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LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
  Poesie di
Rosario Davide Digiacomo
 
Nessuna preghiera
 
Osservo il mondo che mi è intorno…
 
improvvisamente l'immenso vuoto,
un rigido inverno,
dove nessuna preghiera
può scaldarmi dentro…
 
così,
stanco di lottare,
per l'utopico sogno,
d'un mare non più mosso,
chiudo il dolore in me…
 
non voglio un nuovo ricordo,
l'undici settembre…
 
un'immutabile patetico mito,
da indicare a mio figlio…
 
e per un attimo non oso più cercare un'alternativa,
impaurito dal male che ho già provato…
 
non oso più guardare intorno…
 
vorrei soltanto poter fermare il tempo,
perché la stanchezza m'invade…
 
vorrei ora più che mai quel mare piatto,
quella pace immensa,
da leggere tra le riga d'una colorita filastrocca…
 
per poter passeggiare,
con mio figlio e sua madre
e con fantastica magia,
mostrare loro l'incanto del breve soffio di vita…
 
 
Fantasticando
 
…nel ripensare a lei…
 
univo fantasticando
il rosso melograno,
alla sua pelle chiara e
il volo solitario d'un gabbiano
nelle sue libere torsioni acrobatiche,
al piacere delle sue curvilinee forme…
 
nella cruda irrealtà di quel sogno
fantasticavo…
 
e continuai a viaggiare
per il piacere di ripensare a lei…
 
 
Curvilinee forme
 
Conquistato dal fascino nascosto,
di piccole pieghe,
dalle curvilinee forme,
osservo incantato con occhi smarriti,
il dorso nudo
di quell'effimera bellezza…
 
dall'esile collo,
in giù fino alla vita…
 
un piacere velato…
 
e sognare il rosa pallido di quella visione,
al contatto dei miei polpastrelli,
dal pelo biondo invisibile a vista,
nel rendere la pelle d'oca,
vogliosa e sazia di quell'interminabile istante…
 
 
Marinaio
 
Il passo stanco,
sotto la luce fioca
dei lampioni sul pontile,
le brezza marina che scava solchi sulla pelle,
non curante s'infrange,
lungo i piloni che lo sorreggono…
 
l'odore di tabacco dalla pipa corrosa
dallo stridente fremere dei denti del pescatore,
che dal freddo si ripara nel suo paltò blu…
 
e la luna riposa sulle nuvole che
si rincorrono sospinte dal forte vento,
che a spiragli illumina il portico della locanda,
dove vecchi trofei
ed indomite leggente sul mare,
fanno compagnia alla penombra delle fiamme
d'una impolverata stufa in ghisa…
 
e i vetri appannati…
 
e sui tavolini assiepati dai marinai,
l'odor di pesce e la zuppa calda
di pane intrisa che al vino alterna
il suo piacere…
 
Ecco il grande marinaio finalmente riposare,
risparmiando il fiato
per non appannare di più
il suo viso già vecchio…
 
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Agg. 30-09-2002