Poesie dalla silloge

Cuore stanco

L'ho incontrato
vecchio e bianco
seduto sotto il sole
con il suo cuore stanco.

Aveva una farfalla sul naso,
le scarpe sciolte,
un fiore tra le mani,
una cicca tra le labbra.

Guardava il cielo
con gli occhiali spessi,
quel cielo così grande,
quegli occhi così tristi.

Aveva un orologio rotto
sul polsino sporco,
un cuore in petto
che sbatteva la vita
poi la morte gli ruppe pure quello.

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Per amore

Andrò lontano fuori dal mondo.
Salirò tra i colori dell'arcobaleno
per poi scendere giù
oltre il blu del mare.
Volerò sulle ali di un uccello impazzito,
mi aggrapperò ad ogni raggio di sole.
Piangerò mari di lacrime,
scriverò montagne di versi.
Per amore questo ed altro farò
fino a quando
i passi del cuore sentirò.


.c.Cose di cuore

Vorrei morire
ucciso da una stella cadente
e accendermi anch'io
per illuminare
la notte mia più lunga.

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L'angelo e la rosa

Mio caro angelo
ti prego dimmi
se il tutto è vero
se il dubbio è peccato
e se Dio è nero.

Mia cara rosa
vorrei essere il tuo profumo,
vorrei essere il tuo colore,
vorrei essere la tua spina.

Mio caro angelo perché piangi?
ti prego smettila,
ma se è vero
che per ogni lacrima che versi
vi è una rosa che nasce
allora piangi un altro po'
soltanto un altro po'.

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Mano nella mano

(Io e un bambino)

Mano nella mano
non ti faccio cadere,
ti insegnerò a camminare
ma non a correre,
ti insegnerò a parlare
ma non a urlare,
ti insegnerò a sorridere
e poi piangeremo insieme,
le tue mani con le mie
in una preghiera che non vale
e ti accorgerai che bisogna correre
e ti accorgerai che bisogna urlare;
mi chiamerai vecchio
quando ormai
una mano nella tua mano avrai.

.c.La corsa degli angeli

Un piccolo uomo
corre veloce
lungo una strada
fatta di fossi
verso una meta
che salva la vita.
Il suo pugno chiuso
stringe tre fiori
raccolti nel fango
salvati ad un cingolo.
Il suo viso è felice.
Le sue scarpe son rotte.
I suoi passi son lesti.

Uno sparo
poi un altro
ed è guerra
ed è morte.

Il passo si lenta
poi si frena.
Un urlo di pianto
rivela una porta.
Una misera donna
corre stanca
verso il suo angelo
ormai sparso per terra
che con l'ultima voce:
«mamma, un regalo per te»
le dice e poi muore
mentre il pugno si apre.

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E li senti mormorare

Ai vecchi basta poco
per essere felici,
basta una briciola
per saziarsi,
basta una lacrima
per dissetarsi.

Ai vecchi tutto è troppo,
del poco son contenti,
del nulla si accontentano.

Li senti raccontare,
nelle sere d'inverno
davanti al focolare,
le storie di un tempo
oramai lontano.

E li senti mormorare (dolcemente)
una stanca preghiera
in attesa che venga
anche per loro la sera.

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Assenze ingiustificate

(quel bimbo che non c'è)

Stella mai accesa
persa nella speranza
di vedere la notte.
Goccia mai caduta
sciolta nella smania
di tuffarsi in mare
o di annaffiare un fiore.

Quel fiore triste
perduto nel deserto
morto e mai nato,
per una lacrima
che nessuno ha versato.


.c.La rosa

Colgo una rosa
di color rosa,
via un petalo
ne restano tanti,
via un altro, quasi non si nota.
E ancora e ancora
fino a quando
lo stelo ha vergogna
mentre un piccolo mare rosa
esita nel vento naufrago.
Ora la rosa non è più
eppure il suo indizio
nell'aria si sente
eppure il suo tono
nell'immenso si perde.

Colgo una rosa
forse ho colto il creato.

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Il mio vizio dall'inizio

(la mamma)

Non mi conoscevi
eppure appena nato
tra le tue braccia mi tenevi.

Passò il primo giorno,
poi due, poi tanti
ed io ti stavo sempre accanto.

Mi guardavi con i tuoi occhi:
della mia vita lo scudo
del tuo cuore lo specchio.

Speravi ma non volevi
che grande diventassi,
della mia prima amichetta
già eri gelosa
per il mio futuro
eri tanto ansiosa.

Ora son qui,
come tanti prima di me,
a tentare di parlare di te
che della mia vita
sei l'inizio
che della mia vita
sei il primo vizio.

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