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Prefazione
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- LA
POESIA DELL'INGENUO
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- Che altro è
mai un poeta se non un fanciullino che si stupisce di
tutto perché non sa niente, e quando sa fa
finta di non sapere? Se non "una cosa leggera e
divina", secondo il detto di Platone? Divina,
perché crea, ma leggera perché non crede
egli stesso a quello che crea, e gioca.
- Il mondo moderno
non ha molti fanciullini, in un tempo in cui tutto si
conosce, o ci illudiamo, e non dovrebbero restare
spazi per i misteri, dunque nemmeno per la poesia. Non
ci sono eroi e fate, belle dame prigioniere e
cavalieri liberatori, e nemmeno metamorfosi di uomini
e donne in arborea vita. Tutto è logico,
spiegato, narrato, sviscerato, lucido: cosa mai
può cantare, un poeta?
- Non gli resta che
se stesso e il mondo che lo avvolge e che egli capisce
a stento, anzi tanto meno lo capisce quanto più
è vicino. C'è qualcosa che ci sfugge,
anche nelle cose più ovvie, in quelle in
apparenza più chiare.
- E certo le cose
meno chiare sono i fatti quotidiani. La loro forma, la
loro superficie pare ovvia, ma la realtà, il
noumeno, come direbbero i dotti, sono spesso assai
diversi, incomprensibili. Così, a ben vedere,
la banalità riserva molte sorprese.
- Non potevo che
interpretare così questi versi tanto ingenui,
tanto piccoli, troppo piccoli e troppo ingenui per
essere genuino effetto di semplicità e
sprovvedutezza. Ahimé, non c'è
più nessuno, nel 2005, che sia tanto barbaro e
tanto bambino, e meno che meno l'autore, il quale ha
goduto nella sua vita dell'ambigua ma evidente fortuna
degli studi e fruisce di esperienze umane complicate e
assieme prevedibili, quelle della moderna
civiltà.
- C'è poi una
condizione che accomuna tutti i letterati del
Novecento e di questo secolo, ed è che non
siamo letterati come s'intende sui libri di testo, di
quelli che o per generosità o per interesse di
qualche pubblico o privato Mecenate potevano darsi
alle Muse per tutto il tempo della loro vita e in
quello che i Latini un pò sul serio e un
pò con ironia chiamano ozio. Oggi chi ha la
passione per la penna deve rubare un pò di
tempo al lavoro, alla famiglia, agli infiniti impicci
con cui noi del 2000 paghiamo i comodi. Non ci sono
poeti che vanno in esilio, ma tutt'al più poeti
che vanno in ufficio, un luogo poco favorevole a
qualunque ispirazione.
- Dirò un
paradosso, che era più "facile", più
naturale e ovvio far nascere versi dall'ira e
dall'amore, che non da una quotidianità
inevitabilmente banale. Dobbiamo dunque apprezzare lo
sforzo di sognare, di provare gioia o fastidio per
delle piccole cose, per delle situazioni che, prese di
per sé, suggeriscono se mai noia e
sopportazione.
- Chiamiamo dunque
Cossari poeta del contingente, del provvisorio,
dell'attimo fuggente? Forse è così, e
non necessariamente è una diminuzione o una
negazione di valore. Ci sono precedenti consacrati
dalla storia letteraria: gli epigrammisti greci e
latini, i favolisti, i crepuscolari.
- I versi del Cossari
sono infatti una modesta sublimazione della
semplicità di ogni giorno, espressi a volte con
un linguaggio disarmante, impoetico, non letterario.
Ma anche di questo ci sono molti più precedenti
che non ne riferiscano le antologie
scolastiche.
- Quali sono i temi
del Cossari? Gli amori, un atteggiamento umano e
letterario abbastanza diverso, qualche volta opposto
all'amore. Gli amori sono fugaci, e non possono che
ispirare fugace poesia, con un linguaggio pur esso
momentaneo.
- Gli amori sono, per
una certa sensibilità moderna, troppo espliciti
in qualche parola o verso: ma gli antichi e i
medioevali ci hanno lasciato esempi assai più
sconcertanti, e possiamo dunque sopportare anche le
incursioni di Cossari nella letteratura boccaccesca ed
erotica.
