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                  SUICIDIO   Buio.Mi trovo nella totale oscurità, non
               riesco a capire dove sono, mi guardo intorno e non
               vedo altro che buio, non una luce, non un
               movimento.Ho una sensazione di vuoto, d'angoscia, di
               smarrimento mai provata prima, non so dove mi trovo,
               sento molto freddo e la mia mente si trova nella
               confusione totale.Dove sono? Ho paura.Vorrei chiedere aiuto, ma mi accorgo che non
               posso parlare, vorrei gridare tutta la mia paura, ma
               non riesco ad aprire le labbra, o meglio percepisco il
               movimento delle mie corde vocali ma dalla mia bocca
               non esce alcun suono, solo silenzio, sono
               muto.Cerco di muovermi ma mi trovo
               nell'impossibilità di articolare i muscoli, li
               sento rigidi, inermi completamente impotenti.Nessun suono riescono a percepire le mie
               orecchie mi trovo ne silenzio assoluto.Silenzio! Buio e silenzio. Cosa mi è
               successo?Nessun odore percepiscono le mie
               narici.Sono perso in un ambiente sconosciuto senza la
               possibilità di utilizzare nessuno dei miei
               sensi.Ho paura, cosa è successo, dove sono,
               cosa posso fare per uscire da questa
               situazione.Ho sonno, tanto sonno ho tanta voglia di
               lasciarmi andare nelle braccia di Morfeo, ma devo
               resistere, devo capire cosa mi è
               successo.Che cosa vedo? Una luce in lontananza, una
               fiamma piccola ma molto intensa. Che
               sarà?Sono rincuorato riesco ancora a vedere, non
               sono diventato cieco.Finalmente riesco a distinguere qualcosa, forse
               i miei occhi si stanno lentamente abituando al buio,
               ma tutto è così strano, ho la sensazione
               di non vedere attraverso i miei occhi, come se stessi
               sognando.Che cosa vedo?Una stanza, una scrivania, una persona riversa
               sulla scrivania, accanto a lei c'è un
               tagliacarte e vedo del sangue, tanto sangue.Penso di riconoscere quella stanza, è
               senz'altro l'ufficio, tutto va chiarendosi nel mio
               cervello, quella stanza è il mio ufficio,
               quella scrivania è la mia scrivania e
               quell'uomo sono io, mi sono appena suicidato.Sicuramente non sono ancora morto e i miei
               pensieri stanno lentamente allontanandosi dal mio
               corpo, come la mia vita.Io non esisto più, almeno fisicamente,
               di me è rimasto soltanto il pensiero, una
               piccola scintilla di vita, quella che forse gli uomini
               chiamano anima.Ma, io non posso pensare che sia proprio
               l'anima, io che in vita non ho mai avuto un buon
               rapporto con questo genere di cose, penso invece che
               sia un mio senso di colpa per il gesto che ho compiuto
               che è sopravvissuto a me stesso, oppure una
               parte del mio cervello sta indagando sul perché
               di questo folle inconsulto gesto.  
               
               
                  AMORE  Perché l'ho fatto? Non ricordo bene.
