LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA
I grandi poeti contemporanei
Luciano Erba
- Da Il male minore
- Dal dottor K.
- (con tre glosse e una variante)
- Si sciolga si stenda si rilassi
- e associ le immagini del sogno
- il sottogola dei preti
- la pancia dei tonni
- le prugne
- le prugne bianche di Boemia 1
- associ! Ë difficile
- ce blanc ci tendre de pltre
- sous un ciel de vent d'ouest
- sali par les cheminèes d'hiver 2
- associ! dopo il viadotto cominciammo a salire
- tra due siepi di rovi 3
- associ! salivo scale verniciate di fresco
- di case ricominciate
- strappavo grumi di minio dalle ringhiere
- associ, associ! ma ritorna il tonno!
- associ si sciolga si rilassi
- salivo scale sopra il mare
- K. seduto come Napoleone
- Decide
- Salire scale è come (Adler) amare. 4
- 1 eravamo partiti da Mariahilfe fino ai fiori dei fagiolitra i papaveri d'alta montagna
- 2 Variante ce blanc des cuisses des filles quand elles quittent leurs bas noirs dans un meublè
- 3 fu uníestate di fiori divelti di treni freschi, díimposte socchiuse
- 4 fu quando su una sedia di vimini tatuavo la scema di Rimini?
- La Grande Jeanne
- La Grande Jeanne non faceva distinzioni
- tra inglesi e francesi
- purchÈ avessero le mani fatte
- come diceva lei
- abitava il porto, suo fratello
- lavorava con me
- nel 1943.
- Quando mi vide a Losanna
- dove passavo in abito estivo
- disse che io potevo salvarla
- e che il suo mondo era lÏ, nelle mie mani
- e nei miei denti che avevano mangiato lepre in alta montagna.
- In fondo
- avrebbe voluto la Grande Jeanne
- diventare una signora per bene
- aveva già un cappello
- blu, largo, e con tre giri di tulle.
- Don Giovanni
- La Nene ha un gran cappello
- a sesti di piquet
- e colorati sopra
- lamponi e raisinet.
- Per me Ë un gran gelato
- servito con la frutta
- ma non si dica a Nene
- che nel mese di agosto
- le starÚ sempre accanto
- per quel cappello bianco.
- Un'equazione di primo grado
- La tua camicetta nuova, Mercedes
- di cotone mercerizzato
- ha il respiro dei grandi magazzini
- dove ci equipaggiavano di bianchi
- larghissimi cappelli per il mare
- cara provvista di ombra! per attendervi
- in stazioni fiorite di petunie
- padri biancovestiti! per amarvi
- sulle strade ferrate fiori affranti
- dolcemente dai merci decollati!
- E domani, Mercedes
- sfogliare pagine del tempo perduto
- tra meringhe e sorbetti al Biffi Scala.
- Da Il prato più verde
- Gli anni quaranta
- Sembrava tutto possibile
- lasciarsi dietro le curve
- con un supremo colpo di freno
- galoppare in piedi sulla sella
- altre superbe cose
- apparivano allíaltezza degli occhi.
- Ora gli anni volgono veloci
- per cieli senza presagi
- ti svegli da azzurre trapunte
- in una stanza di mobili a specchiera
- studi le coincidenze dei treni
- passi una soglia fiorita di salvia rossa
- leggi "Salve" sullo zerbino
- poi esci in maniche di camicia
- ad agitare líinsalata nel tovagliolo.
- La linea della vita
- deriva tace síimpunta
- scavalca sfila
- tra i pallidi monti degli dei.
- Le giovani coppie
- Le giovani coppie del dopoquerra
- pranzavano in spazi triangolari
- in appartamenti vicini alla fiera
- i vetri avevano cerchi alle tendine
- i mobili erano lineari, con pochi libri
- líinvitato che aveva portato del chianti
- bevevamo in bicchieri di vetro verde
- era il primo siciliano della mia vita
- noi eravamo il suo modello di sviluppo.
