Vincenzo Saccomandi è nato a Teramo il 9
agosto 1969 e risiede a Pineto TE). Ha conseguito la
maturità scientifica e si è laureato in
Scienze statistiche. Svolge la professione di
responsabile assicurazione di qualità presso un'
industria di mobili per ufficio.
Si è classificato al primo posto al "XIX
Festival della poesia italiana 1999", Teramo e nell'VIII
premio di poesia "Memorial poeta novese Angelo Poggio
1999", Novi Ligure (AL). Si è classificato al
secondo posto al "IV Festival della poesia e della prosa
di Triuggio 2000", Triuggio (MI); al terzo posto nel
premio letterario internazionale "Scrittori per il terzo
millennio 2000", Roma. È presente nelle antologie
"Città di Melegnano 1999" con la poesia "Miraggi"
e "Il Club dei Poeti 2000" con la poesia
"Morgana".
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- A tra
poco
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- A tra
poco
- mia profonda
innocenza.
- Solo un
istante.
- Quando
l'incanto svanisce
- e sopraggiunge
la nebbia,
- vortice
danzante
- nei miei
occhi.
- Bruma dalle
lunghe spire,
- sorella del
dissenso,
- frammenta
- gli inutili
rimpianti
- di una notte
raminga.
-
- Tempesta
-
- Spiriti
fugaci
- rincorrono la
voce del vento.
- Ali di fuoco
le stelle,
- nella tempesta
che grida.
- La nebbia si
estende avida
- sul mare che
piange,
- lontano,
lontano da me.
- E' notte sui
campi del cielo,
- ombre di
nuvole diventano ghirlande,
- pietre
consumate nel mio cuore.
- Voglio
respirarti amore
- nella follia
dell'oblio,
- voglio
percorrerti con ali di uccello
- nelle acque
del tempo.
- Ma i colori
del giorno, presto
- saranno flauti
pazzi nella tempesta.
- Il vento
dipanerà le ombre
- ed il giorno,
con le sue reti,
- catturerà
la nebbia.
- Ecco. La notte
muore, un fiore si spegne.
- Rovine nude, i
miei sogni
- mi chiudono
nella torre di ghiaccio.
-
- Morfeo
-
- Tace,
- immobile il
mare.
- Coralli
vagabondi
- e conchiglie
sfiorite
- soffocano
- con duri
baci
- tremula
sabbia.
- Muta,
- la
notte,
- si scalda al
fuoco
- di nuvole
- dipinte dal
cielo,
- antichi
arazzi
- privi di
musica.
- Silente
- l'ultimo
sipario
- si
chiude,
- fantasia
ribelle
- sottratta alla
pelle
- di un triste
poeta.
- Muore
anche
- un semplice
sorriso
- caduto nel
buio,
- sconosciuti
uccelli
- terminano
- tra rami
spezzati
- libagioni
aeree.
- L'aria si
ferma...
- Canuto
vento
- senza
sospiro
- mi
sospinge
- tra le
braccia
- di
Morfeo,
- l'unico
dio
- che ogni
notte
- fa
danzare
- i miei
lamenti.
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- Dimensioni
-
- Lune
sporche
- di pascoli
brevi,
- ondulati
tappeti
- di foglie di
creta.
- Nella
vacuità
- del
buio
- venti
nocchieri
- rimembrano
- la
pelle
- della
foschia,
- ombra di
trasparente
- beltà.
- Ancora stelle
vestali
- compiono
- arcane
danze
- per gli occhi
limpidi
- di
Dioniso,
- figlio
disperato del piacere.
- Vino
- di liquido
corallo
- in gole
baciate
- dalle
visioni
- di un caldo
respiro,
- violento
conforto
- della
solitudine,
- che,
lenta,
- si
aggira
- tra i crateri
insidiosi
- di oscuri
astri.
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