- Solo
un'ombra
-
- Girava tutto il giorno lungo
il margine di una bella vasca di cemento circolare con
le maioliche di molti colori, posta al centro di un
giardino pieno di fiori e arbusti sempreverdi. Faceva
giri in senso orario e più raramente, quando
aveva desiderio di cambiare, anche giri in senso
antiorario. Era solo nella vasca e suo compito
principale era quello di mangiare le larve di zanzare.
Slam, slam... ogni boccata erano quattro o cinque
larve che finivano nella sua bocca dove, con piacere,
le sentiva muovere prima i inghiottirle con
voluttà.Ogni tanto nell'acqua cadeva anche
qualche mosca o qualche formica che gli variavano la
dieta e lo distraevano in quella vita solitaria, ma
tutto sommato non spiacevole.
- Quando nella vasca misero un
giovane pesce rosso stupendo nei suoi vari colori
iridescenti, il pesce gatto non fece né ah,
né bah . E dopo pochi convenevoli di
circostanza per fare conoscenza: - Da quando sei qui?-
Da dove vieni?-, ognuno già girava per conto
suo nell'acqua. In senso orario o in senso antiorario,
secondo il capriccio del momento.
- Fu il pesce rosso a
dire,molto saggiamente nonostante la sua giovane
età:
- -Collega non creiamo
disarmonia nel giardino. Se ognuno va per conto suo
diamo un senso di disordine, che mal si addice alla
simmetria dei gerani, degli oleandri e della facciata
del palazzo. E' meglio che d'ora in poi , procediamo
appaiati.
- Al pesce gatto la proposta
parve ragionevole e rispose: -Andiamo appaiati e in
senso orario. E poiché io ho l'abitudine di
nuotare rasente al fondo, tu resterai in superficie e
io sotto.
- E così fecero.
- Il pesce rosso guizzava
facendo di tanto in tanto eleganti salti sopra la
superficie dell'acqua limpida, di modo che certe volte
spruzzava le signore che si sedevano sul bordo della
vasca. Queste, continuando a chiacchierare non si
arrabbiavano,ma anzi emettevano squillanti gridolini
di sorpresa.
- Il pesce gatto, dal momento
che questi erano i patti, strisciava sul fondo badando
di seguire l'immagine del pesce rosso che vedeva
tremolante sopra di sé come una piccola nube
iridescente.
- Un giorno dei bambini che
giocavano accanto alla vasca ebbero l'idea di
sbriciolare nell'acqua un pezzo di biscotto. Rapido il
pesce rosso si appropriò di tutte le briciole
dicendo che queste gli appartenevano dal momento che
lui era il padrone o quanto meno l'usufruttuario della
superficie dell'acqua.
- A questo punto il pesce gatto
cominciò a pensare che il suo collega
cominciava ad esagerare. Non solo lui era più
anziano di età,ma anche da più tempo
abitava nella vasca. Non avrebbe quindi sopportato
altre angherie: il pesce rosso girasse come e dove
voleva, lui avrebbe fatto lo stesso, e ognuno avrebbe
mangiato quel che trovava sopra o sotto la superficie.
Il giorno dopo glielo avrebbe detto chiaro e tondo,in
modo gentile, ma fermo.
- In effetti non disse nulla,
ma in compenso continuò a pensare a quello che
gli avrebbe detto decidendo anche di abbandonare il
tono gentile per gridargli decisamente in faccia che
era un prepotente .
- Più il tempo passava
più si allungava il discorso che immaginava di
fargli su quella loro forzata convivenza nella vasca:
- Sta a sentire, ragazzino, che tu sia rosso,
brillante, iridescente non me ne importa niente.
Abbiamo tutte e due gli stessi diritti e non mi
importa più niente dell'armonia del giardino.
Se ho accettato di girare in coppia l'ho fatto in un
momento di debolezza e senza pensarci abbastanza. E'
vero che io ho accettato di stare vicino al fondo
della vasca, ma non si era parlato di cibo e come
questo doveva essere ripartito. Anzi era sottinteso
che ognuno avrebbe mangiato quello che
trovava...
