LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA
Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordientiPoesie di
Sergio Barbieri
Il sole era tornato giovane e tutti noi - quelli con le camicie di vento - spingevamo oltre lo spazio le nostre biciclette di gioventu' e le ragazze erano in un campo di grano maturo nel gran sole del desiderio. Noi ancora noi parlavamo con le nostre anime per attendere - ancora assieme - la notte ed il suo inizio di stelle. E tutto era nostro &endash; solo nostro - di quelli che possiedono il Tempo.
Ogni notte sognava l'isola ma poi si risvegliava in una gabbia. E dietro quelle sbarre cercava disperatamente di ricreare il sogno l'isola dove era nato. Ma era inutile e vano illudersi di libertà. Così una mattina lo trovarono morto con ancora il capo sotto l'ala come se dormisse e sognasse l'isola della sua infanzia lontana. Maggio 2002
La mia mente è ora come uno specchio graffiato. Vede apparire pensieri - ma nasconde i desideri - compaiono i volti - ma non hanno occhi - sorridono ma non hanno bocche. La mia mente è proprio come uno specchio scheggiato di un treno che corre solo nella notte e non raccoglie immagini - ma solo ricordi straziati dal tempo -.
Febbraio 2002
I fantasmi del mattino raccolgono la polvere vermiglia di stelle morte e le immagini sfocate di sogni mai nati e queste mie antiche apparenze. Poi le vanno a seppellire nel centro di una piazza dove tante scarpe di gente sconosciuta marciano frettolose calpestando le mie illusioni. Marzo 2002
Oggi ho lasciato nello specchio l'ultima mia immagine e sono uscito per le strade senza il mio volto. E stranamente mi sono sentito in pace sorridendo senza bocca a tutte le persone senza immagine e viso che riempivano i miei sogni Luglio 2002
Qui sfoglio la mia memoria: apro i petali di quelli che furono fiori nel mio tempo lontano. Le api che si nutrirono di quel nettare sono sparite da sempre nell'immenso. La polvere dorata sui pistilli è svanita coi ricordi di soli tramontanti dietro colline di inutili speranze. Il vento del tempo l'ha sparsa - assieme alle foglie ed ai petali - nel libro chiuso della memoria. Così cerco lungo lo stelo rinsecchito parole abbandonate nella fuga degli anni. Ne raccolgo alcune: soffio via la polvere e me ne servo per scrivere una dedica - appassita e stanca - per un fratello che mi ha lasciato solo - con i miei sogni ancora bambini -. Marzo 2000
Da una finestra sul passato scorgo una ragnatela che dona una trine grigia a quei vecchi vetri e alzo una mano per togliere il passato di un ragno. Ma poi mi fermo - con la mano destra alta - come se benedicessi tutto quello che gli occhi e la mente fanno rivivere: in questo breve attimo di tempo sento i suoni - vedo i colori - le persone - le strade bianche - e le case basse di allora e scorgo me stesso - fanciullo - correre e lottare. Così resto lì - immobile - senza tempo - a guardare fuori di me - con lo stupore del vivere - per veder scorgere un'ultima volta il mio passato. Giugno 2002
Eravamo in tram quella sera d'inverno. Io ti fissavo guardandomi riflesso ed oltre il tuo volto apparivano solo nebbia e strade deserte - che scorrevano e svanivano senza farsi riconoscere. Io ti guardavo con tenerezza infinita. Tu mi guardavi immobile con occhi fissi su un punto lontano nel tempo. E fu lì che ti persi per sempre. In un tram di una grande città - in una sera di nebbia - quando capii che i nostri sguardi non si sarebbero mai più incontrati riconosciuti. Ti fissavo mio volto fanciullo. Ma nel riverbero di un vetro appannato ritrovai solo un volto adulto con rughe ed occhi spenti di chi non sa più sognare. Maggio 2002
In questa assurda stanza in comune - su questo letto scolpito entro di me - nella fragranza dei nostri ricordi di sole - quando mi sveglio niente è ovvio -. Come logica quotidiana tu ci sei ancora - accanto a me - e insieme continuiamo a vivere. Giugno 2002
Il mio dialogo con Dio iniziò con il mio primo vagito. Quando urlai la vita l'unvierso apprese che un'altra molecola si dibatteva nell'infinito. Poi il tempo scosse le mie tentazioni ed i miei sogni. Solo ora accolgo con gioia la tenue fiammella di fede e di speranza che nacque con me il giorno che vidi la Luce. Maggio 2002
Io impugno i ricordivoi - i tanti - stringete armi e folgorate i sogni di vita.
Luglio 2004
Si spezza il silenzio un uomo abbraccia un sogno: sarà come guardare altrove pensare altrove come fare troppe fughe o viaggi solo di testa. Nel silenzio del cuore la mente inizia un altro percorso un cammino una pulsione di nulla nel vuoto. L'uomo corre con i pugni chiusi ma non fugge da nessuno. - Ha finito la paura - Si ferma la mente: il suo pensiero si giudica. Giugno 2004
Quando sono solo bevo la notte accarezzo il disegno di luna tolgo gli occhiali e la cupola del cielo si infiamma: la miopia dilata le stelle le rende fiaccole/candele ma non c'è gioia o stupore. Si torna ciechi a cercare la stella che indichi direzioni o abbandoni ma l'occhio non vede la bocca non trema solo la mano scrive parole ancora vive. Luglio 2004
La solitudine fa rumore? La noia stride paranoica nella nostra mente? Il tempo scorre sempre "con monotono languore" e ticchettii di smarrimento - dobbiamo fermarci a considerare tutte queste voci/rumori/stridii come se fossero avvolti nel silenzio di un bozzolo di nulla che ci avvolge e ci rende muti: con la certezza di essere nascosti in un involucro fragile ma inutilmente orgoglioso e supponente: - l'imago del sublime col colore del niente -. Agosto/Ottobre 2004
Questi altri o nuovi tracciati di un passato remoto ed estinto nella memoria. qui o nell'altrove trovare pace e in nuovi o altri sentieri scoprire o ritrovare io terrazzi del nulla. Un'altra - una nuova collina attende -. Giugno 2004
Abbracciare uno spazio sondare una atmosfera di vuoto. Coprire il nulla con il nulla e scoprire di aver inventato il tutto di niente e fingere convincersi - aspettare - desiderare il ritorno della speranza - una nuova creazione della mente. Maggio 2004
Non sa dire addio a niente. meglio: non riesce a separarsi da nessuno. Così vive in case conosciute tra luoghi noti confida con persone che hanno attraversato la sua vita/esistenza. Continua a chiamarli/a pensarli amici. Le persone e gli oggetti a volte attendono ad essere riconosciuti - paiono sempre nascondersi - ci sono vicini ma non riusciamo a vederli. Forse si è solo incapaci di vivere senza ricordi di vite e cose nostre. Forse non riusciremo mai a dire addio al palcoscenico - con fondali consunti - della nostra vita.
Agosto/Ottobre 2004
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Agg. 12-03-2007