LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA
Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordientiPoesie di Giovanni Formaggio
- Vivo nel mondo
Non cercatemi sotto la pietra- con simboli religiosi o politici
- perché non mi troverete.
Sono nella neve della montagna- nella sabbia del deserto
- nell'acqua del mare nel verde della pianura.
Non cercatemi sotto la bandiera- di una nazione perché non conosco
- confini e non mi troverete.
Attraversavo il ponte della libertà- dall'altra parte la Pace.
Mi travolse la ruota dell'odio- e il mio sangue fecondò la terra.
- Per me forse qualcuno pianse
- o forse no, ma non importa.
Sono nei colori del cielo- nel profumo dei fiori
- nel volo degli uccelli
- negli occhi dei vostri figli
- nel cuore dei vostri vecchi
- tra voi, con voi.
Ricordatemi- quando l'urlo della guerra
- vi porta il mio dolore
- quando il sole della pace
- vi porta il mio amore.
Il calore dei ricordi
Quando il tempo frantumerà le mie ansiee il corpo non cercherà più pane per nutrirsi l'anima tornerà nel paese natio. Con lacrime di sole ascolterà i bronzi che suonarono a festa per il sì dei miei vecchi, mai dimenticati. Sfiorerà ogni volto, ogni casa, ogni albero e si fermerà con gratitudine ai piedi dell'alpino che ricorda i caduti per la libertà. Tornerà in quella casa dove bambino felice guardavo mio padre risuolare scarpe dall'alba al tramonto e mia madre rivoltare i pochi vestiti a lume di petrolio. Dove un gatto nelle notti d'inverno mi riscaldava i piedi senza chiedere niente. Tra i fiori gialli di tarassaco chiamerà i compagni di giochi e di scuola andati oltre e s'alzerà una preghiera per i rimasti. E là, tra il calore di ricordi uscirà dalla mia anima la più bella poesia mai scritta dal cuore di un uomo.
Notte d'estate a Santa Colomba
Miniature di sole all'orizzonteabbracciano l'arrivo della notte mentre sull'anima sta piovendo solitudine. Mille occhi di gerani rossi spingono i passi verso zolle d'amore. Cantastorie di strada cammino tra musiche di foglie palpiti intensi misteriosi: forse preghiere degli umili. Mi ritrovo sul sagrato di Santa Colomba con siepi di stelle che aspergono luce d'oro sul mondo, sulla mia solitudine. Si ferma, mi saluta un vecchio nato qui. Scartoccia i suoi amori di gioventù la sua vita di fatiche i giorni stritolati nei campi di sterminio. Parla dei nipoti con profumo di primavera riparte con la sua gerla d'anni e di sogni ancora vivi. In silenziosa pietre che trasudano secoli di memorie, voci di civiltà sepolte raccolgo giochi di luna sui capelli d'argento stinto con a fianco la sciabola del tempo che taglia le ore. Traccio un segno di croce, guardo in alto con l'anima travolta da gocce d'infinito arenata sul sagrato di Santa Colomba.
Santa Colomba: antichissima chiesa di Canegrate (Mi)
- VORREI
- Vorrei non essere un granello di sabbia
- nella clessidra del tempo,
- portare a ritroso le lancette delle stagioni,
- vestire l'abito dell'infanzia.
- Ancora acerbo bambino correre;
- in una scatola di cartone
- chiudere libellule e farfalle.
- Sudato,
- sopirmi nell'abbraccio ombroso
- degli alberi,
- al sole, poi, correre correre ancora
- inseguito dal cane...
- Scavare la terra, nascondermi,
- annusare l'aria per cogliere
- l'odore di cotto della focaccia che lievita.
- Sentire la mano nodosa di mio padre
- sui capelli
- prima di attaccare la falce al muro,
- dopo il suono dell'Ave Maria.
- La voce delicata di mia madre
- allo schiudersi del giorno,
- all'arrivo della notte
- guardare la sua figura
- che mi rimbocca le lenzuola
- profumate di lisciva.
- Vorrei...
- Ma il filo di fiordalisi e papaveri
- strappati al campo
- s'è rovinato nel gomitolo degli anni.
- E' rimasta su una sedia tarlata
- solo la figura tremante di mio padre
- che guarda lontano.
