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Lorenzo Dramisino
Lorenzo Dramisino è nato a Villapiana (CS) il 9 luglio 1954 e vive a Cornaredo (MI). Fin da ragazzo ha coltivato due passioni: la pittura e la poesia, quest'ultima tenuta sempre in forma molto riservata. Da poco ha deciso di porre le sue poesie ad un riscontro critico partecipando a concorsi letterari.Si è classificata 12a al concorso Poesie in Cornice 1997 con questa poesia:
- Uomini crudeli
- Dio dei cieli
- hanno rapito un Tuo figlio,
- han spezzato il mio cuore di padre,
- tagliato le ali della vita
- che sfinisce con la sofferenza, il dolore.
- Pietre
- che rotolate nel torrente in piena
- lungo il corso dell'esistenza,
- alla foce del fiume sarete più buone?
- Giochi innocenti,
- girotondi di fiabe,
- occhi sgranati curiosi di vita
- volate sui monti in cerca di lui.
- Soffrirà il freddo,
- gli mancherà il calore di madre amorosa.
- Svegliati
- nella notte oscura piccolo mio,
- alza gli occhi al cielo,
- vedrai una Luce più buona che mai;
- affidati a lei con tutto il tuo cuore:
- dai sassi più duri nascerà amore.
- Ti cercai
- Come un frutto acerbo e proibito,
- ti cercai Amor mio,
- dapprima nell'anima poi nel cuore,
- sapendo che ben presto avrei confuso
- la mia immagine e la vita stessa
- con la tua, amando al di là dei
- confini della mente, così fredda,
- così egoista.
- Ti cercai Amor mio,
- e come il cielo dopo un temporale
- estivo, così mi apparisti, azzurra
- e luminosa, eterea e divina,
- miraggio nel cemento di città.
- Nei tuoi occhi, oasi di luce
- e tenerezza, io mi persi e, mai più
- mi ritrovai.
- Bambini
- Bambini, anime candide,
- raggi di vita impetuosa,
- dolcezza infinita nel mondo
- e nel cuore.
- I bambini, occhi spalancati
- come finestre nell'Universo,
- amore divino da conquistare
- ogni giorno con impegno e
- buona volontà.
- Bambini, cuoricini aperti
- all'amore, luci di stelle
- nel cielo più scuro;
- quanti siete e quanti saremo.
- Bambini, senza di voi nulla
- è vivo ed io stesso potrei
- non esserlo.
- Le strade
- Se un domani, noi crudeli,
- divideremo le nostre strade
- separando mani e cuori,
- allontanandoci l'un l'altro,
- aspetterò che i passerotti
- abbiano vestito le piume più
- spesse così da poter volare
- da soli nel cielo della vita;
- poi guardandomi allo specchio,
- cercherò la mia anima e fuggirò
- da me stesso, pozzo svuotato
- dalla quotidiana vita.
- Toglierò le vesti alla mia
- pelle e le scarpe ai piedi,
- e così mi darò al mondo, a mani
- vuote, lasciando che giorno
- dopo giorno la mia vita
- si consumi.
- Infinite strade e sofferenze
- saranno la mia compagnia;
- sentirò campane a festa
- accogliere i miei passi,
- e cani arrabbiati
- farli poi allontanar,
- finché il cuore ce la farà.
- Se sapessi
- Se sapessi suonare,
- inventerei dolci melodie
- e in esse cullerei la
- mia anima.
- Se sapessi dipingere,
- con fantasie di colori
- ti mostrerei le mie ansie
- e le mie speranze.
- Se sapessi parlare,
- anche il silenzio sarebbe
- mio complice.
- La vecchiaia
- Come un campo appena aratro,
- così allo specchio vedrò il mio viso
- solcato dalla vita.
- E come in autunno gli alberi
- perdono le foglie, così i miei
- bianchi capelli cadranno al
- tramonto.
- Ma a primavera, le prime foglie
- verdi appariranno, ed i boccioli
- copriranno di tenui colori le piante
- che torneranno a nuova vita.
- Così non sarà per me;
- le rughe ed i bianchi capelli
- saranno lo specchio della mia vita
- e ciò che è stato è stato, nel bene
- e nel male.
- La compagna
- È dolce a te pensare
- sulla riva del mare
- mentre un'onda bizzarra
- sale
- Figlio mio
- Figlio mio,
- quanti anni avrai quando io
- sarò lontano, sempre più
- vicino a te.
- Quante cose avrai già fatto,
- quante ancora ne farai,
- quando io sarò lontano,
- sempre più vicino a te.
- Dalla vita imparerai
- quel che io non ti ho detto,
- quel che io non ti ho dato,
- per mancanza di tempo
- o volontà.
- Ma tu figlio,
- saprai capire che quel poco
- che ti ho dato, era il meglio
- ch'era in me
- e allora sarò lontano
- sempre più vicino a te.
- Nel silenzio
- Nel silenzio e nel cuore
- della notte;
- nel silenzio e nel cuore Infinito,
- solo il mio respiro greve s'innalza
- verso mete amate e sconosciute.
- Oh, potermi librare anch'io
- leggero, come respiro soffiato
- da fanciulli innocenti nei loro
- palloncini colorati, che lasciano
- liberi a giochi bizzarri dettati
- dal vento.
- Zavorra; zavorra dal mio cuore
- dovrei lasciar cadere:
- pensieri, angosce, sofferenze
- subite e fatte, parole dette
- o taciute.
- Nel silenzio e nel cuore
- della notte;
- nel silenzio e nel cuore del mio
- cuore, come vorrei sentire un passo
- amico che nel buio si fa strada
- sicuro e buono, avvicinarsi a me
- così piccolo così colpevole, così
- fragile e così malvagio.
- Nel silenzio e nel cuore della notte,
- una mano aperta, e nella mano una carezza,
- una carezza sola per mutare questo lupo
- in agnello, e gettare nell'abisso la pietra
- che grava sul mio cuore e ne annebbia
- i sentimenti.
- Nel silenzio e nel cuore della notte,
- solo il silenzio.
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