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- Poesia e
anima
-
- È la
poesia
- il balsamo
migliore.
- Io scrivo
versi al cielo
- e il mio
pensiero vola
- sui campi e
sulle selve,
- risuona come
un canto
- nelle
strade,
- nelle case
della povera gente.
- Veleggia sulle
onde
- coll'aura del
mattino,
- col profumo
del mare
- verso remote
sponde.
- Vola il mio
pensiero
- come una nube
nera
- quando prevede
oscura
- la sorte del
malato terminale
- più
dura della morte,
- anche se
ancora spera.
- Ed io questa
speranza l'alimento
- pure se per
pietà non dico il vero!
-
- I
deportati
-
- Ho visto
lacrime azzurre,
- tante
lacrime
- da occhi
infossati
- di bellezze
svanite.
- Ho visto la
morte
- nel pallore
grigio
- del viso di
bambini
- dallo sguardo
assente.
- Ho udito grida
e pianti
- nella nebbia
di fumi
- e ruderi di
case rovinanti.
-
- Risveglio
-
- Brillano nel
grembo dell'aurora
- i tuoi
capelli
- come pagliuzze
d'oro
- e l'alito
profuma di mirtilli.
-
- Dai mandorli
in fiore
- volano bianchi
petali coi trilli
- delle allodole
in coro.
-
- Il
dubbio
-
- Invola, dolce
brezza, nell'oblio
- il pensiero
della morte
- che incede
severo
- a questa tarda
età.
- È amaro
il senso della vita
- quando la
carne è stanca,
- segnata dalle
piaghe
- e dagli
affanni.
- Ormai non ho
più voce
- per gridare a
Dio i miei lamenti
- e il dubbio
del Mistero tace
- nell'anima
mia.
-
- La
sepoltura
-
- O nuda
terra
- che mi geli il
cuore
- ancora
caldo,
- proteggi
queste membra
- immobili e
contratte.
- Non chiedo una
trapunta di piume,
- ma almeno un
po' di paglia,
- di quella che
fermenta nelle stalle
- collo sterco
di vacca.
- Oppure uno
strato di pacciame
- fatto d'erba e
foglie secche.
- E se le mie
parole
- se le porta il
vento,
- lascia
filtrare
- almeno un
raggio di sole
- e
dormirò contento!
-
- Il
nomade
-
- Vano
l'approdo, funesto il miraggio,
- pianti non odo
né preghiera
- ma solo grida
di rondini
- a volo
radente
- sui giunchi
della foce.
- È
sera!
- Sibila la voce
del ponente
- batte sulla
sponda il fiotto.
- Un corpo giace
immoto
- sotto un
lenzuolo bianco
- come una vela
abbandonata.
- Povero
nomade!
- Sognavi i
nostri lidi
- dove non
soffia il Ghibli del deserto
- che cancella
l'uomo e le sue tombe!
- E non incombe
ormai timore
- di odio
razziale dissennato
- sulle tue
spoglie.
- Non sarai nato
col segno di Croce
- ma il nostro
Dio è tuo
- e accoglie
pure te, fratello mio!
-
- Sala di
chemioterapia
-
- Visi
bianchi
- occhi
languidi
- teste
pelate
- come
fronde
- che perdono le
foglie
- nei viali
d'autunno
- brulli di
speranza.
-
- Le
serenate
-
- Riporta il
vento
- col profumo
del mare
- dolci
ricordi
- smarriti nel
tempo
-
- e un canto di
chitarre
- nella via
Lattea.
- Ormai chitarre
mute,
- amori
profanati,
- stelle
cadenti
-
- di strane
desideri,
- frenesie
passionali,
- musiche
frastornanti,
- primi vagiti
spenti
- turgidi ancora
i seni.
-
- Malinconico
autunno
-
- Non turbare i
miei sogni!
- lasciami
almeno le illusioni
- e il conforto
del pianto.
- Le mie
attenzioni
- sono ricordi
del passato
- e gli accordi
del mio organetto
- un canto di
malinconia
- come i
sospiri
- dell'organo di
Barberia
- e i singhiozzi
della sua sorte
- nei viali di
novembre
- tappezzati di
foglie morte.
- Ma io non mi
do pace
- e piango la
realtà che tace
- i miei
lamenti.
