora in segreto e gli dona tutto il suo cuore.
- La poesia allora s'introduce in un mondo umano, ma profondamente spirituale, in cui Gesù domina la scena, circondandosi di uomini che lo seguono, colmandolo di affetto ed attenzioni, onde attenuare il duro impatto con la realtà del tempo, le miserie che affliggono la Terra Promessa, il suo popolo, prostrato dal dominio romano ed in preda ad un regime violento e corrotto, che opprime ogni espressione di libertà e d'aspirazione ad una vita migliore. Un popolo misero che attende un Salvatore, non solo di anime, ma di una condizione umana e materiale diversa, stanco della sofferenza ed oppressione che l'hanno tormentato nella sua difficile crescita lungo la storia umana, spesso intrisa di sangue e dolore.
- Ed il Signore non sempre compreso, spesso vilipeso e tradito, prova in questa terra prediletta il disonore della croce per il riscatto dell'umanità che non comprende la sua grandezza ed il suo prodigarsi per la redenzione dell'uomo, delle cui vesti si è ricoperto.
- Questa storia, quindi, ha acceso, affascinato il mio animo, la mia fantasia, la sensibilità e mi ha sollecitato a scrivere il tutto in poesia, che con il suo calore, la sua irruenza riesce a volte a descrivere meglio un avvenimento, un personaggio, la bellezza di un luogo.
- Spero che la sua lettura riesca a smuovere qualche animo, a suscitare qualche emozione, anche nella mia terra, la mia città, le sue istituzioni, spesso assenti ed insensibili ad ogni forma di linguaggio artistico, prese solo da problemi di ordine materiale ed economico; che la loro miopia ed indifferenza non mi faccia avvertire sempre il vuoto, la solitudine, l'abbandono in cui versa la cultura ed i suoi uomini da queste parti (nella mia Puglia).
- E poi alcune poesie, diverse vincitrici di concorsi nazionali ed internazionali ed apprezzate in tutte le parti d'Italia, ove ho avuto la fortuna di presentarle.
L'Autore
Un amore infinitoGesù, Maria di Betania, storia di un sentimento
- I
- Già il sole irruento
- accendeva di raggi abbaglianti
- e di magici riflessi
- le acque cristalline e trasparenti
- del lago di Galilea
- e del fiume confluente,
- che schiumava con gran splendore,
- rifluiva, bagnando
- le sponde verdeggianti ed ombrose.
- Il suono armonioso e lieve
- dello scorrere delle acque limpide
- destava una sensazione di serenità,
- una pace profonda e sentita
- che i cuori penetrava,
- del Signore e di quanti lo seguivano,
- come se avvertissero
- un senso di gratificazione,
- una tranquillità interiore,
- strana e mai avvertita.
- Gesù allora s'avviò
- su per una verde collina
- dai dolci declivi,
- profumati e ricolmi di fiori
- dai colori incantevoli,
- fra piante e cespugli ombrosi
- che avvolgevano le genti.
I suoi cari discepoli,- le donne, Maria di Betania
- ed una marea di uomini
- che vennero ad udirlo,
- vederlo e toccare le sue candide vesti.
- Ed il Signore
- sul punto più alto,
- arido ed esposto alle moltitudini
- in attesa del suo sermone,
- appagante di grazia e conforto:
- "Beati voi, amati fratelli,
- che ancora ricercate la pace,
- la misericordia e giustizia
- ed ascoltate quanto
- vi dice il Figlio dell'Uomo.
- Beati voi che
- tra tante afflizioni terrene
- vi mostrate ancora puri di cuore
- ed udite l'umiltà
- della mia parola,
- che vi dice di essere misericordiosi
- verso i nostri fratelli,
- cui dovete alleviare le miserie
- che affliggono la loro vita.
- Beati quanti diffondono
- in mio nome grazia e perdono,
- i miti ed i puri d'animo
- e quanti elargiscono
- in nome di Dio
- amore e comprensione verso i bisognosi,
- avvicinando gli uomini tra loro
- ed al Padre mio.
- Beati quelli che aspirano
- alle beatitudini del Cielo,
- anche se perseguitati ed oppressi
- un giorno saranno
- accolti e ricompensati
- nel regno di Dio
- e riceveranno la grazia eterna."
- Poi Gesù alzò le braccia
- verso il cielo avvolgente
- ed una luce intensa ed accecante
- si diffuse dappertutto
- e s'inginocchiò, come prostrato
- e pensieroso restò per
- alcuni istanti di riflessione
- e di preghiera profonda.
- Maria di Betania, sorpresa,
- l'osservò attentamente
- e restò scossa e turbata:
- "Io amo quell'Uomo,
- non so bene ancora chi sia,
- ma il mio animo mi parla
- e mi dice che è
- e sempre sarà
- l'uomo della mia vita.
- La sua immagine
- accende il mio cuore
- che s'agita nel petto,
- come a volermi sfuggire e
- unirsi a Lui,
- perdersi nel suo abbraccio
- per la vita, per l'eternità."
- II
- Allora Gesù,
- prima di andare per la sua via,
- benedì la folla dintorno:
- "Voi siete il sale della terra,
- la luce del mondo, per cui
- io vi lascio non senza rammarico,
- benedicendovi in nome del Padre
- e dello Spirito Santo,
- raccomandandovi di pregare
- nell'intimità e nel segreto del cuore,
- che sia umile, generoso,
- disponibile a servire il prossimo,
- cercando prima di tutto
- il Regno di Dio, la sua grazia e giustizia
- che vi saranno continuamente elargiti."
