- La
signora Lupi
-
- Quel pomeriggio
Josephine decise di allungare la sua solita
passeggiata nel bosco e di percorrere il sentiero fino
all'abitazione della signora Lupi.
- Quella casa era
davvero originale e diversa da tutte le altre. Mentre
le altre baite avevano l'intonaco esterno bianco o
grigio con, in alcuni punti, ben visibili le pietre e
le travi di legno, con le quali erano state costruite,
questa, pur avendo una intonacatura di base bianca,
era tuta decorata con pennellate corte e oblique,
tracciate in modo casuale e di tutti i
colori.
- Il rosso, il
giallo, il verde e il blu erano i colori più
usati. Le persiane e gli infissi delle finestre erano
rossi e rosse le travi che sostenevano le finestre
stesse e che si intravedevano appena un po'
nell'intonaco, come in genere succede nelle case di
montagna.
- Le tendine erano
bianche con dei bellissimi fiori ricamati.
- Anche il
giardinetto intorno alla casa era particolare e in
netto contrasto con la semplicità tipica di
quei luoghi. L'erba era sempre ben rasata, qua e
là vi erano piccole aiuole di fiori di
montagna:
- rododendri,
ginestre, margherite, viole, gigli rossi e arancioni.
Tutti fiori che si trovano nei prati in primavera e in
estate e, probabilmente, erano stati pazientemente
raccolti e piantati lì. Vicino alle aiuole,
c'erano alcune statuette di gesso che riproducevano
gli animaletti del bosco come scoiattoli, caprioli e
pettirossi.
- La piccola dimora
si trovava in Val Drogo, (valle laterale della
più grande Valle Spluga), dalla parte opposta
del paese e del torrente, in alto, proprio al
delimitare del bosco. La posizione era piuttosto
isolata, ma per i suoi colori non passava certo
inosservata agli occhi di coloro che si trovavano a
percorrere i sentieri della piccola valle.
- Per i bambini era
una vera attrazione, la casa sembrava essere uscita da
un libro di fiabe e non poteva che incuriosirli, farli
fantasticare.
- Tra i più
grandi c'era chi inventava storie di folletti, che
vivevano nella casa e giurava di averne incontrati
più di una volta; dato che i bambini più
piccoli ci credevano, nei dintorni della casa per
scoprire che cosa effettivamente ci fosse.
- Gruppi di bambini,
a volte Josephine era con loro, si recavano alla casa
della signora Lupi, quando erano sicuri che lei non
era in casa, altrimenti, se sentivano qualche rumore
provenire dall'interno, le fantasie a se sentivano
qualche rumore provenire dall'interno, le fantasie a
riguardo erano tali da farli scappare tutti a gambe
levate.
- Per le persone del
posto, la signora Lupi era una donna eccentrica, che
non aveva bisogno di lavorare, per questo poteva
perdere tempo con piccoli passatempi o addirittura
poteva dedicare alla letteratura anche le ore centrali
della giornata. Anche per le faccende di casa come
andare a prendere l'acqua alla sorgente o preparare la
legna per il camino; si faceva aiutare da qualcuno.
Josephine la vedeva spesso proprio dal prato di fronte
alla sua casa: la donna come un puntino rosa si
muoveva nel suo giardino tra le poltroncine anch'esse
rosa. La bambina aveva provato a chiedere informazioni
ai suoi genitori, ma loro erano evasivi, non si sapeva
se provenisse da una cittadina svizzera o da
Chiavenna.
- Comunque, i
genitori erano talmente occupati a badare alla
famiglia e al lavoro, che non avevano tempo di
approfondire alcun discorso a riguardo. La
curiosità di Josephine era sempre maggiore,
appena trovava una scusa adatta, si recava nelle
vicinanze della colorata casetta per soddisfare la sua
curiosità di bambina.
- Quel giorno
Josephine aveva appena percorso il sentiero tortuoso,
che si snodava fra i larici e delle grosse pietre qua
e là. Mentre camminava, guardava di tanto in
tanto il piccolo torrente, che scorreva di fianco al
sentiero, il suo scrosciare accompagnava i suoi
pensieri
- Finito il bosco, il
sentiero sbucò su un lungo pendio coperto di
erbe e fiori e qualche cespuglio di erica. L'aria
profumata, il rumore degli insetti, il bellissimo
paesaggio che si presentava alla vista di
Josephine.
- -E' molto
pittoresco!- pensò la bambina, poi oltrepasso
il pendio erboso, solcato solo dal piccolo sentiero,
il quale era ora diventato così stretto che, se
si fosse stati in tanti a percorrerlo, si sarebbe
dovuti procedere in fila indiana.
- Questo, ad un certo
punto, dopo aver costeggiato il torrente, si
inerpicava di nuovo verso l'alto, vicino al limite del
bosco. Lì c'era la casa.
- All'interno ci
doveva essere qualcuno poiché le finestre erano
aperte e in giardino c'erano le ormai note poltroncine
di bambù rosa. Andare avanti? Josephine non
sapeva se avvicinarsi ancora o fare dietro front, come
faceva le altre volte. Decise di passare davanti alla
casetta, fingendo, se per caso fosse apparso qualcuno,
di proseguire semplicemente il suo percorso per
ridiscendere verso il torrente, più avanti vi
era, infatti, un ponticello di legno, che avrebbe reso
più facile l'attraversamento e l'avrebbe
riportata sul sentiero di ritorno a casa
sua.
