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               La
               signora Lupi Quel pomeriggio
               Josephine decise di allungare la sua solita
               passeggiata nel bosco e di percorrere il sentiero fino
               all'abitazione della signora Lupi.Quella casa era
               davvero originale e diversa da tutte le altre. Mentre
               le altre baite avevano l'intonaco esterno bianco o
               grigio con, in alcuni punti, ben visibili le pietre e
               le travi di legno, con le quali erano state costruite,
               questa, pur avendo una intonacatura di base bianca,
               era tuta decorata con pennellate corte e oblique,
               tracciate in modo casuale e di tutti i
               colori.Il rosso, il
               giallo, il verde e il blu erano i colori più
               usati. Le persiane e gli infissi delle finestre erano
               rossi e rosse le travi che sostenevano le finestre
               stesse e che si intravedevano appena un po'
               nell'intonaco, come in genere succede nelle case di
               montagna.Le tendine erano
               bianche con dei bellissimi fiori ricamati.Anche il
               giardinetto intorno alla casa era particolare e in
               netto contrasto con la semplicità tipica di
               quei luoghi. L'erba era sempre ben rasata, qua e
               là vi erano piccole aiuole di fiori di
               montagna:rododendri,
               ginestre, margherite, viole, gigli rossi e arancioni.
               Tutti fiori che si trovano nei prati in primavera e in
               estate e, probabilmente, erano stati pazientemente
               raccolti e piantati lì. Vicino alle aiuole,
               c'erano alcune statuette di gesso che riproducevano
               gli animaletti del bosco come scoiattoli, caprioli e
               pettirossi.La piccola dimora
               si trovava in Val Drogo, (valle laterale della
               più grande Valle Spluga), dalla parte opposta
               del paese e del torrente, in alto, proprio al
               delimitare del bosco. La posizione era piuttosto
               isolata, ma per i suoi colori non passava certo
               inosservata agli occhi di coloro che si trovavano a
               percorrere i sentieri della piccola valle.Per i bambini era
               una vera attrazione, la casa sembrava essere uscita da
               un libro di fiabe e non poteva che incuriosirli, farli
               fantasticare.Tra i più
               grandi c'era chi inventava storie di folletti, che
               vivevano nella casa e giurava di averne incontrati
               più di una volta; dato che i bambini più
               piccoli ci credevano, nei dintorni della casa per
               scoprire che cosa effettivamente ci fosse.Gruppi di bambini,
               a volte Josephine era con loro, si recavano alla casa
               della signora Lupi, quando erano sicuri che lei non
               era in casa, altrimenti, se sentivano qualche rumore
               provenire dall'interno, le fantasie a se sentivano
               qualche rumore provenire dall'interno, le fantasie a
               riguardo erano tali da farli scappare tutti a gambe
               levate.Per le persone del
               posto, la signora Lupi era una donna eccentrica, che
               non aveva bisogno di lavorare, per questo poteva
               perdere tempo con piccoli passatempi o addirittura
               poteva dedicare alla letteratura anche le ore centrali
               della giornata. Anche per le faccende di casa come
               andare a prendere l'acqua alla sorgente o preparare la
               legna per il camino; si faceva aiutare da qualcuno.
