LA
PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA
VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA
Poeti
contemporanei affermati, emergenti ed
esordienti
|
- Poesie
di
- Antonino
Stampa
|
1° premio al concorso letterario "Il
Melograno" - IX edizione - Moncalieri
2004
In
memoria di G.
Impastato
I
Nel
silenzio
greve
grigia
e calda
l'aria
nel
giallo
dei
campi mietuti
Ai
margini
agavi
spinose
la
strada
ad
ogni curva
fra
i monti e il mare
disvela
Tradito
sui binari
il
tuo corpo
corre
corre
nel sangue versato
il
tuo urlo al silenzio
all'ignavia
alle
parole inutili
commercio
di gente soggetta
II
Dov'eri
quando
per sempre
la
speranza taceva?
Quale
notte di gelsomino
t'inebriava
i polmoni
nel
chiuso del giardino
sottratto
con luci
al
gran nero del cielo?
Cantavano
i grilli
nella
vallata
mentre
la madre
a
braccia tese
muta
cercava
Questa
terra
di
morti traditi
questa
terra
di
gente fuggita
queste
arse
pietraie
nidi
a corvi
nell'azzurro
cielo
Tramonta
nella valle
il
sole
il
vento
fischia
fra
gli ulivi
- Da:
"Smarrito fra la gente"
- Premio
"frontiere letterarie" 2000 Roma - 1°
premio -
Nella
lunga notte
Nella
lunga notte
non
odo la tua voce
E
la luna apre la vallata
Non
c'era luce
sulla
strada
e
la luna era piena
Distinguevo
tutto il liquido cielo
ma
la casa di fronte
era
buia ombra
Vedevo
le foglie degli alberi
e
udivo la tua voce
sedevi
dietro i rami del limone
bianco
dell'argentea
luna
- Da:
"Marine - Trasparenze in
frammenti"
- Emigrazione
I
Inverno
ma
lungo
è
l'inverno
ma
l'inverno è duro
A
me sacra di antiche
memorie
ti
scrivo ora che tante ore e
diverse
a
te ignote han battute
campane
Al
telefono dici
la
dolce aria
dell'isola
lontana
Come
narrarti il vuoto delle
notti
il
duro ergersi
per
via
in
me
alto
di solitudine
morta
è ogni paura
morta
morta
è la casa
che
schiudeva
ricerca
d'infinito in crescere
di
ricordi
morta
morta è la morte
che
chiudeva in ansia di
morire
in
ebbrezza del mio
perduto
mondo
e
lo star male
e
il sollevarsi e
andare
e
lo scavare in me dolore agli
altri
Non
dir dello scirocco
che
avvolge e scuote
e
par che dentro
mi
frughi
a
me nascosto
fra
le nebbie
Da:
"Marine - Trasparenze in
frammenti"
Emigrazione
- 3°
premio al concorso letterario V. Hugo -
Roma 2002 -
II
Primavera
Nel
cinguettio dei
passeri
odi
il
silenzio
La
casa
finestre
socchiuse
tende
tirate
respira
calore
pervade
ma
lontano è il sole
Come
un cervo
nel
bosco
là
dove
indurendo
fermava
il gelo
le
membra
sul
baratro fiorito
Mi
scuoto ma non
apro
al
cinguettio
d'intorno
in
caldo azzurro
alitare
mi
s'ergono
verdi
nel sole i pioppi
il
rombo di un motore
inseguo
di
già lontano
Anni
anni
che
muoiono
I
fanciulli
giuocano
la primavera
ma
non conoscono
inverno
E
il cuore dell'uomo
gelo
di morte
disserra
e
asciuga
forte
meriggio
Ma
vicina
è
la sera
che
ti scaldi
lieve
vento
dal
Sud
- Da:
"Marine - Trasparenze in frammenti -
"
- Emigrazione
III
Il
frutto raccolto
Perduto
nei
meandri del tempo
ancora
attonito
alla
nebbia che succede
al
chiaro Sole
nel
corpo che piano si scuote
e
scuote
e
cerca languide carezze
naufraghi
quotidiana
oscura
vita del domani
passi
asfalto
e
nel gelo il Sole illumina
lunga
strada
autobus
cancelli
aprono a
viottoli
vecchie
case
tra
pochi alberi
piante
nei vasi
cane
amore
alza
lieve mani bimba
Imporpora
pareti
nell'ora
del tramonto
dorme
anche
