Scrittori italiani contemporanei Monica Battaglino Ha pubblicato il libro
- Monica Battaglino, Frammenti di inquietudine,
- editrice Montedit, 1998, pp. 32, Lit. 6.000, ISBN 88-86957-38-6
- Gelida carezza
- Questo urlo lo leggi negli sguardi
- è nascosto in un dolore immobile
- nel guardare queste cose, cose inanimate
- perché ogni nulla ci dicono,
- domani ti porgerò quel fiore bianco, bianco ghiaccio
- per notare il gelido contrasto con le tue mani,
- forse mi colpirà
- e la musica ancora avvolgerà i nostri pensieri
- pezzi dispersi di mosaico
- giocheranno nel vento.
- Io non sono figlia che di me stessa
- Io non sono quella che sono
- figlia dei fiori,
- figlia del sole e della luna
- figlia dell'odio e dell'amore
- e di tutto e di tutti.
- Camminiamo separati
- nella natura
- sotto le stelle
- sognando, nei sogni più belli
- ci teniamo per mano
- ci uccidiamo e ci ignoriamo, lentamente
- tramando vittorie.
- Come dal respiro di un Dio
- ebbero un anelito di vita
- quelle brune piume
- che spiccarono il volo leggere
- e quelle bacche rosse
- che brillarono nascoste
- nella più viva luce.
- Come nacquero da un uomo
- le più diverse opere e parole
- io non sono figlia che di me stessa
- e di questo destino
- che non mi può giudicare
- e che in una notte di nebbia ci lega
- con invisibili catene.
- Filo conduttore
- Le mie dita sulla tua fronte
- premono per lasciarti un'impronta leggera
- per toglierti i pensieri,
- per toglierti quel sorriso accennato.
- Fuori c'è un gran vento
- gli alberi scuotono
- i loro frutti rotondi rimbalzano sul prato.
- Le mie dita sui tasti del piano
- premono per sollevare note smorzate, stonate
- un ritornello stridulo.
- Quel cappello a cilindro sul tavolino
- mi riporta ad una parola francese
- ad un pierrot triste con l'armonica in bocca
- all'aria pungente di un giorno lontano.
- La tua tranquillità mi spaventa e mi attrae
- mentre inseguo l'armonia e l'ordine
- di un filo conduttore.
- Qualcosa d'intenso
- Cieli si aprono
- sotto il suo sguardo
- inghiottiti sono i suoi occhi
- come cristalli d'acqua
- nel caldo abbraccio di un fuoco che divampa
- e pensieri, in mille modi presenti
- scivolano, fondendosi con mille altri pensieri.
- E una luce che senza fine ferisce
- muove il desiderio di qualcosa d'intenso
- e sotto la sua lama
- cadono vite appassionate
- in un istante
- e lampi squarciano il mio cielo
- per ricongiungersi con la mia già folle anima.
- Vagando per paesaggi stellari
- rivedo croci
- e diaboliche sette
- e petali di nero velluto
- e ritmi frenetici sono nei nostri cuori appassionati
- in un istante.
- Il libro
- In un altro tempo ti vidi
- con altri nomi
- con altri occhi
- altri libri leggevamo
- e sempre ti riconobbi.
- Sottilmente ci odiavamo
- quando con fare cortese
- ci scambiavamo frasi
- che se ne volavano via
- dalla finestra spalancata
- e fingevamo di non capire.
- Un giorno avevi bianche dita e bianchi capelli
- sapevi suonare spartiti e scrivere pagine
- crudelmente sceglievi le cose più belle
- e distillavi il veleno da portarmi
- per l'ultima volta alle labbra.
- Ora vesti di rosso
- e le tue dita si muovono
- come quando passeggiando nel sole che stordiva
- mi leggevi dal tuo libro
- le frasi che ti colpivano.
- Frasi che ritornano
- come scritti riavvolti
- alle estremità di messaggeri alati.
- La rosa
- La tua unica gioia era coltivare le rose
- il tuo animo era più prigioniero di altri
- nel prestarvi cura.
- Nel sciogliere goccia a goccia
- l'essenza che le nutriva.
- Nella rosa azzurra condensavi i tuoi ideali
- ed essa appariva come attraverso
- una lastra sottile
- nebulosa, sfocata
- immersa in umidi vapori
- ed erano i pensieri che ti svegliavano al mattino
- reggevano la coppa dalla quale bevevi
- muovevano le tue gambe e le tue braccia.
- Nel crepuscolo la rosa gialla mutava
- ed era materia per la tua noia
- mirarla, mostrarla,
- discuterne, irriderla
- se stranamente volgeva occhi e colore.
- La rosa nera era quella che amavi
- perché non sapevi scherzare senza sciogliere
- il suo scherzo segreto
- perché si nascondeva senza nascondersi
- ed era fonte di oscuri dilemmi.
- Autunno
- L'Autunno si impregna di nuovi sapori
- di nuove nebbie
- di nuovi propositi e dubbi
- è un'anima vagabonda
- sulla panchina di un parco,
- è una sagoma di molle cartone,
- è una foglia che galleggia sull'acqua
- fradicia e bella
- è la ghiaia che ti rammenta i tuoi passi.
- Tristezza
- La tristezza ti avvolge di dubbi
- e qualcosa nel tuo cuore muta
- impalpabile rende le cose diverse
- ne trasforma gli aspetti.
- Il tuo cuore sanguina.
- Tutto si rovescia
- come una coppa
- che era piena di vino, di petali profumati,
- di inebriante essenza
- sentendoti vuoto vedi ora ai tuoi piedi disperso
- ciò che prima era certo.
- Sguardo di disapprovazione
- Ho colto il tuo sguardo
- che voleva rimanere celato
- o che mirava diretto.
- Rimane una lama
- da estrarre lentamente.
- Un abito
- In questa stanza c'è penombra
- una dolce intimità
- c'è odore di cose vecchie
- della coperta
- che conserva ancora il ricordo
- di un profumato contatto,
- degli abiti che sono una collezione di ricordi
- perché ognuno mi ricorda un giorno,
- un episodio,
- un mio modo d'essere.
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