               Josephine la vedeva spesso proprio dal prato di fronte
               alla sua casa: la donna come un puntino rosa si
               muoveva nel suo giardino tra le poltroncine anch'esse
               rosa. La bambina aveva provato a chiedere informazioni
               ai suoi genitori, ma loro erano evasivi, non si sapeva
               se provenisse da una cittadina svizzera o da
               Chiavenna.Comunque, i
               genitori erano talmente occupati a badare alla
               famiglia e al lavoro, che non avevano tempo di
               approfondire alcun discorso a riguardo. La
               curiosità di Josephine era sempre maggiore,
               appena trovava una scusa adatta, si recava nelle
               vicinanze della colorata casetta per soddisfare la sua
               curiosità di bambina.Quel giorno
               Josephine aveva appena percorso il sentiero tortuoso,
               che si snodava fra i larici e delle grosse pietre qua
               e là. Mentre camminava, guardava di tanto in
               tanto il piccolo torrente, che scorreva di fianco al
               sentiero, il suo scrosciare accompagnava i suoi
               pensieri
Finito il bosco, il
               sentiero sbucò su un lungo pendio coperto di
               erbe e fiori e qualche cespuglio di erica. L'aria
               profumata, il rumore degli insetti, il bellissimo
               paesaggio che si presentava alla vista di
               Josephine.-E' molto
               pittoresco!- pensò la bambina, poi oltrepasso
               il pendio erboso, solcato solo dal piccolo sentiero,
               il quale era ora diventato così stretto che, se
               si fosse stati in tanti a percorrerlo, si sarebbe
               dovuti procedere in fila indiana.Questo, ad un certo
               punto, dopo aver costeggiato il torrente, si
               inerpicava di nuovo verso l'alto, vicino al limite del
               bosco. Lì c'era la casa.All'interno ci
               doveva essere qualcuno poiché le finestre erano
               aperte e in giardino c'erano le ormai note poltroncine
               di bambù rosa. Andare avanti? Josephine non
               sapeva se avvicinarsi ancora o fare dietro front, come
               faceva le altre volte. Decise di passare davanti alla
               casetta, fingendo, se per caso fosse apparso qualcuno,
               di proseguire semplicemente il suo percorso per
               ridiscendere verso il torrente, più avanti vi
               era, infatti, un ponticello di legno, che avrebbe reso
               più facile l'attraversamento e l'avrebbe
               riportata sul sentiero di ritorno a casa
               sua.Mentre stava
               pensando, una voce squillante la fece
               sussultare.-Salve bella
               bambina!- disse la signora Lupi, che stava appoggiata
               alla staccionata di legno dipinta di
               rossa.-Buon giorno-
               rispose prontamente Josephine, arrossendo un
               poco.-Dove vai di
               bello?- rispose prontamente Josephine, arrossendo un
               poco. &endash;Dove vai di bello?- chiese la donna
               sorridendo.-Oh
- a
               Josephine la voce sembrava esserle finita in
               gola.-Sto facendo una
               passeggiata e intanto cerco dei fiori da portare a
               casa alla mamma- inventò lei lì per
               lì.La signora Lupi
               guardò incuriosita quella bambina così
               graziosa e garbata e aggiunse: -Dove vai a prenderli?-
               intanto lei stessa sistemava alcuni ranuncoli in un
               vasetto sul tavolino. Poi continuò: - Io amo i
               fiori
ma vieni un attimo qui a sederti
               così ti conoscerò meglio!Josephine per un
               momento si sentì indecisa, poi pensò che
               finalmente poteva vedere da vicino tutto ciò
               che l'aveva incuriosita per tanto tempo, salì i
               tre gradini che potevano al prato e andò a
               sedersi in una di quelle poltroncine che aveva visto
               tante volte da lontano.La donna era tutta
               vestita di rosa: portava una gonna di stoffa pesante
               lunga quasi fino ai piedi, un golfino lavorato a mano
               dello stesso colore, allacciato con degli appariscenti
               bottoni a forma ovale. Il viso rotondo si adattava
               alla corporatura piuttosto robusta. Portava i capelli
               lunghi e tinti di biondo, raccolti in una cipolla
               dietro la nuca, la pelle del viso era pallida ma
               spiccavano gli occhi grandi e scuri come le sottili
               sopracciglia. Le labbra erano truccate di rosso e
               così le guance. Con uno sguardo deciso e
               diretto osservava Josephine che si era chiesta mille
               volte com'era questa signora Lupi, ora ce l'aveva
               lì da studiare come voleva.-Vedi questi
               splendidi fiori? Sono i miei preferiti, ogni volta che
               li vedo mi ricordo quando era piccolo mio figlio
               Paolo. Quando era piccolo come te, io e lui andavamo a