- Donna
sensuale!
- non provi
amore
- per la mia
tarda età
- segnata dal
dolore.
-
- Il
supramonte
-
- Ombre braccate
tra i cespugli,
- passi che non
lasciano impronte
- nei sentieri
bagnati di dolore.
- Un pianto
implora la vita!
- Nella fitta
boscaglia
- si perdono i
lamenti
- e tra le forre
dei torrenti
- la voce umana
tace.
- Nella via del
Calvario
- ogni vita
è una Croce.
- Notturno di
luna calante,
- fruscio di
fronde smosse,
- crepitio di
sterpi e foglie
- che a
mulinello si levano
- col vento e
volano
- lontano, ma
dove non si sa.
- Come la vita
umana
- trascinata
contro volontà!
- Soffia la
Tramontana,
- ulula come un
lupo
- tra le gole
del Supramonte.
- Una fonte di
luce piange
- sui vetri
lacrimali del dolore,
- piange nei
cuori ansiosi,
- nei visi
disperati dell'attesa.
- Attesa qualche
volta vana
- che tace i
suoi timori
- di catene
strette alle carni
- tenere
violate,
- di incubi
notturni insonni
- e angoscia
della morte.
-
- Chiaro di
luna
-
- O dolce
luna
- di lagrime
velata
- agli occhi
miei,
- quanta
commozione!
- Risentire la
melodia
- da te
ispirata.
- Quanta
nostalgia!
- Il ricordo dei
primi amori,
- delle ombre
furtive
- animate dai
sospiri del vento
- e dai
gemiti
- nel viale
degli oleandri fioriti.
-
-
- Il
subconscio
-
- Insonnia,
angoscia
- compulsioni,
- turbinio di
pensieri
- nel vortice
degli abissi,
- nel nulla
dell'oblio
- ignorati e
repressi.
-
-
- Sogno
d'estate
-
- Notte di
canicola
- folate di
Libeccio
- tra i
ginepri,
- orgasmo del
mare,
- gemiti
d'amore.
- Tremavi di
carezze,
- sussurravi
- col brusio
delle foglie
- e la bocca
gemente,
- sillabe di
dolcezze.
- Era tanto
forte
- il
desiderio!
- Ma il
desiderio solo
- non appaga il
conforto.
- È
l'anima
- che vive le
emozioni
- suggerite dal
corpo.
- È
l'armonia
- delle nostre
anime
- che rende
sublime
- il
donarsi.
-
- Lamento
dell'ulivo
-
- Mi avete
scosso
- mi avete
mutilato
- mi avete fatto
a tozzi
- e poi
bruciato
- senza
pietà!
- Volevo vivere
ancora
- nonostante i
cent'anni
- vivere anche
per voi.
- L'olio mio
è il più genuino
- le mie fronde
e le radici
- proteggono il
suolo
- i ramoscelli
danno pace.
- Ardevano una
volta nella casa
- i miei rami
secchi recisi
- sulle facce
assorte
- raccolte
intorno al focolare.
- Oggi non
v'è colloquio
- non v'è
pace in famiglia.
- Prendete un
ramoscello benedetto
- e sia tra voi
la pace!
-
-
- Il baratto della vita
umana
- (ovvero il
sequestro di persona)
-
- Notte di
luna
- e d'ombre
sfuggenti
- come cinghiali
braccati
- tra le
fronde.
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- Lamenti
soffocati
- si perdono
coll'urlo
- della
tramontana.
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- Traluce una
speranza
- dai presagi
ansiosi.
- Urla la
tramontana
- dai picchi
rocciosi
-
- al timpano
d'una grotta.
- L'attesa
è vana,
- la trattativa
rotta.
-
-
- Vita a
termine
-
- Bambina
mia!
- Oggi non mi
sorridi?
- È
triste l'ombra delle ciglia immote
- e gli occhi
fissi al sole
- dove il sole
muore,
- nel mare di
cobalto
- color delle
tue labbra.
- Oggi non mi
dai la mano
- non senti le
carezze
- e il polso se
ne va
- con il
respiro.
- La tua pena
è stata vivere
- bambina
mia!
- La tua morte
è dolce
- come il canto
d'una viola.
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