LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA
Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Calogero Bono
Un giorno, quando di
- lottare sarò stanco,
- e la speranza dell'amore
- è già perduta,
- affiderò l'anima al vento
- e il vento cullerà i miei sogni
- tra l'azzurro del cielo
- bianchi cumuli, cirri e nembi
- andrò lontano per altre terre
- alla ricerca di nuova gente
- dove non è compagna
- la malvagità e la menzogna.
- Palmye - Turchia
- Camminare in riva al mare
- nell'ora dolce della sera
- quando la luna in ciel si leva
- e la prima stella appare
- Nel rosso tramonto della sera
- ritorna alla rupe il gabbiano
- felice notte sarà la sua
- senza pensieri né tormenti
- Aspetta solo il sorgere del sole
- per volare felice verso il vento
- Laggiù, appena dietro il colle,
- tra verdi pini e larici piangenti,
- nel piccolo borgo marinaro
- s'ode appena un suono di campana
- Nell'illusione del silenzio
- sboccia improvviso il pensiero
- e come vento che precede l'uragano
- e dell'ulivo il ramo piega e spezza
- così s'abbatte in me il tormento
- e fuggir non posso.
- Fruscio di onde di Kemer alla riva
- parole dolci mai sentite prima
- tacete in questa mite sera
- lasciate ch'io mi perda nel tramonto
- sognare ancora per un breve tempo.
- Dammi la mano
- Vieni, dammi la mano
- stringila forte
- andiamo lontano
- dove tutto è sereno
- piano d'amore
- non rumori di cingoli,
- di ruote, d'asfalto
- non schioppi di guerra
- urla di morte, ma
- canti d'uccelli
- rumori di fronde
- che giocan col vento.
- Vieni, dammi la mano
- stringila forte
- andiamo lontano
- non gente malvagia
- falsa, bugiarda, ma campi
- di splendidi fiori
- dove bimbi felici
- son pieni d'amore
- Vieni, dammi la mano
- stringila forte
- andiamo lontano
- fuggiamo dal mondo moderno
- dal quel dio fasullo
- di tanti colori dipinto
- dal re di denari
- che cambia le cose del mondo
- Vieni, dammi la mano
- stringila forte
- andiamo lontano
- indietro nel tempo
- in riva a quel fiume
- dove tutto è stato creato.
- Signore son stanco
- curve son le spalle
- e lento il passo
- Ho camminato per vaste pianure,
- per valli deserte, irti sentieri.
- Ho solcato le vie del mare,
- quelli del cielo. Ho scalato montagne,
- ho fallito, ho vinto.
- Ho scalato il monte più alto.
- Panorami stupendi s'offrivano
- alla vista che nulla dicevano al cuore.
- Fredde lacrime solcavano il mio viso,
- lacrime di ghiaccio, invisibili ad
- essere umano.
- Tu che conosci i miei tormenti
- lascia che il forte vento scenda
- giù dai monti e spazzi via
- ogni mio pensiero
- I miei occhi... i miei occhi...
- Nel buio d'un'alba
- piena di nuvole
- ti han visti andar via
- il mio viso bagnato
- forse pioveva
- Il mio cuore... il mio cuore...
- Una spada di fuoco è entrata nel petto
- un urlo di dolore ha raggiunto le stelle
- la casa di Dio, un suo gesto,
- sarei andato con Lui
- Anni di sogni, di speranza
- momenti felici come non mai
- stupido io che in questo mondo infame
- credo ancora nell'amore
- eppure: ti amo
- t'amo come acqua di fonte nel deserto
- come carbone acceso sulla neve
- come fiore che aspetta l'alba
- per rubare la luce al sole
- Così ti amo e così ti amerò
- Il tuo viso tra le mani
- un brivido di gioia dentro il cuore
- felicità immensa, orgasmo dell'anima
- T'amo, non per il piacere d'un attimo,
- ma per la gioia infinita di stare con te.
- Riflessione
- Al duro giogo dell'aratro
- lento andava il bue
- mentre il luccicante vomero
- la soffice terra rivoltava
- A frotte seguivano i fringuelli
- beccavano l'insetto che fuggiva.
- Eravamo soli in quella valle
- nulla tenevamo, nemmeno l'ombra.
- Cantavate voi, cantavo anch'io.
- Le nuvole passavano su nel cielo
- montagne bianche come neve
- seguiva il cuore mio il loro andare
- per terre lontane, tra altra gente
- dolci sogni della gioventù.
- A sera, quando il sole se ne andava
- e il buio nascondeva ogni cosa
- laggiù, nell'inquieto mare,
- splendeva una città di luci di lampare.
- Marinai, semplice gente,
- senza scarpe e poco pane duro,
- a poppa issavano la rezza
- e in coro cantavano preghiere
- antiche, canzoni d'altri mari.
- Adesso che molti anni son volati via
- nel ritrovarmi tra la mia vecchia gente
- un sol pensiero turba la mia mente
- non canto più da quei lontani giorni.
- Camminando assieme al fiume (Passirio)
- Nasci sul monte, tra la bianca neve,
- dove il primo sole giunge.
- Piccolo e tremante zampilli verso valle,
- poi, in compagnia di tanti amici, diventi grande.
- Spazzi via strade, scavalchi ponti,
- ti senti importante nel far paura alla gente.
- Anch'io come te ero tremendo,
- sognavo grandi cose ad ogni istante.
- Adesso sono qui che sto pensando,
- come somiglia a te la vita mia,
- nel fondo valle ormai cammino lento
- e aspetto il giorno che alla riva giungo.
- Tu nel tuo dormir servi alla gente,
- irrori la campagna e dai la vita,
- a me rimangon solo i ricordi
- dei giorni in cui felice amavo tanto,
- adesso che ho perduto tutto quanto
- mi resta solo di vedere il mare.
- Giunto che sarò sulla deserta riva,
- alzando gli occhi al cielo vedrò tutte le stelle,
- compresa quella di nostro Signore;
- dei miei peccati chiederò perdono,
- Lui, col suo viso Santo, mi dirà: non temere,
- son io che t'ho fatto uomo e per amore.
- La luce dei tuoi occhi
- me la porto dentro il cuore
- ed il tuo sorriso
- sarà il mio tormento
- Non temere per me
- non è successo niente.
- Il tempo passa e se ne va
- come il vento che sfiora
- il mio viso e non torna più.
- Allora, quando il desiderio
- sarà grande e la tristezza
- irrompe e resistere non posso
- mi siederò in riva al mare
- e vedrò raggi di sole
- squarciare nuvole nere
- posarsi sulle onde del mare
- dove delfini giocano all'amore
- e vedrò i tuoi occhi
- brillare come diamanti
- e i biondi capelli
- volare col vento
- e quando il tempo
- volerà via per intero
- ed il vento non carezzerà
- più il mio viso
- sarà tutto finito.
È inserito nell'antologia del premio letterario Il club dei Poeti 1998Home page di Calogero Bono
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