Autori contemporanei
affermati, emergenti ed esordienti
"La poetica dell'Autenticismo"
di
Bruno De Vito
La poetica dell'Autenticismo
 
L'Autenticismo, ovvero la ricerca della veridicità delle cose, rappresenta il punto focale di una qualsivoglia ipotesi culturale, affinché ogni momento artistico sia permeato di "credibilità"; ad esempio, non si esalterà mai il consumismo, in quanto simbolo di qualcosa di effimero nella società odierna, così come non si approverà tutto ciò che è of fesa all'ambiente, al vero progresso, all'arte! Bisogna ambire ad una cultura "autentica", quindi priva di mondanità o di strumentalizzazioni. Di conseguenza, lo scrittore, il poeta, l'artista, dovrebbero comporre solo se veramente ispirati da un qualcosa, senza lasciarsi coinvolgere particolarmente dall'odor di "quattrini", la qual cosa, se ha il sopravvento, conduce gli autori verso composizioni artificiose ed alienanti, che certamente non potranno offrirci dei validi messaggi!...
L'uomo, fatto di ragione e sentimento, era invano contrastato fra Illuminismo e Romanticismo, che lo spogliarono della sua interezza, esaltando l'uno la ragione e l'altro il sentimento.
Il Decadentismo aveva tentato di rivalutare l'uomo nella sua unicità come nel lontano Umanesimo, ma ben presto aveva perso lo spirito di universalità per approdare a temi più legati alla realtà contingente, quali la ricerca sfrenata del nuovo e della sola "forma", o allontanandosi dalle problematiche della vita, riportando l'uomo in una nuova fase di in certezza (di tipo leopardiano), ancorata al mistero del destino.
L'Autenticismo si propone di perseverare nell'unica certezza possibile, rifacendosi alla prima parte del pensiero esistenzialista ed alla psicologia umanistica attuale: la ricerca di una vita meno banale, al fine di dare una dignità alla propria esistenza, al proprio Io, per sentirsi veramente realizzati.
Per ottenere ciò bisogna essere convinti delle proprie scelte e di ciò che si fa, senza agire soltanto perché tutti "fanno così", e credere in valori universali.
In tutti i generi letterari si possono rispecchiare i canoni della "Poetica dell'Autenticismo", purché la cultura sia intesa come "ricerca di verità" e non come arte fine a se stessa, identificandosi in un'alta funzione civilizzatrice!
La satira potrà considerarsi la forma più consona per meglio esprimere tale poetica; in campo teatrale, ad esempio, si darà adito alla satira di costume, al fine di evidenziare i vizi umani, per dirla alla Goldoni!

 
La poesia oggi
Si continua spesso a criticare la poesia per: due motivi, il primo riguardante la sua attualità artistica in un'era cosiddetta progredita e fin troppo calcolatrice ed antipoetica, il secondo, invece, legato alla vecchia questione della poesia libera espressione di stati d'animo personali, spesso enigmatici ed alienanti, in aperto contrasto con la poesia più razionale, specchio o sintesi dell'anima pensante dello scrittore, fautrice di "messaggi" chiari e precisi.
Per quanto concerne il primo punto, in una società così frettolosa come quella odierna la poesia è e dovrebbe essere sempre attuale rispetto al romanzo; per l'altra problematica in effetti, le poesie più declamate del passato sono, in gran parte, di poeti resisi famosi proprio perché interessati a vicende umane e sociali, ovviamente ben armonizzate in un connubio forma-contenuto.
Ciò non significa che la poesia libera espressione di stati d'animo spontanei debba considerarsi declassata rispetto a quella legata ad una unicità di pensiero di un autore purché non ecceda in personalismi o pessimismi esasperati e sia più aperta al sociale ed alla realtà quotidiana, altrimenti è logico che si preferirà sempre leggere più romanzi e no poesie!
La poesia è, comunque, la forma più elevata ed artistica tra tutti i generi lettere e, proprio per questo motivo, chi si accinge a comporre versi, soprattutto in lingua italiana, dovrebbe autoesaminarsi continuamente, prima di esporsi al giudizio (o sia pure alla "visione) poetico degli altri.
Una nota dolente è che, a volte, non si percepisce il confine tra "narrazione in versi e poesia: questa scaturisce da una "parafrasi" del nostro pensiero, ovvero da una costruzione lineare di un concetto, la cui struttura, però, pur rimanendo inalterata nel testo poetico, viene spesso modificata (iperbato) o addirittura "stravolta"!
Per non parlare delle tante figure retoriche che caratterizzano il testo poetico, e dandogli musicalità e "raffinatezza"; un esempio su tutti è la poesia "Soldati" di Ungaretti "Si sta/ come d'autunno/ sugli alberi/ le foglie", in cui appaiono una similitudine stupenda, un iperbato (le foglie, soggetto, è alla fine) ed una lunga inarcatura (enjambement) il secondo, il terzo ed il quarto verso, in cui "si raccoglie" tutta una frase.
Questo piccolo gioiello è arte, è poesia! Un testo narrativo sarebbe stato: "I soldati stanno in guerra, così come le foglie sugli alberi in autunno", che, se messo in versi, avrebbe dato solo un vago senso di poesia!
 

