Autori contemporanei
affermati, emergenti ed esordienti
Rino Passigato
Ha pubblicato il libro
- Rino Passigato - L'altra dimora
- Collana I gigli (poesia) 15x21 - pp. 48 - Euro 6,71 - L. 13.000 - ISBN 88-8356-262-3
Prefazione - Questa nuova raccolta di poesie di Rino Passigato induce a porsi una serie di domande sul mistero della morte, sulla possibilità di una rinascita dell'anima, sull'aldilà. Le eterne domande dell'Uomo: Perché si nasce? Per morire? E dove troverà dimora l'anima?
- Questa nostra vita che pare un gioco, una grande lotta per prevalere o sopravvivere, che fugge inesorabile col tempo e sembra svanire lentamente tra le nostre dita come fosse sabbia finissima che scende implacabile da una clessidra. La continua lotta per un "briciolo di carriera", i continui conflitti per sopraffare il vicino ed approfittarne. Alla fine della corsa il destino è uguale per tutti: l'ultima fermata dopo un percorso difficile, doloroso e senza ritorno. Il tempo passa veloce, sempre più veloce, e conduce al "viale silenzioso dei cipressi" verso l'altra dimora. Non rimarrà che l'eco delle preghiere ed il fluire dell'acqua, grave e lento. Il giorno, senza esclusione alcuna, arriverà per ognuno di noi e a nulla varrà opporsi o rimandare: dovremo imboccare la via per un altro mondo "dove vivono solo spiriti senza corpo", senza odio nè paura, senza disperazione nè timore. Sarà la nostra "rinascita". In questo mondo di pace il poeta vorrebbe portare un "briciolo di cielo, il rumore del mare in burrasca, la voce del vento, il profumo di un ciclamino". Il ricordo va agli amici che ormai non ci sono più, a quelli che faticosamente si aggrappano ad un bastone, e poi alle cose perdute, ai "sogni rimasti impigliati nel fondo delle tasche".
- "Nell'Eternità ci divertiremo ad inseguire/gli spiritelli tra musiche celestiali/e passeggiare/per prati di fiori e gemme..."
- Siamo anime pensose alla ricerca del Creatore, della strada della felicità, di un riconoscimento ormai inutile, del significato della vita, della sua intima essenza. Ecco allora che ci prende la malinconia delle cose passate, dei sentimenti dispersi e delle meraviglie della natura: i colori dell'arcobaleno, le nuvole del cielo, l'eco del vento, le stelle. Nel frattempo "la morte brutta e con la falce" si avvicina a noi, ci fiata sul collo, ci scruta con i suoi occhi incavati nel teschio lucido.
- Questa nostra ansia che deriva dal desiderio di continuare a vivere ci pone allora davanti alla domanda di quale sia la sorte dell'uomo.
- Diventiamo "un campo di grano maturo falciato senza il nostro permesso" come scrive Rino Passigato.
- La direzione ovviamente conduce verso la morte ma la fine di un corpo non è una morte vera e propria ma una "rinascita" e come dice l'Autore "resusciteremo prima con lo spirito e vivremo a fianco della Santissima Trinità ed infine riavremo anche il nostro corpo". La "grande illusione" della vita non farà altro che diventare il "grande passaggio" e la fase di transizione.
- I sentimenti, il mondo naturale con i suoi ritmi e profumi, i luoghi della memoria sono rievocati quasi a voler allontanare la nostalgia o la malinconia che ci prende quando ci accorgiamo che potremo non assaporare mai più queste gioie e tali suggestioni.
- Non è possibile fermare il tempo e le sue manifestazioni sono irrevocabili: noi non possiamo modificare il flusso eterno. Le nostre azioni sono andate/passate, resta solo la memoria a conservare il ricordo ed il poeta ad ascoltare il suo cuore mentre gli anni se ne vanno. Cosa rimane alla fine? Il ricordo sulla bocca e forse anche una "scheggia di divino". La speranza dell'Uomo.