- Mentre stava
pensando, una voce squillante la fece
sussultare.
- -Salve bella
bambina!- disse la signora Lupi, che stava appoggiata
alla staccionata di legno dipinta di
rossa.
- -Buon giorno-
rispose prontamente Josephine, arrossendo un
poco.
- -Dove vai di
bello?- rispose prontamente Josephine, arrossendo un
poco. &endash;Dove vai di bello?- chiese la donna
sorridendo.
- -Oh
- a
Josephine la voce sembrava esserle finita in
gola.
- -Sto facendo una
passeggiata e intanto cerco dei fiori da portare a
casa alla mamma- inventò lei lì per
lì.
- La signora Lupi
guardò incuriosita quella bambina così
graziosa e garbata e aggiunse: -Dove vai a prenderli?-
intanto lei stessa sistemava alcuni ranuncoli in un
vasetto sul tavolino. Poi continuò: - Io amo i
fiori
ma vieni un attimo qui a sederti
così ti conoscerò meglio!
- Josephine per un
momento si sentì indecisa, poi pensò che
finalmente poteva vedere da vicino tutto ciò
che l'aveva incuriosita per tanto tempo, salì i
tre gradini che potevano al prato e andò a
sedersi in una di quelle poltroncine che aveva visto
tante volte da lontano.
- La donna era tutta
vestita di rosa: portava una gonna di stoffa pesante
lunga quasi fino ai piedi, un golfino lavorato a mano
dello stesso colore, allacciato con degli appariscenti
bottoni a forma ovale. Il viso rotondo si adattava
alla corporatura piuttosto robusta. Portava i capelli
lunghi e tinti di biondo, raccolti in una cipolla
dietro la nuca, la pelle del viso era pallida ma
spiccavano gli occhi grandi e scuri come le sottili
sopracciglia. Le labbra erano truccate di rosso e
così le guance. Con uno sguardo deciso e
diretto osservava Josephine che si era chiesta mille
volte com'era questa signora Lupi, ora ce l'aveva
lì da studiare come voleva.
- -Vedi questi
splendidi fiori? Sono i miei preferiti, ogni volta che
li vedo mi ricordo quando era piccolo mio figlio
Paolo. Quando era piccolo come te, io e lui andavamo a
raccogliere i ranuncoli nei prati. Anni fa se ne
trovavano tanti.- Josephine guardava i fiori e
ascoltava.
- Anche una
cinciallegra sulla staccionata osservava i fiori e nel
frattempo sembrava che eseguisse un balletto,
dondolandosi sulle zampine.
- -Mi piace
raccogliere i fiori di prato e farli essiccare per
L'inverno.- proseguì la donna. &endash; Sai
come si fa?- chiese a Josephine.
- -No, veramente non
ci ho mai provato- disse sorpresa la
bambina.
- Anche la
cinciallegra sembrava sorpresa.
- - Ti
insegnerò io allora
vedi, cogli quelli
che ti piacciono di più, a proposito, quali
sono i tuoi preferiti?
- - Beh
ce ne
sono tanti che mi piacciono, ma in particolare i fiori
dell'erica, si
è l'erica che
preferisco!
- - Con
l'esclamazione di Josephine la cinciallegra se ne
volò via.
- - L'erica è
facilissima da far essiccare, ne prendi un bel
mazzetto, facendo attenzione di non strappare le
radici della pianta, lo appendi capovolto in un locale
al buio per qualche settimana. Per l'inverno avrai
modo di decorare la casa.
- In quel momento si
sentirono le campane suonare le cinque del pomeriggio.
Anche il sole, che stava volgendo al tramonto proprio
dietro al Pizzo Torto, mandava i suoi raggi lunghi e
magici sulle montagne circostanti e a valle, sul
torrente Drogo, il quale, a sua volta, rimandava
riflessi di luce spettacolari ai rari viandanti.
Josephine pensò che era proprio giunta l'ora di
tornare a casa, doveva aiutare la mamma.
- La bambina si
alzò e disse: -Mi dispiace, ma ora devo
andare.
- -Va bene, torna
ancora a trovarmi, se lo vorrai, ti insegnerò
tanti piccoli trucchi per conservare i fiori! &endash;
disse la donna sorridendo.
- Una volta giunta a
casa Josephine raccontò alla mamma dello strano
incontro e della conversazione. La mamma
mormorò: - E' proprio vero che c'è
sempre da imparare dalle persone!
- Così nei
giorni seguenti la visita a casa della signora Lupi,
Josephine con le sue amiche andò a raccogliere
fiori nei prati, poi con il procedimento che le aveva
spiegato la signora, li raggruppava in piccoli mazzi e
li appendeva al soffitto della cantina. Forse ne aveva
appesi anche troppi
sentiva il babbo brontolare
ogni volta che entrava o usciva dalla
cantina.
