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Pensieri
vacui di una stagione lunga un
giorno
-
- La
lacrima
-
- Mille
Poesie.
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- Una sola
lacrima che fluisce,
- lieve lungo
il viso
- e ricolma di
speranza,
- di rabbia, di
rancore,
- di passione
ed abbondanza.
- Di
ardore.
-
- Avvolta nella
nebbia ed invisibile,
- si mimetizza
- e scorre
nella strada buia.
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- Una lacrima
una sola
- coraggiosa e
paziente,
- vanamente
ricerca un Paradiso terrestre.
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- Non si
accorge...
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- Si strazia e
si appropria della vita,
- con irruenza
travolge emozioni e desideri.
-
- E non si
accorge...
-
- Del cuore
ribelle malato e passionario
- che freme e
gronda come in un sudario.
-
- Non si
accorge...
-
- Degli occhi
affascinati
- dagli istinti
della vita,
- dell'odore
del sentore
- di speranza
infinita.
-
- Non si
accorge del frastuono,
- se ne frega
del decoro.
- Riverbera in
lontananza,
- come un
tuono.
- Luccica
specchiandosi in un lampo,
- come
l'oro.
-
- E non si
accorge...
- Non si
accorge...
-
- Ma tutto
quello che cerca...
- L'ha
già trovato.
-
-
- In un giorno
una stagione intera.
- E
quest'insensata voglia di scrivere.
-
-
-
-
-
- Il desiderio del
poeta
-
- Lussuoso il
vezzo del poeta.
- Delle parole
fa uso innalzandosi alla gloria,
- dà
sfoggio di vanità e racconta la sua
storia,
- canti, gioie,
frustrazioni e noie
- nella
solitudine il poeta gioisce e si
commuove.
- Pretenzioso
il vanto del poeta.
- Si atteggia a
supremo pensatore dell'essenza,
- nel
narcisismo declama la sua fastosa
presenza,
- dei suoi
pensieri crea una virtù,
- alza gli
occhi al cielo e scrive un verso in
più.
- Fantastica
l'abilità del poeta.
- Scrive poesie
senza avere una meta,
- non si pone
obbiettivi e scorre sulla seta,
- amante della
vita e del piacere carnale,
- si finge
solitario eremita celestiale.
- Contraddittorio
il fascino del poeta.
- Può
sembrare presuntuoso, ozioso,
scandaloso,
- o amante
delle feste e nel cuore fantasioso,
- può
sembrare solitario, scorbutico,
irritante,
- o più
semplicemente il perfetto amante.
- Le donne
dolci ne adorano la
sensibilità,
- per quelle
più acerbe non ha virilità.
- Meravigliosa
l'arte del poeta.
- Il sogno
scorre come il pennello sulla tela,
- ogni rima ha
un suo tono e crea l'atmosfera,
- vaga la mente
ed immagina la scena,
- la perfezione
è ambita come assurda
chimera.
- Improbo il
desiderio del poeta.
- Non
potrà mai esistere la poesia più
bella,
- l'imperfezione
sarà sempre sua anima
gemella.
-
- Il
visionario
-
- Cerca
l'ispirazione nel fondo della
bottiglia,
- la follia
esplode in un battito di ciglia,
- il visionario
sgrana gli occhi nel vento
- e la sua
lacrima ignora la preghiera del
momento.
- Soffia gelido
l'impeto dentro la spirale,
- il pensiero
è ibernato da un morbo che
l'assale,
- la fantasia
è una farfalla che non può
volare,
- il vortice di
pazzia non si riesce a colorare,
- la visione
non appare, la ragione permane,
- la ragione fa
ammorbare, ha sembianze disumane.
- Il casolare
dimesso ed abbandonato
- si trova
nella collina lungo un prato
sconfinato,
- il visionario
osserva dentro la bottiglia:
- vede lacrime
di donna in un battito di ciglia.
