- Due
scelte
- L'esistenza
di un uomo ha dei limiti.
- Nel
suo pensiero infinito, l'essere umano vuole fuggire le
leggi naturali che, alla fine, lo portano a concludere
il suo viaggio, breve o lungo, in questa terra dove
l'apparenza conta più della
sostanza.
- Tuttavia
vi sono uomini che, nella loro finitezza, riescono a
scrutare, negli occhi dei loro simili, la goccia
d'esistenza che scivola sulle loro guance e che,
trasparente, rivela quello che sono in realtà:
uomini.
- Io
non so che uomo sia; non sono riconducibile né
ai veri né ai falsi, forse sono
entrambi.
- Come
klein e Wagner, ora riacquisto la mia maschera, nel
perbenismo della società, ora sento la goccia
trasparente che, calda, solca il mio viso, nella
tristezza della mia vita, nell'orrore del mio futuro,
nella consapevolezza della mia fine.
- Mi
trovo in una spiaggia deserta, l'unica compagnia il
vento, che mi spettina i capelli e la sabbia, che mi
graffia il viso.
- Un
gabbiano è a pochi metri da me e mi osserva,
pronto a spiccare il volo ad un mio improvviso
movimento.
- Ripenso
a quello che oggi mi ha portato qui e non faccio
fatica a starmene tranquillo, forse perché
rassegnato e fermamente convinto di quello che voglio
fare.
- Ho
sempre desiderato una vita semplice, soprattutto
serena, come quella della gente che mi sta
intorno.Forse perché non l'ho mai meritata o
perché, lassù, Dio ha voluto
così, la mia esistenza è sempre stata
segnata dalla tristezza che, fino a poco tempo fa, ho
saputo camuffare con un sorriso stampato in faccia o
con una battuta pronta.
- Quand'ero
ancora bambino, imparai ad essere forte di fronte alle
situazioni difficili, comportandomi come un adulto,
ma, rifugiandomi nella più buia stanza della
mia casa, rinnegavo lo sguardo duro e i pugni chiusi,
permettendo alle mie lacrime di scorrere, senza avere
il coraggio di accendere la luce e, guardandomi allo
specchio, gridare alla mia immagine che cazzo d'uomo
fossi!Oggi non l'ho ancora scoperto, sono piuttosto
stanco e, a questo punto, non m'interessa.
- Il
vento è molto gelido, quasi volesse cacciarmi
da questo posto che è sempre stato presente nei
miei pensieri.
- Il
gabbiano è volato via, gli ho tirato un
sassolino, il suo sguardo m'infastidiva, somigliava a
quello di mio padre che non ha mai voluto esaudire il
mio più gran desiderio: non averlo.
- Da
un po' di tempo ci evitiamo a vicenda, il suo aspetto
riflette il suo carattere, abbandonato al suo destino,
rude, gli occhi scuri come la morte, accerchiato da un
muro difficile da oltrepassare, ma fragile, pronto a
crollare...
- Mi
ritorna in mente un episodio, un giorno gli gridai in
faccia la sua disonestà e ricevetti un ceffone,
un'altra volta mi riempì di carezze... è
per questo che odio mio padre, è come me,
né vero né falso.
- Non
ricordo quando ha fatto irruzione nella mia vita, ma
un bel giorno si è fatto avanti e mi ha detto:
io sono tuo padre!ma le sue discussioni avevano sempre
la stessa fine, un piatto rotto, una porta sbattuta,
una donna che piange.
- Io
ho imparato a non piangere di fronte alle sue sfuriate
e non ho più le forze d'intervenire,
probabilmente non lo annienterò mai, ma io non
voglio fare la guerra.
- Il
sole fa capolino tra le nuvole, mi guardo intorno e
scorgo in lontananza il vecchio cane che vive in
questa spiaggia. Si è accucciato vicino me, non
mi conosce, eppure si è fidato.
- L'uomo
lo ha reso così stanco.Spesso lo ha bastonato,
cacciato, legato ad una corda... nonostante tutto
quest'animaletto lo ha perdonato, mi ha perdonato e,
avvicinandosi col suo corpo stanco, mi ha dimostrato
la sua amicizia, quale ironia!un uomo ed un cane
amici.
- In
vita mia ho avuto soltanto un migliore amico, il suo
nome è Alex, ma io lo chiamo Al; sicuramente
rinnegherebbe la nostra amicizia se sapesse quello che
ho in mente.
- Al
vive in una famiglia in cui la malattia è
l'unica sovrana, una famiglia modesta e di
stupefacente solidarietà,una famiglia insomma,
ha abbandonato la scuola e adesso lavora.
