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                  Alla luce del
                  Sole
                  
                  
                     Appunti di una favola semplice per
                     tornare bambini   In un torrido pomeriggio d'agosto il Sole, che
               sudava a più non posso, decise di scendere a
               valle per gustarsi un ghiacciolo al limone. Era sempre
               stato ghiotto di ghiaccioli al limone fin da quando
               era bambino, parecchi milioni d'anni fa. Per la
               verità, i ghiaccioli al limone non li digeriva
               tanto facilmente, ma, a suo dire, era l'unico modo per
               riposare un po'. Infatti, il Sole si alzava tutte le
               mattine per primo, all'alba, e dopo una breve
               colazione al bar della Via Lattea e una veloce
               occhiata ai giornali sportivi, cominciava il lavoro
               quotidiano di zingaro del cielo: vagava a destra e a
               manca senza una meta precisa e ogni tanto d'accordo
               col Vento, suo amico di vecchia data, volgeva lo
               sguardo disinteressato e curioso sulla televisione
               dell'Universo. Spesso, però, la sala TV del
               cielo ospitava le nuvole più piccole le quali
               capricciose com'erano volevano sempre cambiare
               programma; finiva che queste bisticciavano tra loro e
               se la davano di santa ragione con schiaffi forti come
               tuono. Allora il Sole, che s'impressionava troppo nel
               vedere la pioggia di lacrime delle nuvole dispettose,
               mandava come ambasciatore di pace suo cugino
               Arcobaleno, un tipo eccentrico e colorato che pare
               avesse un banca una pentola piena d'oro. Di solito
               Arcobaleno non falliva mai, era così bravo a
               disegnare un ponte di armonia che spesso la sua
               immagine a colori finiva sul sito Internet della
               Creazione.Poiché il Sole era tanto impegnato,
               aveva un ufficio "informazioni e reclami" dove
               riceveva quintali di posta, migliaia di telefonate e
               qualche depliant pubblicitario. Non aveva la
               segretaria e non per sfiducia verso le giovani stelle
               appena diplomate: il vero motivo è che tra
               tasse e contributi i soldi non bastavano mai! Dunque
               si occupava di tutto personalmente. L'ufficio privato
               del Sole era di modeste dimensioni ma era arredato
               davvero con gusto. La scrivania era scolpita su di un
               meteorite che dopo tanto viaggiare aveva trovato la
               sua posizione sociale; la poltrona, dall'aspetto
               comodo e regale, era tutta di velluto rosso
               proveniente da Marte; alle pareti erano appese due
               fotografie con le cornici argentate: sulla prima c'era
               l'immagine del Sole nel giorno della prima comunione;
               sulla seconda invece c'era il sorriso di sua sorella,
               Sirio, la quale, andata via di casa per diventare una
               star del cinema, non si faceva più vedere da
               molto tempo. Il Sole sbrigava il lavoro d'ufficio con
               sapiente capacità ma a volte con poca pazienza.
               D'altronde tutti chiedevano, tutti si lamentavano,
               tutti avevano problemi da risolvere, tutti cercavano
               soluzioni vantaggiose. Sapevano tutti che il Sole era
               generoso e buono di cuore e più di qualcuno
               approfittava di tanta bontà. Mamma mia quante
               richieste! Telefonava dieci volte al giorno la
               Primavera: "E attento alle primule
 E accarezza
               le rose
 E i frutteti tardano a germogliare
               E dove sono finite le rondini
!". Per non parlare
               dell'Inverno, un tipo scorbutico e piuttosto "gelido":
               "A Natale voglio la neve
 I produttori di sciarpe
               sono in crisi
 Un po' di rispetto per gli
               sciatori
!". E l'Estate, Mica stava zitta
               l'Estate: "Che sono tutti questi temporali
 Non
               guastarmi le vacanze
 Il mare merita più
               considerazione
 Datti da fare con le
               abbronzature
!". L'unico che non si lamentava mai
               era l'Autunno, amico di poeti e pittori, carattere
               distaccato e sognante al quale bastava un tappeto di
               foglie gialle su cui passeggiare per essere felice.
               Chi un poco si lamentava era anche il Giorno che
               chiedeva sempre qualche minuto di luce in più.
               Il Sole a volte lo accontentava e quando succedeva
               amava pubblicizzare la sua decisione sui calendari di
               Frate Indovino. Quando se ne accorgeva la Notte,
               gelosa ed insonne, erano dolori! Sole e Notte non
               andavano molto d'accordo, si evitavano quasi sempre:
               se la notte era in un posto il Sole si dirigeva
               completamente dall'altra parte. Ma quando
               s'incontravano, nella periodica manifestazione della
               "Aurora Boreale", i due riponevano l'antipatia nelle
               tasche della giacca e davano vita ad un duetto
               memorabile. Insomma, il lavoro d'ufficio del Sole non
               era roba da poco; a volte gli faceva così male
               la testa che doveva intervenire il Dottor Saturno, uno
               che di cerchi alla testa se ne intendeva molto. In
               certi casi, però, il Sole era preso dallo
               sconforto; allora chiamava il buon Dio sul cellulare e
               con Lui si sfogava: "Non potresti creare un altro Sole
               per alleggerirmi il lavoro? Io, il Tuo Sole, non sono
               rispettato da nessuno!". Il Buon Dio sospirava e poi
               con voce paterna ma decisa rispondeva: "Amico Sole,
               non hanno rispettato neanche mio Figlio! Ricordi che
               quel giorno ti ritirasti anche Tu offeso e commosso?".