- Danza forte
fantasia e disegna tra i filari
- chicchi
d'uva, vino rosso e canti di
giullari,
- l'allegria
ormai risiede dentro ad un bicchiere
- la farfalla
si sprigiona e gorgheggia tra le
fiere.
- La donna
triste si abbandona dentro la
bottiglia,
- la lacrima
svanisce in tutto questo parapiglia,
- gli sbalzi
della mente sono troppo umorali,
- la bottiglia
si sgretola con un battito d'ali.
-
- Il poeta
post-moderno
-
- Il poeta
post-moderno beve whisky e fuma
narghilè.
- Si abbatte
alla ricerca dell'essenza più
reale,
- ambisce al
vuoto come meta della riflessione
universale.
- Niente turba
i suoi pensieri in assenza di
gravità,
- niente
è più indecente della
sobrietà.
- Disprezza la
vita ed i suoi moralismi,
- odia gli
esibizionismi,
- detesta
l'ipocrisia e l'indifferenza,
- odia chi non
si schiera ed invoca clemenza.
- Aspira alla
ribellione,
- ma è
la prima vittima di un sistema che disprezza
l'amore.
- Non esiste
tempo per salvare la sensibilità,
- in poche
parole il poeta fa prosperare la beltà...
- Poi fuma,
beve ed ignora,
- aspetta
l'alba come sintomo di gioia
- mentre in
realtà decade sulla propria gloria.
- Al risveglio
un velo bianco gli riserverà la noia.
- Il poeta
post-moderno ha chiuso gli occhi ed
ignora.
-
- Il visionario
dimesso
-
- Pensa che sia
tutto qua e non ha più voglia di
sognare.
- Il visionario
ha imparato a guardare la
realtà,
- si sentiva
bello ed affascinante nel suo incerto
mondo
-
[surreale,
- ora si sente
indifeso e non sa cosa pensare.
- Per un attimo
riflette sulla saggezza,
- sul divino,
l'aulico e l'umana bellezza,
- poi sconfina
verso le problematiche sociali,
- sui poveri,
sui ricchi e sui politici maiali.
- Pensa
all'amore, pensa all'amicizia,
- paragona
sorridendo caos e pigrizia.
- Il visionario
dimesso non sa ancora ciò che
vuole,
- assapora la
realtà e tutto quello che si
muove,
- critica
l'effimero pur facendone parte,
- compra
vestiti fuori moda,
- prova a
comportarsi ad arte.
- Strana la
realtà nell'immensa
sobrietà,
- tutti
sembrano sicuri di ciò che li
aspetterà,
- senza tanti
problemi e senza fantasia
- tutti
lavorano aspettando che arrivi il
messia.
- Il visionario
ormai dimesso osserva ed ignora,
- ormai sta
perdendo la via della gloria.
- Le porte sono
pronte per essere aperte,
- le nostre
percezioni potrebbero essere molto più
vaste,
- non si tratta
di assumere strane sostanze,
- si tratta
solo di rifiutare la divisione in
caste.
- Di fronte a
un foglio bianco siamo tutti uguali,
- ai nostri
pensieri dobbiam donare le ali.
- Il visionario
ha bisogno dei nostri desideri.
-
- Il vero
artista
-
- Affabile
l'animo dell'artista,
- si destreggia
tra gli altri per piacere a se
stesso,
- ogni tanto
siede ed appare dimesso,
- pensieroso
invece crea il suo pensiero,
- il suo
quadro, la canzone, la poesia,
- la scultura,
la sua arte, la fantasia.
- Il consenso
diventa il suo più grande
ossesso,
- a lui piace
piacere e deve farlo per forza,
- talvolta si
fa plagiare, talvolta sta male,
- talvolta si
esprime in modo celestiale.
- Senti Dio
dell'arte com'è splendida la
voce,
- suadente ci
invita al banchetto del piacere,
- sta
succedendo il miracolo più
grande,
- stanno per
essere abbattute le assurde chimere.
- I sogni
deliranti degli artisti più pazzi
- si tramutano
in mattoni per fastosi palazzi.