- Al
è un grande ascoltatore, ha sempre udito le mie
parole e capito le mie intenzioni, ma non
immaginerebbe mai che un codardo come me potesse
arrivare a tanto, ricordo ancora le sue parole: "tu?tu
non hai nessun problema, sebbene le mie parole ti
sembrino vuote, caro amico mio, questa è la
vita per quelli come noi, piccoli e già
sovrastati da un enorme peso, poveri cristi, tu porti
il fardello della tua famiglia, io quello di
un'esistenza consapevolmente destinata a finire, la
leggo ogni santo giorno negli occhi di mia madre, non
c'è scelta, ma non per questo devi permettere
ai cattivi pensieri di sabotare le tue
speranze".
- Le
sue frasi mi s'impressero nella mente e funzionarono
come cura per pochi giorni, la mia malattia è
troppo radicata nello spirito per essere rimossa dalle
belle parole.
- Il
cane ha drizzato le orecchie, forse ha sentito un
rumore che non appartiene a questo luogo, sarà
stato il vento che, imperterrito, cerca di sradicare
dai cardini la porta di un edificio abbandonato, mi
pare di leggere in chiave simbolica il messaggio di
Al: io, legato alle mie convinzioni, non cederò
alle sue prediche, come quella porta non si
arrenderà mai all'azione devastante del
vento.
- È
veramente strano, ma in questo momento mi viene in
mente la figura di mia madre, la guardo come un uomo
guarda la sue foto da bambino, è sbiadita nei
miei ricordi.Fino a cinque anni era presente, poi
è nato mio fratello e mi abbandonò come
si fa con un giocattolo vecchio.
- Non
so come descriverla, pratica, invadente, ignorante per
certi versi, anche troppi, giustificatrice delle
operazioni illecite di suo padre, uomo disonesto e
meschino che, nonostante il suo comportamento, trova
sempre un appoggio presso la famiglia, ahhhh! Non
sopporto tutto questo.
- Ricordo
una vecchia fotografia, lo vedo sorridente e mi tiene
in braccio, vorrei cancellare per sempre quel sorriso
e, anche se ho strappato la foto in mille pezzettini,
provo ancora una forte attrazione per quest'uomo, ma
non è rispetto per quello che ha fatto, non
è condivisione d'ideali, non è amore...
o forse sì, me ne vergogno, ma è anche
rabbia, perché anche lui mi ha tradito,
perché anche lui ha contribuito a farmi
crescere in questo modo, scapestrato e intollerante
verso tutti e verso quelli che indossano una
divisa.
- Caro
nonno, caro mostro, ho ricevuto più visite io,
a casa, dalle forze dell'ordine che un medico nel suo
laboratorio, a qualsiasi ora del giorno e della notte,
gente estranea che rovistava tra le mie cose, come
segugi, alla fine mi conoscevano meglio dei loro figli
e infine dicevano: "È il nostro
lavoro".
- Sono
riuscito a sopportare anche queste umiliazioni, ma
l'aratro dei ricordi lavora ancora.
- Il
cane si è alzato e, dopo essersi stiracchiato,
ricomincia il suo cammino, lascia le impronte sulla
sabbia, vorrei seguirlo e allontanarmi da questo posto
di cui il tempo sembra avere dimenticato
l'esistenza.
- Il
mare non è cambiato.
- Sono
stanco, non so che voglio, non ho più la
padronanza dei miei pensieri, se ne vanno per conto
proprio e si fermano su ciò che mi
angoscia.
- Tra
le immagini che si accavallano, s'insinua quella di un
paesaggio di campagna, gli alberi in fiore, la
primavera oppure le foglie del colore dell'autunno,
l'inebriante fragranza della terra bagnata dalla
pioggia, la forza prorompente della natura, bella e
incontaminata, oggi sono qui per confondermi con essa
e far parte del suo universo.
- Il
mare è immenso davanti a me, col suo fare
impetuoso mi spaventa, vuole parlarmi.
- Il
sole è ormai calato, aspetterò ancora un
giorno, poi...
-
- ***
-
- Ho
trascorso la notte sotto una barca, una di quelle
notti insonni, in cui i pensieri della mente sembrano
prevalere sul freddo che s'insinua in ogni parte del
corpo.
- Oggi
è una bella giornata, il cielo è ornato
di perle bianche e di altre forme astruse, cammelli,
pecore, case, angeli...
- Questo
è un vecchio gioco, tutti i bambini lo hanno
fatto in vita loro, cioè far corrispondere la
forma di una nuvola ad una determinata immagine; io e
mio fratello lo facevamo spesso, poi ai giochi si
sostituirono i libri, ai libri l'approccio con la
realtà e alla realtà?
