LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA
I grandi poeti contemporanei
Giovanni Raboni
- Da: Le case della Vetra
- Contestazione
- Una, improvvisamente
- s'alza dal letto dicendo
- "questo non si può fare", E s'agita, tira fuori
- roba dai cassetti nello spazio impiccato
- tra comò e attaccapanni, a momenti
- fa cadere la lampada, il catino - e
- fiera nelle sue scarpe davanti allo specchio
- dove affiora la nebbia, ogni
- tanto toccandoli col palmo della mano infone
- il fissatore-insetticida sui capelli.
- Città dall'alto
- Queste strade che salgono alle mura
- non hanno orizzonte, vedi: urtano un cielo
- bianco e netto, senz'alberi, come un fiume che volta.
- dei signori e dei cani.
- Da qui alle processioni che recano guinzagli, stendardi
- reggendosi la coda
- ci saranno novanta passi, cento, non di più: però più giù, nel fondo della città
- divisa in quadrati (puoi contarli) e dolce
- come un catino... e poco più avanti
- la cattedrale, di cinque ordini sovrapposti: e proseguendo
- a destra, in diagonale, per altri
- trenta o quaranta passi - una spanna: continua a leggere
- come in una mappa - imborcchi in pieno l'asse della piazza
- costruita sulle rocciose fondamenta del circo
- romano
- grigia ellisse quieta dove
- dormono o si trascinano enormi, obesi, ingrassati
- come capponi, rimpinzati a volontà
- di carni e borgogna purché non escano dalla piazza! i poveri
- della città. A metà tra i due fuochi
- lì, tra quattrocento anni
- impiantano la ghigliottina.
- Da Cadenze d'inganno
- Come cieco, con ansia...
- Come cieco, con ansia, contro
- il temporale e la grandine, una
- dopo l'altra chiudevo
- sette finestre.
- Importava che non sapessi quali.
- Solo all'alba, tremando,
- con l'orrenda minuzia di chi si sveglia o muore,
- capisco che ho strisciato
- dentro il solito buio,
- via san Gregorio primo piano.
- Al di qua dei miei figli,
- di poter dare o prendere parola.
- Vivo, stando in campagna, la mia morte
- Vivo, stando in campagna, la mia morte.
- Appeso a trespoli, aiole,
- alle radici del glicine, ai raggi della ruota,
- aspetto (il barattolo del nescafé
- a portata di mano, l'acciarino
- fra le dita del piede)
che l'arcangelo Calabresi scenda a giudicarmi.
- ©1999 Il club degli autori,Giovanni Raboni
Per comunicare con il Club degli autori: info@club.it
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Agg 30 marzo 1999