- Da L'Ippopotamo
- Fine delle vacanze
- Ero uno che sollevava la pietra
- affondata nellíerba tra la malva
- scoprendo un mondo di radicole bianche
- di città color verde pisello;
- ma partite le ultime ragazze
- che ancora ieri erano ferme in bicicletta
- nascoste da grandi foglie di settembre
- alle sbarre del passaggio a livello
- mi sento io stesso quella pietra.
- Anche le nuvole sono basse sui campi di tennis
- e il nome dell'hotel scritto sul muro
- a nere, grandi lettere Ë tutto intriso di pioggia.
- Da L'ipotesi circense
- Un cosmo qualunque
- Abitano mondi intermedi
- spazi di fisica pura
- le cose senza prestigio
- gli oggetti senza design
- la cravatta per il mio compleanno
- le Trabant dei paesi dell'est.
- Tèrbano, ma che vorrà dire?
- Forse meglio di altri
- esprimono una loro tensione
- uníaura, si diceva una volta
- verso quanto ci circonda.
- Senza bussola
- Secondo Darwin avrei dovuto essere eliminato
- secondo Malthus neppure essere nato
- secondo Lombroso finirò comunque male
- e non sto a dire di Marx, io, petit bourgeois
- scappare, dunque, scappare
- in avanti in indietro di fianco
- (così nel quaranta quando tutti) ma
- permangono personali perplessità
- sono ad est della mia ferita
- o a sud della mia morte?
- Garches
- a S.F.
- Quando si parla di case di settembre
- dolce è dir poco di un ritorno a Garches.
- Sei stato su e giù nei sette mari
- magari a Machu Picchu e chissà dove
- intanto il fogliame del giardino
- cresceva tra le piccole prugne
- si arrampicava l'uva americana
- sulla facciata con le imposte verdi
- l'autunno ti aspettava
- senza chiedere niente.
- Off limits for doctor K.
- Non sanno le donne, no, non sanno
- che cosa mi fa pensare a loro
- insistentemente (Ë un esempio)
- la ricordavo che bagnava i fiori
- con un annaffiatoio da bambini;
- a volte basta meno, quasi un niente
- una donna di spalle
- una strada tra i campi
- quanto ad analizzare, il ciel ne scampi.
- Ricordando Vittorio Bodini e la Puglia
- Dopo la lunga siesta di dicembre
- svegliarsi in un paese meridionale
- di strette vie, in salita e in discesa.
- Salgono odori di cibi affumicati
- scendono i ragazzini del doposcuola
- vi è una stella nel cielo invernale
- Bodini dice: Ë Natale!
- Dasein
- Líessere perentorio (dasein?)
- del tappeto o di un listello di parquet
- mi fa dopo un poí pensare al nulla
- quasi stessi leggendo, anzi assai meglio,
- i detti di un saggio tibetano:
- un nulla di pelle, direi un brivido
- che fa chiudere gli occhi, per vedere
- su creste e cornici di monti
- andare come se non andassero i treni,
- o me stesso con un cappello di paglia
- che pedalo diretto al mercato
- in sella a una bicicletta da donna:
- una strada un poí bianca un poí piana
- esserci, allora?
- Variar del verde
- Quel campanile osservato dal treno
- che fa una esse tra sambuchi e robinie
- non è forse il miglior osservatorio
- su altri verdi, di foreste ercinie?
- Ecco un tipo di foglie che guadagna
- se questo verde di alberi da frutta
- so vedi contro un cielo minaccioso
- di un temporale colore di lavagna.
- Vi è poi un verde selvatico di forre
- a mezza costa, sotto i santuari,
- che scurisce nel colmo dellíestate:
- il sole è alto, l'ombra fa miracoli,
- serpeggia il verde da Fatima al Carmelo,
- salgo in mezzo ai roveti, guardo il cielo.
- Il circo
- Un circo è un circo, anche un piccolo circo.