- Il
mare è calmo, il terribile vento che la notte
precedente aveva devastato ogni cosa, ha portato tutto
via con sé, tranne il vecchio blue.
- Non
riesco a distinguere la linea di confine che lo separa
dal cielo, sembrano fondersi insieme, come due amanti,
non si distinguono più le loro braccia, il
cielo si abbandona al mare, il sodalizio è
suggellato, più cerco di districarli e
più affonda il mio sguardo, non riesco a
distinguere particolare, ma nemmeno ad abbracciare
l'universale fusione...non ne sono capace.
- Non
vado più a scuola da parecchi giorni, tutto
ormai è acqua passata, compagni,
prof.
- Un
professore un giorno mi disse "ultimo della classe,
primo nella vita" si sbagliava, o Dio, come si
sbagliava!se oggi sono qui, vivo, probabilmente non lo
sarò domani.
- I
rimorsi cominciano a rodermi l'anima, non sarò
mai 'primo' nella vita, un altro occuperà il
mio posto e mi sbatterà la porta in faccia, con
uno di quei sorrisi falsi e con tante promesse mai
mantenute.
- Ho
fame, sono due giorni che non mangio e nessuno sembra
preoccuparsi della mia assenza, di me, sono figlio di
nessuno:
- ho
una madre troppo impegnata a non fare niente, un padre
insensibile, un amico che non mi viene a
cercare...
- infondo
è meglio così, il mio gesto non
deluderà nessuno, neanche me, io
nell'atrocità dei miei pensieri riesco ancora a
trovare dignità.
- Non
voglio andarmene senza prima aver lasciato un segno,
come un uomo famoso, come gli eroi dei films,
scriverò una lettera, sì, una lettera al
mio amico, sono sicuro che mi capirà, che
capirà la mia voglia di andarmene in silenzio,
capirà che non è sbagliato, per me,
desiderare la morte.
- Dal
mio zaino esco un quaderno e strappo l'ultimo foglio,
concedo ancora un'occhiata alle pagine scritte, scorgo
il 'ti amo' della mia compagna di banco, peccato!forse
soffrirai anche tu, mia dolce amica?tu e
Al.
- Comincio
a scrivere.
-
- ***
-
- Ho
appena finito, non è certo un inno alla vita,
ma, capitemi, io della vita voglio solo la parte
conclusiva, quando si dice 'vi ho sempre amato,
addio!'. Chiuso il sipario.
- Dopo
avere nascosto la lettera, vedo Al che si avvicina,
è arrivato troppo tardi.
- Non
sembra arrabbiato, il suo andamento è lento ed
ha le mani in tasca, si aggiusta i capelli scombinati
dal leggero vento che lo accompagna e dice: "Ero
sicuro di trovarti qui, è sempre stato il tuo
posto preferito, che ti sei messo in
testa?"
- Non
esce dalle mie labbra nessuna parola, alzo solo le
spalle come per prenderlo in giro, ero consapevole del
fatto che, se avessi detto anche una sola parola,
sarei scoppiato a piangere, così avrebbe capito
il mio intento.
- Per
tutta risposta al mio gesto, mi mollò un calcio
e sorrise, rido anch'io, ne sono ancora capace, poi Al
continua a parlare "Mi ero preoccupato, pensavo che
fossi malato, perché non ti sei fatto
più vedere in giro, io non ho fatto un bel
nulla, no lavoro, nemmeno alla stazione a prendere un
treno, come facciamo di solito".
- Già,
io e Al spesso prendiamo il treno, riuscendo a non
pagare il biglietto, viaggiamo per chilometri e
chilometri, senza avere una meta stabilita, come
è tipico di noi ragazzi 'maleducati' per i
quali fumare significa essere adulti.
- Nessuno
accende la sigaretta come facciamo noi: estraiamo il
pacco dalla tasca, con molta calma, pieghiamo la testa
verso destra e, con occhi semichiusi, tiriamo fuori
una siga dal pacchetto tutto piegaticcio, poi
prendiamo, sempre con la stessa lentezza, l'accendino,
che nel nostro gergo abbiamo nominato 'fuoco', e
accendiamo la benedetta sigaretta, questo rituale si
ripete volta per volta.
-
- ***
-
- Rivolgo
un ultimo sguardo all'ambiente che mi circonda, la
spiaggia, il mare, i gabbiani...
- Al
mi chiede "Dove andiamo?"
- Rispondo
io sottovoce "Lontano".
- "Dove?"
non ha capito la risposta.