il
Sole
- Da:
"Marine - Trasparenze in frammenti -
"
- Premio
Anno Santo del Duemila Roma 1999 2°
premio
Nel
chiostro restaurato del Carmine a
Marsala
E'
la pietra
densa
e greve
giallo
tufo
materia
forma
in cubi
sovrapposti
spazio
racchiuso
pensiero
in archi
fuggenti
Diafana
la
bianca luce
penetra
calce
lucente
nei
muri
teneroverde
nel
prato
La
palma in alto
tra
il verde
scuro
dischiude
trasparenze
d'azzurro
- Da:
"Smarrito fra la gente"
Mothia,
aprile 2002
I
Nel
sole del meriggio
fedele
mi
ronza un calabrone
Tra
il diafano giallo
di
ombrelle asciutte
a
macchie di verde
copre
umile
il
lentisco
Silente
passo
lunga
proda del mare
verde
azzurro
immoto
E
cielo ed acque
esile
terra
dischiude
all'orizzonte
Ascolto
Mi
scompiglia lieve
sussurrando
il vento
morta
con
i ricordi è la
speranza
qui
ove
dal nulla
sugge
il lentisco
in
alterna vicenda di luci
del
cangiante mare
eterno
volversi
di
notte che avvolge
un
dio
abita
eterno
- Da:
"Distesi silenzi del mare"
- Passaporto
Duemila - Roma 2003 -
- Premio
letterario "Regione Puglia" 1980 3°
premio
La
luna
La
luna
parlava
di te
nell'ultima
notte
d'estate
e
il vento
recava
il tuo respiro
leggero
e caldo
E
tu eri la nuvola
bianco
di luna
era
il tuo volto
nel
nero della notte
- Da:
"Marine - Trasparenze in
frammenti"
Lame
rossastre
Lame
rossastre
tenera
di
lumi la sera
in
gelido azzurro
con
macchie di neri presagi
e
vergine
cavalla
la
tua voce sfidarmi
solitudine
della rena su cui
sfibrato
inebriato
al fuoco all'orizzonte
respira
avvoltolandosi
e
si rinserra coprendosi
il
mare
e
bianca colomba dolermi del
tuo
corpo
stridio
gabbiani
a cui sfugge la notte
che
avvolge
e
dove il mare si apre
allo
scoglio e cadere
cadere
e
s'alzano muri
e
gente mi parla
e
il bianco tuo corpo
vicino
e
mormori mare
in
notte illune
- Da:
"Marine - Trasparenze in
frammenti"
Villa
Nasi, Trapani 2001
Mi
parla
il
vento
lieve
respiro
lontano
orizzonte
Qui
ove
la bianca ghiaia
contrasta
e
si mesce
nella
bruna rena
qui
giocai
fanciullo
Il
sole
d'azzurro
la
gran volta del cielo
accende
e
chiaro
in
largo giro
delinea
l'orizzonte
Pigro
mormora
il mare
ove
navigò solitario
Ulisse
eterno
è il mare
che
chiude in seno
eterno
a
questa riva silente
peregrino
- Da:
"Distesi silenzi del mare"
- Passaporto
Duemila - Roma 2003 -
Jessica
va alla guerra
La
tua liscia
pelle
rosata
il
tuo viso ingenuo
di
ragazza
neri
capelli alla maschietta
le
tue forme
nella
mimetica
terra
fangosa
il
tuo corpo
d'amore
pervaso
da Ares
selvaggio
Ad
altre armi
natura
ad
altre braccia
sciolse
le tue membra
Ti
vidi dritta e leggera
andare
il
tuo bambino accanto
lo
sguardo
al
tuo viso in alto
nella
gloria
dell'azzurro
cielo
Mater
Regina
Pacis
dulcissima
Mater
- Da:
"Smarrito fra la gente"
Balcone
fiorito con pomelia
Al
sole
sulla
via
non
tanto in alto
da
non ascoltar voci
non
lungo
ma
profondo
con
siepi di gerani verde
scuro
e
un'esile
alta
pomelia
lunghe
foglie
calice
bianco
fiore
nella
serena notte stellata
nella
tiepida
tersa
aria
invernale
nel
silenzio di un raggio di
sole
sole
che
calcina lacrime
asciuga
lerciumi
e
panni impudichi
nella
via
con
venditori agli usci
botteghe
polipai
a
gente
affannata
desideri
miseria
e
nell'aria
inascoltato
il grido
giorno
notte
e ancora giorno
fluire
che
non misura
- Da:
"Smarrito fra la gente"
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