- È nato a Viano, in provincia di Reggio
Emilia.
- Le sue prime poesie sono uscite all'inizio
degli anni '70 sulla rivista TAM TAM, diretta da
Adriano Spatola. Per diversi anni ha collaborato con
TAM TAM e le edizioni GEIGER, partecipando, a livelli
sperimentale, a diverse esperienze di poesia visiva a
diverse esperienza di poesia visiva e poesia sonora.
Seguendo una sua naturale inclinazione, ha preferito
rinunciare a una sperimentazione strettamente legata
al linguaggio, preferendo il rischio della
sperimentazione totale: dove la vita e la poesia si
mescolano l'una nell'altra fino a divenire
indistinguibili. Ha pubblicato il suo primo libro nel
'77, con il titolo sarcastico e provocatorio "Mi
faranno santo", iniziando un "viaggio" che si conclude
definitivamente nel '91 con la pubblicazione di
"Parigi e le altre". Le sue poesie sono state
pubblicate in diverse riviste e antologie in Italia e
all'estero. Inoltre ha collaborato fin dalla
fondazione alla rivista STEVE in qualità di
redattore. Attualmente collabora con varie riviste e
case editrici con diversi incarichi, oltre ad essere
impegnato nella stesura di un romanzo e nella
realizzazione di un nuovo libro di poesie, con
l'obbiettivo di trovare un linguaggio idoneo ad
esprimere i mutamenti avvenuti negli ultimi
vent'anni.
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- Vivo, anche se non so cos'è e questo
è un bel mistero
- Ma indubbiamente vivo: respiro, mangio,
faccio la
- cacca ed è questo vivere,
fondamentalmente. E poi
- ognuno ha un suo stile.
-
- E poi penso e questo è una
complicazione ancora in più
- Penso a tutto, dalla formica all'universo e
oltre.
-
- A volte mi arrabbio, ultimamente mi arrabbio
molto
- con la gatta di casa, si chiama Odille, si
pronuncia
- Odill, lo dico per un eventuale gatto
in ascolto.
-
- Mi fa arrabbiare molto e per tanti
motivi:
- Primo si dà delle arie; è
vanitosa, arrogante e piena di
- pretese.
- In altre parole non sta al suo posto, non
accetta la sua
- condizione di gatto, vuole fare la prima
donna; è
- schizzinosa, mangia solo pesce fresco di
prima scelta e
- soprattutto non fa il gatto; nel senso per
esempio che
- non prende i topi e non fa neanche le fusa
(se non
- quando le pare) al massimo soffia, e tutte
le notti alle
- due miagola come una forsennata
perché vuole farsi un
- giretto.
- Ci sarebbe altro da dire ma credo che tanto
basti.
-
- Io invece ama passeggiare sulle colline,
è un vizio
- orribile lo so, per fortuna ogni tanto
incontro qualcuno,
- ci salutiamo, più che altro un cenno
d'intesa.
-
- A volte guardo le nuvole, di nascosto scruto
le forme e
- le variazione, oppure la pianura fino alle
Alpi nei giorni
- limpidi e penso:
- È incredibile quante persone vivono
laggiù nelle case
- e ognuno esiste, vive e pensa.
-
- E io penso a tutti loro che pensano e loro
non lo sanno,
- non sanno nulla di me che sono qui guardo
penso e
- scrivo una poesia.
-
-
- 26 Agosto
-
- L'unica cosa che posso fare è
scrivere una poesia.
- Tutte le altre strade sono chiuse.
-
- Tutte le altre strade non sono
percorribili.
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- I nuovi telefilms del tenente Colombo li ho
già visti
- tre anni fa.
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- Il prato è pieno di
cavallette.
-
- Le sigarette fanno male e anche la
birra.
-
- Ci sarebbero le mie figlie in giro per il
mondo
- ma sono cresciute ormai
- e il mondo è troppo grande per
sperare di cambiarlo.
-
- Lavorare?
- oggi è Domenica.
-
- L'unica cosa che posso fare è
scrivere una poesia.
-
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-
- Domenica, 9 Marzo
1997
- Un'attimo prima del
futuro.
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- Da lontano i camion sembrano aquiloni tirati
in una
- corsia di vento
- e i campi e le vigne sarebbero
giardini
- se non fosse per i motociclisti che spaccano
il silenzio.
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- Le margherite ridono nella frescura di una
casa
- abbandonata.
-
-
- Dove mi arrampico adesso, se gli specchi
- non reggono, più, se vanno piedi
oltre le parole e
- scoprono
- frastornati, che anche i piedi hanno le
gambe corte.
-
- Il fiume non è profondo come
dicono
- per arrivare lontano dove riappari
- con le labbra tenere di baci che dovevano
essere miei.
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- Gli alberi crescono così piano che
quasi non si vede.
-
- Come una sorgente viva verso sera, se ogni
sera è mia
- dove scompare la luca e rinasce il
giorno.
-
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- Io chi sono, che ho le gambe e le braccia e
dentro la
- testa
- Il cervello che pensa lo stomaco che
digerisce e il
- cuore che ama e
- la milza che non so cosa fa.
-
- Per esempio; ti ricordi di me?
- Eravamo amici un tempo, o forse
amanti
-
- Vedo il tuo dolore e il mio che si
spezza
- e adesso siamo solo invecchiati e non
riconosciamo
- più le parole
- che descrivono i luoghi della nostre
speranze o
- illusioni.
-
- Io sono un altro adesso, anche i sentimenti
invecchiano
- E restare vivi è sempre più
difficile.
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- Vorrei che le piccole speranze di allora
fiorissero
- Che i fiori caduti fossero concime per altre
radici.
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