-
Caccia
a Ben Laden
-
-
"È
una trappola, quest'uomo non è sincero." disse
a se stesso Clooney SMOOTH che aveva acuto senso di
osservazione ed era astuto.
- E subito
esaminò alcune parti fisiche dell'afghano che
gli stava di fronte, mani pesanti e ruvide ai pollici,
evidentemente abituate a maneggiare armi per lungo
tempo, barba scura e ricciotta, dai riflessi rossicci
in superficie come di chi è avvezzo a scrutare
spesso, in pieno sole, il cielo e l'orizzonte, vestiva
una tunica di cotone pesante che gli arrivava ai piedi
scalzi, con un turbante bianco annodato come un
crotalo che mostra la coda; e, inoltre, possedeva
occhi furbi con un sorriso sul viso placido come per
tranquillizzare.
- Contrastava con
Clooney SMOOTH.
- Canadese, magro,
altezza semplice, pelle ombrata, pupille di un colore
indefinito, capelli corti e castani; indossava una
maglietta azzurrina, pantaloncini blu, tenuti da una
cintura e calzava sandali da missionario.
- Una cosa li
accomunava.
- Ridevano
entrambi.
- L'afghano,
vedendolo così inoffensivo, quasi nudo di
tutto, si tolse il fucile dalle spalle e la bomba a
mano che teneva legata alla pancia, posando tutto sul
terreno brullo.
- Clooney SMOOTH
approfittò di quel momento per guardare le
montagne lontane e lo spazio tutt'intorno con almeno
cinque miglia di vuoto assoluto.
- L'auto di Clooney
SMOOTH, una Mini Cooper verde scuro e, l'altra,
dell'afghano, una jeep non militare, vegetavano
ciascuna per suo conto.
- L'uomo, lasciate le
armi per terra, si avvicinò al canadese con la
mano e il sorriso aperto come se quel gesto dovesse
aprirgli ogni porta della vita.
- SMOOTH, invece, da
quel gesto, si convinse ancora di più che
l'afghano non era affidabile; se uno non ha cattive
intenzioni, non ha necessità di deporre le armi
sul selciato per dimostrare d'essere un
amico.
- Il canadese sapeva
di essere in pericolo, lo presentiva, come quando un
essere umano, più sensibile degli altri,
avverte l'odore umido della pioggia prima che
arrivi.
- Non poté
formulare altri pensieri, percependo il sibilo lontano
di un elicottero; lui era allenato a percepire il
frastuono dei mezzi aerei con largo
anticipo.
- Così
prevenne la mano dell'altro stringendogliela con la
destra, con la sinistra estrasse la fibbia della
cintura che era uno spadino corto ed affilato,
micidiale per chi lo sapeva maneggiare, e gli
affondò velocissimo un fendente sotto la sua
pancia, sfiorando i genitali e squarciando l'inguine
che sanguinò a schizzi.
- Prontamente gli
infilò l'arma nella bocca che urlava, fermando
la punta sull'epiglottide.
- "Non sei dalla mia
parte! - chiese il canadese deciso - Confermami
abbassando gli occhi se è vero!"
- Negò
l'afghano alzando gli occhi.
- "Niente menzogne!"
fece in uno stridio il canadese forandogli la membrana
e facendo penetrare la punta nella glottide.
- Poi la
ritirò per un attimo, fermandola all'altezza
delle labbra.
- "No, no! Non sono
dalla tua parte!" urlò l'afghano facendo
schizzare il sangue dalla bocca sui vestiti di
Clooney.
- Il canadese,
risoluto e in silenzio, gli spinse lo spadino in un
orecchio, tenendo ferma la testa e lo lasciò
crollare a terra, inerte.
- L'elicottero era
ormai a qualche centinaio di metri da lui, che fu
pronto a riporre l'arma nella cintura e correre verso
la sua auto, ficcandosi sotto.
- Gli occupanti
dell'elicottero volteggiarono per alcuni secondi,
fermandosi a pochi metri dalla Mini Cooper con i
fucili spianati, per scendere e attaccare.
- Il canadese fu
lesto a scivolare fuori.
- Teneva in mano una
pistola tipo lancia razzi munita di micro bomba,
recuperata da sotto il telaio dell'auto, prese la mira
senza alterare i suoi sensi e con calma spinse il
grilletto; l'elicottero colpito esplose in un fuoco,
spandendosi a pezzi tutt'intorno.