               raccogliere i ranuncoli nei prati. Anni fa se ne
               trovavano tanti.- Josephine guardava i fiori e
               ascoltava.Anche una
               cinciallegra sulla staccionata osservava i fiori e nel
               frattempo sembrava che eseguisse un balletto,
               dondolandosi sulle zampine.-Mi piace
               raccogliere i fiori di prato e farli essiccare per
               L'inverno.- proseguì la donna. &endash; Sai
               come si fa?- chiese a Josephine.-No, veramente non
               ci ho mai provato- disse sorpresa la
               bambina.Anche la
               cinciallegra sembrava sorpresa.- Ti
               insegnerò io allora
 vedi, cogli quelli
               che ti piacciono di più, a proposito, quali
               sono i tuoi preferiti?- Beh
 ce ne
               sono tanti che mi piacciono, ma in particolare i fiori
               dell'erica, si
 è l'erica che
               preferisco!- Con
               l'esclamazione di Josephine la cinciallegra se ne
               volò via.- L'erica è
               facilissima da far essiccare, ne prendi un bel
               mazzetto, facendo attenzione di non strappare le
               radici della pianta, lo appendi capovolto in un locale
               al buio per qualche settimana. Per l'inverno avrai
               modo di decorare la casa.In quel momento si
               sentirono le campane suonare le cinque del pomeriggio.
               Anche il sole, che stava volgendo al tramonto proprio
               dietro al Pizzo Torto, mandava i suoi raggi lunghi e
               magici sulle montagne circostanti e a valle, sul
               torrente Drogo, il quale, a sua volta, rimandava
               riflessi di luce spettacolari ai rari viandanti.
               Josephine pensò che era proprio giunta l'ora di
               tornare a casa, doveva aiutare la mamma.La bambina si
               alzò e disse: -Mi dispiace, ma ora devo
               andare.-Va bene, torna
               ancora a trovarmi, se lo vorrai, ti insegnerò
               tanti piccoli trucchi per conservare i fiori! &endash;
               disse la donna sorridendo.Una volta giunta a
               casa Josephine raccontò alla mamma dello strano
               incontro e della conversazione. La mamma
               mormorò: - E' proprio vero che c'è
               sempre da imparare dalle persone!Così nei
               giorni seguenti la visita a casa della signora Lupi,
               Josephine con le sue amiche andò a raccogliere
               fiori nei prati, poi con il procedimento che le aveva
               spiegato la signora, li raggruppava in piccoli mazzi e
               li appendeva al soffitto della cantina. Forse ne aveva
               appesi anche troppi
sentiva il babbo brontolare 
               ogni volta che entrava o usciva dalla
               cantina.Trascorsero due
               settimane prima che Josephine si trovasse a passare
               ancora nelle vicinanze della casa
               colorata.Stava rincorrendo
               il suo cane Raschi, quando la sua amica Ottilia venne
               a trovarla.- Jo, andiamo a
               fare un giro al di là del torrente? &endash; le
               propose l'amica.- Si, per me va
               bene, ma devo chiedere il permesso alla mamma.
               &endash; rispose la bimba.Con l'approvazione
               della mamma e, dopo aver promesso di non far tardi,
               Josephine e Ottilia sgambettavano via felici. Ogni
               tanto si fermavano a gustare le dolci fragoline che in
               quella stagione c'erano in abbondanza ai bordi dei
               sentieri.Cammina e cammina,
               giunsero alla casa della signora Lupi, la quale,
               essendo in giardino e vedendole arrivare, disse: - Chi
               si rivede!Oh
 questa
               volta sei accompagnata da un'amica!Josephine
               guardò Ottilia, che in quel momento aveva
               l'aria un po' preoccupata, sottovoce le disse di non
               aver timore, perché lei quella donna l'aveva
               già conosciuta e non c'era motivo alcuno di
               aver paura. Salirono i gradini che permettevano di
               raggiungere il prato davanti alla casetta-Prego bambine,
               sedetevi un momento che mi fa piacere questa bella
               compagnia! Le bambine,
               sedetevi un momento che mi fa piacere questa bella
               compagnia!Le bambine si
               sedettero e la signora offrì loro dei
               cioccolatini svizzeri, una
               specialità!-Racconta
               Josephine, che cosa ti piace fare quando hai del tempo
               libero? &endash; Chiese la signora Lupi.Josephine rimase un
               po' assorta nei suoi pensieri e poi disse: - Ad
               esempio, nei mesi scorsi sono stata impegnata con un
               ghiro.-Impegnata con un
               ghiro? Che ghiro? &endash; domandò incredula la
               donna.Anche Ottilia
               sorpresa ascoltava Josephine.- Il ghiro
               diventò mio amico dal giorno in cui si è
               addormentato sul tappeto accanto al mio letto.
