- Fantasie
di uno scrittore
-
- Ma
quale fantasia spinge uno scrittore a scrivere? Che
cos'è che ti anima quando vedi un foglio di
carta e senti odore di inchiostro? Stai attento
aspirante scrittore, l'altro giorno hai avvertito il
desiderio irrefrenabile di strappare il quotidiano
dalle mani di quel povero pendolare sul tram solo per
riempire quel lembo bianco, candido non raggiunto dai
caratteri di uno sprovveduto giornalista. Ah, se solo
ci fossi stato tu al suo posto: non avresti lasciato
neanche uno spazietto libero. Scrivere, scrivere,
scrivere. Dì la verità, sei talmente
disperato che scriveresti su un muro pur di vedere
delle parole impresse su qualcosa, sul tuo palazzo, su
tutti i palazzi della città e perché no,
su tutto il mondo. Un mondo ricoperto di parole in
corsivo, stampatello maiuscolo, stampatello minuscolo,
con tutti gli inchiostri, di ogni alfabeto, di ogni
lingua. Ma che cosa scriveresti, scrittore? Un romanzo
d'amore, un giallo, una storia vera, una biografia, un
saggio, una commedia, una sceneggiatura, una raccolta
di bugie ...no, non ti ingannare, non sei ancora
pronto per farlo. Sei stanco e confuso, forse è
meglio non pensarci. I veri scrittori sono ispirati,
cercano lo spunto senza braccarlo perché lo
fiutano laddove i comuni insensibili non ne sospettano
la presenza. Quindi esci. Il bar è un buon
posto per distrarsi dai propri chiodi fissi.
Sì, ma è meglio che tu non dia troppo a
vedere cosa ti passa per la testa: il barista ti
chiederebbe se va tutto bene e tu sei troppo ingenuo
per rispondere che niente ti preoccupa: niente ti
preoccupa? Sei così paranoico che scambieresti
il barista per l'analista, aprendogli il tuo cuore di
aspirante scrittore affranto e rovinando tutto. No,
non si fa così. E lo sai bene che i tuoi
sentimenti più profondi potrebbero essere in
realtà il romanzo del secolo, quindi
perché sprecarli, gettarli al vento,
trasformarli in parole non scritte e darle in pasto a
qualcuno che potrebbe arrogarsi i diritti d'autore? Un
giorno non troppo lontano uscendo per fare una
passeggiata consolatoria potresti imbatterti nella
vetrina di una libreria e vederlo: il libro, il tuo
libro, quello a cui avevi tanto pensato, con il colore
della copertina come volevi tu e anche il titolo
e...il nome dell'autore che non è il tuo. Non
ti chiami Gianfranco, non hai scelto quel
sottotitolo...poi la folgorazione: ma sì! Il
barista! Quello a cui avevi spifferato tutte le tue
intenzioni, tutte le verità che sono finite in
quel libro. Ora però stai esagerando, non
è accaduto ancora nulla di tutto ciò e
non accadrà se terrai la bocca chiusa. Hai
bisogno di qualcosa di forte. Sei affranto
perché a corto di idee, e questo ti procura un
turbine di sensazioni: capita a tutti, anche ai grandi
scrittori. Devi solo imparare a sfogarle in qualche
modo, farle entrare in una penna e poi inciderle su un
foglio di carta.
- "Un
whisky, per favore".
- Su
non dirlo così, aggiusta il tono, sii
pensieroso ma impenetrabile
- "...volevo
dire: un bicchiere di whisky con ghiaccio, molto
ghiaccio; ghiacciato come la morsa del gelo invernale
sulle montagne del Colorado..."
- No,
no!! Così sembri la caricatura di Heminguay!
Non sprecare le parole, usale sulla carta.
- Dì
la verità, aspirante scrittore, non sapere cosa
scrivere e come scriverlo è la sensazione
più brutta del mondo. Il fatto è che sei
partito in quarta volendo imitare i grandi geni della
letteratura e non hai pensato che l'entusiasmo
iniziale andasse alimentato come il fuoco dal mantice.
Credevi sul serio che l'ispirazione ti sarebbe venuta
dal cielo? Solo i grandi hanno questo dono, solo loro
riescono a trasformare la realtà in periodo
bellissimi, leggeri, eleganti, appassionati...Eh,
sì quando pensi alle pagine incalzanti di un
Melville o alla magia dei racconti di un
Màrquez non puoi fare a meno di sospirare come
davanti ad una visione celestiale. Allora coraggio,
non stare lì a piangerti addosso, prendi
esempio dai tuoi maestri anche loro avranno pur
cominciato da qualche parte! Magari inizia con
qualcosa di semplice, di poco complesso...una lettera!