- La vita, quella
della città o, sotto forma di ricordo, del
lontano paese: paiono in antitesi, ma sono in fondo
sempre la vita, la giornata dei vivi sotto ogni cielo,
che suggerisce ora affetto, ora compassione, ora
ironia, ora autoironia. A tratti l'uso del dialetto
riporta Cossari ad un'infanzia che per tutti noi
è un luogo magico, prima che la scuola e le
esperienze ci caricassero di pesante
saggezza.
- A qualche lettore
forse piacerà soprattutto questa
capacità di elevare a sia pure istantanea ed
effimera dignità di poesia quei momenti di
esistenza a cui di solito non riconosciamo alcuna
importanza, non prestiamo neppure attenzione. Ma sono
vita, appartengono a noi, sono in ogni modo il nostro
specchio. E noi moderni non viviamo nel fascino e nel
terrore della natura, quasi non la vediamo mai: il
nostro ambiente è la strada, la casa, il
lavoro, e con quello ci dobbiamo confrontare, e
ispirarci a quello, se scriviamo poesia.
- Come tutti i
dilettanti, anche Cossari ha, per dirla con Orazio,
qualcosa che vorresti eliminare. Ma è un
giudizio, anzi un pregiudizio da classicista, che chi
scrive condivide come lettore, ma non si sente
legittimato a farlo come critico. Il critico deve
giudicare se quello che cade sopra il suo tavolo di
lavoro è secondo "l'intenzion dell'arte", non
secondo i propri gusti. Il mondo di Cossari non poteva
che essere espresso nel linguaggio volutamente
ingenuo, elementare, disadorno, che tuttavia ha una
sua estetica nascosta: come a volte incontriamo una
bella donna spettinata con l'aiuto del parrucchiere, e
ci pare che sappia fingere bene.
- Nel permettere a
questa raccolta di uscir dal bosco e gire in fra la
gente, invitiamo Cossari a continuare nella sua
ricerca, certi che, con il confronto e la pratica
dello spinoso mondo dei letterati, provvederà
da sé a potenziare le sue capacità e a
sfrondare i suoi alberi di rami non sempre fecondi,
per darci frutti certo migliori.
- Ma senza
dimenticare che la sua più bella dote è
la ben architettata ingenuità.
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- Ulderico
Nisticò
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Storie
e parole dal cuore
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- TIC E
TAC
- (ad un
ragazzo tossicodipendente incontrato in
autobus)
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- Son salito
sul bus molto presto
- non vedendo
il numero della corsa.
- Ho percorso
molti chilometri
- e sono sceso
al muro!
- Mi
aspettavano gli amici,
- anche loro
avevano fatto notte.
- che notte
squallida, troia e puttana!
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- Tic e tac tic
e tac mi scoppia la testa!
- Tic e tac tic
e tac ho fuso il cervello!
- Tic e tac tic
e tac ho perso l'equilibrio!
- Tic e tac tic
e tac non so più dove sono!
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- Vado con gli
amici al Valentino
- portando il
cane di razza...
- e aspettando
che mi illumini il sole
- mi distendo
nel prato umido
- ed inizio a
prendere un po' di colore!
- Che giornata
amara anche questa,
- è
grigia e gialla ed anche oggi mi sento a
galla!
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- Tic e tac tic
e tac mi sento sospeso!
- Tic e tac tic
e tac mi bruciano gli occhi!
- Tic e tac tic
e tac non ricordo niente!
- Tic e tac tic
e tac non so più dove andare!
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- IL
13
- (ad
Alberto ragazzo X fragile)
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- Lo prendo
ogni mattina, per andare a scuola,
- mi passa
sotto casa ed è una cosa
sola!
- Lo cerco
sempre dalla mattina alla sera
- ovunque io mi
trovi
- fosse un bus,
un tram, un treno, un vaporetto,
- una stazione
o un binario
- ovunque io lo
trovi!
- Sono Alby da
Torino che vago per il mondo
- ho sempre in
mente il 13 come un pensiero
profondo.
- L'ho scritto
sui muri ma anche sulla mia
maglietta
- è
questo il numero fortunato per ogni mia
gavetta!