- Clooney SMOOTH,
osservando l'elicottero in fiamme, intuì
d'essere ancora in pericolo e di non poter restare nel
deserto, né viaggiare con gli abiti macchiati
di sangue.
- Capace di elaborare
piani risolutivi in breve tempo, prese una sbarra
dell'elicottero distrutto, infierendo sulla sua auto,
ammaccandola in più parti e rompendo un
faro.
- Poi si
sporcò di polvere, stracciò un lembo del
vestito di cotone dell'afghano ucciso e si
fasciò la mano come se fosse
ferita.
- Gli frugò
anche attentamente le tasche, prelevando un suo
documento con foto, sapendo che gli poteva
servire.
- Prima di arrivare
in quel luogo, di sola sterpaglia e sabbia, Clooney
aveva attraversato alcune case oltre le montagne, a
circa venti miglia, dove aveva notato una bancarella
con vestiti da uomo ed altre
cianfrusaglie.
- Lì si
diresse, dopo aver simulato l'incidente per non dare
spiegazioni sul sangue che aveva indosso.
- Il ragazzo della
bancarella, dal viso imbracato dal sole, rise nel
notare l'auto ammaccata e i vestiti del canadese
sporchi di rosso vermiglio, sangue ormai
raggrumato.
- Ridono sempre i
ragazzi, quando vedono i segni di un incidente sui
mezzi e sulle persone.
- "Non ridere,
«mon pote» - disse Clooney SMOOTH
accigliato, ricalcando un francese mistificato - mi
sono ribaltato e quasi ci restavo sotto! Su,
piuttosto, «cheri», dammi un pantalone, una
camicia e un paio di comode scarpe!"
- Il ragazzo si mosse
da dietro la bancarella alzando una stampella,
mostrandosi con la gamba sinistra mozzata fino alla
coscia.
- Smise di ridere e
il canadese non poté capire se fosse per la
fatica che il ragazzo faceva nell'avviare i suoi passi
o per il rimprovero che gli aveva rivolto
prima.
- Clooney si
guardò attorno, non c'erano persone ed era
normale per quella zona, probabilmente i pochi
abitanti si trovavano in qualche fiera o poco distanti
ad accudire bestie da soma o da cibo; così
indossò gli indumenti nuovi, pagò in
chiara moneta locale senza mercanteggiare, avviandosi
con gli abiti sporchi in mano.
- E il ragazzo
ricominciò a ridere.
- "Signore - disse
alle spalle del suo acquirente - puoi lasciarli qui i
vestiti smessi, se vuoi li butto io."
- "No, ci sono
affezionato e li farò lavare." disse il
canadese, per non lasciare tracce del suo
passaggio.
- Clooney fece
viaggiare l'auto per circa cento miglia, rallentando
poi in prossimità di una stradina.
- La percorse per
circa mezzo miglio fino a trovarsi in uno spiazzo
transennato.
- Piano si diresse
sul lato destro dove c'era un imbocco che a scivolo
portava in un profondo crepaccio.
- Scese dall'auto
ancora accesa.
- Puntò il
pedale e il mezzo precipitò nell'abisso di
rocce.
- Camminò a
piedi per un miglio, fermandosi infine sul ciglio
della strada.
- Conosceva quei
posti.
- Si trovava a
quaranta miglia da Kabul.
- E di lì a
poco doveva passare un bus che già
avvistò da lontano.
- Sulla corriera
ripercosse alcuni avvenimenti.
- Clooney SMOOTH
aveva quarantasei anni, portati con orgoglio;
l'ossigeno e i buoni grassi della sua epidermide,
impedivano alle rughe di farsi avanti e di vantare i
suoi anni.
- Con i gradi di
colonnello dello spionaggio americano, dipendeva
unicamente dal Presidente degli Stati Uniti
d'America.
- La fiducia del
Presidente era tale, che un micro chip, ultima
generazione, con funzioni di telefonino satellitare,
era stato posto sotto la pelle di Clooney SMOOTH,
all'altezza del polso.
- L'idea era di un
«telefonino rosso» a due.
- Era sufficiente al
canadese stirare l'indice, portare il polso
sull'orecchio ed entrare in contatto col portatile del
Presidente statunitense.
- Nessuno, tranne
quest'ultimo, conosceva il volto di Clooney
SMOOTH.
- Né si
conoscevano i suoi precedenti di vita
vissuta.
- Egli aveva
un'identità solo per il Presidente, che lo
interpellava ogni qualvolta ci fosse una missione ad
alto rischio da portare a termine.