Ti vengono in mente tutti i romanzi epistolari che
conosci, passi in rassegna le frasi d'amore più
belle - perché le lettere più famose
sono lettere d'amore, che diamine - e poi senti
qualcosa di strano. Eccola, la tanto aspirata
aspirazione ti sta aspirando e risucchiando nel mondo
della scrittura. Scoli il tuo whisky, il barista non
capisce perché il tuo volto ha cambiato
espressione tutt'a d'un tratto, ma non hai il tempo di
dargli spiegazioni, non lo hai fatto neanche prima. Le
scale, i pianerottoli, ci sei quasi... dove hai messo
le chiavi? Forza apri, altrimenti le tue idee
voleranno via da qualcun altro e sai quanto ti
costerebbe caro. Il suono della porta che si apre
è quasi trionfale: eccola, pronta a saggiare le
tue dita e tuoi pensieri la penna ti aspettava. Niente
destinatario, al massimo lo deciderai dopo, niente
frasi sdolcinate solo quello che senti adesso.
Sarà una lettera rivelatrice, profonda,
incisiva...
- "...Non
c'è nulla a questo mondo che possa frenare le
passioni umane perché queste sono turbini, sono
mari in tempesta, sono calamità naturali di
fronte alle quali si hanno solo due alternative:
lasciarsi travolgere o cavalcarle..."
- Niente
male. È un incipit ispirato. Forse un po'
troppo passionale, se non mitighi il tono rischi di
cadere nel retorico, nel pomposo. Perché non
continuare con un
- "Ma
che ne posso sapere io di passioni travolgenti, non ho
vissuto abbastanza per poterle provare veramente e
l'unica fonte che mi abbia mai ispirato non è
stata l'amore ma le parole di scrittori innamorati,
ispirati..."
- Sì,
continua così, sarà davvero un piccolo
capolavoro. Potrebbe essere l'inizio di una carriera
folgorante, da vero scrittore. Potrebbe diventare un
pezzo da collezione ricercatissimo per i bibliofili
delle tue opere e tutti i testi scolastici citerebbero
La Lettera come un exploit letterario, una spaccatura
tra i generi precedenti e il tuo genere, l'inizio di
una nuova scuola, di una nuova corrente. Ma non
divagare, concentrati, ora arriva il difficile: devi
dare corpo a questi pensieri, devi strutturarli in
qualcosa di più concreto, non puoi rimanere sul
vago altrimenti il lettore si stancherà. Prova
con una figura retorica, cerca un elemento della vita
reale e rendilo il più letterario possibile. Il
segreto dei grandi scrittori è quello di saper
scrivere su qualunque cosa. Anche la più
banale. C'è qualcosa di banale intorno a te?
Osserva la tua stanza, cosa vedi, cos'è che
può dire qualcosa di te? Il vasetto dello
yogurt che hai mangiato a metà stamattina
è una bella sfida umanistica. Quel vasetto
rappresenta la tua indecisione, il fatto di non averlo
finito il tuo blocco psicologico, la tua insicurezza
verso la vita, verso la scrittura...
- "...guardo
quel vasetto di yogurt alla banana, lasciato a
metà come gran parte della mia vita: il
pessimismo mi invade. È banale paragonare la
propria esistenza ad uno yogurt? No, non l'esistenza,
solo la mia frustrazione...".
- Ci
siamo, ma non è ancora tutto. Colpisci, batti
il ferro finché è caldo, stupisci con un
passaggio decisivo. La parte dello yogurt non era
niente male, forse una similitudine chiarirebbe
ulteriormente il concetto
- "...ma
ho preso coscienza di me stesso e delle mie
capacità e come l'atleta che rimontata la sua
corsa dopo interminabili momenti di contesa si lancia
verso il traguardo per l'ultimo scatto finale
così il mio animo si risolleva dallo sconforto
e a testa alta taglia il traguardo della stima e della
consapevolezza di sé..."
- Ti
senti più leggero, sollevato. Il peso che ti
sei portato addosso per tanto tempo te lo sei
scrollato in pochi istanti, grazie al potere delle
parole. Che sensazione magnifica... e l'hai scritto di
getto, con un lessico chiaro, scorrevole, senza
ripensamenti. Rileggi la tua opera, il prodotto della
tua mente; lo rileggi, credi che sia meglio inserire
una pausa nell'incipit, così per conferire il
senso della riflessione. Adesso suona
meglio...rileggilo da capo, senti come fila. Magari
cancellare quel 'ispirati' non sarebbe una
cattiva idea, il periodo è ridondante. Lo
rileggi ancora e ancora e ancora. Ma che stai facendo,
hai cambiato i punti essenziali del tuo scritto!?