- La nostra coerenza è determinata da una curiosità e da una ispirazione che nascono dalla consapevolezza della nostra esistenza: tutti noi ci muoviamo, ci dibattiamo, raccontiamo le nostre vicende, rievochiamo i luoghi della memoria e mentre facciamo tutto questo conserviamo la speranza per il "dopo".
- Alla fine dei nostri giorni, proprio come Rino Passigato, vorremmo ritrovarci sotto un profumato pesco in fiore con il bellissimo colore dei suoi boccioli mentre il cinguettio delle cince fa dimenticare il difficile momento della nostra fine.
- Massimo Barile
- UNA SCHEGGIA DI DIVINO
- Esser falciati come un campo
- di grano maturo, senza chiederci
- il permesso: questa la sorte
- dell'uomo? Di lui sopravviverà
- per poco il ricordo sulla bocca
- di chi l'ha conosciuto. E poi più nulla?
- Certo dopo l'arduo peregrinare
- e attendere e cercare
- la via più giusta pel traguardo
- finale, una scheggia di divino
- (lo spirito) sopravviverà
- in eterno; e porterà gioie e piaceri,
- ignari delle peripezie
- del tempo e delle fantasie dello spazio.
- QUESTA VITA DI PASSAGGIO
- Nessuno è mai sopravvissuto
- alla vita. Lottiamo
- per un briciolo di carriera,
- per un acino di possesso
- e ci mordiamo
- le orecchie per mettere i piedi
- sul vicino. Siamo arrivati
- chissà da dove e ci troviamo
- a valicare questa valle
- difficile, dolorosa, satura
- d'uomini che cercano
- di approfittarne.
- Perché massacrarsi
- per un manufatto,
- un angolo di stabilimento,
- se dobbiamo passare
- per queste strade dolorose,
- senza speranza
- di far ritorno?
- Avere, comandare
- di più, senza tener conto che il tempo
- sgambetta veloce e in men che non si possa
- pensare, ci trascina fuori
- di questa vita di passaggio.
- IL SILENZIO DEL VIALE
- E quando il mattino più non gioirai
- del tepore del letto, mentre accanto
- a te il micio fa le fusa e più non
- saprai se il sole s'è adagiato
- sui vetri della tua finestra
- per darti il buon mattino
- e tutto tacerà attorno a te,
- il silenzio del viale dei cipressi
- vestirà il viaggio verso la tua ultima
- dimora e stonato si farà
- sentire il chiacchereccio dell'acqua
- tra le due file di cipressi
- ed accompagnerà l'eco
- delle preghiere col suo andare
- grave e lento.
- ARRIVERÀ PER TUTTI
- Arriverà per tutti
- quel giorno; sarà come dover
- lasciare un'amante che ci fu amica
- per tanti anni, ci ha regalato giorni
- lieti, momenti tristi,
- ci ha accompagnato per sentieri
- cinguettanti di fiori
- e di muschi e per strade
- di ciottoli puntuti.
- Ce ne andremo ad uno ad uno. Non vale
- opporsi o voler rimandare.
- Sarà come per Lazzaro;
- abbandoneremo la vecchia strada
- con una nuova speranza.
- NELLA PACE DELL'ALDILÀ
- Un giorno dovrò lasciare
- questo mondo per accasarmi
- in un altro, dove vivono
- solo spiriti senza corpo.
- Da solo in silenzio, senza che abbiate
- ad abbandonarvi a lunghi
- pianti di dolore, me ne andrò
- tranquillo, lontano
- dalle cattiverie dell'uomo
- (odio, egoismo, invidia, superbia).
- Nella pace eterna vorrei portarmi
- un briciolo di cielo
- con qualche astro, il rumore
- del mare in burrasca, la voce
- del vento, il profumo d'un ciclamino
- e le Dolomiti superbe
- meravigliose, che cambiano
- di colore al girar del sole.
- Se tutto questo, potessi portare
- con me, vivrei nella pace
- dell'aldilà affrescata dalle cose,
- che più mi allietano sulla terra.
- MI FOSTI DONATA
- Vita che fuggi,
- ti compro
- le vesti più eleganti
- ti regalo
- i gingilli più belli.