- È una
pioggia di colori,
- l'artista
dimora adesso tra i bagliori,
- la morte gli
ha donato vita infinita,
- giusta
ricompensa di una vita da eremita.
- Da povero
folle a Dio,
- l'ipocrisia
non farà mai parte del tuo
IO.
- Tu e solo tu
sei il vero artista.
-
- Il
tempo
-
- I colori
colano partendo dalla cima del dipinto,
- qualcuno sta
piangendo: il tempo,
- si è
mosso e l'immagine sta sbiadendo.
- Il cielo rosa
arancio del tramonto
- è solo
un bellissimo ricordo,
- nell'infinito
mare sovrastante navigavano nuvole
- a trasportare
le menti in viaggi meravigliosi,
- dolci amanti
si lasciavano andare a gesti sensuali.
- Adesso nella
fragile notte
- la luna
è uno spicchio di limone,
acido,
- il cane
abbandonato ulula versi al cielo
- poi geme ed
ansima
- e riprende un
incerto cammino.
- Il vagabondo
ubriaco sta delirando
- ed elenca
farfugliando nomi di famigliari ormai
dispersi.
- I colori si
sono mischiati a terra come spruzzi di vernice,
- il caos regna
e sovrasta i sensi,
- un vortice di
facce prende forma.
- La festa
notturna è iniziata,
- i colori
nella discoteca
- sono
coriandoli che cascano dall'alto,
- vivaci
elettrizzano stimolando frenetici impulsi
- che si
rispecchiano in balli eclettici ed animaleschi.
- La mente
scorda.
- L'alba
è arrivata con la sua lieve luce
- ed i colori
sono sbiaditi,
- sopraggiunge
la stanchezza e la musica è
finita.
- Il dipinto
ormai è bianco
- e le lacrime
cascate a terra si asciugano,
- spazzate via
da una nottata coloreranno un altro
quadro.
- Qualcuno ha
pianto: è stato il tempo.
-
- Con
leggerezza
-
- Verso la
leggerezza,
- l'ignoto
presagio armonizza una sensazione sublime,
- il corpo si
esprime in movimenti eleganti,
- un sorriso
raggiante appare,
- scompare,
- seduce
l'anima.
- Il vento
soffia nelle membra,
- senza affanno
il respiro sembra emozionarsi,
- una
sensazione piacevole sembra far perdere il
fiato.
- Ad occhi
chiusi,
- il velo
magenta del vestito da sera
- oscilla
all'orizzonte sul tramonto,
- la splendida
donna ha camminato portando via il giorno,
- graziosamente
ci ha affascinato...
- E noi
veneriamo e stiamo a guardare.
- Leggerezza,
- perpetua col
suo moto soave,
- come la
foglia cade dall'albero,
- con movimenti
oscillatori trasportata dal vento,
- come il
respiro profondo della sera,
- dell'emozione
infantile del tramonto.
- Sontuose
divengono le immagini,
- trasognato
l'esploratore
- dimora
disteso su campi di fieno,
- le nuvole
sono magiche,
- disegnano
alberi gustosi,
- e i frutti
prelibati della poesia
- si possono
cogliere in sottili giochi di trasparenze.
- Con
leggerezza la nuvola spira,
- poi si
ricompone e disegna l'alcova.
- Muore la
ragione in un solo istante,
- quieto il
pensiero fluisce al cervello,
- come un
massaggio,
- lieta
sensazione di serenità.
- Lontano dagli
agognati scompigli della vita.
- Riflessione,
- assenza della
voglia di deflagrazione,
- con
leggerezza l'occhio brama ed ammira la
bellezza...
- E tutto
entusiasma come la prima scoperta,
- la più
nuova scoperta...
- Con
leggerezza.
-
- I veri
angeli
-
- Esperienze
furiose in un regno sovrastante
- che tutti
ritengono inesistente.
- I demoni
luccicanti emanano il loro bagliore rosso,
- si contorcono
e si mischiano in strani intrecci
- che
distorcono colori fantastici.
