-
- Catturi
l'immenso dall'immenso
-
- Accarezzi
più d'una carezza
- ami
più dell'amore
- bruci
più del fuoco
- rischiari
ciò che sei
- e non
sapevi...
-
-
-
- Il canto della
sirena
-
- Senti il
canto della sirena
- dentro e
più dentro di noi?
- Quei
vocalizzi soffiati
- in strane
conchiglie di mare
- nello
stupore totale
- di sguardi
sulle nostre anime?
- Due vetri
d'aria s'incrociano...
- se ne
vanno i corpi..
- navigano
l'oceano...
- accolgono
la flebile
- voce della
sofferenza.
- O Tu che
leggi, AMORE,
- lo senti
il canto della vita?
-
-
- Una lacrima
-
- Devi
sapere subito
- questa
lacrima
- a chi
appartiene.
- Bisogna
fare preseto...
- prima che
s'asciughi.
- Bisogna
darle un nome
- prima che
diventi pioggia-mare-lago
- acqua
- prima che
diventi nebbia
- e sparisce
nel nulla.
-
-
-
- Nutriti
d'equilibrio
-
- Tremo per
la tua fragilità donna;
- rabbrividisco
per i tuoi brividi
- mentre osi
guardare l'orizzonte nitido.
- La
certezza d'"essere" t'ubriaca
nell'ascesa
- e non
affili spade in segreto
- (non
sapresti usarle) ma uno scudo
- - almeno
quello - fatto di canne e giunchi
marini
- e fili
d'erba intrecciati ad alghe
- e piume di
gabbiano morto
- perché
l'uragano non ti sorprenda nuda
- perché
il vento non s'accorga della tua
presenza.
- Cresci in
fretta, nutriti d'equilibrio
- quello
stesso gettato - per troppa vanità -
dall'uomo;
- assapora
la coerenza senza mai ingannarti,
- non puoi
sbagliare - sarebbe la fine -
- cresci in
fretta, nutriti d'amore
- senza
farti travolgere e invischiare dal dolce
miele;
- cresci
libera nel pensiero e
nell'azione.
- Ad ogni
passo non perdere di vista
- il "sasso"
che per te ha brillato sulla riva
- fino ad
invecchiare il sole.
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-
- Sasso
d'Olimpia ovvero Nascita della
Scrittura
-
- Seduti sul
sasso d'Olimpia
- mi leggi e
vivo te
- mentre Tu
ci vivi.
- Specchio
di Noi, presi d'amore,
- in un
grappolo d'uva.
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-
-
- S.
Valentino
-
- Scolpire
la PAROLA
- scultrice
di se stessa
- e darle un
suono: "...BATTE BOTTE..."
- e un
profumo di terra bagnata
- nel
geo-sperma-intrastellare
- SSSSSIIIIIIIIII!!!!!
- e la
RISACCA STRUSCIA.....
-
-
-
- Sono
così
-
- Tutta la
notte ho passato con Hegel!
- Poi mi
è venuta fame.
- Ho
mangiato una stella... e
finalmente
- mi sono
innamorata di me:
- non
Narciso... ma Donna Nuova
- giusta
nella sua pelle.
-
-
-
- Saffo
3000
-
- Era
lì per diventare pietra
- nella
caverna dell'autodistruzione.
- Commosso,
il Dio della Critica
- ha rotto
la pietra, con pazienza
- ha
demolito la menzogna.
- Ha dato
vita-coraggio-essenzialità,
- ha
riempito i polmoni di uova aria;
- ha detto
senza dire: "Non temere
- la tua
storia, SAFFO se tu".
- D'un
subito l'arcobaleno è divenuto
Cetra
- dall'oro-verde-blù
del mare
- e il
vento: intenso, delicato Chanel numero
cinque.
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-
-
- La Danza del
cigno
-
- Cigno del
mio io
- alzati,
incorcia l'aria
- che il
dolce vento soffia,
- gira e
piroetta
- distenti
il corpo
- va e
torna
- toccando
l'alba
- a braccia
aperte
- donna
nella danza
- cigno del
mio io.
-
-
-
- Ali
-
- Gabbiani a
migliaia
- sulla
scrosciante scogliera.
- Quanto
costerò amarli?
- portare la
mente lontano
-
-
-
- tra due
azzurri
- seguire la
rotta del cuore
- navigare
ad ali spiegate
- ROMPERE
L'INDIVIDUALISMO DELLA MENTE
- darle
ossigeno, entrare nell'oceano
- dalle
correnti opposte a punta verdi-turchine
e
- ormai tu
cellula-gabbiano
- ...cercando...cercando
- dispieghi
le ALI
- tra
zaffate di jodio
- proprio
qui davanti.
-
-
-
- Il bacio della
poesia
-
- La cresta
del gallo tremò
- lungamente
mentre il canto
- squarciava
le nubi dell'anima.
- L'ALBA,
svegliata alla preghiera,
- trovò
la Tua, nell'istante immenso
- della
trasparenza.
- Mai
più soli, nel sole di
febbraio,
- non
più angoscia
- nel
liquido bacio della poesia.
- Non fugge
l'ora
- nel tempo
dell'Eterno.
-
-
-
- Nuovo
imprinting
-
- D'amore,
l'amore sconosciuto
- è
divenuto 'soglia dell'oltre'
- - flusso
ininterroto -
- tagliato
solo dall'infinito,
- dove le
voci dei miei figli
- - orfani -
mi sorreggevano,
- m'incitano.