- NATALE NEL MIO PAESE
Tra poco sarà Natale.Dal cuore trafitto sulla croce che la metropoli mi ha regalato trasuda una nostalgia infinita: VOGLIO TORNARE AL MIO PAESE! Una cometa di ricordi mi porta via rischiara le poche ore di strada. ECCO: LA CHIESA DEL MIO PAESE! Entro: nessuno mi riconosce, la solitudine mi gela! E' mezzanotte: sull'altare coperto di fiori nasce il Redentore. L'ANIMA TRACCIA UN ARCOBALENO. Tu scendi dalle stelle anche per me Signore. Ricordi? ERO BAMBINO e venivo qui con mia madre per portarti le viole.
- L'AGONIA DELLA LUNA
Cosa resterà di te LUNA,- quando un giorno potremo
- comprare i tuoi cocci
- in avvilenti sacchetti di plastica?
- Cosa..., quando i lupi
- firmeranno il contratto
- della tua spartizione?
- Morirà il tuo mito
- e non sarai più,
- per le membra bianche degli amanti,
- musica di delirio.
- Il cosmo sarà delle astronavi,
- ma sulla terra l'uomo
- sarà sempre più solo.
- Solo, con il lamento dei poeti.
- STASERA
Come un'arpa- il vento
- muove dal mare
- antiche armonie.
- Vorrei essere conchiglia
- lambita
- da un velo di luna
- stasera.
- Lasciar
- l'anima incolta
- vagare come un veliero
- tra silenzi di luce
- mormorare
- all'orecchio del cielo
- un salmo.
- Ma il destino dei sogni
- è un campo di croci...
- CONTINUITÀ
Oltre il presente- questo momento.
- Queste righe di luna,
- la pianura verde,
- le zinnie del tuo vestito,
- il disegno del tuo corpo.
- La mia anima
- che rotola nella tua mano,
- il tuo cuore
- che mi porta al delirio,
- le gioie improvvise.
- L'aria che mitiga il mio sudore,
- la primavera portata dal mandorlo,
- la tua pelle chiara
- che mi risponde,
- il tuo volto in uno scialle d'erba.
- Canto e amo.
- Ti rubo gli occhi... il cuore,
- ti raccolgo nelle mie mani.
- Amo questo profumo che manda la terra,
- l'altissimo colore del cielo.
- Vìvo queste ore...
- QUESTO E UNO DI NOI
Mio padre che torna cantando- un inno proletario
- e che stacca il Cristo dal muro
- dicendo:
- questo è uno di noi.
- Mio padre che aspetta il nostro sonno
- per consumare il suo incontro
- con mia madre
- e che all'alba
- lascia sul tavolo
- metà del suo pane...
- "questo" è uno di noi.
- DESIDERIO
Datemi un Dio- che passi per le strade
- della periferia,
- che guardi gli operai
- uscire dalle fabbriche
- e respiri l'aria
- che ha soffocato
- il verde dei pini
- e annerito i colori
- delle rose.
- Datemi un Dio
- che bussi alla porta
- della mia casa
- e sieda alla mia tavola,
- che viva con me,
- che giochi col mio bambino
- e mi sia vicino
- quando amo e quando soffio.
- Un Dio che mangi il mio pane,
- che biasimi il ricco
- quando mi giudica.
- Datemi un Dio
- che al tramonto
- colga il mio respiro
- per festeggiare un vecchio
- amico.
- A MIO PADRE
Ho raccolto tutte le mie forze,- ho gridato tutte le mie preghiere
- per aiutarti
- ma i chiodi del destino
- mi hanno messo in croce.
- E un giorno freddo di marzo,
- ho vestito la siepe di nero,
- ho coperto la tua bara di rose
- ho pianto tutte le mie lacrime.
- Al camposanto,
- ho alzato la mano
- per dirti ciao.
- Ora invano cerco nella casa
- il tuo sguardo buono,
- la tua gioia di sapermi poeta.
- Mi è rimasto solo il ricordo
- delle tue mani,
- passate sui miei capelli
- quand'ero bambino.
- RIFLESSIONI
Tristi immagini- si rovesciano sulla carne...
- Ieri, un attimo,
- come un fiore sbocciato anzitempo
- e bruciato dalle brume di marzo,
- la mia primavera!
- L'anima era una vetrata policroma,
- oggi è una ciotola vuota.
- La mano del tempo
- mi ruba la vita:
- sento il preludio all'inverno...