               Amore, sono sicuro che c'entra Amore.Non fraintendetemi io non ho sacrificato la mia
               vita, come tanti sciocchi per l'amore di una donna, ma
               per Amore.Vedo una stanza di un ospedale, sono tante
               persone attorno ad una donna, c'è molta
               frenesia ed eccitazione, tutto ad un tratto sento le
               urla di un bambino. Sono io, sono appena
               nato.Vedo tante persone attorno a me, sento
               sensazioni di freddo, dolore, paura, poi vedo un volto
               di donna: bellissimo, stanco ma felice, sorridente
               improvvisamente rilassato, è mia madre ed io me
               ne sono innamorato immediatamente.Adesso mi allontanano da lei io mi metto a
               piangere ho paura, perché mi stanno portando
               via. Aiuto, mi trovo nello sconforto totale, mi
               sento così piccolo ed impotente, la
               rivedrò ancora?Mia madre, questa donna che ho amato tanto e
               che è stata così importante nel bene e
               nel male nella mia vita.Mi accorgo di potere in questa condizione fare
               cose che prima non ero in grado di realizzare, con una
               facilità estrema riesco con la forza dei miei
               pensieri ad accendere il computer e a scrivere questo
               libro che spero possa servire a chiunque lo trovi per
               capire che vale sempre la pena di vivere anche solo
               per dare un sorriso ad una persona incontrata per caso
               che quel giorno si sentirà meglio per averlo
               ricevuto.E adesso cosa vedo?Vedo una spiaggia, il mare, è
               bellissimo, guardandolo pensavo sempre Dio c'è
               se esiste una cosa talmente bella. Il mare riesce a
               farmi stare bene a farmi rilassare ha su di me un
               influsso positivo, mi accorgo che tutte le mie storie
               d'amore sono nate in vicinanza del mare.Mi giro attorno e vedo in riva al mare un altro
               volto di donna, non è lo stesso di prima,
               è più giovane, è bellissimo,
               anche lei mi sorride come non mi aveva sorriso mai
               nessuno ed io me ne sono innamorato
               immediatamente.Chi sarà mai costei che suscita in me
               tanta sensazione d'Amore, seppur diverso da quello che
               sento per mia madre appena riscoperta, ma egualmente
               intenso e forte?Si allontana, va via ed io resto lì
               malinconico, la rivedrò ancora? Poi guardo il mare e mi rilasso e sono sicuro
               di rivederla ad ogni costo.Siamo nella nostra spiaggia e ci stiamo
               baciando per la prima volta dopo un lungo periodo di
               corteggiamento reciproco: è un momento
               bellissimo.E' lei: la donna che ho amato più d'ogni
               altra nella mia pur breve vita, la mia compagna di
               giochi, compagna di vita.Eppure sento che anche lei ha influito sulla
               mia decisione finale.Io non so più se amo me stesso o se non
               amo me stesso, non so più se amo mia madre o se
               non amo mia madre, non so più se amo la mia
               donna o se non amo la mia donna, non so più se
               Amo o se non Amo.L'Amore è vita, io vivo per amare, se
               non esiste più Amore non esiste più
               vita, se non amo più non vale la pena di
               vivere, sono riusciti a cambiarmi, attenzione io non
               odio nessuno, non so cosa significhi odiare,
               però non riesco più ad amare sono
               diventato completamente indifferente, quindi è
               inutile vivere, meglio farla finita con questa non
               vita.Queste sono state le motivazioni che mi hanno
               spinto al tragico gesto, mi rendo conto di essermi
               già pentito di averlo fatto, ma oramai non
               posso più tornare indietro, posso soltanto
               analizzare la mia vita per capire.  