               A queste parole il Sole restava zitto per un po', e
               mentre rifletteva, riattaccava felice ridendo della
               sua unicità! Ma attenzione: il Sole era unico
               ma non solo!Sì, anche il Sole aveva la sua storia
               d'amore. Tutti i rotocalchi rosa parlavano spesso
               della storia d'amore tra il Sole e la Luna. La era
               proprio così? Come stavano esattamente le cose?
               Che la Luna fosse innamorata del Sole era quasi
               sicuro. Sebbene gli incontri tra i due erano alquanto
               rari avevano, l'uno verso l'altra, un affetto sincero
               e reciproco. La Luna, soprattutto, viveva di Sole e si
               lasciava illuminare e coinvolgere in un gioco di luce
               che faceva la gioia di tanti innamorati sulle panchine
               dei giardini. Questo animo romantico si poteva leggere
               nelle bizzarre forme che la Luna assumeva: a spicchi
               come un'arancia; per metà come una fetta di
               cocomero; in piena come una mela. Ma a una Luna
               innamorata non sempre corrisponde un Sole innamorato.
               Ed è questa la notizia bomba che sfuggiva a
               tutti (compresi i rotocalchi rosa): il Sole amava
               un'altra! Per la verità anche la Luna lo
               sapeva; glielo aveva detto una stella cometa sua
               compagna di studi la quale aveva appreso il dolce e
               sofferto segreto in uno dei suoi numerosi viaggi
               intorno al tempo. Così, la Luna custodiva la
               sua rassegnazione in un cratere nascosto sotto i suoi
               occhiali. A volte provava pure a reagire e affrontava
               il Sole faccia a faccia in una specie d'eclissi che si
               poteva vedere solo con un vetro affumicato. L'ultima
               volta che il Sole le parlò fu per donarle un
               suo raggio stupendo. La Luna ne fece un'altalena dove
               cullare per sempre i suoi pensieri e i suoi ricordi.
               Siccome siamo in confidenza riveliamo, per la prima
               volta nella storia del Creato, il nome della
               fortunata. Il Sole amava
 la Terra! E come
               l'amava! Di lei amava l'odore del mare, amava
               montagne, colline e pianure, amava i colori ognuno al
               suo posto, amava l'erba, la sabbia e le conchiglie; e
               amava l'acqua e il fuoco, amava i ghiacciai, l'oro e
               l'argento; e amava gli animali, i pesci e gli uccelli;
               e amava gli uomini e soprattutto i bambini che il Sole
               considerava angeli prestati da Dio. La Terra,
               allestita con armonica sinfonia e con una ghirlanda
               d'ossigeno vero intorno al collo, corrispondeva
               quest'amore con una danza graziosa e girava su se
               stessa in punta dei piedi affinché il Sole
               godesse, ventiquattrore su ventiquattro, della sua
               maestosa bellezza. E poi, diciamolo pure, gli uomini
               avevano dato un grande aiuto al Sole. Pensate un po'.
               Avevano inventato la corrente elettrica e la lampadina
               affinché il Sole facesse riposare i suoi raggi
               ultravioletti; avevano inventato i termosifoni
               affinché il Sole non consumasse tutto il suo
               calore; avevano inventato le poesie sul tramonto
               affinché il Sole potesse dormire; e,
               soprattutto, avevano inventato i ghiaccioli al limone!
               Insomma, era un amore tenero e quotidiano, uno di
               quegli amori veri scritti nel Cielo, uno di quegli
               amori che attirano l'attenzione con la forza di
               gravità che hanno solo i sogni. Come tutti gli
               amori veri qualche incomprensione c'era. Per esempio
               c'era la questione del buco dell'ozono che destava
               qualche preoccupazione (a dire il vero più nel
               Sole che nella Terra) ma in concreto, come abbiamo
               già detto, il Sole si fidava molto dei bambini
               o uomini del futuro: a loro Egli, pacifista convinto
               ed ecologista non per convenienza, affidava tutte le
               guerre contro l'imbecillità. A proposito:
               all'inizio del nostro racconto non avevamo lasciato il
               Sole si fidava molto dei bambini o uomini del futuro:
               a loro Egli, pacifista convinto ed ecologista non per
               convenienza, affidava tutte le guerre contro
               l'imbecillità. A proposito: all'inizio del
               nostro racconto non avevamo lasciato il Sole che
               divorava un ghiacciolo al limone? Torniamo da lui
               allora. Accipicchia! Se n'è andato senza pagare
               il conto! Ho capito, offro io, ma dite al Sole che lo
               sto cercando. Cercatelo anche voi! E se alla fine
               doveste accorgervi che il Sole lo avete nel cuore non
               stupitevene più di tanto. Avere il Sole nel
               cuore è la favola più bella che ci possa
               capitare. Favola tutta da scrivere, da sognare, da
               vivere, da raccontare. Magari proprio in un torrido
               pomeriggio d'agosto. Alla luce del Sole!
               
               
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