- Soffrono
intrappolati nella loro cattiveria
- e si mordono
le teste,
- con le mani
si afferrano gli organi vitali,
- se li
straziano e piangono e provano dolore,
- muoiono e si
rigenerano più cattivi e più
forti,
- combattono
senza pietà e si scherniscono a vicenda.
- Contenti nel
dolore
- palpitano i
loro cuori straziati
- privi di
pudore,
- senza
vergogna si mostrano
- di fronte ad
un pubblico di angeli
- corrotto e
ben ammaestrato.
- Scene
nauseabonde
- di battaglie,
di esseri dannati
- appagano
questi meravigliosi angeli
- che privi del
peccato si sentono inconclusi.
- Angeli
ipocriti che aprono ali incantevoli
- e si alzano
nel loro volo verso il cielo
- mostrandosi
belli per quello che non sono.
- La
falsità collega il loro mondo
- con quello
dello straziato diavolo moribondo.
- Comuni esseri
mortali impotenti inorridiscono
- e disprezzano
questa assurda novella,
- tra i filari
d'uva corrono e sbraitano
- quando arriva
il periodo della vendemmia,
- imprecando e
ridendo raccolgono i grappoli
- dai quali
nasce il buon vino
- ignari del
fantasioso regno divino.
- Ogni tanto si
ubriacano bevendo
- e rimangono
nell'inedia a riposare
- o si mettono
contenti a festeggiare.
- Stanno bene
all'aria aperta ed hanno raggiunto la pace,
- sono i veri
angeli di questo mondo rapace.
-
Festa del paese
-
- C'è da
bere, da cantare e da fumare,
- c'è
grande frastuono dentro le persiane,
- le amiche si
sollazzano lasciandosi amare,
- il vedovo se
ne frega e sta con le puttane.
- La festa del
paese non delude nessuno,
- l'ubriaco con
il fiasco urina contro il muro,
- nell'angolo
di piazza è pronto il raduno,
- i bicchieri
dei potenti sono colmi di cianuro.
- Gli artisti
di strada manifestano folclore,
- gli
spettatori bivaccano e li stanno a
guardare,
- il casottino
dei dolci emana buon odore,
- i bambini
più ghiotti stanno sempre a
mangiare.
- Ognuno fa
ciò che vuole sotto le
persiane,
- i casinisti
sotto le porte stanno ad urlare,
- gli amanti
indispettiti si mettono a
bofonchiare,
- i ragazzetti
arrapati guardan sotto le sottane.
- Il via vai
delle comparse rallegra la mia
mente,
- osservare il
fermento fa passare lo sgomento,
- la buriana di
paese mi risulta divertente,
- parlo, bevo e
sono allegro, ben lontano dal
tormento.
- Giudice di
vita tu sei ipocrita e fetente,
- se ci guardi
un po' schifito puoi marcire col
potente,
- nella gabbia
del paese mangerai con i maiali
- e umiliazione
ancor più grande avrai nudi i
genitali.
- Come noi,
peggio di noi come mamma ti ha
creato,
- di vergogna
morirai senza soldi e senza letto,
- dormirai con
quelle bestie che tanto hai
maledetto,
- capirai la
sfortuna del barbone malandato.
- Fremono
impazienti gli abitanti del paese,
- aspettano
decisioni senza molte pretese,
- un po' di
soldi tanto amore ed un boccale di
vino,
- campare con
ironia sbeffeggiando il divino.
- La festa del
paese è solo un vecchio
pretesto,
- una serata in
allegria e sembra tutto meno mesto,
- il domani
porterà a un improbabile
risveglio,
- distesi nel
prato staranno tutti mentre veglio.
- Proteggo i
vostri pensieri vaneggianti
sognatori,
- voglio
starmene lontano dalla stanza degli
orrori,
- senza assurde
preghiere assaporo buoni odori,
- sono i vostri
profumi in attesa dei bagliori.
- Tutto sembra
melodia e canta,
- alla festa
del paese c'è la mano santa.
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