- TEMPO: ti maledico.
- PER LA MORTE DI M. L. KING
- Digiuni vi han frustati.
- Sui vostri corpi
- unguento di fiele.
- Entrate fratelli negri,
- la mia casa non è
- una piantagione di caffè,
- il mio cuore non è prigioniero.
- Mangiate il mio pane,
- dormite nel mio letto;
- non avrete occhiate di tradimento.
- Entrate!
- E' calato il sole,
- cantiamo spirituals:
- Papa King è morto.
- INCONTRO
Una selva di voci- mi spinge nella realtà...
- LUI.
- Due mani nodose come l'ulivo.
- Una somma d'anni
- aggrappati alla schiena
- curva d'artrosi.
- Una vita valutata una moneta.
- Mi entra nelle vene
- il tempo scandito dal battito
- del suo cuore.
- Raccolgo con affetto i cocci
- dei suoi orizzonti verdi.
- LUI, beve vino forte
- per placare i rigurgiti
- che filtrano le grate...
- Guarda in alto,
- allarga le braccia a forma di croce.
- L'ULTIMA STAGIONE
Pende dagli occhi la pena,- dai grani del rosario la speranza.
- Le dita sulle ginocchia
- portano
- gli ultimi giorni del calendario.
- Una mano mi stringe
- come una tenaglia:
- un cerchio di pupille mi guarda
- ma non fa luce.
- Mi spacca il cuore
- l'ultima stagione
- di questi che se ne stanno andando.
- SCONFORTO
Un embrione di sogno- si schianta,
- scintille d'amore
- si spengono,
- costellazioni di parole
- cadono,
- una sirena m'aggredisce
- con nenie di stelle.
- Nudo aspetto l'alba.
- Datemi un angolo vergine
- dove io possa tatuare
- un arcobaleno.
- DOLORE
Eri nel seme di mio padre- quando fui generato,
- nei capezzoli di mia madre
- quando nacqui.
- Dolore dolore, dolore,
- ogni alba è una lettera sigillata...
- Misterioso, improvviso, compari
- e scomponi il mio poco mosaico
- di gioie...
- Passi, bruci e semini sale,
- così, ogni volta,
- lentamente, mi demolisci...
- Dolore dolore, dolore,
- dalla nascita alla morte,
- come una maledizione.
- BUFERE D'INCERTEZZE
Bufere d'incertezze- mi racchiudono in pugno.
- L'anima è un cristallo
- di sale,
- il cuore
- balla il flamenco
- attorno ad un fantasma
- di sogni.
- Continua la mia corsa
- come un negro
- che frigge la piantagione.
- Forse domani
- m'aspetta un giorno di sole...
- Correre
- anche se mi perseguita
- il grido del poeta:
- la morte si sconta vivendo.
- QUEL GIORNO
Quando riuscirò ad amarti- senza guardare il colore della tua pelle,
- senza indagare sulla tua fede,
- senza chiederti se sei ricco o povero,
- quel giorno avrò vinto.
- Perché
- sarò capace di stringerti la mano.
- ANGOSCIA
Angoscia- è sentire scivolarti contro
- sguardi di maledizione,
- parole affilate come coltelli
- da chi cammina con te
- sulla strada.
- Aspettare un amore
- che non approderà mai
- al tuo litorale,
- lasciare sul cuscino
- il pianto del tuo cuore infelice.
- Saperti pianta di questo mondo,
- non vedere nessuno
- riposare alla tua ombra,
- saziarsi dei tuoi frutti.
- Sentire i sogni cadere morti
- nell'anima,
- assistere impotente
- al rogo dei tuoi anni
- strappati dalla furia del tempo...
- LA NOSTRA VITA
La nostra vita è qui,- in questa casa abbrunita dal tempo,
- tra le braccia dei campi.
- Ti portai, per mano,
- molti anni fa,
- incontro a miraggi di sogno...
- Qui viviamo gioie e dolori
- nell'inesorabile andare delle stagioni...
- Insieme
- guardiamo sulla madia
- i ritratti dei figli.
- Nel silenzio discreto dei campi,
- seduti sulla pietra,
- accanto al vaso grande dell'oleandro,
- parliamo tanto di Loro.
- Per mano,
- come quel giorno rimasto intatto nel cuore,
- attraversiamo il gorgo...