- Entrato in azione,
SMOOTH, falsificava documenti personali, cercava amici
ed impiegati di copertura che mai sapevano chi egli
veramente fosse.
- Gli ordini, i
luoghi dove andare, le persone da contattare per il
buon fine della missione, gli erano impartiti grazie a
quel sofisticato sistema telefonico esclusivamente dal
Presidente degli Stati Uniti.
- In pratica, per
voce del Presidente, Clooney SMOOTH aveva migliaia e
migliaia di uomini, generali, CIA, F.B.I ai suoi
ordini senza che nessuno sapesse della sua
esistenza.
- Anche il vice
presidente, che un giorno sarebbe potuto diventare il
capo della Casa Bianca era ai suoi ordini per
interposta persona.
- In quel momento la
sua missione era Ben Laden.
- La sua
cattura.
- Clooney, stavolta,
aveva accettato quella pericolosa missione non come
colonnello, ma da cacciatore di taglie.
- Voleva dal
Presidente, in caso di sicuro successo, i
venticinquemila dollari che pendevano sul capo del
terrorista di Al Qaeda e una villetta al Central Park
nell'isola di Manhattan.
- Il suo desiderio
era di trascorrere tranquilli i suoi anni dopo
quest'ultima partita.
- Il Presidente aveva
accettato pur sapendo che la differenza tra un suo
uomo di fiducia e un cacciatore di taglie, stava nel
fatto che il primo era ai suoi ordini perentori, e il
secondo poteva anche agire di testa sua.
- Era stato il
Presidente a telefonare recentemente al canadese,
informandolo che un uomo, l'afghano che stato
costretto ad uccidere, sapeva molte cose su Ben
Laden.
- Il Presidente
aggiunse che l'uomo, disposto a fare da guida, era
già stato avvicinato dalla CIA e setacciato
più volte, risultando attendibile.
- Dalle parole di
costui, poteva dipendere la cattura del terrorista Ben
Laden, l'uomo più ricercato ed odiato dal mondo
occidentale...
- Clooney SMOOTH si
mosse senza indugio, chiamando per telefono quattro
volte l'afghano, ora ucciso, da una città
distante da Kabul, saggiandone ogni capacità e
affidabilità possibile.
- Le rassicurazioni
telefoniche dell'uomo che asseriva di avere precisi
riferimenti su Ben Laden, anticipando postazioni che
potevano sembrare reali, indussero il canadese ad
accettare l'appuntamento.
- E solo in pieno
deserto, Clooney SMOOTH, si rese conto con chi aveva a
che fare e costretto ad uccidere quell'uomo, doppio
giochista.
- L'afghano, lo aveva
visto bene in viso e Clooney non lasciava vivere, in
ogni caso, chi poteva individuarlo nella sua vita
segreta.
- Adesso gli sorgeva
un altro problema; il suo ufficio di copertura
d'import ed export a Kabul non aveva più
ragione di esistere.
- Non perché
fosse stato scoperto, di questo era convinto,
altrimenti lo avrebbero ucciso o perlomeno teso un
agguato in città, ma solo perché, ad
ogni appuntamento di spionaggio andato male, che era
tra l'altro costata la perdita di più vite
umane, lui, per maggiore precauzione, non lasciava
tracce di sé.
- Si era già
liberato della macchina, ma c'era l'ufficio e i tre
impiegati che lavoravano con lui.
- E in più
doveva parlare col Presidente degli Stati Uniti di
questa faccenda che gli premeva l'anima.
- Arrivò in
città, mentre l'aria calda già
imbruniva.
- Le strade non erano
molto frequentate.
- Circolava qualche
passante, per lo più maschio, con le punte dei
fucili che brillavano per le frecciate di luce della
luna.
- Le donne se ne
stavano tappate in casa e chiuse nei burqa di stoffa
rasata dai molteplici e bellissimi colori; i soldati,
di varie etnie ed estrazione, armati fino ai denti,
sorvegliavano postazioni, di ministri, generali e
gente di riguardo che andavano salvaguardati.
- I consolati erano
illuminati e le bandiere della propria
nazionalità svettavano come abeti
nell'apprestarsi del buio.
- Clooney SMOOTH
aprì con le chiavi la porta della villetta che
si trovava di fronte all'ambasciata
inglese.