               
               
                  CONSAPEVOLEZZA   Sono ritornato nella condizione precedente di
               mancanza assoluta di qualunque percezione fisica,
               sento sempre più freddo e ho sempre più
               sonno, mi rendo conto che quella luce intensa che vedo
               in lontananza mi attira sempre di più mi fa
               venire voglia di lasciarmi andare, ma non posso,
               voglio capire.Adesso tutto è chiaro. So chi sono, so
               dove mi trovo, so perché ho vissuto e
               perché sono morto: la ricerca
               dell'AmoreIo sono nato per amare.Non dovevo nascere, hanno fatto di tutto per
               non farmi nascere, ho combattuto con la morte, sono
               riuscito a vivere, non so se qualcosa abbia
               contribuito a questo, qualche entità che gli
               uomini chiamano Dio, ma ce l'ho fatta.Per questo ho sempre pensato che la mia nascita
               non fosse casuale, ero nato con una missione da
               svolgere, una missione con la quale poter ringraziare
               la Vita di avermi fatto vivere: rendere le persone che
               incrociavo nel cammino della mia vita felici con la
               mia allegria, la mia voglia di vivere, la mia
               vivacità, il mio Amore. Ho sempre dato di
               più di quel che ho ricevuto, ma la tragedia
               è sfociata quando dopo tanto tempo in cui sono
               rimasto fedele ai miei ideali, alla mia missione, le
               persone più care e più vicine mi hanno
               fatto cambiare, mi hanno fatto dimenticare il motivo
               per cui sono nato.Dare Amore è importantissimo, ma mi sono
               accorto sulla mia pelle che è molto più
               importante ricevere Amore. Davo Amore, ma scoprii di non ricevere Amore
               proprio dalle persone che mi stavano più
               vicine.Non credevo che proprio l'Amore avesse posto
               fine alla mia missione, alla mia vita, all'Amore. E'
               strano pensare come proprio l'Amore possa distruggere
               l'Amore: è stato proprio così.Mi rendo conto che i pensieri di quell'uomo
               accasciato sopra la scrivania, che ormai non sento
               più come me stesso, stanno abbandonando il suo
               corpo, la sua mente in maniera disordinata ed io sto
               avendo dei flashback della mia vita, da cui spero di
               riuscire a capire il motivo del mio folle
               suicidio.Nel frattempo mi accorgo che sto cambiando, sto
               diventando un'altra cosa, non riesco a capire che
               cosa, ma sicuramente un'altra cosa.In questa mia nuova dimensione mi accorgo che
               tutte le persone che mi hanno circondato nella vita
               terrena, sono più comprensibili. Da dove mi
               trovo adesso riesco a percepire la loro stessa natura,
               riesco a vedere come sono realmente, che cosa le ha
               spinte a comportarsi in determinati modi.La luce mi abbaglia, eppure la percepisco alle
               mie spalle, ma è talmente forte che inonda
               tutta la mia essenza. Penso che sia una 
.si! ho capito di
               cosa si tratta, ma non so come spiegarlo, mi sento
               così confuso, sento una strana sensazione di
               torpore ed è piacevole abbandonarsi ad essa, ma
               non è ancora il momento. Devo resistere a questa dolce sensazione, devo
               scoprire tutta la verità sulle persone che mi
               hanno spinto alla morte, devo scoprire se mi
               amavano. 
               
                 
                   RICORDI  Ho cinque anni, vicino a me c'è mia
               madre, sono vestito con una specie di divisa e vedo
               tanti altri bambini vestiti come me, lei si sta
               allontanando, va via, mi sta abbandonando, ancora una
               volta ho paura, la rivedrò?Comincio a tremare, scoppio in un pianto
               dirotto, dove sei? Perché mi hai lasciato solo.
               Aiuto! Non mi ama, sicuramente non mi ama.Eccola che arriva: mi prende con un braccio
               solo, mi solleva da terra e mi sorride, basta questo
               per rassicurarmi, i battiti del cuore si calmano le
               lacrime cominciano a fermarsi. Mi porta via, allora mi
               ama, sicuramente mi ama, non mi ha abbandonato, sono
               ancora con lei e resterò per sempre con
               lei.Penso sempre a lei, la mia vita senza di lei
               non avrebbe senso, ogni cosa che faccio, ogni cosa che
               vedo mi ricorda un momento vissuto assieme.Non posso lasciarla, non posso abbandonarla,
               non se lo merita, non è giusto.Ognuno di noi dovrebbe fare quello che ritiene
               sia giusto, quello che sente di dover fare.Non mi devo fare condizionare da nessuno, la
               vita è mia e decido io cosa sia giusto e cosa
               non sia giusto, in fondo chiedo soltanto d'amare e di
               essere amato.La amo? Si. La amo così intensamente. Mi
               ama? Si. Mi ama così intensamente. E' questo
               l'Amore?Tu sei l'unica persona con cui mi sento a mio
               agio, con cui riesco ad essere me stessa, mi stai
               cambiando, sto diventando più ottimista,
               più libera, più aperta verso le altre
               persone. Ho scoperto, grazie a te amore mio, che il
               mondo non è poi così malvagio, che
               c'è ancora speranza, ci potremmo ancora salvare
               finché esisteranno persone come te.Anche io mi sento diverso, finalmente sento
               dentro di me qualcosa di grande che non avevo mai
               sentito prima. La mia missione. Adesso ricordo, la mia
               missione: ci sto riuscendo, sto riuscendo a rendere
               felici le persone che mi stanno accanto, sto riuscendo
               a rendere felice te, improvvisamente mio unico bene,
               sto riuscendo a farti sorridere alla vita.E' questo l'Amore? Non ti lascerò mai.
