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IL RITORNO DELL'INGENUO
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- Chi leggesse per la
prima volta il verso così naif di Roberto
Cossari, si chiederebbe certo se l'autore posa e
recita la parte dell'ingenuo, o per caso non lo sia
davvero. Già che un po' lo siamo tutti, anche
quelli che spesso ci atteggiamo a vissuti e cinici. Ma
certe immagini quotidiane e quasi infantili, certe
rime forzate, certa ispirazione banale... Beh, tutto
questo non può essere vero, ma piuttosto un
programma estetico e letterario non privo di un suo
fascino e di una sua tecnica nascosta.
- Da quando il
Leopardi ha cantato l'umile gallina, anche un
barbiere, anche un chierichetto, un pretino, un
emigrato, anche la pochezza di una giornata comune,
anche una canzoncina e uno spettacolino televisivo,
hanno il loro fugace diritto a diventare poesia. Non
è letteratura lo scolastico "contenuto",
è il modo, la parola, il tono, la
metafora.
- Cossari è
dunque poeta nel cantuccio del cuore, e si esprime con
l'immediatezza dell'ispirazione. Poeta dilettante,
direbbero i critici professionisti; poeta che è
davvero lontano dal "pubblicare dopo nove anni"
catulliani di continua rielaborazione: e questi sono
senza dubbio difetti. Ma lo stesso sorvegliato e
pedante esegeta, se trova qua e là da ridire,
resta conquistato dall'insieme, da una desolante
semplicità, da un tono di eterna infanzia.
Infantile il poeta, infantile l'ambiente.
- L'ambiente di
Cossari che vive a Torino, è sempre e solo e
comunque Cardinale, quel paese di vecchi mai del tutto
cresciuti, di ragazzini astuti come i nonni, di
intellettuali ridanciani, di famiglie e piazze e case
divertite e svagate, di brevi odi e lunghe amicizie,
che, per chi vive lontano e nel mondo turbinoso,
è sempre un po' Paradiso perduto.
- Forse è un
paese mitico, una creazione nostalgica di Cossari, e
forse proprio per questo è lo sfondo perfetto
per una poesia dell'istante, del continuo presente,
delle piccole e piccolissime cose: le scenette, il
rito del maiale, la mamma che prega...
- Di tanto in tanto,
il bimbo cresce, però, è si fa prendere
dalle urgenze degli adulti per nulla ingenui: ed ecco
la sensualità, le vicende amorose tutt'altro
che stilnovistiche, pervase, come sempre accade, da
un'ombra di tristezza delle cose destinate a finire; o
degli amori impossibili per troppa differenza di due
anime, l'una come il mare, l'altra solamente come un
lago.
- C'è dunque
un qualcosa di nuovo, in questa raccolta, rispetto
alla precedente "Storie e parole del cuore", ed
è qualche momento di maggiore e più
acuta introspezione, di soliloquio più intimo.
Un segno di crescita del fanciullo, di maturazione
dell'ingenuo? Non sapremmo se volerlo o temerlo, ma
è inevitabile, che alle memorie succeda la
realtà, all'incanto la passione.
- Non resta che
augurarci anche che la ricerca letteraria si
accompagni meglio a quella umana, e porti a qualche
originalità e padronanza della forma. Non
sempre si può perdonare in nome della
freschezza, e bisogna pure che il bimbo e il folletto
cedano un poco allo scrittore e all'uomo. Forse quel
giorno rimpiangeremo il Cossari naif, forse ne
apprezzeremo maggiore ricchezza di temi, di modi, di
stile.
