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- Il forestiero
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- Parole
rassegnate
- che giacciono
inermi
- in guardine
di nonsenso.
- Imbrigliate
in leggi di posa,
- ti guardano
da stalle
- d'un calore
infetto,
- abbandonate,
accoccolate
- su letame
pratico.
- Scalciano
l'ultimo furore
- contro pareti
di scherno.
- Mediocrità
al granito
- sale come
nebbia
- a sprofondare
negli occhi
- dello
straniero sperduto.
- Un arrancare
- di
parole-cavallo
- ancora
fiere
- del proprio
cavaliere:
- il
poeta.
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Tratta
da: "L'amore ai tempi del Caos", 2006.
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- Alba
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- Sfuma notte
insonne
- a cercarmi
dentro,
- perizia di
meretrice
- su cliente
conosciuto.
- Stralci di
sonno
- in tratti
malfermi.
- E so che
è inutile,
- effimero,
nutrimento
- del
pazzoide:
- simboli
presuntuosi,
- attimi
immobili,
- arrancando
nel definire arte.
- Dimenticata.
Di bambino.
- Non volevo.
- Forse sono
cresciuto,
- forse
no.
- Mi batto,
soffro, mi butto
- sul letto,
sfatto,
- a dissolvere
un momento,
- realtà
filtrate, fumose sul mondo.
- Mia bimba,
donna, musa deviante
- riposa.
- Sogna d'arte
incontaminata:
- un cane, in
groppa al cavallo
- galoppando a
rincorrere
- mezzaluna di
sorriso,
- Stregatto
impertinente
- acciambella
prati, lunghi fiori
- a cercare
sole calante di notte,
- chino il capo
su tavole massicce,
- legno d'altri
tempi, coppe bagnate
- da labbra
viziate, bacio da immortalare,
- tempo da
fissare, godere, ignorare, ingoiare.
- Sognare.
- Questo le
amo:
- l'indefinibile.
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Tratta
da: "L'amore ai tempi del Caos",
2006.
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- Da
sola
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- Quando la mia
presenza assente
- ti
colmerà la mano,
- a scivolare
impercettibile
- su intimi
umori,
- fa che indugi
sul seno:
- liscia
splendida femminilità
- protesa verso
mondi
- d'osservatore
immobile.
- Miele per
lussurie golose,
- vino per
labbra raffinate,
- ebbre di te e
mai sazie.
- Carezza un
brivido turgido,
- piacere
inusuale
- che cola tra
le dita,
- stupita nel
rincorrere
- gemiti
inaccessi.
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Tratta
da: "L'amore ai tempi del Caos",
2006.
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- Ispirazione
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- Cerco segni
astratti a fissare un'emozione,
- avvolto da
fumi di primo mattino.
- Cerco parole
sfuggenti al mio stato.
- Momento che
gioca
- con poetiche
velleità.
- Luce
d'abat-jour disegna
- dormienti
abbracci al cuscino.
- Vestiti
sfilati e buttati in fretta,
- confusione
smussata
- nel
chiaroscuro della stanza.
- Non visibile
eppure netta,
- come
nuda,
- l'immagine
delle tue cosce
- fra le
lenzuola:
- destino
ultimo di avide mani.
- Il tuo sapore
così vivo in bocca.
- Riaffiora
onda straniante di sensi,
- a rifrangersi
in attenzioni:
- dardeggi di
lingua sul mio sesso
- avvolto da
labbra stupende
- (sai come
prendermi).
- Ragione
svanita, mondo lontano,
- solo quella
sete che stordisce la mente.
- Affondo nel
tuo calore, nella mia stretta,
- la mia
pazzia,
- finché
un'esplosione squassa le membra,
- respiro
affannoso segna il tempo
- Corre la
penna a testimoniarmi sveglio.
- Giochiamo
signora notte.
- Ti rendo
ispirazione:
- più
nulla da scrivere
- che lei non
mi abbia già dato.
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Tratta
da: "L'amore ai tempi del Caos",
2006.
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- Intima
contrada
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- Sdraiato
faccia in su,
- fissità
contemplativa
- di pensieri
oltre il sonno.
- In fumo
illusioni
- tinte
d'ovvietà
- per un giorno
sereno.
- Spossato,
- da
quantità di carezze non date,
- parole non
udite, minimo gesto.
- Sacco in
spalla
- verso terre
bagnate d'ego,
- qui soffocato
ad arte.
- Mura decorate
- per voi
stronzi là fuori,
- assimilabili,
se mi è concesso,
- ad un Barocco
tardo Seicento.
- Poi un legno
traballante,
- cigolio che
invita:
- "Locanda
della sete".
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Tratta
da: "L'amore ai tempi del Caos",
2006.
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- Fabbrica
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- Basso
Piemonte, Liguria a braccetto.
- O forse
altrove, forse in ogni luogo.
- Paese
insignificante.
- Forse
qualunque paese.
- Civiltà
da casello e risorse di fabbrica,
- una potenza
&endash; dicevano &endash; in
Europa.
- Crack.
Qualcosa non va.
- Debiti,
crisi, reminiscenze operaie
- nemmeno
troppo sfuocate.
- Sottile
quesito in "Leninstile":
- "Che
fare?".
- Strada. Al
freddo. A scuotere opinioni.
- No, non serve
più.
- Autostrada: a
bloccarla sentiranno.
- No, solo
sbirri a sgomberare.
- Capitalismo.
Di professione.
- Centottanta
in "mobilità". Centottanta e
famiglia.
- Tradotto:
culo che brucia.