               Neanch'io. Cosa? Scemo, non ti lascerò mai. E'
               questo l'Amore?Sono ancora con lei e resterò per sempre
               con lei.Questa luce si fa sempre più intensa e
               sempre più attraente, non so per quanto tempo
               potrò resistere ancora, penso d'essere ancora
               vivo.Si. Sono senz'altro ancora vivo; le funzioni
               vitali di quel povero corpo stuprato dal raptus
               violento e irrazionale della mia mente non sono del
               tutto scomparse, altrimenti la luce mi avrebbe
               sicuramente già preso.Non so se sperare che qualcuno soccorra
               quell'uomo oppure no.Forse egli non mi appartiene più, forse
               è meglio così e non capisco come mai
               stia resistendo in questo modo alla morte che ha tanto
               cercato per risolvere i suoi problemi.Si tratta forse dell'istinto di conservazione.
               Mi sembra di averne sentito parlare, ma se la mente
               vuole con tanta determinazione l'eliminazione fisica
               del proprio corpo, può quest'ultimo resistere
               in questo modo?E' la mente che ha capito di essere andata un
               po' troppo in là, che sta dando man forte al
               corpo? Rimorsi, pentimento o consapevolezza? Non lo
               so, sono troppo confuso, che voglia di abbandonarmi
               alla luce.Mi trovo nella sala d'aspetto di un ospedale,
               ho sensazioni di freddo, sonno e paura, sto
               piangendo.E' notte fonda, la vedo passare sopra una
               barella, sta molto male. Sono solo, mi chiamano: lei
               è il figlio?Mi spiegano che devo firmare un'autorizzazione
               liberatoria per procedere all'operazione. C'è
               rischio di vita, mi guardo attorno, cerco mio padre, i
               miei fratelli. Firmo: è la
               responsabilità più grande della mia
               vita. Ho paura.Voglio che viva, non potrei continuare la mia
               esistenza senza di lei. So che un giorno
               succederà, ma non adesso, non sono pronto. E'
               uscita dalla sala operatoria, è andato tutto
               bene, ma sono state le ore più brutte della mia
               vita.Adesso credo di capire perché non mi
               sentivo pronto ad un avvenimento che, da dove mi
               trovo, mi sembra così naturale: ogni uomo ha
               bisogno di una figura femminile che lo accompagni per
               tutta la sua esistenza, dapprima la madre, in seguito
               la propria donna, ed io in quel momento non avevo
               trovato la donna che potesse sostituire un così
               importante punto fermo della mia vita.Mi trovo in una grande stanza, c'è molto
               caldo, molta folla, molte facce note.Sento che si tratta di un giorno importante, ma
               non ricordo di che cosa si tratta, ci sono tutte le
               persone che mi sono care: gli amici, i parenti e
               naturalmente mia madre e il mio amore.Deve essere un giorno felice, perché
               sento in me sensazioni diverse, ma dolci: dolce paure,
               orgoglio, tensione, felicità ed infine
               appagamento e senso di liberazione.In prima fila c'è il mio amore, è
               molto emozionata, partecipa molto all'evento e mi
               dirà in seguito che quello è stato il
               giorno più bello della sua vita con
               me.In seconda fila c'è mia madre, anche lei
               è molto orgogliosa di me, penso che anche per
               lei è un giorno importante, ma ho paura che
               proprio quel giorno possa essere stato decisivo per i
               drammi che s'incroceranno nei giorni a
               venire.La confusione mi sta abbandonando, tutto
               l'episodio è chiaro dentro di me. Si tratta del
               giorno della mia laurea, un giorno unico con
               un'emozione particolare che non avevo mai provato fino
               ad allora.Mi sentivo veramente bene ed ero contento di
               avere raggiunto quel traguardo che mi ero prefisso, di
               avere vinto questa sfida con me stesso.  
