Autori contemporanei
affermati, emergenti ed esordienti
Giove Mangano
Ha pubblicato il libro
- Giove Mangano - La morale della favola in cento sonetti
- Lettura leggera amiccante e sorridente
- Collana I gigli (poesia) 12x17 - pp. 116 - Euro 10,07 - L. 19.500 - ISBN 88-8356-287-9
- Dedico questo libro
- ad Antonio Di Pietro
- con simpatia e con i
- seguenti versi
- Il sorriso alla vita è scontato
- guai se non sorridi ogni momento
- rischi di rimanere incastrato
- nel giro vorticoso d'un lamento.
- Giove
Prefazione - Cento sonetti ammiccanti e divertenti per accingersi ad un viaggio intorno all'uomo scrivendo di libertà, di morale, dell'ingratitudine degli esseri umani, della loro avarizia, falsità ed ambizione. Tutto è tenuto insieme da un collante che è il sorriso alla vita considerato quasi scontato/guai se non sorridi ogni momento/ rischi di rimanere incastrato/nel giro vorticoso di un lamento.
- Ecco allora che ritroviamo le amare considerazioni di Giove Mangano sulla situazione politica e sul malcostume del nostro paese che si intrecciano a riflessioni personali sull'umana esistenza e al rammarico per aver dovuto abbandonare la terra di Sicilia madre crudele di figli/ che nel grembo non tieni/ ed espelli in luoghi diversi.
- I sonetti appartengono all'ultimo decennio della produzione poetica di Giove Mangano e sono tutti datati. Tale accorgimento è sicuramente utile al lettore per ogni riferimento specifico ad un determinato avvenimento o ad una situazione peculiare e ad un periodo ben preciso della storia del nostro paese.
- Un paese nel quale invece di rispettare le leggi esistenti si tende a farne sempre di nuove più confacenti ai mutevoli interessi che mano a mano si prospettano all'orizzonte; un paese nel quale si spera sempre nel condono per sanare situazioni non propriamente edificanti; un paese che guarda alla verità come ad un concetto astratto per il quale non vale la pena di lottare.
- Giove Mangano mette la sua grande forza morale nella volontà di capire la realtà circostante utilizzando esempi di vita, favole conosciute, metafore a volte sorprendenti altre volte taglienti.
- Da acuto osservatore costruisce, sia pure con una personale lettura, una "operetta morale" che dimostra ancora una volta a distanza di secoli, l'immutabile sostanza umana. L'Autore è immerso nel gusto attuale, e ben sottolineando la differenza tra pregiudizi antichi e sensibilità odierna, documenta i tempi ed i costumi non con arbitrarie sentenze ma con esempi di vita quotidiana.
- La fantasia riesce ad allargare le favolette fino a comprendervi l'aneddoto tradizionale e storico, la scenetta epigrammatica, i vari elementi simbolici per cercare di strappare un sorriso spensierato che risollevi l'animo umano proprio alla maniera di Fedro.
- L'utilizzo degli animali nella favola moraleggiante è antichissimo: prima ancora di Esopo ed usato anche da grandi poeti come Esiodo ed Orazio. Ha sempre ottenuto un notevole interesse da parte di ogni linguaggio nella storia della letteratura. Col passare del tempo le diverse figure degli animali sono diventate allusioni, modi di dire, metafore, pretesti per satireggiare.
- Allo stesso modo Giove Mangano pensa al lupo, alla formica, alla volpe, al rospo come a figure simboliche che rappresentano un prepotente come il lupo, un previdente che agisce di conseguenza pensando ai tempi duri come la formica, un adulatore ingannevole e scaltro come la volpe, un ambizioso che si gonfia e diventa imprudente come il rospo e ne paga le conseguenze.
- Veloce e limpido, sagace e preciso, satirico e fantasioso: i protagonisti umani ed i "favolosi animali" descritti con sagacia e precisione sono inconfondibili nei componimenti che ritrovano il significato primigenio e letterale di fabulae: discorsetti, chiacchiere, motti di spirito, cose che si dicono, ammiccamenti.