- Il mio paese sembrava più leggero
- la sera, quando issata l'alta cupola
- le bandiere si alzavano nel cielo,
- quando un drin drin di giochi e carabattole
- faceva più spediti il cuore e i passi
- i colori apparivano più veri
- nell'aria nuova, era marzo, era la sera,
- soprattutto l'azzurro, la lontana
- linea dei monti, il fumo dei camini
- e la notte al di là del campanile
- che attendeva la fune del funambolo.
- Partiva il circo la mattina presto
- Furtivo, con trepestìo di pecorelle,
- io poichè, fatti miei, stavo già desto
- vedevo svanire il circo e poi le stelle.
- Tuttologo in TV
- di profilo ha la faccia da fesso
- di faccia il profilo è lo stesso
- Questo è tempo di haiku
- Questo è tempo di haiku dice il maestro
- tutto il resto sunt lacrimae rerum
- conta il raggio di luna sul canneto
- lasciali perdere, Sacchi e Di Pietro.
- Scale
- Scale
- che non portano da nessuna parte
- scale
- che salgono soltanto per scendere
- e difficile orientarsi
- nei dintorni del nulla.
- Da Negli spazi intermedi
- Un paesaggio docile
- L'albero che saliva si piegava
- tornava a salire verso il cielo
- ma avesse preso questa o quella forma
- avesse avuto questo o quel colore
- sarebbe stato solo un albero
- soltanto un segno su quel dosso di monte
- di un paesaggio creato dai miei occhi
- per secondare i miei esaltati spirti
- la mie fierezza di viandante alpestre
- giunto infine poco sotto la vetta.
- Il formaggio
- Sarà bene parlando di un mio modo
- di abitare nel mondo del presente
- (un sistema spaziale dove scambio
- forma e corpo con quanto mi sta attorno
- con le cose alle quali vado incontro
- per vivere in loro e loro in me)
- sarà bene riveli che tal modo
- di stare vicino al quotidiano
- mi fu chiaro ab initio una mattina
- avevo fame, era tempo di guerra
- da parte a parte guardavo nei buchi
- di una fetta sottile di formaggio
- cosÏ assorto mi sentivo rapito
- ed ero un poí di qua e un poí di là.
- Rema in piedi
- Rema in piedi controcorrente
- per salutare gli amici sopra il ponte
- beve con noi un vino spesso e forte
- seduti a un lungo tavolo di legno
- appare e scompare in mezzo agli alberi
- nel più fitto del bosco
- Ë il monaco che passa su un fiume gelato
- Ë il Figlio, nell'idea direi incompleta
- che provo a farmi della Trinità.
- In libreria
- ...
- capitano in libreria col loden verde
- il cappello chinato sopra i libri
- sfogliano pagine, talvolta appena un cenno
- a un loden di un banco più lontano
- intellettuali a Milano
- In medio stat vitium
- Sei di quelli che ai test
- danno segni contraddittorò
- ma di certo
- nè genio nè idiota
- e allora?
- un pover uomo
- perseguitato dai geni e dagli idioti.
- Al padre Camillo
- (all'amico Camillo per il suo 80mo compleanno)
- Amico abduano, ad allietare augusto anniversario
- Laboratorio di Letteratura
- Potenziale partecipa: propizi
- Auspica altri anni avvenire.
- Distesa da Davide e De Piaz
- Robusta rete raccolse rari reduci
- Eterni erranti (Erba eventualmente)
- Convinti convenisse contrastare
- Avversari annidati ancora in alto
- Miraggio macroscopico! ma meminisse
- Iuvabit: importava ieri incontrarsi
- Lungo laghi lombardi, liberi, latitanti
- Liete locande, libri, letture
- Oggi, o ottuagenario orobico, oggi oremus!
- ©1999 Il club degli autori, Luciano Erba
- Per comunicare con il Club degli autori: info@club.it
- Prima di scrivere, please, consulta le FAQ, è possibile che trovi la risposta
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Ins 11 maggio 1999