- Nell'intento
di scacciare anche quei bei ricordi che mi avrebbero
tenuto ancora lì, con le lacrime agli occhi e
il sorriso in faccia, gridai come un forsennato
"Addio!Voglio morire e non toccare più questa
terra arida, arida di sentimenti, non voglio
incontrare più gente, di nessun tipo, sperare
in un futuro migliore per me, udire altre
parole..."
-
- ***
-
- Mentre
diceva queste parole, si avvicinava verso la riva e
continuava a rivolgermi uno strano sorriso, misto alle
lacrime, come se volesse dirmi qualcosa e continuava a
gridare, a sputare in faccia al mondo, un pazzo un
pazzo!
- Entrava
in acqua sempre di più, io non riuscivo a
fermarlo, le mie gambe, come le mie braccia, tutto il
mio corpo era immobile, fissato al suolo.
- Invano
le mie grida lo distoglievano da quell'intento
macabro, diceva "Io sarò con te, ogni volta che
vorrai parlarmi, io sarò sempre qui,
diventerò mare, cielo".
- Continuavo
sempre a gridare, disperatamente, e quando mi resi
conto di ciò che stava accadendo, era troppo
tardi, scorgevo solo il suo corpo, salire e scendere e
poi la sua mano mi salutava, ora saliva ora scendeva e
poi... poi signor commissario non lo vidi
più.
-
- ***
-
- A
distanza di molto tempo, oggi leggo la lettera che il
mio amico ha lasciato quel giorno, comincio a leggere,
ma la parole sono un po' cancellate,
comincio...
- Caro
Al
- Non
sono molto bravo ad esprimere i miei pensieri, specie
in questi ultimi tempi, la rabbia mi ha trasformato in
un mostro, l'infelicità in un essere desideroso
di morte, è dunque questa la vita?
- Tanta
follia per niente caro amico.
- La
gente si ostina a vivere in un mondo pieno
d'indifferenza, di pregiudizi.
- Io
sono stanco, quando chiudo gli occhi immagini orribili
si susseguono l'una dietro l'altra, sempre uguali,
come in un vecchio carillon che gira.
- Ho
trascorso tante notti insonni, pensando al modo giusto
per morire, ti prego, non stare a giudicare se sia
giusto morire o se esiste un modo, la mia malattia mi
ha portato qui, il fuoco che ardeva dentro di me si
è ridotto ad una debole fiamma, che da un
momento all'altro si spegnerà,
completamente.
- Non
sono pazzo, sono solo stanco di portare questo corpo
in giro per la vita, ho voglia di spegnermi e tornare
da dove sono venuto, dal nulla: il mio odio è
così grande da rifiutare ogni
sopravvivenza.
- L'essere
umano soffre ancor prima di avere coscienza, tutte le
sue lacrime lo dimostrano, dalla nascita alla morte,
ma io non voglio piangere per la mia morte, me ne
andrò col sorriso vero, con la felicità
di chi ha trovato la libertà perduta o scoperta
per la prima volta, voglio tagliare i ponti con questa
vita e rinascere in altro, ti scrivo dunque addio,
perché non mi vedrai più correre e
sorridere, ma se saprai vincere l'apparenza e quel
muro che impedisce di scrutare l'animo riuscirai a
scorgere il mio volto, nel tuo cuore, tutti i ricordi
ritorneranno a vivere, scoprirai che quest'addio
è un arrivederci, ritornerò ogni volta
che lo vorrai, se lo vorrai.
- Per
sempre il tuo grande amico.
-
- ***
-
- Amico
mio, sono venuto a farti visita, sono qui, di fronte
la tua tomba, e ancora adesso cerco di scoprire le
ragioni che ti hanno portato a compiere un simile
gesto.
- Io
non sono solo oggi, in questa spiaggia deserta, per la
prima volta, ho portato mio figlio.
- Guardalo,
è lì che corre e non ha paura di cadere
o farsi male, io gli starò sempre vicino e mi
comporterò bene con lui, io sono suo
padre.
- Amico
mio, mi manchi, non ho raccontato mai a nessuno di te,
quella parte della mia vita se n'è andata,
infondo al mare.
- Spesso
il mio bambino mi chiede se ho mai avuto un migliore
amico, io gli rispondo di sì, ma con tanta
rabbia, perché la vita non si lascia
così, perché si combatte ogni giorno e
spesso si vince, guardami, io ho vinto.
- Mio
grande amico, la vita ci chiama a fare delle scelte,
tu hai scelto di morire, io scelgo di vivere ogni
giorno, per me, per mio figlio, per la mia
famiglia.
- Adesso
sto piangendo, ho tante lacrime per questo posto e
attorno nessun muro che mi possa isolare, sono come
hai voluto tu, adesso sono un uomo.
- Addio.
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