LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Francesco Falanga

Ricerca
 
 
Sulle calme e luminose acque
del fiume che miravo,
scivolava un fuscello,
 girando piano,
 e si specchiavano,
lievemente ondeggiando, 
le secche chiome degli alberi, 
dalle quali, ormai, 
non più si levava alcun gioioso canto. 
Seduto sulla riva, 
pensavo alla mia vita,
guardando qualche foglia che cadea sull' acqua, 
quando, 
a un tratto, 
sentii un fruscio 
e poi vidi un cane venirmi, mogio mogio, vicino. 
- Benvenuto! - gli dissi 
e, dopo averlo fissato, 
così gli parlai: - Entrambi siamo nati per vivere 
e far sì che la vita continui: 
io, però, da te mi distacco 
per l' intelligenza diversa e la ragione, 
facoltà che mi hanno sempre sprofondato 
in uno stato dolente e sconsolato.
 Tu, come me, cerchi un padrone:
 io, però, non lo cerco solo per averlo, 
ma anche per capire il fine 
al quale mi svolge con grande e segreta armonia. 
Ricerco, dunque, l' essenza della vita 
oltre la stessa vita e, 
fino a quando non l' avrò trovata,
 respingerò, 
decisamente,
 tutto ciò che può distrarmi 
da tale mio accanito intendimento. 
Sappi, quindi, che in me
 non hai trovato colui che stai cercando 
perché sono proteso verso un fine
 che dispero di potere concepire:
 e in questo lavorio da sempre annego, 
senza che nessuno possa sostenermi;
e a coloro che mi spingono verso il libro
 che dicono da Dio ispirato,
 io rispondo che ormai l' ho accantonato
 giacché dallo stesso chiaro appare 
che m' é vietato levarmi verso gli spazi
 sotto ai quali sono stato relegato. 
M' adiro, quindi, molto e soffro, 
ma non mi piego né mi volgo indietro
 perché il mio esistere non può avere altro fine
 che giungere a capire la follia
 a cui tende tutto l' Universo e tutto il mio io !
 

Pesaro, 31/10/2006

 

Francesco Falanga

 

Da "Verso il nulla o l' eternità"

 

(50 liriche)

 

 
 
Il tentativo vano
 
 
 Scorro nel tempo
tracciando le rotte del mio pensiero, 
nel tentativo di ritrovarmi 
oltre la barriera
 contro la quale
 con la mia ragione,
 sovente,
 di colpo si schianta; 
e, irato o afflitto, 
solo quando è sera mi poso,
 esausto,
 e riposo guardando
 come l' aria si tinge di rosa:
 di poi, da quel luogo riposto,
 riparto sommesso,
 seguendo la rotta sospesa,
 e, all' oscuro porto del sonno
 con cura mi volgo,
allorquando il mio lume in silenzio declina, 
pensando al tutto
 dal quale emersi con la vita 
e al quale tornerò dopo la morte.
 

Pesaro, 31/10/2006

 

Francesco Falanga

 

Da "Verso il nulla o l' eternità"

 

(50 liriche)

 

Rimpianto
 
Dolce è la notte
e i suoi profumi penetranti
rendono più grato il mio vagare
per la campagna e il più vicino rialto.
La città, ancora palpitante,
a festa pare illuminata
e fra i suoi colli, risuonando, brilla.
Nubi chiare e scure a momenti coprono la Luna,
destando nella mia memoria sensazioni assai remote,
che sembrano venire dall'oblio
nel quale è sprofondata una mia vita.
Mi riassale, così,
l'acerbo rimpianto di quella vita amata,
segreto mio compagno di questa vita grave,
che sento vuota e vana.
In vero,
vorrei tornare ad essere quello che sono stato,
anche se non ricordo chi e quando sono stato;
vorrei tornare da questo mondo al mio,
anche se non ricordo quale e dove sia;
vorrei vedermi ancora fanciullino,
mentre sogno
di fronte al Sole che sorge o che tramonta,
ignaro
che al sapere umano non è concesso giungere a capire
né per caso né con fatica
il verso senso della vita
e nemmeno il fine estremo
al quale il tutto è totalmente teso.
 

Pesaro, 15/07/2005

 

Francesco Falanga

 

Da "Verso il nulla o l'eternità"

(50 liriche)


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