- L'edificio era
stato da lui adibito per una parte ad ufficio, per
metà a deposito per i tappeti orientali che
commercializzava e l'ultima porzione ad abitazione con
garage, posta nella parte finale della strada, con
uscita secondaria.
- Aveva tre
dipendenti; un uomo e una donna fatti arrivare,
tramite inserzione sui giornali, dalla Svizzera, la
terza era una ex insegnante talebana disinibita,
più europea che afghana, la quale si era
facilmente adattata a commutarsi in
impiegata.
- Quest'ultima, Ida
Chicken, era molto utile a Clooney SMOOTH, gli serviva
da traduttrice, per ricevere i clienti, per apprendere
frasi utili da utilizzare per cavarsela in un Paese
straniero e per fargli compagnia spesso la
notte.
- Clooney, dopo aver
ispezionato la villa per rilevare se ci fosse qualcosa
di strano, si fece una doccia, mise un pigiama di seta
a gamba corta, si profumò, sedendosi comodo in
poltrona.
- Poi attivò
l'indice, avvertendo un leggero tremolio sotto pelle.
- Il Presidente era
già in linea.
- "Pronto? - fece
Clooney, portando il polso all'orecchio - parla
l'occhialaio belga..."
- "Bene." rispose
senza inflessioni particolari il
Presidente.
- Erano le frasi
prestabilite per aprire un discorso, anche se ormai
l'uno conosceva perfettamente la voce
dell'altro.
- "Mi scusi per
l'ora, signore. riprese Clooney più per una
frase d'obbligo che per deferenza.
- "Hai notizie del
nostro ultimo pacco? chiese il Presidente sorvolando i
preamboli.
- "Sono stato
costretto a spedirlo via mare, ed io ho deciso di fare
un viaggio di riposo." rispose Clooney.
- "Era necessario
spedirlo via mare?"
- "Sì,
signore, se lo avessi spedito diversamente, la merce
si sarebbe avariata."
- "Capisco.
D'altronde, tu sei libero di fare ciò che vuoi,
ma quando arriverai nel tuo posto di vacanza, fammi
sapere, t'invierò notizie dettagliate sul tuo
prossimo trasferimento."
- "Lo farò.
C'è una cosa che volevo chiederle, con tutto
rispetto; qualcuno oltre a lei, signore, conosce
questo nostro numero telefonico?"
- "Perché lo
chiedi?"
- "Per salvaguardare
la mia vita, signore."
- "Nessuno!"
- "Grazie, signore. A
presto."
- Con questa
conversazione Clooney aveva informato il Presidente
degli Stati Uniti d'America che il contatto con
l'afghano era fallito, che c'erano stati dei morti e
che lui doveva scomparire per un po'.
- A sua volta il
Presidente gli aveva risposto che riponeva in lui
fiducia illimitata, che poteva agire a qualunque
titolo e che gli avrebbe comunicato in seguito quale
sarebbe stata la sua prossima mossa in quella
partita.
- Dopo, con un
telefono normale, chiamò Ida Chicken
l'insegnante impiegata talebana che abitava a pochi
passi, in un appartamento alle spalle dell'ambasciata
inglese, dicendole di raggiungerlo.
- Lei entrò
con la chiave che possedeva.
- Se Clooney SMOOTH
si assentava, Ida Chicken si occupava di ogni cosa
della villa.
- "Hello!"
salutò la donna con gli occhi neri che si
imburrarono in un sorriso, entrando nella camera di
Clooney che stava ad aspettarla.
- Egli stava sdraiato
a pancia in giù, nudo, con la testa ai piedi
del letto.
- "Bye!" fece lui a
sua volta sorridente.
- Lei si
avvicinò, lo baciò sulla nuca,
togliendosi all'istante l'abito di seta.
- Fu repentina e i
sui gesti veloci movimentarono l'aria attorno, creando
un'aureola ai suoi capelli annodati in alto sul capo,
scuri come fili nel buio senza luna.
- "E la lingerie,
cherie?" fece lui portando una mano nella mutandina,
in basso.
- "Mi piace che sono
le tue mani a cercare fra le parti coperte una piccola
grotta..." fece lei in un soffio e con fare
dall'apparenza riservata.
- "E questo...? Non
vuoi che metta le mani qui?" disse lui, togliendole il
reggiseno, facendo scivolare le dita sulla pelle.
- Ida Chicken
cominciò ad infiammarsi e ad
ansimare.
- E Clooney
portò le sue labbra aperte e salivate sui
capezzoli della donna, suggendo forte come fanno i
cucciolotti alla ricerca di cibo.
