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- Carme del Clown
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- L'ora del crepuscolo s'avvicina,
- le insegne luminose dei negozi
- s'accendono pian piano.
- Un tremolio di luci
- è riflesso dall'asfalto;
- sono i fari delle auto
- e dei giganti in sosta.
- Appaiono i lampioni
- delle pubbliche illuminazioni,
- e vive la città
- la sua grande avventura
- della signora dei divertimenti.
- La piazza d'un rione cittadino
- è tutta illuminata
- da una ruota che gira.
- I carrozzoni disposti in forma
circolare
- sono asserragliati l'un l'altro.
- In mezzo a loro si erge
- di tela un capannone,
- ed interrotto a tratti
- con delle spaccature
- formanti i vari ingressi
- del gigantesco circo.
- Concitato si affolla il pubblico
- attorno al carrozzone dei biglietti;
- ognuno degli astanti
- in possesso ne viene
- non prima di un'attesa
- lunga ed estenuante.
- Nell'occupare i posti
- con varie distinzioni,
- viene a coniarsi il quadro
- della cruda realtà
- ch'è nata col mondo.
- Lo spettacolo inizia:
- dimostrano coraggio i trapezisti,
- bravura al tempo stesso
- eseguendo con dinamicità
- i tripli salti mortali.
- E corrono per la pista i cavalli;
- eseguendo le tigri
- i comandi del domator cortese
- dimostrano d'avere grande pazienza.
- E finalmente il Clown
- poi esce sulla pista
- e col vestito mascherato
- fa ridere grandi e piccini
- e, dopo aver preso volutamente
- alcune stonature
- con la sua tromba a fiato,
- il suo vestito getta
- facendosi più serio;
- anche ai presenti non viene più il
riso,
- composti ed attenti seguono il clown
- che intanto declama in mezzo alla pista
- il suo piccolo carme:
- "si prova la gioia
- d'essere fanciulli e
ingenui,
- di conoscere il mondo
- la vita e gli uomini
- sotto il velo innocente
- come nelle fiabe.
- Si prova l'amarezza
- d'essere maturi, vecchi e
maligni,
- di conoscere il mondo,
- la vita e gli uomini
- quali sono, nella loro
vera
- cruda e spietata
realtà".
- In piedi s'alzano gli spettatori ed in
coro
rispondono al clown:
- "Hai proprio ragione
- fratello di umana sventura",
mentre appare sui loro visi tristi
tutto il dramma feroce e spietato.
- Si stringono attorno
a quel caro pagliaccio
che almeno una volta
ha cessato di esserlo
e per un attimo, affratellati,
negli occhi si guardano i presenti;
ma è solo un momento ch'è
già fuggito
in un baleno e senza riguardo,
tornando ogni cosa peggio di prima.
Una favola spezzata
(Dedicata a mia Madre Sig.ra Bianca
Arciello)
Una favola
bruscamente spezzata
è stata la tua dipartita
dolce mamma.
Per farmi veder la luce
te ne stavi privando
Tu stessa.
Consono e cosciente
di tutto quello
ch'hai fatto per me
e di tutto "l'Amore vero"
"Amore grande ed immenso"
con la "A" maiuscola
che Tu m'hai donato,
ti sono stato sempre vicino
fino all'ultimo
rinunciando a volte a qualcosa
che pur mi piaceva fare.
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