               
               
                  DISPERAZIONE   Il buio é tornato.Paura, freddo, angoscia, solitudine e
               buio.Mi sento come se il mio cervello fosse immerso
               in un gran bicchiere d'acqua gasata.Non vedo più la luce, si é
               allontanata sempre di più fino a sparire. La
               luce seppur fioca e lontana mi dava sensazione di
               calore, sicurezza, compagnia, serenità e
               speranza. Avevo cominciato a considerarla come
               l'ultimo filo che mi legasse alla Vita.Adesso tutto é perso.Sono solo.Immerso in questo vuoto immenso e
               buio.Dove sei lucina mia?Perché mi hai abbandonato?Sento dietro di me qualcosa, una presenza,
               vento che pervade ed invade tutta la mia essenza. Mi
               guardo intorno e non riesco a capire cosa sia. Mi
               sembra di vedere nel buio una porta che si apre su una
               stanza buia. Buia e vuota.Mi avvicino lentamente, sento ancora questa
               presenza accanto a me, ma la sento sempre più
               lontana, sempre più sfiduciata, sempre
               più rassegnata.Forse ho capito di che si tratta, in un attimo
               d'illuminazione razionale mi fermo, mi volto deciso,
               sicuro di vederla.Avevo ragione. Quella presenza é proprio
               la mia "amica" luce. Non se ne andata, si é
               soltanto nascosta nei meandri della mia mente.
               Però mi sta lasciando andare, mi trattiene
               sempre più a fatica. Mi indirizza verso una
               strada segnata dal destino, verso quella porta aperta
               su una stanza buia e vuota.La guardo ancora un attimo e penso: non
               desistere, possiamo essere artefici del nostro
               destino. Il destino può essere cambiato, ci
               vuole la forza dirompente di una locomotiva impazzita
               per deragliare dalla strada segnata, ma si può
               fare.E' solo un attimo.Mi rivolto verso la porta, velocemente cerco la
               mia "amica", ma non la vedo più.E' proprio finita, non posso scappare, mi avvio
               ancora più lentamente verso la porta. Se avessi
               ancora un corpo in carne ed ossa, sono sicuro che
               sentirei un brivido attraversare la mia spina dorsale,
               deglutirei in fretta sudando come un contadino che ara
               il suo campo a mezzogiorno e barcollerei sulle gambe
               avviandomi verso l'ignoto conosciuto.Il mare.Il mare che ci unisce e che ci divide.Il mare é la cosa che più ho
               amato, che maggiormente mi ha fatto pensare
               all'esistenza di qualcosa di soprannaturale.Adesso mi trovo in un immenso mare
               nero.E' questo Dio?L'uomo non ha bisogno di un Dio che angoscia e
               che uccide la mente, ma d'altronde non c'é
               bisogno nemmeno di un Dio consolatore, altrimenti
               sarebbe senz'altro solo morte.Le roi est nude.Benvenuto raggio di sole.Questo pensiero mi invadeva la mente tra un
               boccone e l'altro quando la vidi. Era lì
               accanto a me, bella e intelligente, difficile
               accoppiata, sicura di se', universale, internazionale.
               Ma era donna e come le altre donne, per me, era facile
               da affascinare, da conquistare. La conquistai.Inspiegabilmente mi conquisto, mi sconvolse la
               vita, le sconvolsi la vita.Mi accorsi più tardi che avevo ancora
               una volta superato il limite dell'amore terreno.