- Poi si
abbassò sull'ombelico, baciandolo.
- Con una mano
entrò dall'alto della mutandina, come a
scardinarla, ficcò più dita dentro la
fessura della vulva umida della donna che si mise
quasi a ridere dal godimento.
- Fremeva, con la
bocca aperta, come i pesci, quando
boccheggiano.
- E Clooney SMOOTH
ficcò la sua lingua in quella bocca
dilatata.
- Le due bocche
serrate non si staccarono finché lui,
palpitante, col sangue che gli pulsava come ad
infrangersi sulle pareti venose, tolse le mutandine
dalle sue cosce e la penetrò, dando il cambio
alle dita interamente bagnate .
- "Lo rifacciamo?"
chiese lei, sudata ed ancora ansimante, con la mano
che indugiava sul suo scroto.
- "Lo rifacciamo
ma... con una variante..." disse Clooney, girandosi di
scatto, spingendole un ginocchio fra le cosce e
aprendole il labbro inferiore con un dito.
- "No! Lì...
no" disse lei, conoscendo le sue intenzioni, ma senza
smettere di smaniare per il piacere già
assaporato.
- "Allora, lasciamo
correre tutto..." disse Clooney staccandosi da lei per
seguire un piano già prestabilito e che non
doveva fallire.
- Ida Chicken, nome
non consueto per una talebana, probabilmente dovuto
all'incrocio di un antico passato di colonialismo
occidentale, era una donna moderna, e per questo, per
difesa, non sempre disponibile a compiacere le
esigenze e pretese di Clooney SMOOTH o di qualunque
altro uomo.
- Scura di carnagione
come tutto il resto, fisico magro e lungo, spalle ad
angoli retti, schiena dritta che man mano si
assottigliava in basso, cosce che si aprivano
leggermente in cima, lasciando spazio e bellezza ai
fianchi sporgenti.
- Dopo i
bombardamenti degli americani e inglesi e la caduta
del talebani, si era allontanata dalla famiglia,
lasciato l'insegnamento e bruciato il burqa in un
falò improvvisato.
- In principio, aveva
impiegato male la propria libertà, sbandando
qua e là, cercando amicizie deludenti,
congiungendosi con stranieri e soldataglia senza porsi
problemi, forse per recuperare gli anni patiti sotto
un regime pronto a tagliare la mano che si mostrava
nuda ad un uomo che non fosse parente
stretto.
- Conosciuto poi
Clooney SMOOTH, si era fermata convinta che fosse
giusto, credendo che la felicità potesse
galleggiare e ridere per sempre nei suoi
occhi.
- "Conosci
quest'afghano?" chiese SMOOTH a Ida Chicken, dopo aver
tratto dalla tasca dei pantaloni la carta di
riconoscimento dell'uomo che aveva ucciso nel deserto.
- "No. rispose lei
dopo averlo osservato con attenzione, ancora stesa sul
letto.
- "Ne sei convinta?"
insisté lui.
- "È della mia
città? Se è così, può
darsi che l'abbia incontrato per la strada. Ci
s'incontra tutti a Kabul, ma io non lo ricordo,
né ci ho mai parlato."
- Clooney SMOOTH
osservò i battiti del cuore della donna dalla
dilatazione del petto.
- Non erano
accelerati, né gli occhi mostravano paura,
né la voce aveva tracciato nell'aria un
ideogramma sonoro falso.
- I sensi di Clooney
SMOOTH erano allenati e capaci di cogliere le
menzogne, distinguendo facilmente il vero dal falso da
movimenti apparentemente semplici o insignificanti di
un essere umano.
- La donna che ancora
nuda giaceva sul suo letto, non aveva colpe, era
sincera; non sapeva che Clooney SMOOTH era l'uomo
senza fisionomia del Presidente USA, una spia, uno che
non esisteva in nessuna anagrafe del mondo, un
cacciatore di taglie sulle tracce di Ben
Laden.
- Ma il dubbio
nell'uomo rimane; l'uomo è sempre il dubbio del
dubbio, è il dubbio anche di se
stesso!
- Clooney SMOOTH non
poteva lasciare in giro dubbi o tracce della sua
presenza.
- Doveva bruciare e
cancellare il suo passato di cinque mesi a
Kabul.
- Il suo segreto di
colonnello del controspionaggio, di uomo del
Presidente, di cacciatore del terrorista più
ricercato di tutta la storia dell'umanità e
capo di Al Qaeda, doveva restare in una tomba.
