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- Dal
saggio "Della superastuzia, megalomania,
litigiosità spensieratezza delle genti
italiche" 1992
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- Conclusioni
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- I tedeschi parlano
bene della Grande Germania, i francesi parlano
generalmente bene della douce France cher pays de mon
enfance, i sudditi del regno Unito (che poi non
è unito manco per niente perché le
popolazioni di origine celtica contestano il
predominio anglo-sassone e non hanno ancora digerito
le batoste di Culloden, di Snowdon, del Boyne)
sembrano contrari a rinunciare al loro splendido
isolamento dal resto dell'Europa, soltanto gli
italiani (ad eccezione dei governanti e dei dipendenti
pubblici) dicono peste e corna del loro paese.
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- Però sotto
sotto, se si gratta questa scorza di disfattismo, si
scopre che gli italiani amano il loro paese e non lo
cambierebbero con nessun altro al mondo.
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- E francamente non
si può dare loro torto.
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- Procedendo da nord
verso sud, la gioia di vivere, desolatamente ibernata
nelle lande e nelle foreste del Grande Nord, come
è descritto così efficacemente nei film
di quel mattacchione di Ingmar Bergman, comincia a
svegliarsi a Oslo e Copenaghen, cresce
progressivamente dallo Schleswig - Holstein alla
Baviera e in Italia diventa esplosiva come una
girandola finale, per poi insabbiarsi senza speranza
tra i mille problemi dell'Africa.
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- Chi non ha
assaporato almeno una volta il brulicare festoso di
Milano tra nebbia e odore stuzzicante di caldarroste,
le pigre serate romane col ponentino ed il tramonto
visto dal Pincio, i ghiacciai scintillanti e maestosi
delle valli piemontesi, le guglie rosee e fiabesche
delle Dolomiti che sbucano all'improvviso tra le nubi
come le torri del Walhalla dimora degli dei, l'incanto
e i merletti del gotico fiorito scivolando
silenziosamente in gondola lungo i canali di Venezia,
il trovarsi proiettati di colpo in una novella del
Boccaccio per le strade di Firenze o di Siena fra il
fraseggiare beffardo e frizzante dei toscani che hanno
eletto celia e burle a regola di vita (se parlate con
un toscano che non vi sta prendendo in giro potete
essere sicuri che si tratta di un immigrato), i
posteggiatori napoletani con chitarra e mandolino che
vi fanno sospirare romanticamente nel bel mezzo di una
spaghettata alle vongole veraci, la suggestione del
teatro greco di Taormina con lo sfondo dell'Etna
innevato che sembra il Fujiyama o il Kilimangiaro, la
fioritura dei mandorli nella Valle di Templi, il
fascino da ultimo paradiso delle spiagge scure delle
isole Eolie con fumate gialle, acre odore di zolfo e
pennacchi vulcanici che si innalzano verso il cielo,
ma che bisogno c'è di andare fino in Polinesia,
il verde sfavillante del mare della Costa Smeralda fra
sceicchi del petrolio e capi spirituali carismatici
con la bacchetta di re Mida, e mille altre cose
ancora, chi non ha assaporato queste cose dicevo, e
qui prendo fiato, non può dire di essersi
veramente goduto la vita.
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- Quando il mio amico
Mario Rossi deve trascorrere qualche settimana
all'estero per motivi di lavoro, all'inizio è
sempre entusiasta di tutto: l'efficienza dei servizi,
l'educazione della gente, la cortesia dei dipendenti
pubblici, il cibo, le bevande e un mucchio di altre
cose, e sospira "Eh qui altro che in
Italia".
- Ma già alla
fine delle prima settimana gli viene "el magùn"
come dicono a Milano; stufo di cielo grigio, pioggia,
monotonia della cucina, parte disperatamente alla
ricerca di qualche Mamma Rosa o Zia Teresa dove
ritrovare gli spaghetti al dente, il vino in caraffa
che non costi un occhio della testa, un posteggiatore
con chitarra che attacca O sole mio oppure una
cassetta in sottofondo con Pavarotti che canta Nessun
dorma.
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- E quando finisce la
trasferta tutto sommato il mio amico Mario Rossi
è contento, nonostante il ritorno alle
incazzature quotidiane.
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- Ma da qualche tempo
un vento nuovo ha cominciato a soffiare impetuosamente
sull'Italia dalle Alpi a Capo Passero.
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- Molti italiani si
rendono conto che la superastuzia paga a breve termine
ma in modo estremamente effimero, mentre impegno
civile e sociale pagano a lungo termine in modo ben
più duraturo.
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- Molti italiani
hanno capito che i più grossi sbagli della
storia patria sono opera di megalomani che si
ritenevano infallibili.
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- Molti italiani si
sono resi conto che litigando si perde il proprio
tempo e la fiducia del prossimo.
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- Molti italiani si
stanno dando da fare per porre rimedio ai disastri
provocati da mezzo secolo di spensieratezza goliardica
dei loro governanti.
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- Se questo vento di
rinnovamento continuerà a soffiare, e non si
vede proprio perché dovrebbe smettere, l'Italia
potrebbe diventare il più bel paese del
mondo.
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