- Lo
terrò in mente in ogni
momento
- chissà
se un giorno al totocalcio....
- lo
scorderò per molto tempo!
- A voi tutti
che mi conoscete che lo ripeto e
- che l'invoco
sarà sempre un 13 anche per il solo
gioco!
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- È L'ORA
D'AMARE!
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- Quanto tempo
è passato,
- mi ero
dimenticato di cosa vuol dire amore!
- Una scossa
che mette in moto
- un meccanismo
perpetuo!
- Son passati
molti anni ormai
- dal mio
ultimo desiderio d'amare!
- Una voglia
costante,
- un'emozione
forte che non riconoscevo
più!
- È
tornata l'ora d'amare,
- il tempo che
ho trascorso
- senza questo
grande dono è passato in
fretta!
- Abbraccio
l'amore così come m'appare
- ed amo tutto
ciò, non per scappare
- ma con la
voglia di raccontare
- quanto
è grande la paura d'amare!
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- LA
NOTTE
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- Ho sempre
amato la notte!
- È il
momento più rilassante della
giornata!
- Quando una
parte della città dorme
- tu vegli su
di essa!
- Stai sveglio
e percepisci i semplici rumori
- attorniati da
un'atmosfera di luce
- che osservi
saltuariamente dalla finestra.
- Com'è
fantastica la notte!
- Trascorri la
notte dentro casa, lavori al
computer,
- guardi la tv,
leggi e studi!
- Com'è
bella la notte!
- La quiete che
regna sovrana
- ti fa venire
la voglia per una puttana!
- È
l'ora di quel momento particolare
- dove il corpo
e la mente sprigiona quell'emozione,
- lontana dal
sonno e dal sogno, ma che
sensazione!
- Perché
sei lontana o mio amore!
- Solo per te
pensieri e desideri d'amorosi sensi!
- Prosegue la
notte buia,
- tra tv,
pensieri e lettura
- accompagnati
da una tazza di tè
- come
potrò amore scordarmi di te!
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- È TEMPO DI
SVEGLIARSI!
- (alle
classi prime dell' I.P.S. "Balbis" di
Torino)
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- Il tempo
cambia nel tempo
- e la morte
non ha tempo!
- Blocca il
tempo anche se è danaro!
- Il tempo
è passato, è presente, è
futuro, è infinito, è
- il mutare
inarrestabile delle cose!
- È
tempo del tramonto ma
- l'amore non
ha tempo!
- Il tempo
scorre lentamente,
- passa, corre,
galoppa, vola e slitta!
- Il tempo
è matto ma è prezioso,
prolungalo
- spezzalo,
sospendilo, tienilo, appendilo!
- Il tempo
è natura, relax,
divertimento!
- Quadra e
colora il tuo tempo
- perché
ha buon gusto!
- Il tempo
è passione e previsione!
- Il tempo
ricorda il passato,
- ricopre il
presente e forma il futuro!
- Anche l'arte
ha il suo tempo!
- Abbiamo
rubato del tempo
- anche se non
ha mai fine!
- È
tempo di fumare, brucia la vita,
- provoca la
calvizie ma sta per scadere!
- E il tempo
batte, è tempo di guardare...
- What's the
time!
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- * *
*
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- UNA SALDA
AMICIZIA!
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- Ci siamo
conosciuti a circa tre anni
- sognando ad
occhi aperti!
- Quanti anni
son trascorsi ormai
- nei nostri
sogni immersi!
- Ci siamo
distaccati a diciannove anni
- ed era
l'età dei nostri malanni!
- Eravamo alla
ricerca di un lavoro
- e tanti sogni
nel cassetto con decoro!
- Tenere salda
la nostra amicizia
- era l'unico
pensiero che ci univa
- ma rimaneva
la tristezza
- di
trascorrere ogni giorno da soli!
- Eravamo tre
giovanotti coetanei
- e così
come ci avevano divisi a scuola
- anche questa
volta ognuno andò per la propria
dimora.
- Roma, Torino
e Saarbruken le nostre destinazioni
- ma per ognuno
di noi sono state forti
soddisfazioni.