- Questo era, in sintesi,
quanto pensava il pesce gatto, ma a dirlo al pesce
rosso non si decideva, mentre cresceva a dismisura il
discorso nella sua mente, trovando sempre nuovi filoni
di ragionamento, a volte profondi a volte fantasiosi,
contro i continui soprusi che andava subendo.
- Ma dalla bocca non usciva una
sillaba.
- Col tempo e con il ripetersi
delle sopraffazioni, il discorso del pesce gatto-
divenne, nella sua testa, anche violento: Schifoso
figlio di puttana, io, se voglio, ti stritolo, ti
schiaccio, ti frantumo... cretino, maleducato,
profittatore,ignorante,!
- Lo cose proseguivano
però sempre allo stesso modo, e i bambini che
si affacciavano sull'acqua sporgendosi sull'orlo della
vasca erano portati a fare questa considerazione:-
Guarda quei due pesci, quello rosso sembra che abbia
sempre la sua ombra sotto di sé, anche se non
c'è il sole.
- E il pasce gatto, in effetti,
strisciando così scuro nella vasca sembrava
proprio un'ombra ondeggiante sul fondo.
- Un giorno il pesce rosso
,senza tante perifrasi fece questo discorso: - Caro
collega di vasca, come abbiamo ambedue constatato, le
larve di zanzare, forse a causa degli insetticidi
usati nel giardino, sono assai diminuite e non bastano
a nutrire tutti e due. Io che in base al nostro libero
accordo, nuoto in superficie, mi nutrirò di
tutte le larve che potrò catturare, tu mangerai
gli insetti che più pesanti cadono nell'acqua e
scendono al tuo livello... Questo non per dire che ti
considero di basso livello ,naturalmente,ma solo per
indicare il fatto fisico della caduta dei corpi nei
liquidi a seconda del proprio peso
specifico.
- La cosa naturalmente non
piacque al pesce gatto che, dentro di sé
inveì violentemente e a lungo contro
l'arroganza del collega.
- Ma ancora silenzio, anche
quando gli fu chiaro che gli insetticidi che avevano
decimato le zanzare avevano fatto lo stesso con gli
altri insetti. Ogni tanto una mosca, ancor più
raramente una formica... il pesce gatto
cominciò a deperire a vista d'occhio. Solo il
discorso che avrebbe dovuto fare al suo coinquilino
aumentava dentro la sua testa: -Brutta carogna che non
sei altro, te ne approfitti perché sei
più piccolo, vuoi proprio che ti stritoli. Non
hai che da dirlo e lo faccio, perché non sono
abituato a scherzare, io!...
- Intanto gli insetti mancavano
e non era neppure il caso di pensare che il pesce
rosso gli lasciasse qualche larva di zanzara. Ne
mangiava a più non posso così che di
giorno in giorno assumeva un colore brillante e
dimensioni più grandi. Diveniva più
bello ma la sua ombra sempre più
miseranda.
- Alla fine il pesce rosso,
divenuto bellissimo,ebbe compassione della sua ombra
divenuta l'ombra di se stessa e le consentì di
nutrirsi, in mancanza di altro, dei suoi
escrementi.
- - Dal momento che sei sempre
sotto di me - gli disse- non ti costa fatica, basta
solo aspettare e il cibo scende da solo. Tutto sta
nell'abituarsi al nuovo sapore.
- Il pesce gatto che aveva
mangiato l'ultimo insetto tre giorni prima
provò, sempre imprecando e minacciando dentro
di sé, a nutrirsi in questo modo.
- Ma fu l'ultimo sopruso subito
dal momento che in preda a una nausea terribile e a
conati di vomito, si era infilato nell'angolo
più nascosto della vasca, sotto alcune foglie
imputridite, muschi e altro marciume, al quale entro
breve termine, e senza più muoversi, si sarebbe
mischiato per sempre.
- Ma ancora aveva un pensiero
che giganteggiava dentro di lui dandogli l'impressione
di essere lui stesso un gigante: - ...adesso ti
rovino, ti distruggo, ti uccido !
|