               Ancora una volta amavo per essere amato, amavo fino al
               limite massimo della distruzione dell'Amore."E' possibile essere disperati e non desiderare
               la morte?"Questa frase con cui inizia 1934 di Alberto
               Moravia, l'ultimo libro che avevo letto, era sempre
               presente nei miei pensieri nei giorni precedenti al
               mio gesto di estrema follia.Il protagonista del libro era convinto che la
               disperazione fosse uno stato abituale dell'uomo,
               quindi essa non poteva in nessun caso portare alla
               morte. Egli esorcizzava la morte scrivendo un romanzo
               in cui togliendosi la vita allontanava da se' la
               disperazione, ma nella realtà ciò non
               accadeva.Io avevo risposto alla domanda in maniera
               opposta, perché avendo amato moltissimo,
               essendo stato molto felice e avendo dato molta
               felicità, non potevo sopportare la disperazione
               come abitudine e così la mia mente era andata
               in tilt.  
               
               
                   SOGNO   Sono in un bosco, è giorno.C'è una grande sequoia ed un sottobosco
               fittissimo.Tutto intorno si respira pace, calma e
               serenità.Il mio sguardo si sposta leggermente ad
               ammirare il panorama circostante e si sofferma, ad un
               tratto, ai piedi dell'albero secolare.Intravedo una figura gentile, una fanciulla
               bellissima che riposa con un sorriso soave sulle
               labbra. L'ambiente circostante è invaso da una
               moltitudine di uccellini svolazzanti e
               cinguettanti.I raggi di sole che riescono a penetrare le
               foglie e i rami stanchi della sequoia accarezzano la
               pelle bianca della fanciulla che è distesa
               così compostamente che mi fa pensare ad una
               principessa.E' primavera, la principessa si è
               lasciata andare ai pensieri felici della sua
               infanzia.Si vede bambina, corre tra i prati verdi a
               piedi scalzi con il padre e la madre che la inseguono
               tra risate fragorose.Desidera ardentemente ritornare a quel periodo
               della sua vita in cui tutto era così
               bello.I suoi genitori erano tutto il suo
               mondo.Non aveva bisogno di nient'altro, era felice di
               niente, era felice di tutto.Riesco, finalmente, a staccare lo sguardo da
               quell'immagine così affascinante.In un cespuglio vicino, vedo uno scoiattolo,
               con una ghianda tra le zampe.E' fermo, ritto sugli arti inferiori che guarda
               estasiato la principessa.E' innamorato, folgorato in un attimo dalla
               grande potenza dell'Amore.Non riesce a staccare il suo sguardo da
               quell'immagine che per lui è tutto il suo bene,
               ogni ragione di vita, il sangue delle sue vene, l'aria
               dei suoi polmoni, ogni battito del suo cuore.Non riesco ancora a capire perché mi
               trovo ad immaginare questa situazione.Cosa c'entra questo con la mia vita?Fisso lo scoiattolo ancora un po', si muove, si
               avvicina alla principessa, poi sparisce dietro il
               tronco centenario.Un'ombra si staglia da dietro
               l'albero.E' un'ombra di un uomo.Un cavaliere.Il cavaliere ha un'espressione austera ma
               stanca.Si avvicina alla principessa e si inginocchia
               al suo fianco.La guarda e in quel momento i suoi occhi
               malinconici sprizzano gioia.Resta fermo in quella posizione per parecchi
               minuti, poi le accarezza la guancia, le bacia le
               labbra e si alza.Si dirige verso un laghetto che si trova alle
               spalle della sequoia.E' un lago seminascosto dalla nebbia
               fittissima.Mentre il cavaliere va verso le acque torbide
               dell'oblio si volta verso la principessa e si ferma
               pochi istanti a guardarla aspettando, forse, un
               segno.Il cavaliere arriva sull'orlo del laghetto,
               volge lo sguardo per l'ultima volta al suo unico bene,
               fa cadere la ghianda, e si immerge.Piove.Una pioggerellina scarna primaverile.Le gocce vanno ad infilarsi tra le foglie e
               colpiscono il viso della principessa mescolandosi alle
               sue lacrime segno ormai non più avvertibile
               dagli occhi del cavaliere bagnati dell'acqua del lago
               che lo sommergerà per sempre.  