- Così che il primo di noi che se n'andrà,
- possa dire all'altro:
- FUMMO FELICI INSIEME.
- ERA SCRITTO
Era scritto- che lasciasse la casa e l'uliveto
- per dare un pane in più ai figli,
- che la sua aria fosse di carbone
- il suo sole di acetilene.
- Oggi è rimasto crocifisso dal grisou
- con le sue speranze
- su un calvario di ciottoli neri.
- Donna d'Aspromonte
- intona il tuo lamento.
- Lo manderanno a casa
- e ti diranno ch'era un lavoratore.
- Tieni per te la disperazione
- all'uliveto racconta ai figli
- l'amore del padre.
- Nella memoria prenderà forma la vita
- e sarete.
- RITA
Ti ero accanto e t'amavo- tra il profumo umile delle viole
- e i lunghi rami del salice
- che cantava al cielo
- melodie sconosciute.
- Perdevo le mie mani sul tuo volto
- e baciavo i tuoi capelli
- tinti di luna.
- Eri sublime!
- Carpivo ai tuoi occhi
- albe luminose
- e orizzonti d'amore.
- Felici eravamo
- come il suono di campane
- all'avemarìa.
- Il tempo era nostro
- e gai i nostri cuori
- intrecciavano sogni
- immensi come tramonti d'estate.
- Poi, passò il tempo...
- e un piccolo fiore
- smaltato di sole
- profumato dai nostri sorrisi
- schiuse le labbra
- per chiamarti mamma.
- LA NOSTRA STORIA
Filtrano lunari- con grafie di falci
- staccate e attaccate al muro
- col buio.
- Continua in queste mani
- consumate
- la storia dei nostri padri
- in queste case di periferìa
- messe insieme
- con luce di luna
- e canti di lotta.
- La nostra storia...
- Guardata a vista
- dal cielo opaco dai fumi
- dal fiume di schiuma senza vita.
- Filtrano sillabati di speranza
- dal girotondo dei bimbi.
- Un attimo l'anima
- si colora d'arcobaleno...
- Si riflette nella pozzanghera
- il Cristo scolorito
- dagli acidi.
- LA NOSTRA STORIA.
- Sul ponte di pietra
- Sul ponte di pietra
- abbiamo unito le nostre mani
- raccolto le voci del fiume e della sera,
- le carezze dell'ultimo sole,
- i primi raggi di luna.
- Percepito tra le dita
- canti immensi e prepotenti,
- le nostre vite
- innestarsi l'una nell'altra,
- le nostre anime
- vibrare d'attesa...
- E per noi due,
- sul ponte di pietra,
- l'inizio di una primavera
- senza fine...
- I vostri vecchi
Guardate gli occhi dei Vostri vecchi.Oggi portano i colori dell'autunno ma ieri hanno donato sguardi vivi come bacche di agrifoglio teneri come fiori di biancospino. Guardate le mani dei Vostri vecchi. Oggi contano i giorni sulle ginocchia ma ieri hanno lottato, costruito seminato carezze momenti di sole... Guardate i passi dei Vostri vecchi. Oggi avanzano lenti, discreti come ombre ma ieri hanno percorso pianure di speranze sudato lungo vicoli arroganti del dolore. Caduti si sono rialzati... Guardateli e aspettateli i Vostri vecchi prima che il tramonto li porti via. Se siete qui è perché loro hanno soprattutto amato.
- A mia madre
"30 agosto 1979"
Stupendo chiarore di luna che porti via mia madre inarrestabile ruota del tempo un attimo. Scendendo nell'anima come gocce d'arcobaleno felici ricordi. Un attimo ch'io raccolga nelle vene questi ultimi brandelli di vita ch'io ripaghi con una carezza una vita d'amore. Chiara alba d'agosto che hai portato via mia madre prendi il mio pianto con il gesto cieco del seminatore spargilo sulla sua tomba perché ogni giorno nasca una rosa.
- Queste mura
Queste mura abbracciate dal fumo di periferia sono l'eco di molte vite. Trasudano dalle pareti i volti scarni ma dolci dei miei vecchi mai dimenticati. Emergono anni lontani con bambini odorosi di talco (quanto carezze) figli ormai altrove... Queste mura sono già storia (mai coma) d'emozioni vissute con la mia compagna. Sono tomba di sogni preparati come filigrana, poi spenti che han lasciato sapore di spada. Qui, impotente vedo i giorni accatastarsi a volte policromi, irripetibili, a volte percossi, contorti come un ramo d'ulivo. Queste mura discrete raccolgono i miei perché in silenzio mi vogliono bene. Guardano i miei crepuscoli ascoltano i miei versi mentre s'alza un forte profumo di menta dalla pipa che tra le mani, mi tiene compagnia.
