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               Atmosfere
               in Valle Spluga.
 Finalmente un po' di aria frizzantina: la respiro a
               pieni polmoni con gli occhi chiusi ed il naso
               all'insù.
Com'è
               lontana adesso la città!Qui,fra
               i monti della Valle Spluga,mi sento
               un'altra.Saranno
               i vestiti comodi o le mie solide e vecchie pedule ai
               piedi ad infondermi questo grande senso di
               libertà e sicurezza?Tutto
               mi invita alla semplicità ed il canto di un
               merlo basta a dissolvere in un attimo ogni mio
               turbamento.M'incammino
               fra le antiche case,la mia è vicina a quella di
               Tonio.È
               piccola, ma ha un'invidiabile finestrella da cui si
               vede un bellissimo faggio solitario su un riposante
               prato verde con alle spalle la sagoma nitida della
               montagna più alta.Ripenso
               alla città,allo squallore cupo dei grigi
               palazzoni immersi nella foschia cittadina
               e,serena,sorrido.Un
               profumo intenso di buon cibo mi cattura.La
               moglie di Tonio è lì, sulla mia porta
               con una bottiglia di buon rosso e un piatto di fumante
               polenta taragna: è così che mi danno il
               benvenuto!Resisto
               alla tentazione di infilarci un dito dentro e di
               gustarmela subito come quando ero bambina e la nonna
               non voleva.È
               lei che mi ha lasciato questa casetta: mi conosceva a
               fondo e sapeva che ne avrei fatto il mio
               rifugio.Tutto
               il paese la ricorda con affetto ed è per questo
               che vogliono bene pure a me.La
               gente di montagna è così,diffidente
               all'inizio,ma generosa ed accogliente quando poi si
               fida.Rientro
               in casa,il camino è lì che mi aspetta:un
               po' di carta,un fascio di rametti sottili,un ceppo di
               legna stagionata ed ecco che la magia del fuoco si
               rinnova.Gusto
               la polenta in compagnia delle prime piccole braci:
               sembrano stelle cadute orfane di un cielo.Celebro
               la gioia tranquilla di questa ritrovata armonia
               sorseggiando piano il mio buon rosso.La
               legna brucia lenta ed è di questa lentezza che
               avevo bisogno.Per
               far ordine nei pensieri accavallati,per far spazio nel
               cuoreun
               po' indurito, per ritrovare i sogni che avevo perduto.
               In
               montagna è più facile esser se
               stessi.La
               Natura ti è maestra e ti riporta alla essenza
               delle cose.Ti
               costringe a guardarti dentro e a misurarti con il suo
               misteroe
               la sua immensità e le domande che ti suscita
               sannosempre
               stimolare l'anima.Nel
               pomeriggio mi concedo una bella passeggiata sul
               sentiero che porta al bosco. La prima parte è
               esposta al sole,ma procedendo ci si inoltra in un
               fitto bosco di castagni.Profumati
               ciclamini spuntano qua e là fra arbusti
               spontanei e rigogliose felci.Mi
               fermo ad osservare un passero intento a beccare un
               lampone rosso. Un improvviso fruscio mi mette in
               allarme: penso ad una vipera e subito mi
               allontano.Anche
               la montagna ha le sue insidie e chi la ama sa che deve
               dedicarle attenzione e rispetto.È
               tempo di tornare, raccolgo un po' di rami secchi per
               il fuoco,la sera è ormai vicina.A
               casa metto il mio caldo maglione beige,ceno con un po'
               di formaggio e nel silenzio,rotto solo dal crepitio
               della legna che arde, leggo calma il mio
               libro.Star
               sola una giornata quassù in Valle mi ha
               riconciliato con me stessa.Ora
               mi sento solida come una montagna,delicata come un
               passero,amorevole
               come un profumato ciclamino.  |