               
               
                   SOLITUDINE   Non era questo quello che volevo?Finalmente solo con me stesso ed il mio
               tormento.Allora perché mi sentivo così
               tremendamente vuoto?Avevo fatto il possibile per ricercare la
               solitudine per avere un po' di pace dell'anima e per
               capire, quindi, cosa volevo veramente, chi amavo
               veramente, se amavo.Adesso ero lì, avevo appena finito il
               mio parco pasto e stavo pensando cosa fare di questo
               mio spazio e di questo mio tempo.Per quanto mi sforzassi la mente, mi sentivo
               completamente senza idee, senza stimoli, senza voglia
               di far niente. Anche la mia amica musica, compagna di
               ogni momento della mia vita, non riusciva a darmi
               sollievo.Solo.Ero finalmente solo.Ero tremendamente solo.Mi sentivo l'uomo più solo della terra,
               forse anche l'ultimo uomo sopra una grande distesa di
               sabbia e cenere creata improvvisamente intorno a me
               dall'unico supersiste.Tabula rasa.Avevo proprio fatto tabula rasa intorno a me,
               non una mano amica mi veniva tesa, non una parola
               dolce mi veniva proferita, non un sorriso soave mi
               veniva rivolto.Era proprio quello che volevo.Era proprio quello che volevo?Non era proprio quello che volevo.Solo.Io e nessun altro.L'animale sociale per eccellenza rinchiuso in
               una gabbia due metri per due con barre così
               robuste e fitte da non potere guardarci
               attraverso.Pover'uomo, pensavo nella mia nuova essenza,
               nella ricerca dell'Amore come ragione di vita non
               aveva trovato nient'altro che se stesso, una scatola
               di carne e sangue con un cuore che batteva per
               abitudine.Non sapeva più Amare, o meglio, non
               sapeva più guardare, tra una pulsazione e
               l'altra, nelle pieghe incallite del suo cuore dove era
               nascosto l'Amore.Era nascosto così bene che non è
               riuscito a trovarlo più.Dove mai sarà?Che momenti intensamente dolorosi ha vissuto
               quest'uomo: grandi amori, grande felicità,
               grandi sacrifici, grandi sofferenze.Ed io, influenzato da tali grandi emozioni,
               provo grande tenerezza per quell'uomo che cercando la
               vita ha trovato la morte.Cosa sto diventando?Sono io quel povero corpo straziato.Perché, allora, lo compiango?E' stata una mia scelta, la mia mano ha seguito
               l'impulso freddo e lucido del mio cervello. Un impulso
               violento senza mezzi termini come può esserlo
               solo la follia.Mi sento impazzire, un dolore tremendo e
               lancinante prende tutta la mia entità. E' un
               dolore quasi fisico. Avevo dimenticato quanto potesse
               essere forte un dolore fisico.Cosa sta succedendo?Mi sono immedesimato in quel corpo a tal punto
               da sentire le sue sofferenze fisiche o forse è
               la grande madre che viene a prendermi. E' questa la
               morte? E' finita.E' finito, il dolore è cessato
               così improvvisamente come era
               cominciato.Non so perché, ma penso che stavo per
               oltrepassare un limite.Forse per un istante stavo per ritornare
               all'interno del mio corpo che, evidentemente sta
               reagendo a tanto scempio.Forse sono vicino alla soluzione, sto riuscendo
               a capire il motivo del mio suicidio e forse anche il
               motivo per cui devo continuare a vivere.Adesso sono stanco, ho tanto sonno, dormirei
               per l'eternità se solo i miei neuroni me lo
               permettessero.  