- Contingenze,
circostanze
restano in venti.
- Chino sul mio
prossimo esame. Pausa.
- Caffè.
- Piove sulla
mia sera.
- Sei
lì, seduto, coi tuoi vent'anni di
"fabbrica" scritti in fronte.
- Fumi. In
silenzio. Sguardo nella pioggia.
- Gocce di
pensieri soffocati.
- I buoni sono
soli.
- Fumo con te.
In boccate eloquenti.
- Pioggia che
ti passa la voglia di correre.
- Pioggia che
non bagna.
- Che non lava,
sulla mia sera.
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Tratta
da: "L'amore ai tempi del Caos",
2006.
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- Sdegno
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- Esprimilo.
Provaci.
- In coltellate
di penna.
- Osservano
straniati devoti
- infastiditi
impassibili incazzati.
- Nuovo
fenomeno
- a dibattersi
in gabbia mediatica.
- Nuova
creatura tradita,
- imploranda
dell'incomunicabile.
- Messaggi
cifrati, simboli,
- psicologi ad
arrovellarsi
- su bestemmie
al sistema.
- Ricatto!
Costrizione! Deviazione!
- Dubbi?
No.
- Uniti contro
il Terrore,
- maledetti,
- uniti contro
chi ha sempre gridato,
- la nostra
voce, inascoltata.
- E tu, uomo di
penna, cosa scrivi?
- Sdegno?
- Esprimilo,
provaci.
- Schiaccia
retorica congenita,
- Bibbia di
quegli stronzi
- poeti-11settembre.
- Sbattici il
viso sulle tue irrealtà.
- Non
più articoli e libri su cui
sudare:
- ora
c'è una vita in mondovisione!
- E un italiano
morente "made in USA".
- Quanto ci
metteranno a schiacciarvi,
- a svuotare
d'omertà complice
- il vostro
ricordo?
- Chiedilo a
chi sfregia fogli
- come facce
stampate, accomodanti,
- di coloro il
cui potere, seppur schifato,
- questa volta
dovrà guardare.
-
A
G. Sgrena, in memoria di N.
Calipari.
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- Uomo del corteo
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- Povero
diavolo.
- Buffo.
- Grottesco.
- Sporco o ne
hai tutta l'aria.
- Si chiedono
come viva
- quell'ingenua
fedeltà d'intelletto canino
- che
t'accompagna e sopravanza.
- Chissà
se dividete il suo pranzo.
- La sua
ciotola.
- Curioso.
- Non tu,
ciò che hai davanti.
- E non vuoi
vedere.
- Cieco per
ideale,
- scherno per
idioti.
- Materia
insensata,
- ostaggio
d'Informale,
- dozzinale,
antistile,
- finto-patetico-trasandato.
- Manchi di
Neoclassico.
- Ribelle?
- Sogni e urla
in parole di pietra
- mute e
pesanti a sgretolarsi al suolo.
- Vieni.
- Si fuma in
cerchio.
- Forte del tuo
piccolo,
- presunto
- anelito di
libertà.
- Fisiognomica
affrettata ti direbbe Cristo:
- morirai
costatando
- fallibilità
di parascienze.
- Vaneggiatore,
vandalo, vanagloria vanesia,
- in strade
sconfitte, sovraffollate.
- Dileggio
attende, incrociato. Moderato.
- Schermi
radioattivi storpieranno voci.
- Follie
annaspanti in mari di carta stampata.
- Ti aspetto
sul fondo.
- Fratello
silente.
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-
-
- Terra del
cardo
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- Passi bagnati
su di te.
- Passi
pesanti.
- Strisciare
degli scarichi sotto gli occhi di
Glasgow,
- prestigio e
signori imbellettati a conferenza,
- Scott
"riunificatore" ridicolo
lassù,
- come patetico
stilita corroso.
- Edimburgo
imbastardita da scozzesi quattro
stelle,
- confinati in
cabaret perfetto-USA,
- seppelliti in
arguzia tutta inglese
- nel porgere
il viso a scherno galante,
- brandelli di
io ad ansimare pietà.
- Tradizione e
rudezza, orgoglio e cuore
- soffocati
- da impiegati
e operai feccia,
- ubriachi o
sfatti che non sono ancora le sei.
- Ma vive il
nord, gaelico delle isole,
- cantato da
leggende nebbiose,
- con pioggia e
acqua di mare all'unisono,
- a tagliarti
il viso, sul canto di Skye.
- Nessun
inglese qui,
- tra
libertà di black face e imponenze
insperabili.
- Scalpiccìo
di sette cavalli bianchi
- sulla pietra
del Fairy bridge,
- stoffa
fatata, stretta in pugno
- come addio
velato.
- Rimane viola
sulle Highlands, torba fumante
- sotto
alambicchi di sole.
- Odore forte e
sparso
- a toccare
utopia semplice,
- dove tartan
posticci non foderano mode,
- e pive
illegali ondeggiano d'erica.
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- All'uomo che fu
mio nonno
-
- Uomo,
- nella tua
fierezza
- risplende
- regale
generosità
- di un animo
immenso.
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- Lontani
ricordi d'infanzia
- si perdono in
te,
- mentre forti
braccia
- cingono
fiduciose
- spalle ancora
gracili
-
- Così
che pare quasi dissolversi
- il gusto
amaro della morte
- nei dolci
riccioli d'aroma grigio
- che
m'inebriano i sensi.
-
- All'angelo
custode.
-
Tratta
da: "L'amore ai tempi del Caos",
2006.
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