Sì, sarà sempre lui, ma ora è
diverso. Che c'è? Non ti ricordi più che
cosa hai cancellato? E se non ti venisse più in
mente? Se non trovassi più le parole. Ti
sforzi, ma più ti sforzi e più ti si
crea il vuoto intorno. Perché hai avuto i
ripensamenti? Non si torna mai indietro, la prima
stesura è l'espressione genuina dell'animo di
uno scrittore e non si violenta in questo modo
barbaro! Quel che è peggio è che la tua
ispirazione, indignata, ti ha abbandonato e potrebbe
non tornare mai più. Allora ti senti strano,
cominci a respirare più forte...no, non
è un attacco di panico è un attacco di
rabbia. Il sangue ti ribolle in corpo, vorresti
prendertela con quello che ha combinato questo
disastro. Ma non c'è nessun altro. La colpa
è tua, solo tua perché hai voluto
strafare, hai voluto i 'ripensamenti' come se
fossi un grande scrittore, ma non lo sei. Quindi
afferri l'oggetto della vergogna, lo accartocci, lo
appallottoli digrignando i denti e lo scaraventi per
terra perché non merita nemmeno l'onore del
cestino della spazzatura. Sei disperato, sei un
fallimento, a questo punto tanto vale che tu pianga:
è lo sfogo più sano. Del resto anche
Leopardi avrà pianto chissà quante
lacrime amare, per non parlare di Elsa Morante o di
Ugo Foscolo. Ma loro sono grandi scrittori. Tu, no.
Sei solo un apprendista. Piangi, piangi piccolo
apprendista, la sofferenza aiuta ad essere più
forti, tempra lo spirito. Sprofonda pure nella
poltrona, i fazzoletti sono proprio lì accanto.
E nel soffiare via tutte le lacrime dal tuo naso con
la vista ancora annebbiata ti cade l'occhio sulla tua
libreria, colma stracolma di libri, testi, libelli,
fotocopie e recensioni e per un attimo ti senti
orgoglioso: tu hai letto tutto di ogni cosa che sia
stipata su quei ripiani. I classici che ti porti
dietro dal liceo, la raccolta di Kafka, i prodigi di
Wilde, la saga di Tolkien, le cronache e gli studi su
tutte le guerre di questo secolo, i manuali di
bricolage, persino i resoconti sulla mortalità
delle scimmie dell'Honduras e il tuo preferito, il
libro che ti ha affascinato, l'opera che leggeresti
miliardi di volte senza mai stancarti perché
è la tua medicina, il tuo karma, è 'Vero
scrivere' dell'ungherese Ubel Zheretlidivek che
custodisci nell'ultimo scaffale in alto a destra... e
che adesso, inspiegabilmente non c'è. Ti
avvicini perché non ci vedi ancora molto bene e
palpi la libreria perché forse lo hai messo da
qualche altra parte, ma dove? Non lo porti mai in
camera, né in cucina, tantomeno in bagno allora
dov'è? Riprovi a tastare il loculo vuoto
dell'ultimo ripiano in alto a destra e... sbuca un
foglietto di carta di cui non ti eri accorto e
leggi:
- "Ciao
tesoro. Se hai trovato questo biglietto vuol dire che
finalmente ti sarai accorto della mia assenza. No, non
sono andata a fare la spesa, ti ho piantato in tronco.
Pensi che dedicare tutte le tue attenzioni a penne,
libri e fogli di carta sia stato un incentivo per la
nostra relazione? Comunque non ha importanza. Ho
capito che tra noi non poteva funzionare quando ho
scoperto che avevi scritto un sonetto su uno dei miei
vestiti firmati.
- Non
te la prendere, vedrai che troverai la tua musa
ispiratrice! Baci baci, Lulù
- P.S.
Sapendo che era l'unico modo per vendicarmi di te ti
ho preso quel libro che (come lo hai definito?) per te
è catartico e purificatore. Consideralo una
sorta di risarcimento..."
- La
tua fidanzata. O meglio ex-fidanzata. Ricordi? In
effetti ti sembrava di aver avvertito una sensazione
strana da qualche giorno a questa parte, come di
silenzio innaturale dentro casa ma non avresti mai
immaginato che fosse dovuto a lei. Dov'eri quando ti
ha piantato? Forse immerso nella tua crisi ossessiva
da scrittore mancato. È per questo che hai
scritto anche sul suo vestito firmato; chissà
che non avessi combinato qualcosa di interessante.
Dovrebbe essere nell'armadio... e infatti eccolo qua:
ovvio che non se lo sia ripreso è completamente
impiastrato. Ma non è questo il punto. Devi
pensare a recuperare il tuo libro, non puoi farne a
meno. Puoi rinunciare all'amore, ma non ai tuoi
libri.
