- Poesie
tratte da "Sospiri e Rime"
Fiore
appassito
O
fiore che da buona
terra,
ma in incolto
campo
nascesti,
mentre
l'aria risuona
di
bei canti, sconvolto
tu
sei, e non presti
interesse
alla bella
stagione.
Il
tuo stelo smorto
con
petali appassiti,
non
sembra che tale
sia
stato, allorché
spuntavi
fra i detriti.
Tu
soffri qualche male
che
fuor non appare;
erbacce
e parassiti
t'incombono
e invano
tendi
a rifiorire.
Forse,
ripreso, un bel dì
adornerai
il campo,
ma
allor sarà già tardi,
per
godere della tua bellezza.
-
- SMARRIMENTO
-
- La tacita
stella che, lontana,
- per me
brillava, fu divelta,
- e più
lungi la sua luce emana.
- A me appare
nei movimenti svelta:
- or splendida,
or pallida, or strana
- sparisce,
riappare come delta
- ramificata.
Quand'essa manca,
- sconvolge il
mio cuore una bufera,
- e il mio
passo, che rapido era,
- s'arresta
sotto una vita stanca.
-
-
- SULLA TOMBA DI
MIO PADRE
-
- Un canto, una
culla, un colosso,
- poche gioie,
sterminate pene;
- una croce, un
lumino rosso,
- e, poi,
silenzio, tra un soffio lene.
-
- L'aria tace
nella fossa bruna,
- mentre, alte,
le foglie dei cipressi,
- in coro, con
lieve sussurro,
- recitan,
devote, le preghiere,
- e le cicale,
nel cielo azzurro,
- con esse
s'accordano leggere.
- Dell'inquieta,
aspra tua vita,
- o padre mio,
solo mi resta
- un vivo,
chiaro, perpetuo lume,
- serbato e
adorato come un nume:
- d'amore e
d'instancabili gesta,
- l'esempio
sprona la mia ascesa ardita.
-
-
- VECCHIA
CHITARRA
-
- Un'abil mano,
fine, delicata,
- dalle dita
fresche come petali
- di primaveril
rosa profumata,
- sfioravati
dolcemente le frali
-
- corde,
chitarra mia. Gran polvere
- dileguavane,
emanando dal tuo cuore
- dolce, soave
suon pel tetro aere.
- Placavasi e
riaccendevasi il dolore
- suo, in un
col tuo, a intervallo breve.
- Poi si
sviava, ritraevasi, ed ancor
- vibravati
d'arpeggio; come neve
- scioglievasi
infine, lasciandoti triste
-
- e desolata.
Vecchia chitarra, allor
- che il vento
soffierà tra le non viste
- corde, con
lieve melodia, fronde
- incanterai di
selve profonde.
-
-
-
- DOLCE
FATA
-
- Nell'ombra
della sera,
- sospira una
fanciulla:
- -Vorrei solo
un amico
- e poi
più nulla.
-
- Dallo stormir
di fronde
- di un albero
antico,
- una voce le
rispnde:
- -Io posso
esserti amico.
-
- La fanciulla,
ogni sera,
- al suo albero
amico,
- parla,
racconta, domanda.
- Lui,
dolcemente, risponde.
-
- Lei chiede:
-Così che fai?
- potresti
essere un uomo?
- - Io sono un
uomo
- da maga
stregato.
-
- - Ti odo
molto lontano:
- ti ci
vorrebbe una fata.
- Con l'albero
ogni sera,
- lei piange e
si dispera:
-
- -Potresti una
volta almeno?...
- Alza gli
occhi e lo vede
- uomo radioso
e bello,
- che parla e
le sorride.
-
- Ogni sera,
nel buio,
- l'albero si
trasforma:
- ne gioisce
lei,
- bella come
una fata.
-
- Si rallegra
lui,
- uomo
disincantato,
- che le
sorride e dice:
- -Sei tu la
mia dolce fata.
-
-
- CAVALLO
STANCO
Non reagisci
più,
povera
bestia,
non puoi
reagire.
Stremato
nelle forze,
dagli insetti
avvilito,
in costretta
modestia
svanisce la
tua virtù:
La "fantina"
ti sferza
a impossibili
gesta
e non ti
crede
se scrolli la
testa.
Ella è
molto pia,
ma la tua
fine non vede:
non comprende
la tua agonia.
- NATALE PER UN
ANZIANO
C'è
aria di festa
già
per le strade,
pei borghi e
le contrade,
con alberi,
presepi,
negozi
illuminati.
Suonan le
ciaramelle
i pastori e
rendono
le attese
ancor più belle
Natale si
avvicina:
si affrettano
gli acquisti
per adulti e
piccini.
Per tutti
c'è un pensiero,
per un
anziano escluso,
dimenticato
in casa
simile ad un
recluso.
A che serve
lui ormai?
Lasci ogni
bene ai suoi
e, in luoghi
più ristretti,
la sua fine
aspetti.
Son tutti
frettolosi:
i figli al
veglione,
la moglie per
la chiesa
a frequentar
la caritas,
a far la
comunione,
soccorrer
poveretti,
adempiere ai
precetti
della sua
religione...
L'anziano,
tutto solo,
abbandonato
in casa,
difendersi
non osa,
chè a
tutti lei lo addita
violento
temerario,
rabbiosità
infinita.
Perciò,
lei deve farsi
una terza
età serena
e non
può più occuparsi
di lui,
malato in pena.
Desidera la
pace?
Avrà
la pace eterna.
Desidera
l'affetto?
Lo chieda in
elemosina:
ne
avrà qualche pezzetto.
Il Signore lo
vede
l'anziano
poveretto:
un angelo gli
manda
a sostener la
fede
nell'ardua
missione
di questa
vita terrena.
E, intanto,
è festa fuori:
gran gioia si
diffonde
pei borghi e
le contrade,
per l'aria e
per la strade,
ma non per
tutti i cuori.
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