               
               
                   PENTIMENTO   Vorrei amarti ancora una volta.Tu sei l'unico bene che io abbia mai avuto,
               l'unica cosa che abbia veramente sentita mia,
               così grande e così incoprensibilmente
               bella.Bellissima.Piena di momenti felici e meno felici eri la
               mia luce e il mio buio, il mio raggio di sole e le mie
               nuvole, la mia estate ed il mio inverno, la mia gioia
               e la mia tristezza.Bellissima.Unica.Preziosa.Il primo vagito, i primi passi incerti, il
               primo giorno di scuola, il primo bacio, il primo vero
               amore, la prima busta paga.Tutto.Non ti ho capita, non ti ho amato, non ti ho
               voluta.Ti ho offesa, umiliata, calpestata,
               vilipesa.Ti ho tradita.Soltanto adesso che ti perdo capisco quanto sei
               importante per me.Vorrei tanto tornare indietro sulle mie
               decisioni, vorrei tanto non avere fatto quello che ho
               fatto, vorrei tanto che tu trovassi la voglia di
               perdonarmi, vorrei tanto che io trovassi il coraggio e
               la forza di farmi perdonare.E' tutto inutile, è tutto perduto, tutto
               finito, tutto definitivamente compromesso.Lo sconforto mi assale perché  tu te ne
               stai andando a poco a poco ed è giusto: ti ho
               tradita.Vorrei amarti ancora una volta mia
               
.Vita.  
               
               
                   RITORNO ALL'AMORE   Salvatelo.Salvate quell'uomo, non lascetelo spegnersi
               così, ha ancora tanto Amore dentro di sé
               da riempire il mondo intero.E tu uomo non lasciarti andare, non arrenderti,
               non mollare la presa, non farti trascinare giù
               all'Inferno da una stupida morte proprio adesso che
               stai riuscendo a capire la tua vita, proprio adesso
               che stai per prendere la decisione della tua
               vita.La scelta.La scelta che ogni uomo deve fare prima o poi
               nel corso della propria vita.Hai davanti a te una biforcazione, due strade
               allo stesso modo tortuose e difficili da intraprendere
               che ti possono portare ad un cammino sereno e giusto o
               ad un cammino pieno di sensi di colpa e di
               rammarichi.Cercare di imboccare la strada giusta non
               è così facile, il bene e il male sono
               così tanto simili che la confusione dentro di
               te è legittima.Devi prendere una della due strade o puoi
               abbandonarle entrambi per inseguire la
               Gloria?L'Amore è così imprevedibile che
               a volte prende strade inimmaginabili.Uomo sei solo al mondo e non te ne rendi conto,
               la solitudine ti fa compagnia come una bella signora
               che ti ascolta e non parla mai, ti sta sempre accanto,
               ma non ti aiuta a crescere ed a vivere.Reagisci uomo, creati una tua dimensione, un
               tuo spazio in questo mondo senza pietà.
               Questo mondo che ti fa morire senza
               accorgersene, che rimane inerme di fronte ad un dramma
               della solitudine.Ama uomo.Ritorna ad Amare, solo così ti puoi
               salvare.Ritorna ad amare, in primo luogo te stesso, la
               tua vita, tutto quello che ti circonda, un bambino che
               passa e ti sorride, un cane che ti annusa e
               scodinzola, l'immensità del mare, la grandezza
               dell'uomo, il miracolo della vita.Ama.Ama e Vivi uomo.  
               
               
                   RITORNO ALLA VITA   Si è aperta una barriera dentro il mio
               cervello.L'Amore è la grande forza che fa girare
               il mondo.Io sono di nuovo pronto per Amare e lo
               farò, voglio farlo, dovessi anche cambiare
               pelle dovessi cambiare vita lo farò.Non si può sbagliare l'Amore è
               lì, ti cerca, ti trova e ti coinvolge nelle sue
               tempeste.Io Amo, io vivo.Vivo.Quelle furono le ultime parole fissate nello
               schermo del computer in quella stanza del dolore, dopo
               mi svegliai nel mio letto sudato come se avessi
               camminato per ore ed ore nel deserto della mia
               anima.Avevo capito: Amavo ancora, ero ancora
               vivo. |