 
Pirandello poeta
Non tutti immaginano che Pirandello abbia costantemente coltivato il "gusto poetico' fin da giovane, parallelamente alla sua vena narrativa e teatrale, grazie alla quale è assurto a fama mondiale.
Nel leggere il testo riguardante la sua raccolta di poesie si ha ben presto la sensazione, propria di tipo pirandelliano, quasi paradossale, che si sia di fronte ad "uno, nessuno o centomila" Pirandello (!), in quanto, accanto ad elegie e componimenti di tipo carducciano e classicheggianti, appaiono sonetti o poesie ermetiche di risonanza novecentesca e di rapida comunicatività .
La "Luna sul borgo" è un quadro di rara luce poetica, in cui la stessa luna è vista come presagio di buonaugurio.
"Guardando il mare" è nel medesimo tempo un'esaltazione della grandezza marina ed un'esortazione ad usare questa forza per annientare la terra!
"La fune" è una mirabile metafora dell'esistenza umana, fatta di ambizioni e di speranze, distolte incessantemente dalla memoria della vita vissuta, come un acufeno rimbombante nella nostra mente, quasi a voler sradicare quelle velleità sull'itinerante futuro e l'uomo avvolge la fune attorno alla ruota della propria vita rivolto pur sempre verso l'indomito passato, non osando guardare in faccia il Destino che l'attende al varco!
I sonetti sono due in particolare, "Elevazione" e "Depressione", i cui titoli sono
risultante, sia pure per eccesso e paradossale finché si voglia, per entrambi, di precisi
messaggi; infatti, mentre per il primo si percepisce un nobile paragone tra il volo delle
aquile e le ambizioni dello scrittore, nell'altro si denota l'impossibilità per l'uomo,
chiamato "atomo umano", di "sperare", dì sognare il realizzarsi di queste ambizioni,
rimanendo disilluso dalla vita e dal mondo.
II linguaggio dei sonetti sa ancora di "ottocentesco" e mal si addice, in fondo, al
maggior Pirandello, più moderno e meglio conosciuto come un narratore dal linguaggio scarno e crudo, senza panegirici, né retoriche.
In "Solitaria", componimento finale della prima raccolta, esprime il desiderio di raccogliere in un sol canto, come un'urna gigantesca, l'intera anima sua e quella degli altri e lasciarlo lì, immortalato nella notte dei tempi!
Nel Pirandello poeta traspare uno spiccato determinismo, ben differente dal gioco delle apparenze del Pirandello narratore, a dimostrazione della duttilità dello scrittore verso le esigenze dei diversi generi letterari anche per questo Pirandello è un "grande" della letteratura di tutti i tempi!

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