-
- Ulderico
Nisticò
- nella
veste di Presidente Onorario
dell'Accademia
- del
Grifone di Cardinale
Prefazione
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-
- Dopo la
pubblicazione del mio primo libro "Storie e parole dal
cuore" che ha riscosso meritevoli critiche, seguito da
un secondo come opera teatrale "Tempo di nocciole", ho
sentito il bisogno ed il dovere di continuare a
scrivere. Non sarò un poeta e nemmeno un
oratore ma continuerò a scrivere come autore
ciò che mi comanda il cuore, saranno storie e
racconti in prosa o in versi sciolti o in rima,
sarà una lettura che apprezzerai più di
prima. Tanti e diversi sono stati i giudizi e le
critiche resomi. Poesia volgare, banale, erotica,
molto personale, ma anche ironica, satirica e
umoristica. Non è poesia, ma più una
raccolta di storie e racconti! Questo è il mio
linguaggio semplice e volutamente ingenuo che induce
il lettore ad una lettura leggera che porta ad un
piacere, ad un relax anche d'immaginazione ma senza
impegno di simbolismo. A molti ho suscitato emozioni e
sensazioni, questo è importante e lo
sarà anche stavolta. Ironia, umorismo e satira
sono il mio forte.
- Una sera durante
una festa in una piazza del mio paese colma di gente
avvicinandosi a me una signora piena di
vitalità e forte spirito dopo aver letto il mio
libro urlò ad alta voce: sei grande! Le
risposi, tu lo sei! E lei, la poesia sulla mamma
è unica! Le risposi, come lo sei tu! È
stata un'emozione che non dimenticherò mai. Mi
dispiace solo di non poterla più incontrare e
che non potrà leggere questo secondo mio libro
per tornare a sorridere come quella sera, morì
circa due mesi dopo per un male grave!
- Un anno dopo la
pubblicazione del mio primo libro mi venne regalato da
una coppia un libro di poesie di Stefano Benni. Chiesi
il perché di questo regalo e chi era costui. Mi
risposero: come, non lo conosci? questo scrittore ha
scritto molto, pubblica con la Feltrinelli. Usa il tuo
stesso... genere di scrittura e di linguaggio:
è un ironico, un umorista e un satirico, ma
anche banale, semplice e volgare. Un libro per chi ha
il piacere di leggere senza impegno ed è
comprensibile da tutti.
- Ma io ricordavo di
aver letto già di Giuseppe Gioacchino Belli,
poeta italiano dell'Ottocento, che ha scolpito nel
romanesco più di 2000 sonetti, un vero e
proprio «monumento alla plebe di Roma».
Inoltre i suoi sonetti erano erotici e non di rado
osceni se non ci fosse, a riscattarli, la suprema
padronanza del verso.
- Ma ancora sonetti,
poemi e lettere di Gabriele D'Annunzio a descrivere
gli amplessi con le sue amanti o le fantasie erotiche
descrivendo certe atmosfere.
- La mia prosa o rima
non appartiene comunque ai piani alti o bassi della
letteratura o della poesia. Ma è stato ed
è interessante invogliare delle persone a
leggere per la prima volta un libro e quindi dedicarsi
al mio onesto intrattenimento.
- Allora è
cosi che mi presto a scrivere sulla scia della mia
prima pubblicazione, con il mio semplice linguaggio il
secondo libro di storie dal titolo "Racconti in corsa"
da chierichetto ad architetto qui di seguito, spinto
non solo dalla mia voglia e dalla mia vena poetica ed
artistica, ma dal consenso ed incoraggiamento dei miei
colleghi, amici e lettori comuni.
- Un grazie ai miei
protagonisti, vis costante e presenza continua
d'ispirazione!
-
Torino,
giugno 2007
- L'autore
- Roberto
Cossari
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-
Raccontincorsa
- pensieri
parole omissioni
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- CHIERICHETTO
-
- Iniziò
a servire la messa a quattro
anni
- e la
sua carriera da chierichetto finì a
14 anni
- ma
continuò a cantare nel
coro
- fino a
quando partì per Roma per lo
studio
- rischiò
di essere mandato in seminario
- meno
male che i suoi genitori pensarono il
contrario!