- Potresti
telefonarle, ma figurati se accetta di vederti. No,
meglio l'effetto sorpresa degno dei migliori romanzi
gialli. Ti precipiti giù dalle scale e ti metti
a correre perché sono solo pochi isolati. Stai
per raggiungere il portone ma datti una sistemata
prima di suonare. Prendi fiato, non farti vedere
agitato perché lei se lo aspetta, dovrà
invece sembrare una visita normalissima... Coraggio,
il campanello.
- "Sì,
chi è?" È lei, ma non è venuta
ancora ad aprire, dì qualcosa.
- "Em...
controllo caldaie!"
- Ma
che vai blaterando... niente panico, ormai l'hai detto
e devi recitare la parte sino in fondo, cerca di
sembrare convincente.
- "Ma
io non ho richiesto il controllo della
caldaia!?"
- "È
un servizio gratuito signorina, perché... dalla
sicurezza della propria caldaia... dipende il futuro
della sua casa!" Bella mossa, sponsor rassicurante con
sorriso smagliante! Ha funzionato, ha aperto la
porta... Non darle il tempo di riconoscerti, inventati
qualcosa... Bè, che male c'è, nel
furgone ti sei scordato di avere ancora in mano il
vestito firmato... da te, puoi mettertelo addosso,
sulla testa, per camuffarti... una specie di beduino
del deserto, sì! A mo' di turbante, fa molto
chic.
- "La
prego, entri pure... Oh, ma lei è
così... arabo! Non ricordo di aver mai visto un
assistente delle caldaie arabo..."
- Ora
fai l'accento arabescante, calati nel
personaggio:
- "Oh,
molti di noi essere assistenti di caldaie. Il gas
è nostro... elemento naturale, dopo petrolio
ovviamente..."
- Hai
una fortuna sfacciata se la caldaia si trova sul
terrazzino vicino al salotto e alla
libreria.
- "Faccia
pure con calma, mi chiami quando ha
finito!"
- Perfetto,
ora hai tutto il tempo che vuoi. Cerca meglio, magari
l'ha infilato in un ripiano di testi poco importanti,
che non legge mai. Ma quando mai ha letto un libro
quella. Sicuro che hai controllato bene? Bé,
non è nella libreria, quindi devi perlustrare
tutta casa ma la tua ex ha una passione per il
'barocco' e non c'è uno spazio libero da
ninnoli, ninnoletti, statuine di Buddha che beve il
latte, Buddha in posizione yoga, Buddha con le manine
giunte e una collezione completa di inutili ceramiche
in miniatura. Cercare in questo caos di oggetti
sarebbe una follia. E se non fosse in casa? Se...
l'avesse gettato via in un raptus di vendetta
femminile? Non lo sopporteresti, non potresti
fargliela passare liscia, ma è così; hai
la scena davanti agli occhi: quella femmina
illetterata che ti scrive il biglietto, poi nota il
libro e un ghigno le compare sul volto. Sì, ti
ruberà quello che hai di più caro e poi
disseterà la sua vendetta gettando il 'Vero
Scrivere' in pasto alle fiamme della cucina. Potrebbe
averlo torturato in forno prima di avergli dato il
colpo di grazia... Ah, quanto deve aver sofferto! Ti
senti di nuovo strano, hai i pugni chiusi e gli occhi
fuori alle orbite... c'è un vaso cinese
pesantissimo vicino a te. Aspetta un attimo. Che vuoi
fare, a che pensi? Ti stai trasformando in un mostro,
un assassino solo per un libro. Vuoi sporcarti di
sangue? Sei veramente un essere indegno, un
personaggio uscito da un romanzo di Stephen King,
orrore!
- Meglio
scappare, prima che ti assalga qualche altro
irrefrenabile desiderio omicida. Ma come ti sei
ridotto in questo stato. Che fine ha fatto la tua
passione per la letteratura, la poesia, la magia delle
parole? È diventata un'ossessione, ti ha
soverchiato perché la penna è un'arma
grande ma bisogna saperla gestire altrimenti
sarà lei a impossessarsi di te. Mentre pensi
tutto questo sei già arrivato a casa. Hai
rallentato il passo, non sei per niente affannato. Per
il libro pazienza, forse è stato lui che ti ha
portato a tutto questo e te ne sei liberato. Sprofondi
in poltrona, con il turbante in testa. Su, non far
finta che non ci sia...sì, la penna e anche
quel foglio di carta. Hai letto da qualche parte che
le storie migliori sono quelle tratte dalla
quotidianità, allora perché no. Dai
retta alla tua coscienza.
- L'inchiostro
comincia a scivolare sulla pagina...
- "Ma
quale fantasia spinge uno scrittore a scrivere? Che
cos'è che ti anima quando vedi un foglio di
carta e senti odore..."
- Sì,
sarà davvero un grande successo.
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