- Proprio per il fatto che sotto la maschera degli animali vi sono gli uomini comuni, ecco allora che il sorriso rasenta l'amarezza, le sfortune e le debolezze umane non portano all'asprezza dei toni ma ad una aspirata saggezza. Le parole che creano queste immagini sono antiche ma fedeli all'espressione più allusiva che si vuole sottolineare.
- La bontà naturale di questi insegnamenti è un esempio per i nostri tempi nei quali i costumi sono quasi annullati: tutto è ormai lecito o giustificato e forse diventerà sempre più difficile affrontare la vecchiaia con un sorriso, aprire la mente alla saggezza e concludere la vita in bellezza.
- L'unica consolazione è che allo scoccare della fine della vita quantomeno il ladro vi arrivi da fetente.
- Massimo Barile
PREMESSA dell'autore - Gli argomenti trattati in questi versi sono (più o meno) noti. L'impegno, in ogni caso, è stato quello di riuscirne a raccogliere il messaggio in un componimento poetico ben preciso qual è il sonetto.
- Il mio "Giove" ha sempre scritto poesie ma mai pubblicate. Questa raccolta la pubblico, a mie spese, in segno di solidarietà con Antonio Di Pietro per l'isolamento popolare che sta subendo dopo che il 90 per cento degli italiani, per la corruzione dilagante, spesso provata sul piano giuridico, gli fu vicino.
- Qui a Vicenza negli anni di "mani pulite" molte autovetture esponevano un adesivo con la scritta (Forza Di Pietro!).
- A questi italiani, osservo, gli è stato "sciacquato" il cervello dal pulpito delle televisioni tanto che alle ultime elezioni politiche, essi, si sono ridotti al 3 per cento, ancorché di fronte ad un Di Pietro politico.
- Il Grande Fratello (di Orwell) è sempre in agguato!
- Ma, Di Pietro, va sempre ricordato almeno come "simbolo" popolare, spontaneo, di aspettativa di legalità, in una società notoriamente corrotta.
- E di questo, molto semplicemente, se ne dovrebbero far carico non solo i "giacobini" di sinistra, ma anche i "giacobini di destra", i discendenti del prefetto Mora, quelli al governo con Bossi il quale, tutto sommato, è stato l'artefice di "Mani pulite".
- I versi sono tutti datati per mero sfizio poetico ma anche perché la data può essere utile. Si possono notare perciò sonetti scritti da qualche anno ed altri scritti di getto di recente. La data, in certi casi, può essere un valido riferimento.
- Per entrare nel merito di questa rassegna, posso dire che i sonetti li ho scritti per semplice diletto ma, come ho detto, in segno di solidarietà, li dedico ad Antonio Di Pietro, per il quale ho votato ragionevolmente in queste ultime elezioni politiche.
- L'Italia, per quello che mi riguarda, cari amici, in tanti casi, è fatta così, come in questi versi. È una semplice modesta constatazione, ed i Lupi lo sanno. Posso assicurarvi, per buon'esperienza, che, a renderla così, sono stati non solo gli uomini comuni, che si dovranno assumere le loro piccole colpe, ma soprattutto alcune divinità, come, per esempio, oltre ai Lupi, i Leoni.
- La speranza, che m'incalza con gran fiducia, è che l'uomo divenga una Volpe in maniera da riscattarsi dagli Dei. Se gli uomini comuni diventeranno Volpi, i Leoni ed i Lupi l'avranno dura ed inoltre, di conseguenza, spariranno i furbi, ma tutto ciò si giocherà sulla forza della ragione. Bisogna ragionare (qui faccio l'immodesto) come si fa per costruire un sonetto che è un ragionare che lascia libero il cuore ed il sorriso aperto. È una seria proposta ma che farà ridere i Lupi.
- Accadrà un dì? Intanto sorridiamo alle divinità ostili all'uomo comune (italiano della strada, in particolare) operando, intellettualmente (lontano da cervelli comunisti, "cattocomunisti", liberisti, parafascisti etc...) perché esse divengano mortali.