- Trascorsero due
settimane prima che Josephine si trovasse a passare
ancora nelle vicinanze della casa
colorata.
- Stava rincorrendo
il suo cane Raschi, quando la sua amica Ottilia venne
a trovarla.
- - Jo, andiamo a
fare un giro al di là del torrente? &endash; le
propose l'amica.
- - Si, per me va
bene, ma devo chiedere il permesso alla mamma.
&endash; rispose la bimba.
- Con l'approvazione
della mamma e, dopo aver promesso di non far tardi,
Josephine e Ottilia sgambettavano via felici. Ogni
tanto si fermavano a gustare le dolci fragoline che in
quella stagione c'erano in abbondanza ai bordi dei
sentieri.
- Cammina e cammina,
giunsero alla casa della signora Lupi, la quale,
essendo in giardino e vedendole arrivare, disse: - Chi
si rivede!
- Oh
questa
volta sei accompagnata da un'amica!
- Josephine
guardò Ottilia, che in quel momento aveva
l'aria un po' preoccupata, sottovoce le disse di non
aver timore, perché lei quella donna l'aveva
già conosciuta e non c'era motivo alcuno di
aver paura. Salirono i gradini che permettevano di
raggiungere il prato davanti alla casetta
- -Prego bambine,
sedetevi un momento che mi fa piacere questa bella
compagnia!
- Le bambine,
sedetevi un momento che mi fa piacere questa bella
compagnia!
- Le bambine si
sedettero e la signora offrì loro dei
cioccolatini svizzeri, una
specialità!
- -Racconta
Josephine, che cosa ti piace fare quando hai del tempo
libero? &endash; Chiese la signora Lupi.
- Josephine rimase un
po' assorta nei suoi pensieri e poi disse: - Ad
esempio, nei mesi scorsi sono stata impegnata con un
ghiro.
- -Impegnata con un
ghiro? Che ghiro? &endash; domandò incredula la
donna.
- Anche Ottilia
sorpresa ascoltava Josephine.
- - Il ghiro
diventò mio amico dal giorno in cui si è
addormentato sul tappeto accanto al mio letto.
&endash; spiegò Josephine. &endash; Io cercavo
una scarpa
e vicino ad essa ho trovato una
castagna e un ghiro!
- Allora ho pensato
un po' e ho deciso di addomesticarlo.
- L'ho sistemato in
una cavità del muro che sta fuori casa e
delimita il nostro prato. Ho messo del fieno per
tenerlo al caldo. Per tante settimane, prima che
arrivasse la primavera, gli ho portato acqua,
nocciole, noci. Il ghiro sembrava essere in letargo.
Poi un giorno si è svegliato e ha sgranocchiato
tutto il cibo che avevo portato. Ogni tanto lo spiavo,
per capire se gradiva le mie attenzioni, ma questo non
gli dava fastidio.
- Anzi, dopo un po'
ha iniziato ad annusare i miei piedi e ad
osservarmi.
- Più tardi il
ghiro ha cominciato a seguirmi ovunque andassi con la
disperazione dei miei genitori che non volevano che lo
portassi in casa.
- - E' strano
&endash; diceva mio padre &endash; Di solito i ghiri
non hanno un carattere facile. Cosa hai fatto a questo
per renderlo tuo amico?
- - Penso che sia per
via del cibo che gli procuro. &endash; dissi
io.
- - Lo scorso mese di
aprile il ghiro, femmina, come ebbi modo di capire, si
mise a preparare un rifugio più caldo e
raccolto di quello che gli avevo preparato io. SI
strappò anche del pelo dalla pancia per
renderlo più accogliente. Il mio papà
disse che di lì a poco sarebbero nati dei
cuccioli.
- - Io aspettavo con
trepidazione. Purtroppo, forse, una volpe deve aver
scoperto il suo nascondiglio e una mattina, sull'erba
appena sotto il muro, abbiamo trovato i segni di una
lotta. Era rimasto solo qualche ciuffetto del mio
ghiro qua e là. E' stato un giorno triste per
me. I miei genitori non erano tanto sorpresi. &endash;
E' la natura, sai. &endash; mi hanno detto.-
- Qualche altro
animale selvatico ha rimediato il suo
pasto.
- Così dal
mese scorso, non ho più quel bellissimo
passatempo che era accudire il mio ghiro e adesso,
intanto che siamo nella bella stagione, gioco tanto
all'aria aperta con i miei fratellini. E con Ottilia
quando mi viene a trovare. &endash; aggiunse
Josephine, guardando la sua amica. &endash; Sai
Josephine è una piccola bella storia quella che
mia hai raccontato e sono del parere che entrambe
amiamo la natura. Ehm
.io adoro i fiori e
tu
i ghiri!
- Tutte e tre risero
di gusto.
- - Ora, però,
dobbiamo andare, altrimenti i nostri genitori
cominceranno a chiedersi dove siamo
finite!-
- - Care bambine
è stato un vero piacere stare in vostra
compagnia.
- La signora Lupi,
appoggiata alla staccionata, guardava le due bambine
e, mentre la signora continuava ad osservarle,
intrapresero la strada verso casa.
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