-
- Praticò
le funzioni più
semplici
- versare
l'acqua e suonare il
campanello
- andare
tra i banchi per l'offerta e tenere
l'ombrello
- e
quando imparò a leggere a
scuola
- ed
essere più responsabile
- leggeva
la lettura, la preghiera dei
fedeli
- ed il
salmo responsoriale!
-
- Andava
con il prete
- a dare
la benedizione al defunto
- portando
la croce e dare l'ultimo
saluto!
-
- Nella
settimana dell'anno nuovo
- si
portava per le case il Santo
Bambino
- la
gente dava l'offerta
- e lui
dava l'immaginetta!
-
- A
Pasqua andava in giro a benedir le
case
- con il
parroco che ripeteva sempre la stessa
frase:
- "pace
in questa casa ed ai suoi
abitanti"
- e le
persone davano uova, salami e soldi in
contanti!
-
- Li
servì e li ricorda simpaticamente
tutti
- dal
bravo Don Vittorio al tremendo Don
Peppino
- ai
supplenti Don Orlando, Don Antonio e Don
Bevivino
- e a
finire il simpatico Don Gianni
- avuto
anche come insegnante di religione per tre
anni!
-
- MASTRU
FRANCU
-
- Inizia
il mattino presto a lavorare
- e lo
strofinio delle sue forbici
- si
sente dalla piazza centrale!
-
- I
clienti entrano nel salone
- anche
per leggere il giornale
- discutendo
della prima notizia locale!
-
- C'è
tempo per raccontare il fatto
- tant'è
che entro un'ora ti fa tutto
- e tra
shampo, capelli e barba
- puoi
andare e venire da Cardinale a
Novalba!
-
- Ti rade
la testa con una tecnica
sperimentata
- e ti
profuma con un'essenza
- che
rimane per tutta la giornata!
-
- Veste
elegante ma è uno
sportivo
- vedendo
il calcio in bianconero,
- con i
suoi folti capelli brizzolati
- ricorda
ai clienti gli anni passati,
- ma lui
è costante nel suo modo di
fare
- con
tanta pazienza e la voglia di
tagliare!
-
- Questo
è il barbiere Franco Russo di
Cardinale
- che
ogni mattina ci fa sognare!
-
- L'UOMO
SAGGIO
-
- È
saggio l'uomo anziano
- seduto
su una sedia di paglia
- all'ombra
d'ingresso della sua casa!
-
- Porta
una camicia bianca, gilet nero e
coppola
- orgoglioso
dei suoi grigi baffi
- lunghi
ed ondulati
- e dei
suoi occhi azzurri!
-
- Profuma
come i fiori della natura
- ed
appoggiato al suo bastone
- segna i
tempi del suo tempo
- e
conferma l'ora sbirciando
- il suo
orologio tascabile!
-
- Sopra
il suo accentuato ventre
- prepara
con cura la sua pipa
- e la
fuma tra una parabola ed un
detto
- raccontati
a chi sta a suo dirimpetto!
-
- L'EMIGRATU
(versione
dialettale calabrese)
-
- Eru
fiermu alla stazioni desolatu
- cu na
valicia alli mani e nu paccu
linchiutu
- aspettandu
nu luongu trenu mai vidutu
- c'arrivava
supa nu binariu arruggiatu
- e i
parienti e l'amici chi avia
avutu
- vinnaru
alla stazioni u mi salutu!
-
- Cu nu
visu scuru e ricogghiutu
- e
l'animu tristi ed infelici
- partivi
luntanu do paisi
- pammu
fazzu tanti sacrifici!
-
- In
cumpagnia e patramma
n'alluntanamma
- supa nu
serpentuni scasciatu a
morimamma
- ca pe
tantu tiempu accostau u mara
- e cuomu
trasiu 'ntra terra
- accuminciai
u mi sientu mala!
-
- Cu
tanti sacrifici e tanti
affanni
- dieci,
venti, trenta, quaranta
- passaru
tutti sti anni
- e
volaru cuomu u vientu
- chi
quandu ti pienzu rimanu
cuntientu!