- Infine noterete che nessun sonetto di questa raccolta tratta della conosciuta favola de "il lupo e l'agnello". Ciò è dovuto al fatto che di agnelli in Italia ne sono rimasti soltanto alcuni esemplari (ormai da clonare!) che si possono trovare, a mio avviso, fra gli elettori di Antonio Di Pietro o fra coloro che si sono astenuti dal voto alle ultime elezioni politiche o, ancora meglio, alle ultime elezioni della Regione Sicilia, dove io sono nato quasi 70 anni fa (in una città, che, allora, era detta "la baba" che in lingua veneta vuol dire "mona" ma in lingua italiana non sono riuscito a trovare la parola equivalente, visto che "fesso" è il participio passato del verbo fendere) e che ho dovuto "puntualmente" lasciare per inserirmi nella vita con una scelta improvvisata ma sicuramente onesta quale è stata la frequenza delle Scuole per Allievi Sottufficiali dell'Esercito, negli anni 1951 e 1952 (Scuola di Spoleto e Scuola di Fanteria di Cesano di Roma). Ma questa è un'altra storia, in ogni caso positiva (per mia fortuna).
- A mamma Sicilia, invece, per avermi "puntualmente" abbandonato, ho ritenuto di dovere dedicare, nel 1984, un anno importante di fuoco, la seguente lirica.
- SICILIA 84
- (31/07/1984)
- Sicilia, madre crudele di figli
- che nel grembo non tieni
- ed espelli in luoghi diversi
- in luoghi men belli
- in luoghi più belli.
- Ti guardano i figli
- e da lontano e ti amano,
- ma tu empia madre continui
- a infierire con le tue gesta
- in onda alla cresta!
- Negli animi di tali indiletti
- l'inferno ribolle all'udire di atti
- dei figli prediletti, dei nati perfetti,
- che aspirano dal profondo sterno
- il tuo latte materno.
- Ma noi lanciamo contro l'ingrata prole,
- che il tuo progredir non vuole,
- il nostro forte lamento
- il nostro lacero dolore
- il nostro pavido spavento
- il nostro sangue di sudore
- ed a te diciamo:
- attenta, madre, a quei figli tuoi!
- Mamma, attenta, agli altri figli tuoi:
- questi ti gridano il loro dolore
- e fidano in te
- il tempo di un dì migliore
- i giorni di splendore
- e quelli del tuo amore.
- Ma ho dedicato pure, nel 1992, il sonetto qui di seguito riportato, che si è rivelato una profezia dopo il plebiscito elettorale che ha mandato al potere della Regione un seguace di Silvio Berlusconi.
- Questo neo Presidente di Sicilia, come prima uscita televisiva nazionale, per farmi un gran piacere, ha saputo sostenere che lo scempio commesso nella Valle dei Templi, è uno "stato di fatto" e che il suo diretto superiore (Silvio Berlusconi) ne dovrà prendere atto perché dovrà dargli una mano a sistemare la "cosa".
- Il paradosso è che qui nel "Nord Est", i leghisti di Bossi ed i paraleghisti di Silvio Berlusconi, i quali si lamentano di questa sorta d'illegalità diffusa in Sicilia, votano allo stesso modo come la maggioranza dei siciliani (di Sicilia!) mentre è accaduto che un "paraleghista", all'improvviso e senza alcuna ragione, ha fatto di me, di recente, in quanto io siciliano, una sorta di capro espiatorio di tale illegalità.
- Ma io cosa c'entro più con la Sicilia se tale mamma mi ha abbandonato oltre 50 anni or sono e che, peraltro, io voto in modo diverso da lui?
- Glielo dica Lei, Signor Presidente di Sicilia! Si sforzi, prima della sanatoria della Valle dei Templi, per tutelare l'onore dei tanti emigranti che la Sicilia ha saputo esprimere nelle terre del Veneto (non parliamo nel mondo!) e che continua a sfornare ancorché possiede un'autonomia di ferro che i Ministri della Repubblica Italiana, Bossi, Maroni e Castelli Le invidiano.
- Ma ecco la profezia.
- SICILIA 1992
- (24/11/1992)
- La tua storia è presto bell'è fatta:
- partiamo dalla grande Siracusa
- dove iniziano i Greci con la scusa
- di fare coi Fenici pari e patta.
- Poscia i Romani, d'autorità,
- tolgono la stirpe sicula-greca
- e poi mollano alla congrega
- degli arabi, che fanno civiltà.
- I Normanni, ne danno una nuova
- 'ché distruggono quella con la mazza,
- e dopo più di uno ci riprova.
