- IL VENTO DEGLI
ANGELI BIANCHI
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- Lascia che il
vento degli angeli bianchi sfiori la luna dei gigli
colomba,
- sarà una
luce immensa e molti cavalli del mare potranno
vestirsi di cielo,
- lascia che venga
il sogno con mille arcobaleni e rondini di sole,
- sarà la
gelosia di un tango misterioso a perdersi nei fasti
di Granada.
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- Lascia che
l'ermellino vaghi dolce nel bosco della regina
piuma,
- siediti sulle
onde di questo mare lieve che insorge nella neve,
- siediti e non
alzarti, rimani ad ascoltare la voce dei cipressi ,
- lascia che la
tua ombra si ponga alla sinistra della conchiglia
destra.
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- Siediti sulle
onde di questo mare lieve, siediti e non parlare,
- lascia che sia
la morte a prendere la vita,
- lascia che sia
la vita a prendere la morte,
- siediti sulle
onde, cantami una canzone.
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- Cantami una
canzone con fiori e melograni fra le mani,
- con usignoli e
rane, verdi rane che siano rane verdi,
- come l'erba dei
prati dei calamari spugna,
- come la
primavera di una gardenia adulta.
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- Come un agnello
rosso, rosso come un corallo,
- splendido come
un gallo che ha visto Biancaneve,
- come una
semibreve che ha perso la laringe,
- splendido come
il tempo di un alamaro lince.
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- Lascia che il
vento degli angeli bianchi sfiori la guancia del
diavolo perla,
- sarà una
stella immensa a perdersi nel lieto perdurare di
questo lungo sogno,
- lascia che tutto
il vuoto s' innalzi mestamente nel cuore di un
gitano,
- sarà la
melodia di una chitarra gialla a fare impietosire
il corvo nano.
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- Cantami una
canzone con bocche di leone e di viole,
- con girasoli e
fiabe, fiabe e discorsi veri che siano vere fiabe,
- come il senso
profondo di un crisantemo biondo,
- come un silenzio
ingordo, come un violino sordo.
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- Siediti sulle
onde di questo mare lieve, siediti e non
parlare,
- lascia che sia
la morte a prendere la vita,
- lascia che sia
la vita a prendere la morte,
- siediti sulle
onde, cantami una canzone.
-
- Cantami una
canzone con fiori e melograni fra le
mani.
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- FIABA
D'ARGENTO
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- Fiaba d'argento
nei capelli artistici del vento sperduto
nell'aurora,
- due rondini che
volano in silenzio nel cielo delle nuvole
cadenti,
- il vuoto
maledetto dalla luna che urla delicate
melodie,
- la morte che
tutto riscalda e avvolge i passeri
verdi.
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- La morte che
tutto divora e imbratta le stelle di
sangue,
- il falco che
perde le piume e strappa gli artigli alle
lontre,
- le ombre che
insidiano il bosco e umiliano i raggi del
sole,
- la vita che
insegue l'amore nel senso profondo del
male.
-
- La morte che
tutto divora e ingrassa le pance dei
cani,
- le rose che
sbocciano pigre nel petto dei gatti
randagi,
- la mente che
genera granchi nell'estasi gialla del
miele,
- il canto
sommesso di un bimbo nel limbo dei gigli
scarlatti.
-
- Due rondini e
due galli bianchi nel pane dell'Ultima
Cena,
- la falce che
taglia la luce e allarga i percorsi
obbligati,
- il nido di
un'upupa d'oro nell'orto dei dolci
flicorni,
- il lungo delirio
di Giuda tradito da Ponzio Pilato.
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- La morte
dell'Uomo Risorto, la morte che imbratta il
Creato,
- la morte che
genera fiori e ragni di carta soave,
- le schiave che
vendono anguille nell'omero delle
conchiglie,
- le grandi
cascate di perle che inondano i campi dei
grilli.
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- La morte che
tutto divora, la morte che splende di
mais,
- la morte che
gira le giostre e balla nei tanghi
spagnoli,
- i vecchi
usignoli smarriti nei pallidi autunni
sconvolti,
- i volti dei
ladri di versi riflessi nel lago dei
cigni.
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- Due rondini e
due galli bianchi nei campi dei teneri
Ebrei,
- la falce che
taglia la gola al figlio dell'alce
viola,
- la vile parola
che inganna la calma dell'urna bucata,
- la gioia
infinita che toglie la morte e dona la
vita.
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- La vita che
insegue l'amore nel senso profondo del
male.
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- La vita che
tutto divora e dipinge i colori del
mare.
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- NEL CUORE DELLA
NOTTE
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- I passeri di
Parigi avevano piumaggi verde oro e ingelosivano la
luna,
- adagiata come un
gatto arancione sui palazzi marrone di
Pigalle,
- il gallo rosso
del vento beveva salamandre nei verdi coralli della
Senna,
- il tempo era
lieve e scaltro e incatenava i sensi alla
follia.
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- E la follia si
rivestiva di ghiandole di mitili voraci emarginati
lentamente,
- dentro la mente
bionda di un'amanita bianca sedotta
dall'autunno,
- nel breve
cigolare delle foglie sfiorate dalle doglie di un
armonio,
- nel palpitare
astratto della vita sbocciata sopra i mandorli
imbiancati.