- Dal colle poi disceso
- s'inoltrò tra la folla,
- le moltitudini di popoli,
- venuti da ogni parte del mondo
- per ascoltarlo, toccargli le vesti;
- i malati, i moribondi
- con gli occhi bagnati di lacrime,
- per la commozione, il dolore che
- li tormentava nel corpo e nello spirito;
- appena toccavano le sue mani
- si sentivano rinascere,
- liberandosi dalle loro impurità.
- Poi il Signore s'avviò
- per le vie del mondo,
- tra gli uomini della terra,
- percorrendo deserti aridi e assolati,
- pianure pietrose e sterminate,
- attraversando città affollate;
- in molti trepidarono per Lui,
- il suo sguardo penetrava
- cuori induriti e gelidi,
- addolcendo le angosce, le pene
- e l'umano tormento,
- diffondendo l'amore e la speranza.
- I poveri, gli emarginati, gli oppressi
- credettero in Lui,
- i ciechi videro la luce;
- spesso s'inoltrò nei segreti dell'animo
- per scoprire le miserie, le passioni
- che affliggono lo spirito.
- Parlò ai miseri, ai perseguitati,
- ai sitibondi di pace,
- ai duri, cui insegnò bontà e pietà,
- ai vilipesi diede forza e coraggio.
- Celava lentamente il sole
- i suoi raggi infuocati
- dietro i colli lontani,
- laggiù, oltre il lago,
- le cui acque appena sfiorate
- emanavano sul far della sera
- riverberi appena dorati,
- che man mano assumevano
- colori inusitati, a volte incantevoli
- e avvolgevano nel loro splendore
- il Signore ed il suo seguito;
- Gesù, nel suo candore abbagliante,
- si rifletteva negli occhi
- di Maria di Betania, a pochi passi,
- con tutti i discepoli.
- Ella, sorpresa, ammirava
- il Signore parlare alle genti
- accorse da ogni parte,
- e poi rivoltosi a lei:
- "Maria! Ti vedo strana e diversa,
- un segno di malinconia agita
- il tuo viso e si rivela
- nei tuoi occhi che brillano
- alla luce del sole morente,
- che accende tutto il tuo volto
- che oggi risplende,
- manifestando tutto il suo incanto,
- la tua bellezza sorprendente,
- che si rispecchia in queste acque limpide,
- avvolte dalle meraviglie del creato
- che ci colpiscono, mostrandoci
- la grandezza e lo splendore,
- in cui il Padre Celeste
- ha immerso le sue creature."
- III
- Era grigio il mattino,
- sparse nubi volteggiavano
- per l'aria fresca e greve
- dall'odore di pioggia
- ed il vento impetuoso ed insistente,
- radendo le acque del lago
- già scure ed agitate
- sollevava flutti paurosi,
- che s'infrangevano, battendo
- rumorosamente contro la scogliera,
- a volte irta e pietrosa,
- avvolgendo tutto in sciami
- di mille perline, dai diversi colori.
- La fragile barca leggera
- di Pietro e dei discepoli
- annaspava tra i flutti violenti,
- sballottata dall'onda insistente
- e dal vento che turbinava minaccioso,
- ruotando diverse volte su se stessa.
- Sembrava sollevarsi,
- come sulle ali del vento,
- sulle acque mosse e torbide
- o inabissarsi, sprofondando paurosamente
- nel fondo tenebroso.
- I discepoli terrorizzati, tremanti,
- s'avvicinarono a Pietro
- che invocava il Signore,
- che sui colli dintorno
- era in preghiera e
- poi vide ballare sul lago
- la piccola imbarcazione.
- Discese precipitoso il colle
- prospiciente il lago e
- salì sulle acque tumultuose
- che s'ammansivano al suo passare,
- creandogli intorno
- un'oasi di pace e tranquillità,
- che gli permisero di avvicinarsi
- a Pietro dubitoso e terrorizzato.
- Gesù allora gli venne incontro
- e l'abbracciò dicendogli:
- "Uomo di poca fede,
- perché dubiti e temi,
- non credi nel figlio di Dio
- che ti è venuto a salvare?"
- Maria dall'alta sponda
- vide la barca danzare sui flutti,
- come un fuscello
- inerme e solitario, in balia
- della tempesta sempre più forte,
- i discepoli in preda al terrore
- agitarsi, remare energicamente
- con tutte le forze.
- Con le mani sollevate
- Gesù placava le onde minacciose
- che percuotevano con violenza.
- Inorridito era il cuore di Maria,
- che intimamente si agitava
- per timore per il suo Signore:
- "Oh, Il mio Signore!
- nel furore della tempesta
- che travolge e sconvolge,
- come il mio cuore trafitto
- da mille agitazioni,
- le passioni intime che turbano
- il mio forte amore,
- più puro di un tenero giglio
- ai primi raggi del sole,
- delicata gemma che si apre
- ai primi tepori di primavera.
- Mi scoppia il cuore vederlo
- sofferente e scosso
- in preda al turbinar della tempesta,
- Lui, l'uomo della mia vita,
- cui senza ripensamenti
- offro me stessa, il mio animo
- ormai già suo per l'esistenza.
- Oh, ecco la sua barca
- s'avvicina lentamente
- e riaccende il mio spirito
- di felicità e di grazia.
- Gli occhi già mi si bagnano
- di lacrime per l'emozione,
- il forte pianto che non posso trattenere
- per quanto ho sofferto
- per Lui che è il mio sole,
- la luce della mia vita.
- Ringrazio Dio per averlo salvato,
- ridonandomelo più bello che mai!"
- La ragazza poi chinò la testa
- e attese piangendo il suo arrivo.
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