- Facendo adesso "le riflessioni",
- l'idea non è poi così pazza,
- se diamo la corona a Berlusconi...
- Ed, infatti, la corona gli è arrivata ancorché gestita da un suo viceré.
- Caro Dottor Di Pietro,
- mi permetto di invitarLa, con tutto rispetto,
- a leggere almeno quest'altra "profezia".
- Sono versi, i seguenti, stralciati
- dal Capo XXI
- dei miei "canti del nonno"
- (scritti dal 30 nov. Al 3 dic. 1994)
- OMISSIS
- La morale della favola è questa:
- quando si vuol schiacciare l'impotente,
- quando uno se lo mette in testa,
- la ragione la trova nella mente.
- Attento di Pietro, attento al Lupo,
- c'è in giro pronto un Gran Fratello,
- che troverà una ragion da pupo,
- per farti fare la fine dell'Agnello.
- Mi salta in mente, ciò che si conosce,
- che riguarda la libertà in democrazia,
- che ciascuno di noi non la capisce
- e la tratta come fosse porcheria.
- Anziché rispettar le leggi che ci sono,
- ognuno se ne fa sempre di sue,
- ognuno crede sempre nel condono,
- il resto del popolo è sempre bue.
- Omissis
- Con il sorriso in cuore.
- Giove
- A LUI
- (31/12/1991)
- Tu sembri un dio dell'eterno.
- Non solo io, lo dicono in tanti.
- L'anima t'andrà trattata con i guanti
- e posta alla cura del padreterno.
- Il giorno che vai lì, al suo cospetto,
- son fatti tuoi che non ci riguardano.
- Quel dì, il suon di un grande organo,
- ti seguirà sino al ciel diretto.
- La preghiera, indi, ti salverà.
- Ma è meglio fidarsi del partito
- che ha conoscenze anche all'aldilà,
- anche in quel del quieto Paradiso,
- dove non sarebbe inaudito
- trovare Iddio disposto al tuo sorriso.
- L'INSULTO DI CAPODANNO
- (01/01/1992)
- Lo spreco dei botti di capodanno
- è un insulto alla umanità
- di fronte alle tante avversità
- di coloro che nulla o poco hanno.
- Davanti a casa mia questa notte
- pareva una guerra, ve lo giuro,
- come quelle vere, che tengon duro
- in terre vicine, mai interrotte.
- Professionisti visti cimentati,
- gente "per bene" uscir allo scoperto,
- nell'accendere i fuochi, indaffarati.
- Ahimè! La miseria c'è vicina
- e costoro non hanno sguardo aperto
- alla fame nel mondo che cammina.
- AL CAVALLO
- (01/01/1992)
- Fra tutti gli animali tu hai
- un sicuro portamento superbo,
- il poeta esce indi dal riserbo
- a proferirti lodi più che mai.
- Son lodi volti alla tua figura,
- tu sei plastico ed imponente,
- ma l'uomo deve esser riverente
- quando tu esterni la tua natura.
- Che dire della corsa tratta a trotto
- e della calpestata col galoppo?
- Il poeta ti canta cotal motto:
- aiuta l'uomo a capir la bellezza,
- tu che la vivi dentro e fuor dal corpo,
- guidalo ad acquisir più gentilezza.
- SULLA VERITÀ
- (12/01/1992)
- La verità è un concetto astratto
- quella degli altri la vuoi sapere
- la propria è invece da temere
- di questo bisogna prendere atto.
- Se uno dice di sé d'esser sozzo
- tutti plaudono ad un tal contegno
- se uno dice, anche con ritegno,
- ad un altro che lui è un rozzo,
- che in effetti l'è, badate bene,
- quello lo aggredisce sull'istante
- come fosse un cane senza catene.
- Indi mentir non è sempre un danno!
- Anzi è una saggia variante
- purché però non scada nell'inganno.
- LE FROTTOLE DELLE TV
- (03/04/1992)
- (aggiornata al 2/8/2001 ex "le frottole delle tre tv")
- Le Tivù hanno più di un canale,
- non solo quelli del nostro governo,
- che fanno ascolto nel lungo inverno.