-
-
- Figli
-
- Odo il
fragore lontano
- dell'uragano
nel petto dei miei figli,
- il dolore
d'avere me come madre,
- figli
dell'assenza, figli del mondo.
- Quale
frastuono ho generato in loro
- che ho
nutrito solo d'angoscia, la mia
angoscia?
- E quanta
sete avranno per sempre
- di me,
della mia polvere?
- Quando
accoglieranno il mio Eterno
- nel loro
respiro?
-
-
-
- Polpa di
pomodoro
-
- Dopo
pranzo, mi dice d'improvviso:
- "Fai
poesia di 'polpa di pomodoro'
- mostrandomi
un barattolo di quel succo,
- in cucina,
mio figlio.
- Alzo lo
sguardo, passandolo dal suo
- all'etichetta
rosso-lucida
- (vuol
mettermi alla prova).
- Scrivo tre
versi con:"...ploff, ploff, ploff, del
sugo2.
- Stanca
rispondo. Domattina,
- Solo al
mattino scrivo poesie"
-
- Mi sveglia
la mia voce assonnata:
- "Substantia..."
(ltino? mai studiato)
- corro in
cucina,
- prendo la
penna,
- penso alla
mia carne poloa di pomodoro,
- al tempo
che mi mangia
- come mio
figlio, ieri, spaghetti al
sugo...
- Mi ha
detto senza dire:
- "Sei
invecchiata, mamma!"
- Già
soffre la mia morte
- dietro il
mio semi-sorriso-polpa di
pomdoro.
-
-
-
- I miei cinque
nipoti
-
- Dieci
occhi a due a due
- mi
rimbalzano attorno:
- "Nonna, mi
ami?"
- "Nonna,
sono il tuo preferito?"
- "Nonna,
sono bella?"
- "Nonna,
sono brava?"
- "Nonna,
sono intelligente?"
- "Nonna,
sono la migliore di tutti.
- Sono TE,
da piccola,
- quando ci
sognavi".
-
-
-
- Come
rondini
-
- Ricordo la
tua casa
- l'ultimo
portone a destra
- su per la
salita
- e poi il
Campo degli Ebrei
- e poi il
mare...
- I nostri
sogni sono ancora là
- intatti
- plik!
- ripuliti
dalla voce della pioggia.
- Ma le
parole, i gesti,
- gli
sguardi, il riso e il pianto,
- in
direzione diversa,
- hanno
cavalcato montagne,
- guadato
fiumi...
- Ed
ORA,
- ora qui
sulla via del ritorno,
- la nostra
bella Ancona
- respira
gioia
- disegnando
il cerchio.
- Non essere
mai più triste
- Matilde,
Amica cara.
- Sulla via
del ritorno
- scivoliamo
su neve
- questa
briciola di Luce... OLE'
- LA
VEDI?...
- E' la
nuova GIOVENTU'
-
-
-
- Fratello, non
clandestino
(A
Carlo, futuro missionario
Saveriano)
-
- M'inginocchio
sulla spiaggia d'inverno
- accanto al
corpo d'un fratello,
- sagoma
sotto un velo di pietà.
- L'onda
sulla sabbia, incide
- il
chiaro-scuro di speranze perdute.
- Ho
lasciato sei figli,
-
- Guardami
con amore!
- Chiamami
fratello,
- non
clandestino!
-
- Umiliata dal
mio essere umana
- "pioggia nera"
su Hiroshima
-
6
agosto 1945
-
- Una quiete
mattina
- incredibilmente
quieta.
- Occhi a
mandorla
- spenti
come piombo.
- Macchia su
pietra è donna seduta
- assorbita
- dipinta
ancor oggi
- per
sempre.
-
-
-
- Il tempo
dell'intelligenza
-
- Siamo
così indietro
- nel tempo
dell'intelligenza
- scimmie
umane nel rosso-lampo delle
guerre
- e la
Parola che lega l'universo
- è
qui pestata a sangue
- inabissata
negli abissi...
-
-
-
- L'Anima
-
- L'Anima
è un filo lunghissimo che ci lega
all'Eterno.
- Io non
sapevo di questo strano filo
trasparente,
- scientifico,
che lega ogni nostro atto
- dalla
nascita alla morte e Oltre;
- non sapevo
l'essenzialità della parola
'anima':
- la
pronunciavo, la scrivevo,
- la sentivo
cantata, la leggevo
- ma non
avevo mai avuto la
necessità
- di
pensarla, per ore, rigandomi di
lacrime,
- stupefatta
di come 'la pensavo'
- di come la
spiegavo a me stessa,
- di come
è potnte, ricca,
- universale,
semplice,
- 'un grano
di polvere viva'
- che
esplode ad ogni tuo passo,
- come
l'atomica di Einstein,
- trasparente
nel bene.
- Così
stupefatta, mi sono alzata piano
piano,
- ho cercato
una penna sperando di trovarla,
- mi sono
seduta davanti a questo foglio
- come se
tutti - un oceano di umani -
- mi
stessero a guardare:
- come se un
piccolo rumore
- li facesse
improvvisamente scomparire.
- La
coscienza dell'Anima ti fa
strana,
- come
vivessi per la prima volta,
stupefatta,
- una vita
che non è soltanto tua
- ma
è di tutti e di tutto.
- Un
linguaggio diverso:
- il
linguaggio, forse, di qeulla che eri
prima,
- diventato
seme, inizio, coscienza
dell'essere.
- Come fossi
morta e ogni attimo
- vivessi
'la geometri del tutto'.
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