- Mi tradisci e vai
- con il tempo.
- Mi fosti donata.
- Cerco di convincerti
- di non prestar fede
- agli anni
- che camminano verso la morte.
- Ti circuisco come un' amante,
- tu non dai retta
- alle mie suppliche.
- Mi fosti donata.
- Non ti possiedo.
- Sei della morte
- che un giorno
- ti porterà con sé.
- E ARRIVERÀ QUEL GIORNO
- E arriverà quel giorno.
- Forse non te ne accorgerai. Hai
- forse paura? Non devi disperarti,
- né temere che cosa accadrà,
- dopo il gran salto.
- Un salto nel vuoto? Nel buio?
- Una capriola verrà a toglierti,
- senza dolore,
- da questo tafferuglio
- d'imbrogli, inganni, egoismo, invidia,
- cattiverie. Non temere,
- sarà il momento della vera rinascita.
- Poi gioirai a rubare peste d'angeli,
- a accarezzare voci
- senza parole,
- a cercare figure
- senza corpo.
- l'Amore per il Padre
- Ti sazierà...
- L'ULTIMA PARTITA
- Stammi vicina,
- non ho più nessuno in questo viaggio
- ormai prossimo
- al tramonto.
- Gli amici sono passati a migliore
- vita alcuni, altri
- non hanno tempo di aspettare
- il mio passo spento.
- Qualche raro fiore m'apre le labbra
- a sorridere.
- Tutto ho perduto lungo
- la strada che portava
- al successo. Qualche briciolo
- di sogno è rimasto impigliato
- nel fondo delle tasche e a quando a quando
- m'incita a tentare l'ultima
- partita. Ci sarai pure tu;
- giocheremo di rimessa
- con il re arroccato. La tua presenza
- mi restituirà il desiderio
- di vincere. Stammi vicina,
- daremo lo scacco matto alle mani
- del tempo, che ci sottraggono
- le ultime energie,
- ci strangolano
- la voglia di continuare.
- PER PRATI DI FIORI E GEMME
- Cercarti tra le stelle
- del firmamento è impossibile.
- Forse sei nascosta dietro i colori
- dell'iride. Ti ho inseguita per strade
- impervie e scoscese, dove passano
- solo le mandrie che vanno alla malga.
- Perché non scendi nel nostro universo?
- Non ti perderai nei vortici
- di vento, non ti rovinerai
- le bianche ali. Perché, come un tempo,
- non torni a preparare il desco
- agli uomini, che vengono
- dal lavoro? Esile refolo,
- fèrmati sulla mia finestra
- a portare refrigerio nei giorni
- d'afa estiva? Te ne sei andata
- di punto in bianco. Un bel mattino
- Maria passò a chiamarti; il tuo corpo
- era vuoto, rigido. Cercarti ancora
- tra le cose dell'universo,
- sarebbe inutile.
- T'incontrerò tra stelle e abbagli
- Di luce. Saremo entrambi
- Nell'Eternità,
- ci divertiremo ad inseguire
- gli spiritelli, tra musiche
- celestiali e passeggiate
- per prati di fiori e gemme...
- RUBARTI UN SORRISO
- In questi giorni rubarti un sorriso,
- una parola dolce è come cercar
- primule o violette sotto la neve.
- Sei riservata, dici solo l'indispensabile.
- L'altra notte piangevi. Un grande
- dispiacere m'ingrippa lo stomaco.
- Ti cerco, ti chiedo; cosa è successo.
- Gli occhi rossi, il volto da funerale.
- Forse è stato per il neonato,
- all'ospedale,
- che abbiamo udito vagire
- a pieni polmoni e al ritorno,
- la madre era disperata
- e gli altri in pianto attorno al corpicino
- senza vita...
- Dimentica il dolore.
- Rapina a chicchessia un po' di coraggio
- ed accettiamo la vita,
- fatta anche di morte. Sorridi
- alla signora che insegue il cappello
- strappatole da una raffica
- di vento. Pensa alla bici, alle corse
- che faremo per le redole odorose
- di profumi di piante.
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