- Si dice che questo sia un male
- perché son divisi a ciclo chiuso
- perché ognuno fa la sua parte
- perché ognun segue la sua sorte
- e il pubblico resta sì confuso.
- Però esso ha il potere in mano
- che è quel coso, il telecomando.
- Il pulsante non lo preme invano
- così cambia e sente più pareri
- un'idea sua si va formando
- ma fuori dai canali frottolieri.
- SULLA VECCHIAIA
- (23/04/1992)
- La vecchiaia, uno stato di fatto!
- Essa è disegnata nella vita.
- Sia pure una cosa sgradita
- a noi non resta che prendere atto.
- Raccolto quest'atto di pensiero
- affrontiamola quindi con sorriso
- che fa bene all'aspetto del viso
- in un corpo non più da sparviero.
- Ecco le cose belle che riserva:
- la gioia viene sempre controllata;
- il dolore lontano si osserva;
- s'apre la mente alla gran saggezza;
- la pace dei sensi viene afferrata.
- Sicché la vita conclude in bellezza?
- LA LEGGE
- (30/04/1992)
- "La legge è legge e va si rispettata!"
- disse un tale dal nobile aspetto
- ma quando si presentò al suo cospetto
- egli subito l'ebbe rinnegata.
- "Questa legge non è legge! È ingiusta!"
- disse quel cotal con tono severo
- "non sia detto ch'essa dice il vero"
- aggiunse menando la sua frusta.
- Morale della storia è la seguente
- che la legge giusta è per gli altri
- se diretta a noi, è invadente.
- Che fare allor per sciogliere il dilemma?
- Bisogna esser un po' meno scaltri
- così non finiremo nella melma.
- SULLA LIBERTÀ
- (05/06/1992)
- L'Uomo ognor agisce di istinto
- rare volte anche di ragione
- io non voglio far professione
- di conoscere l'uomo sì dipinto.
- Ma nell'esempio della libertà
- stravince sempre il senso d'egoismo
- contro ogni ragione e altruismo
- la nostra è sempre in priorità.
- Tendiamo ovunque ognor a calpestarla
- quando essa, si, ad altri aspetta,
- qualcuno anche osa umiliarla
- se noi osserviamo molto attenti
- con l'animo fitto in una stretta
- quel mo' di far di certi prepotenti.
INSONNIA
- (12/06/1992)
- Fra tutte le cose di questa terra
- esiste pur anche quell'insonnia
- che di notte ti tiene su, in sbornia,
- all'attacco, come fossi in guerra.
- Sì, perché ti tiene sempre all'erta,
- teso, attento e tutto osservante,
- ti giri su te stesso delirante
- sbigotto e con aria sofferta.
- Poscia arriva la rassegnazione
- anche l'alba, il canto degli uccelli
- e quel sorriso di occasione.
- Ricomincia quindi la giornata
- che ti mescola subito con quelli
- che speran nella prossima nottata.
AL GATTO
- (29/06/1992)
- Tu sei certo un tipo d'animale
- che ti distacchi da quei che conosco
- di regola non vivi mai in bosco
- ma respiri aria da casale.
- Vivi quindi insieme a noi
- che ti osserviamo attentamente
- nel tuo spirto così diffidente
- che gestisci con l'inganno che vuoi.
- Tu sei egoista; tutto è per te.
- Cosa esprimi all'uomo di fedele?
- Un Cane salta con l'amore in sé!
- Tu invece sei disteso e calmo
- cosa che, lì, ti rende più crudele
- ove, bieco, t'apposti a più di un palmo.
- FAZZOLETTI DI CARTA
- (11/07/1992)
- Ad un'edicola d'una stazione,
- di fretta, chiese un giovine nero
- "dammi fazzoleddi garda, è vero
- che ho grossa gagata nel pangione;
- non g'è la garda geniga nel gesso!
- Allor fazzoleddi garda usare."
- Io che stavo lì ad ascoltare
- pensai a quel che fu quell'indefesso
- di milite che, marciando a passo,
- cantando sempre ognor "faccetta nera",
- quando per cacar, al C.A.R. di Chivasso,
- per risolver un problema 'sì grosso,
- così, come fosse buona maniera,
- usava il dito se non c'era un sasso.
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