-
- Mo
tornai o terra mia
- cu na
famigghia e cu na machina mia
- patramma
e mama on sugnu cchiu
- ma io
mi ricuordu e cuomu eri tu!
-
- Risistivi
luntanu cu a menta
- ma cu
lu cora ti ricuordu
perdutamente
- u
passaggiu livellu u cacciaru
- e
strati e puonti 'ntro frattiempu
s'inventaru!
-
- U
cannitu si stendia do fiumi o allu
mara
- e mo
realizzaru puru u lungomara
-
-
- nu
barra, na cantina e na posta
- e trovi
gienti pa ogni risposta
- s'allargau
u paisi a monti e valli
- e quasi
tutti s'accattaru i cavalli
- apariru
supermercati, magazzini e
banchi
- ma
tutti a sira si ricogghianu
stanchi!
-
- Ed io
chi tornai infrantu e stancu
- duoppu
tanti anni passati
- e na
lunga vita e stranieru e de
migratu
- salutu
tutti vui e continu a vita e
pensionatu!
- E mo
passu i jorni jocandu a carti e
cortivandu
- accussi
l'annu interu mi passa
volandu!
-
- L'EMIGRATO
(versione
in italiano)
-
- Ero
fermo in stazione, desolato,
- con una
valigia alle mani ed un pacco pieno
colmo
- aspettando
un lungo treno mai visto
- che
arrivava su di un binario
arrugginito
- ed i
parenti e gli amici che avevo
avuto
- son
venuti alla stazione a
salutarmi!
-
- Con un
volto scuro e a pieghe
- e
l'animo triste ed infelice
- son
partito lontano dal paese
- per
fare tanti sacrifici!
-
- In
compagnia di mio padre ci siamo
allontanati
- sopra
un serpentone ridotto a pezzi
- che per
tanto tempo ha accostato il
mare
- e come
è entrato
nell'entroterra
- incominciai
a sentirmi male!
-
- Con
tanti sacrifici e tanti
affanni
- dieci,
venti, trenta, quaranta
- son
passati tutti questi anni
- e son
volati via come il vento
- che
quando ti penso sono contento!
-
- Adesso
son tornato o terra mia
- con una
famiglia ed una macchina mia
- mio
padre e mia madre non ci sono
più
- ma io
mi ricordo di come eri tu!
-
- Ho
resistito lontano con la mente
- ma con
il cuore ti ricordo
perdutamente
- il
passaggio a livello lo hanno
tolto
- e
strade e ponti nel frattempo hanno
costruito!
-
- Il
canneto si estendeva dal fiume al
mare
- ed
adesso hanno realizzato anche il
lungomare
- un bar,
una cantina ed una posta
-
-
- e trovi
gente per ogni risposta
- ed il
paese si è allargato a monte e a
valle
- e quasi
tutti si sono comprati i
cavalli
- si sono
aperti supermercati, magazzini e
banche
- ma
tutti la sera si ritirano
stanchi!
-
- Ed io
che son tornato infranto e
stanco
- dopo
tanti anni passati
- ed una
lunga vita da straniero e da
emigrato
- saluto
tutti voi e continuo la vita da
pensionato!
- Ed
adesso passo i giorni giocando a carte e
coltivando
- così
l'anno intero mi passa
volando!
-
- LA RAGAZZA
DI COLORE
-
- Fatti
coraggio ragazza di colore
- è
passato il tempo di sentire
dolore
- non
aver paura di fare l'amore
- è
spuntato ora per te un raggio di
sole!
-
- Sei
stata fuori al freddo ed al
fuoco
- alle
dipendenze di mangiafuoco
- nella
notte squallida e buia
- eri
così stanca e tanto
distrutta!
-
- È
passato l'angelico taxista
- per
portarti via da quell'ambiente
razzista
- sarai
la musa della sua vita
- e
ricomincia per te una storia
infinita!