-
- Nei prati le
ciliegie delicate schiacciate dai poeti
maledetti,
- nei prati il tuo
sorriso luminoso velato dall'aurora
spaventata,
- nei campi la tua
carne sbrindellata dai vermi colorati di
turchese,
- nel cuore della
notte una colomba perenne come il fiume della
morte.
-
- Nel cuore della
notte una farfalla violacea come un angelo del
sole,
- nell'anima dei
rospi un aquilone dipinto di rugiada
soffocante,
- nei vecchi
cimiteri le ghirlande intente a copulare con le
croci,
- le fauci di un
coniglio incrudelito nel bosco delle rose
spettinate.
-
- Nel cuore delle
fate una mimosa gelata come il piede di una
sposa,
- nell'epopea
tremenda delle scimmie voraci di clochard di
Notre-Dame,
- nelle ricerche
inutili del seme piantato dentro l'orto degli
ulivi,
- nei rantoli
giulivi dei ladroni costretti a prostituirsi in
paradiso.
-
- Nei prati il tuo
sorriso eterno più dell'ultimo
tramonto,
- nei campi gli
avannotti dei salmoni cosparsi di molecole di
cloni,
- nel mare le
conchiglie senza perle amiche delle stelle
riciclate,
- le linci sopra i
meli intirizziti cosparsi dalla neve di
Natale.
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- Nel cuore delle
fate il male estremo avvinto ai biancospini
addormentati,
- i lunghi
pipistrelli orizzontali mangiati dai maiali
occidentali,
- i carnevali
storti di Venezia intrisi dai peccati di
Lucrezia,
- nell'orgia
spaventosa delle mele sbucciate dalla mano di
Mengele.
-
- E il fiele del
Calvario variopinto di lacrime di anemoni
sanguigni,
- i cigni
naufragati dentro il lago dei sol bemolli azzurri
di Stravinsky,
- i links
dell'Home Page di Maometto storpiati dall'impulso
più segreto,
- il generale
Custer crocifisso nelle trincee dei fanti
indemoniati.
-
- E gli usignoli
amianto stupefatti nei nidi delle tortore di
Allah,
- un toner
musulmano dentro il fax dei grandi musicisti senza
sax,
- nell'inguine del
cane inviperito smarrito nel giardino di Al
Fatah,
- nel dramma di un
bambino senescente piangente nella grotta di
Betlemme.
-
- Nel cuore della
notte una colomba perenne
come il fiume della morte.
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- ALMA DELLA VERDE
LUNA
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- Il celeste
angelo dei sensi cadde dalla nuvola più alta
e ti baciò le mani,
- mentre dormivi,
Alma della verde luna, fra le mazurche in
fiore,
- Alma della verde
luna che avevi dentro il cuore l'aurora
all'infinito
- e tutti i sogni
bianchi lasciati copulare nel cielo dei
pinguini.
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- Alma, com'eri
dolce e stanca, in quel fosforescente rospo
giallo,
- nel sole d'oro
appeso all'universo delle colombe rigide di
fango,
- nella più
strana origine di un merlo accovacciato dietro un
crocifisso,
- come un felino
ingordo surreale avvinto dentro il genere
maschile.
-
- Com'eri dolce e
stanca, in quella spettinata primavera di
magnolie,
- nella potenza
estrema della morte arrampicata a un muro di
lenticchie,
- nelle scattanti
anime dei gigli periti nel duodeno dei
conigli,
- nel tempo dei
magnifici violini avvelenati dai bemolli
scalzi.
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- Com'eri magra e
ingrata nel generare antiche melodie,
- nel vezzeggiare
il gufo senza lingua eternamente avido di
sangue,
- nel compensare
il vuoto dell'amore immensamente logico di
neve,
- nella più
breve recita dell'anima sdraiata nel testicolo di
Hitler.
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- E alto fu il tuo
canto fra le stelle donato ai sogni dei neonati
Ebrei,
- un canto biondo
e magico di rose che sprigionava spore di
armonia,
- nella poesia
stupenda della morte che venerava il colon della
vita,
- nella ferita
aperta e mai richiusa del neo romanticismo
traditore.
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- Com'eri dolce e
stanca, in quel giardino delle meraviglie,
- dove la mente
gravida di odio avvalorava il clone del
demonio,
- nel dromedario
Bancomat di Allah che trasportava l'asino
felice,
- nella lussuria
trendy dello Stige dove D'Annunzio violentava il
Duce.
-
- Com'eri grassa e
rossa , in quella resistenza
inviperita,
- nella potenza
estrema della vita arrampicata all'albero dei
vinti,
- nel traboccante
orto dei misteri insaponato di architetti
neri,
- nella mattanza
facile dei sensi innamorati di un sepolcro
aperto.
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- E breve fu il
tuo ultimo sorriso quando cadesti inerme nel
deserto,
- affascinata e
onnivora di arance nelle stupende pance delle
rane,
- nel tempo delle
menti americane innervosite al suono dei
tamburi,
- nei chiaroscuri
suoni dei flicorni al vagito dei nuovi
Iraqindiani.
-
- Il celeste
angelo dei sensi cadde dalla nuvola più alta
e ti baciò le mani.
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