- Ci ritroviamo
oggi dopo tanti anni
- a raccontare
il passato senza malanni
- per guardare
avanti senza inganni
- con la
fiducia e l'ottimismo di sempre
- e di come
sono trascorsi i nostri anni!
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- UN'ICONA PER
ME
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- Come posso
dimenticarti, stavi male!
- Ti vidi prima
che tu partissi e prima che io
partissi!
- La tua
immagine è impressa in me,
- nella mia
mente si dilata ed invade la mia
ottica.
- Appare e
scompare quando meno me l'aspetto,
- come
un'icona!
- Come posso
dimenticare quel sorriso
- stampato sul
tuo viso
- ed emanato
dai tuoi denti bianchi
- e dai tuoi
occhi grandi
- che lascia in
me la traccia dell'amore!
- Quell'amore
che poteva essere
- la speranza
in te e la libertà in me!
- Quella
libertà che solo forse con te
- avrei potuto
svelare al mondo intero!
- Quell'amore
che non ti ho mai svelato
- forse per la
paura di non averlo meritato!
- Ti sognai
dopo molti mesi ...
- era la notte
prima che tu stavi male
- tant'è
che ho saputo il giorno dopo che eri
grave
- trasportata
con urgenza all'ospedale!
- Ho sofferto
in silenzio, lontano da te
- ma vicino con
il cuore e con la mente
- e a piangere
di dolore solamente!
- È
finita la mia speranza e la tua
libertà!
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- * *
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- MI CHIAMò
ROBERTO
(a
mia nonna)
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- Sono il terzo
di quattro fratelli!
- Il
primogenito si chiama Mariano
- come mio
nonno paterno,
- il secondo,
Salvatore
- come mio
nonno materno
- ed infine mia
sorella Nicolina
- come mia
nonna paterna.
- Mi doveva
chiamare Vittorio
- la mia nonna
materna, ovvero come lei!
- Ma Vittoria
si chiama mia madre,
- la cugina di
mia madre
- ed anche la
mia nonna bis si chiamava
così!
- Sono nato il
25 aprile,
- festa di S.
Marco e della Liberazione!
- Marco! Si
chiamano i gatti!
- e Liberato!
Brutto nome, vero!
- Esclamò
in cuor suo mia nonna!
- Così
... mi chiamò Roberto!
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*
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- LA
SVEGLIA
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- Com'è
dura svegliarsi al mattino
- per andare a
lavoro!
- Guardo fuori
dalla finestra
- ed è
ancora notte!
- Drin drin
suona la sveglia!
- Drin drin
è ora di svegliarsi!
- Drin drin
vorrei morire!
- Ho voglia di
rimettermi a letto
- mi appoggio
un attimo sul divanetto
- ma è
già tardi e devo sbrigarmi!
- Sarà
perché ho dormito poco
- e che per me
la notte è solo un gioco!
- Drin drin
risuona la sveglia!
- Drin drin
è ora di alzarsi!
- Drin drin il
tempo è scaduto!
- Anche stamane
arriverò in ritardo
- ormai
è un'abitudine anche per
sbaglio!
- Suona la
campanella della scuola
- ed anche
questa volta ce l'ho fatta ad entrare nella mia
ora!
- Sarà
dalla mia parte il tempo?
- o avrò
spostato indietro le lancette?
- Drin drin
suona la sveglia!
- Drin drin
sono arrivato a scuola!
- Drin drin
è risuonata la campanella!
- Drin drin sto
ritornando a casa!
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- LE COSE
CAMBIANO
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- Tutte le cose
hanno un loro corso!
- Procedono
lentamente e velocemente senza
regole!
- Non le puoi
fermare o bloccare!
- Così
come è la vita!
- Non le puoi
legare o imprigionare!
- La vita
scorre, passa!
- Non puoi
arrestare il meccanismo perpetuo delle
cose!
- Tutto procede
e tu puoi
- soltanto
essere uno
- partecipe del
trascorrere di ciò.
- Mutano nel
tempo
- e non
c'è niente
- che li
può far cambiare come
vorresti!
- Accetta le
cose cosi come stanno
- anche se
cambiano di anno in anno!
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