- Lacrime di luce
Alla montagna più alta chiesto un foglio di ardesia. Con lacrime di luce là dove il vento abbraccia l'infinito ho scritto il vostro nome martiri per la libertà dei popoli. Là dove fiori sconosciuti sciolgono eterni canti d'amore. Al cielo più puro ho consegnato la vostra storia perché la sparga tra le vie delle città dei villaggi nel cuore di ogni uomo. Al sole più luminoso il vostro grido perché raggiunga ogni bimbo del mondo come pane di pace.
- In silenzio
Quando restiamo soli e tu distilli goccia dopo goccia il mio amore io ti rispondo chiudendoti tra le braccia. IN SILENZIO
- Notte senza tempo
Come nubi d'incenso salgono note d'anima mentre all'orizzonte il sole muore. I capelli, scoloriti mi ricordano che la vita è fragile vela ma il cuore s'aggrappa, vive nello zaino dell'immenso amore che mi dai. Raccolgo in silenzio il passaggio dei miei giorni delle mie notti: come un tempo mi interroghi con l'ansia del tuo sguardo come un tempo ti rispondo inventando per te giochi di primavera. Le nostre mani anche stasera, sono un accordo di sole addormentando dolori che a volte sfiniscono. Mi esce un fiume di poesia ti guardo negli occhi e un velo di arcobaleno ci avvolge presagio di una notte senza tempo.
- Tracce di te su queste terre
Tracce di te su queste terre quando d'estate il sole scioglie trecce di luce sui prati quando d'inverno la neve veglia il sonno del grano. In questa casa che tramanda il tuo saluto discreto in un giorno infuocato di luglio prima di andartene sul Carso. Tra le pieghe di questi campi dove la nonna ha frantumato nel lavoro il suo dolore poi travolta dal tempo. Nella parte più viva di noi che ha raccolto il testamento della tua penna nera. Negli occhi dell'ultima generazione che sgambetta con il cane attorno al pagliaio e che domani vivrà nelle vene questa storia. Tracce di te su queste terre. Quando il tramonto rosso abbraccia il tuo vigneto quando l'aria della sera accende il canto delle betulle quasi coro di montagna per un alpino rimasto sul Piave.
- Ero bambino
Ricordo un inverno con fiori di ghiaccio sui vetri una focaccia appena sfornata la nonna che la infila nello zaino di mio padre. Lui che la rimette sul tavolo dicendo: la lascio per voi... Una stazione, un abbraccio forte un treno con tanti uomini svanire all'orizzonte. Un'estate infuocata mia madre e mia nonna con la zappa nei campi. L'ombra dell'olmo il cane sulle ginocchia... I primi giorni di scuola l'insegnante che ci parla della guerra di soldati che muoiono per la libertà il mio pianto sul quaderno con il disegno di un treno... Il ritorno della primavera con le sue voci, le piante in fiore le campane di Pasqua... Poi, un giorno, quel giorno la carezza della maestra sulla fronte e so di una croce piantata nella steppa coperta di neve con sotto mio padre.
- Sconforto
Un embrione di sogno si schianta scintille d'amore si spengono costellazioni parole cadono una sirena m'aggredisce con nenie di stelle. Nudo aspetto l'alba. Datemi un angolo vergine dove io possa tatuare un arcobaleno.
- L'ultima stagione
- Pende dagli occhi la pena,
- dai grani del rosario la speranza.
- Le dita sulle ginocchia
- portano
- gli ultimi giorni del calendario.
- Una mano mi stringe
- come una tenaglia:
- un cerchio di pupille mi guarda
- ma non fa luce.
- Mi spacca il cuore
- l'ultima stagione
- di questi che se ne stanno andando.
- Solitudine
Sono qui per riempire i vuoti silenzi del cuore e scuotere quest'anima in agonia. Annaspo nel cielo ogni sera come un fantasma. E ogni sera su questo lento morire le stelle brillano come lacrime.