-
- Non
aver paura di affrontare
l'amore
- avrai
vicino l'uomo per darti calore
- immergiti
in questo gioco di passione
- togliendo
i veli al mistero ed
all'emozione!
-
- Sogna,
sogna o donna di colore
- hai
colpito qualcuno nel profondo del
cuore
- il tuo
dono è fortezza e
dolcezza
- ed
anche tu dimenticherai la tanta
amarezza!
-
- IN
AEREO
-
- Decollo
per raggiungerti al più
presto
- così
il nostro tempo sarà più
lungo del previsto
- e posto
da un oblò in posizione
centrale
- così
da avere una vista generale!
-
- La
punta si scaglia verso l'alto
- mentre
le ali tagliano l'aria
- io mi
godo il cielo azzurro
- in
questo scenario divino!
-
- Sospeso
tra le nuvole
- spuntano
su di esse le cime innevate
- fra
l'azzurro del cielo ed il blu del
mare
- rifletto
per un istante
- e penso
al mio amore importante
- specchiandomi
in questo grande mare
- ricordo
il mitico Narciso punito dagli
dei
- perché
rifiutò l'amore!
-
- La luce
solare scolpisce le nubi
- in
forme vaporose e spumose
- e la
tua immagine m'appare
- sotto
forma di un angelo che dorme
- e che
poggia la testa sul mio petto
- e nel
frattempo mi distrae il ronzio di una
mosca
- ed
è così che mi ritorna in
mente
- la tela
della Sposa del vento
- del
pittore viennese Oscar
Kokoschka!
-
-
- LA
CURA
-
- Così
mi ritrovai a circa 40 anni
- con
l'idea di non aver trovato
- un
amore ingenuo e con inganni
- ma al
fianco una donna speciale
- che
guarisce tutti i miei malanni!
-
- Mi son
lasciato andare
- e batte
forte il mio cuore
- anche
se son lontano da te
- ho
sempre pensieri per te amore!
-
- Mi hai
lasciato senza parole
- e mi
hai rubato il fiato ed il
cuore!
-
-
-
- KORE
-
- Tu sei
la mia kore
- e te lo
dico con tutto il cuore
- m'ispiri
calma e serenità
- tu sei
la donna
- che ho
aspettato da
un'eternità!
-
- Sei una
figura eccellente
- con una
forza così potente
- hai una
forma travolgente
- da
stupire tanta gente!
-
- Hai
spalle larghe ed ampia fronte
- gambe
sfilate ed ampio mento
- ed io
sarei sempre più
contento
- di
averti qui al mio fianco!
-
- Seno,
ventre e glutei accentuati
- sono
gli attributi da me sognati
- e
quando ti componi nella mia
mente
- mi
ricordi la Venere dormiente
- e
sdraiato sul mio morbido
cuscino
- vorrei
che non arrivasse mai il
mattino
- pensando
che stare con te
- è
stata solo colpa del destino!
-
-
- PAESAGGIO
-
- Fuggo
dal caos della città
- per
ripararmi nella
tranquillità
- oltre
le Alpi in serenità!
-
- Silenzio,
silenzio e la vallata m'appare
- si
sente solo il tintinnio delle
campane
- di una
chiesa di rito protestante!
-
- L'alta
catena montuosa con cime
innevate
- fa da
ombra al piccolo villaggio di
pastori
- che
pascola un gregge di pecore e
bestiame
- e
così si sente lo strano odore di
letame!
-
- È
salutare come l'aria pura e
fresca
- che si
respira in questa foresta
- attraversata
da un torrente turbinoso
- e gli
abitanti educati, ordinati e
silenziosi
- sembra
che stiano in un eterno
riposo!
-
- Una
cioccolata calda al mattino
- per
sentirsi immersi in questo paesaggio
divino
- riscalda
il mio corpo un termometro
- che
fuori segna meno dieci gradi anche alle
otto!
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