- Il canadese ormai
aveva un suo piano.
- Ora se indagava, se
scandagliava l'anima sincera di Ida Chicken, era solo
per un suo studio personale sul comportamento
psicologico delle persone di fronte alla
verità, alla paura o alla menzogna.
- "Vuoi davvero fare
ancora l'amore?" - disse Clooney alla donna.
- "Sì..."
rispose Ida Chicken, abbassando continuamente la testa
in un sorriso e un brillio negli occhi che
fermò ogni altra luce nella stanza.
- "Spostati
leggermente... - disse Clooney SMOOTH avvicinandosi al
letto - ora voglio sentire con le mie ginocchia
l'impronta e il caldo buono che lasci sulle
lenzuola..."
- Poi lui
s'inginocchiò di fronte a lei.
- E iniziò a
muovere la mano destra, sfiorandole con lenta dolcezza
i peli del pube; infine fece un cerchio con un dito
sopra il suo ombelico, poggiò le labbra alle
sue labbra, le mise un braccio sinistro all'altezza
del collo simile ad un doppio cappio che tiene
immobile un capretto, e le spezzò con fermezza
il collo senza troppo rumore né
sofferenza.
- Ida Chicken, rimase
col sorriso sugli occhi.
- Clooney le
abbassò con calma le palpebre e poi si
vestì.
- Si assicurò
che nella sua cintura dei pantaloni ci fosse ben
riposto lo spadino con l'impugnatura a forma di
fibbia.
- Riempì una
grossa borsa delle sue cose più importanti,
avviandosi sul retro della villa, assicurandosi che
non ci fossero curiosi intorno.
- Passò anche
dal garage.
- Qui aprì il
portabagagli della sua berlina verde scuro,
riponendovi il bagaglio.
- Inserì la
chiavetta d'avviamento di mezzo giro senza mettere in
moto; il disegnino della pompa di benzina segnava il
pieno.
- Soddisfatto
lasciò la porta del garage con le serrature
aperte, avvicinandosi al cancello che dava sulla
strada e che aprì senza esitazioni.
- Dopo si
acquattò nel buio più fitto, dietro una
fila di piante di rose che nascondevano la vista
interna della villa.
- Era tardi, ma
qualche raro passante si notava ancora.
- I primi uomini che
avvistò erano in due, così vicini a lui
che ne udì le voci, non portando a termine
ciò che aveva in mente perché poteva
risultare pericoloso con un'altra persona di
mezzo.
- Poi passò un
altro afgano che lui considerò troppo basso e
tarchiato rispetto al suo fisico.
- Infine, ne
avvistò uno più o meno della sua taglia
e corporatura.
- Prima che questi
arrivasse al cancello, Clooney uscì come per
caso, trovandoselo di fronte.
- Già con lo
spadino in mano, glielo affondò in gola senza
che l'ignaro passante si accorgesse di nulla,
caricandolo sulle spalle con una forza
inaspettata.
- In casa lo
denudò, poi gli rasò la barba e gli
accorciò i capelli, deponendolo accanto al
cadavere freddo di Ida Chicken, anch'essa nuda e,
infine, andò a buttarsi sul letto, avvertendo
il bisogno di dormire.
- L'indomani mattina
presto Clooney SMOOTH era già in attesa che
giungessero i due impiegati svizzeri.
- Sapeva che il primo
ad arrivare sarebbe stato l'uomo, con un'ora di
anticipo rispetto alla donna che era solita fare la
spesa prima del lavoro.
- L'uomo, il signor
Bert Kessler fu puntuale.
- Entrò.
- Clooney gli si
parò davanti inaspettatamente per vedere la sua
reazione.
- "Buongiorno, signor
Clooney!" disse questi senza cambiare di una sola
virgola il suo comportamento abituale, senza
minimamente alterare i suoi tratti.
- Poi si mise dietro
la scrivania, si tolse gli occhiali che pulì
accuratamente, guardò il suo orologio svizzero,
trasse fuori alcuni incartamenti e si sprofondò
nel suo incarico.
- Bert Kessler era
d'origini alsaziane, di una piccola città
francese ai confini con la Germania.
- Si era sposato, con
una donna di Basilea, divorziando solo dopo un
mese.
- E per sfuggire ai
congrui alimenti da versare alla moglie, si era
rifugiato in Afghanistan, accettando di buon grado
l'impiego di Clooney SMOOTH.
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