-
-
- A
Simona
-
- Simona non
è solo
- una
bambina
- ma anche
un'impavida
- guerriera.
- Si tuffa nel
pericolo
- un po'
incosciente
- un po'
eroina.
- Diavoletto
saltellante
- centra sempre
l'obiettivo
- abile e
ruffiana
- sa dosare
testardaggine
- e
dolcezza
- condisce
tutto
- con
disarmante franchezza.
- Non è
testimone di
- equilibrate
emozioni paterne
- né di
ponderate
- riflessioni
materne
- e nemmeno di
eterne
- indecisioni
fraterne.
- È
testimone solo di se stessa
- vuol scoprire
il mondo, Simona
- e lo scopre a
viso aperto
- senza
nascondersi dietro le tende
- o false
timidezze.
- La rinuncia
non è
- proprio la
sua passione.
- L'infantile
coraggio
- che
accompagna ogni suo gesto
- sembra
offrirle il pretesto
- per nuove
prove
- e nuove
emozioni.
- Ama
confrontarsi
- con tutto
ciò che provoca
- il suo "io"
sfidante e duellante.
- La noia non
le appartiene,
- è un
vulcano di energia;
- se le fate
una promessa
- è
conveniente mantenerla.
- Per
Simona
- le vie di
mezzo
- non
esistono:
- c'è il
bianco o c'è il nero.
- Simona, in
fondo,
- è
tutto quello
- che noi
vorremmo essere.
-
-
- Un giorno
uggioso
-
- Una cappa di
nuvole
- sovrasta
- attaccaticci
indumenti,
- marciapiedi
limacciosi.
- Non
c'è:
- un'ombra
d'aria,
- un filo di
azzurro,
- un asciutto
sentiero.
- Tutto avanza
in
- umide
atmosfere;
- in un
intollerante
- torpore che
arresta
- leggeri
pensieri,
- fragili e
anch'essi
- stanchi,
- troppo per
emergere,
- spezzare
- quel velo
imbrattato
- da un
pessimista grigiore
- e toccare
quel limpido cielo
- che è
sopra ad attenderli.
-
- Traffico
Arriverò
tardi,
all'ora
stabilita
c'è traffico
stamattina
le strade un fiume
in piena
non di
acqua
ma di scatolame
vario
strombettante ed
indolente.
Supersonici
rumori
mi fanno alzare lo
sguardo,
c'è traffico
anche in cielo.
Sulla panchina dei
giardini
un giovane uomo si
buca.
Quanto traffico di
polvere assassina!
Vorrei
telefonarti
ma un nugolo di
messaggi
non mi fa
accedere:
la rete è
trafficata.
Quanto traffico
pure in questa vita
intasata di inutili
cose.
-
- Magia della
poesia
-
- Oh, Musa, che
ritorni
- ogni
sera
- dissolvi
questa realtà
- materializzandola
- in canti e
rime.
- Ci lasci
liberi
- di spostarci
sui percorsi
- dell'anima;
- liberi di
soffermarci
- su
emozioni
- passioni e
ricordi.
- Ogni
tanto
- ci fai aprire
finestre
- sul
mondo
- che
descriviamo
- a volte
incantato,
- a volte
imbruttito.
- Paradosso
indecifrabile
- di
uomini
- metà
poeti, metà assassini.
-
-
- Ingiustizia
animale
-
- Passero,
- te ne
stai
- su uno
scoglio
- impettito e
con orgoglio.
- Quanto
coraggio hai!
- Uno stormo di
gabbiani
- svolazza
- in quel lembo
di cielo,
- non li
temi,
- non temi il
gelo
- la fredda
brezza
- che è
ghiaccio sulle mani.
- Becchi un
tozzo di pane
- rischi di
essere divorato
- continui
sereno
- e non sei
allarmato.
- Sulla
spiaggia un cane
- corre felice
e sazio
- solo un
diversivo all'ozio
- ha lasciato a
te
- quel tozzo di
pane.
-
-
- Sant'Eusebio
-
- Salgono
quiete le case
- per la strada
vecchia:
- ora cascine,
ora casolari,
- ora moderne
costruzioni
- con rialzati
piani
- e spioventi
tetti.
- I colorati
muri
- circondati
- da fiere di
fiori;
- Gerani
rampicanti,
- da mano umana
curati,
- pendono come
collane
- da quei
poggioli
- che si
affacciano al sole.
- I pietrosi
orti
- che regalano
primizie
- si alternano
a macchie
- di rigoglioso
bosco
- di colore
mutevole
- al cambio di
stagione.
- Arriva alla
piana conca
- la vecchia
strada
- e con essa le
case
- sembrano
riunirsi
- intorno alla
medievale torre
- che, con la
sua chiesetta,
- raccoglie in
un solo abbraccio
- le anime di
quelle case.
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