               &endash; spiegò Josephine. &endash; Io cercavo
               una scarpa
e vicino ad essa ho trovato una
               castagna e un ghiro!
Allora ho pensato
               un po' e ho deciso di addomesticarlo.L'ho sistemato in
               una cavità del muro che sta fuori casa e
               delimita il nostro prato. Ho messo del fieno per
               tenerlo al caldo. Per tante settimane, prima che
               arrivasse la primavera, gli ho portato acqua,
               nocciole, noci. Il ghiro sembrava essere in letargo.
               Poi un giorno si è svegliato e ha sgranocchiato
               tutto il cibo che avevo portato. Ogni tanto lo spiavo,
               per capire se gradiva le mie attenzioni, ma questo non
               gli dava fastidio.Anzi, dopo un po'
               ha iniziato ad annusare i miei piedi e ad
               osservarmi.Più tardi il
               ghiro ha cominciato a seguirmi ovunque andassi con la
               disperazione dei miei genitori che non volevano che lo
               portassi in casa.- E' strano
               &endash; diceva mio padre &endash; Di solito i ghiri
               non hanno un carattere facile. Cosa hai fatto a questo
               per renderlo tuo amico?- Penso che sia per
               via del cibo che gli procuro. &endash; dissi
               io.- Lo scorso mese di
               aprile il ghiro, femmina, come ebbi modo di capire, si
               mise a preparare un rifugio più caldo e
               raccolto di quello che gli avevo preparato io. SI
               strappò anche del pelo dalla pancia per
               renderlo più accogliente. Il mio papà
               disse che di lì a poco sarebbero nati dei
               cuccioli.- Io aspettavo con
               trepidazione. Purtroppo, forse, una volpe deve aver
               scoperto il suo nascondiglio e una mattina, sull'erba
               appena sotto il muro, abbiamo trovato i segni di una
               lotta. Era rimasto solo qualche ciuffetto del mio
               ghiro qua e là. E' stato un giorno triste per
               me. I miei genitori non erano tanto sorpresi. &endash;
               E' la natura, sai. &endash; mi hanno detto.-
               Qualche altro
               animale selvatico ha rimediato il suo
               pasto.Così dal
               mese scorso, non ho più quel bellissimo
               passatempo che era accudire il mio ghiro e adesso,
               intanto che siamo nella bella stagione, gioco tanto
               all'aria aperta con i miei fratellini. E con Ottilia
               quando mi viene a trovare. &endash; aggiunse
               Josephine, guardando la sua amica. &endash; Sai
               Josephine è una piccola bella storia quella che
               mia hai raccontato e sono del parere che entrambe
               amiamo la natura. Ehm
.io adoro i fiori e
               tu
i ghiri!Tutte e tre risero
               di gusto.- Ora, però,
               dobbiamo andare, altrimenti i nostri genitori
               cominceranno a chiedersi dove siamo
               finite!-- Care bambine
               è stato un vero piacere stare in vostra
               compagnia.La signora Lupi,
               appoggiata alla staccionata, guardava le due bambine
               e, mentre la signora continuava ad osservarle,
               intrapresero la strada verso casa. |