- Vento della sera
"qualunque cosa avvenga, un'ora su piena di sole"
Enza Pound
Questa tua anima racchiusa nella conca della mano è il mio mare è chiarore d'alba, indaco di tramonto la mia vita. Questo tuo cuore così vivo tra le braccia è il mio cielo è calore di bacio, roveto di passione la mia storia. Queste tue mani intrecciate nelle mie come filigrana sono incanto di memorie i miei fiori di pesco al vento della sera.
- Questo è uno di noi
Mio padre che torna cantando un inno proletario e che stacca il Cristo dal muro dicendo questo è uno di noi Mio padre che aspetta il nostro sonno per consumare il suo incontro con mia madre e che all'alba lascia sul tavolo metà del suo pane... "Questo è uno di noi."
- La ballata del tempo
Il tempo ti prende per mano alla nascita colora la tua fantasia ti da' luce del cristallo poi, come fragile goccia di rugiada che si coccola tra i petali della rosa ti fa scivolare nella vita apre i tuoi occhi sul mondo. E tu cresci, cammini cammini, ti affanni apri il tuo zaino dei sogni senti nel cuore il fuoco d'Africa incidi il tuo nome sulla pietra con arroganza ti credi infinito... E il lunario scorre inarrestabile... Poi ti riprende per mano ti raggrinza come la foglia della vite prima di staccarsi e cadere ti accompagna alla fine del viale cancella il tuo nome e impietoso accende la morte.
- Sasso di fiume
Cala il sole qui tra i miei monti, le mie valli e mi trovo solo tra siepi di stelle nella mano della notte. Vaso di creta in balìa del tempo lascio crescere ghirlande d'amore da appendere ad ogni angolo. Guardo i frammenti di luna sulla pietra di casa dove mio padre seduto con noi spaccava il melograno più grosso dicendo: questo è il mondo, i chicchi sono gli uomini, vicini come fratelli. Sasso di fiume non ancora travolto raggiungo la chiesa striata da mantiglie di luce, poso la mano sui piedi del Cristo che guarda i miei monti, le mie valli. Nella penombra le sue spine sembrano moltiplicarsi sono tante, come le fatiche della mia gente. Lascio al piccolo cimitero le siepi di stelle perché all'alba siano un abbraccio di rose a questi che sono qui, con le loro storie uno accanto all'altro come i chicchi del melograno.
- Bufere d'incertezze
Bufere d'incertezze mi racchiudono in pugno. L'anima è un cristallo di sale il cuore balla il flamenco attorno ad un fantasma di sogni. Continua la mia corsa come un negro che fugge la piantagione. Forse domani m'aspetta un giorno di sole... Correre anche se mi perseguita il grido del poeta: la morte si sconta vivendo.
- Dolore
Eri nel seme di mio padre quando fui generato, nei capezzoli di mia madre quando nacqui. Dolore, dolore, dolore, ogni alba è una lettera sigillata... Misterioso, improvviso, compari e scomponi il mio poco mosaico di gioie... Passi, bruci e semini sale, così, ogni volta, lentamente, mi demolisci... Dolore, dolore, dolore, dalla nascita alla morte, come una maledizione.
- PER COMUNICARE CON L'AUTORE mandare msg a clubaut@club.it
- Se ha una casella Email gliela inoltreremo.
- Se non ha casella Email te lo diremo e se vuoi potrai spedirgli una lettera presso «Il Club degli autori - Cas. Post. 68 - 20077 MELEGNANO (MI)» inserendola in una busta già affrancata. Noi scriveremo l'indirizzo e provvederemo a inoltrarla.
- Non chiederci indirizzi dei soci: per disposizione di legge non possiamo darli.
- ©2006-2007-2008 Il club degli autori, Giovanni Formaggio
Per comunicare con il Club degli autori: info@club.it- Se hai un inedito da pubblicare rivolgiti con fiducia a Montedit
- IL SERVER PIÚ UTILE PER POETI E SCRITTORI ESORDIENTI ED EMERGENTI
- Home club | Bandi concorsi (elenco dei mesi) | I Concorsi del Club | Risultati di concorsi |Poeti e scrittori (elenco generale degli autori presenti sul web) | Consigli editoriali | Indice server | Antologia dei Poeti contemporanei | Scrittori | Racconti | Arts club | Photo Club | InternetBookShop |
Agg. 26-06-2008