- Errante
-
- Liberi orizzonti tu vivi,
- il tuo cammino non lascia
traccia,
- attraverso città di cemento
e verdi prati,
- tu passi, ma poi svanisci come il
vento.
-
- Tendi la mano scarna e
tremante
- al frettoloso passante avvolto nel
pensiero.
-
- Ecco ti fa il suo dono "ti
guarda"
- il tuo gesto invade il suo
cuore,
- or di tenerezza, or di
crudeltà;
- ti rattrai, sfuggi il suo
sguardo,
- non chiedi nulla, attendi la sua
pietà.
-
- Non invochi mai la fortuna,
- un amore, non hai un amico,
- non ricordi chi eri, il tuo
passato,
- solo il vortice dell'aria
accarezza
- il tuo viso senza attendere il tuo
invito.
-
- La notte nel cielo stellato, mare
di cristallo,
- i tuoi occhi s'affondono in
quell'immensità,
- la malinconia fugge da te, sei
anche tu
- una piccola stella, fai parte di
lui
- è la realtà della tua
vita di errante
- che un nome non ha e nessuno mai la
ricorderà.
-
-
- Una
ciotola
-
- Una ciotola di grano eran i miei
sogni,
- ma ora, ad uno, a uno, si son
dispersi nel
- campo della vita.
- Non li vedo più brillare al
sole degli
- anni verdi, ormai tanti inverni son
passati
- su di loro, coprendoli senza
pietà.
-
- Incertezze, desideri, illusioni,
non più
- li rammento, son tutti svaniti nel
vortice
- della realtà, che ogni
giorno ci avvolge,
- lasciandoci aridi di
felicità.
-
- Ora raccolgo gli ultimi chicchi
rimasti
- al sole del tramonto, mi paron
ancora
- immensi per gli anni futuri, son
gli ultimi
- sogni rimasti, anche se il tempo li
disperderà.
-
- Tremo, la paura mi assale,
nell'anima il
- sole della vita, non più mi
riscalda, i sogni
- della mia mietitura, per un destino
ingrato
- svaniscono anch'essi, nel nulla del
passato,
- lasciandomi solo con un'amara
realtà.
-
-
- Mattino di
guerra
-
- Giungi senza un perché,
- ti svegli, odi boati, spari,
urli,
- ti chiedi:
- "chi non ti ama, chi ti odia"
- non sai perché.
-
- Il tuo nemico, non l'hai mai
visto,
- non lo conosci, si nasconde,
stermina
- chi incontra sul suo cammino.
-
- Ora morte e silenzio ti
circonda,
- t'accanisci contro il primo che
incontri,
- "è un nemico"
- Uno sguardo di terrore ti implora
di
- non sparare, trema la tua mano
armata,
- ma s'alza su di lui: "spari,
spari,
- all'impazzata, anch'esso doveva
morire
- senza chiedere il perché,
pensi tutti
- dovevano soffrire.
-
- Il sole s'alza, quel mattino come
tanti
- altri se ne va, ti tocchi, sei
vivo,
- ma il tuo cuore niente ormai
lo
- riscalderà.
-
-
- Ignoto
-
- Avevi giurato devozione alla Patria
un dì passato,
- ma ora sei lì, disteso sul
freddo asfalto,
- ed il tuo nome sarà poi
circondato da un verde prato.
-
- Hai le braccia distese non verso il
cielo,
- ma verso la terra, come per sdegno,
del mal che
- ti circonda, ma tu non lo puoi
più fermare,
- ma sol lasciare ad un'altro il tuo
desiderio
- che il mondo si potesse
cambiare.
-
- La gente passa, ti guarda
incuriosita, forse ha paura,
- sgomento, lasci nei loro cuori un
vuoto,
- forse si sente un po'
impietosita.
-
- Ma è solo per un attimo che
prova quei sentimenti,
- altre cose, attiron la loro
attenzione, e tu,
- farai parte solo di futili
argomenti.
-
- Solo un volto, verso di te chino,
inondato di
- lacrime, nascerà una ruga
profonda, e solcherà
- per sempre quella fronte, come
un'onda del mare,
- e nessuno mai più
potrà cancellare.
-
- Quella sarà l'unica cosa, a
dimostrare, che lei
- ti ha amato, e t'ha perduto, per
un'ideale, che
- non aveva mai creduto, che la
felicità ti
- potesse dare.
-
- Dal ciel comincian a cader lente
poche gocce,
- par che s'associan a quel pianto,
ed un lenzuolo
- bianco, copre le tue spoglie, poi
ti portan via,
- come un'esile foglia che l'autunno
aveva stroncato.
-
- Or lì sull'asfalto ormai
bagnato, rimangon solo pochi
- petali schiacciati, dai fiori che
una mano gentile
- aveva lasciati.
-
- Passon l'ore, il traffico si
è avviato, nulla più
- di te è rimasto, ora fai
parte del passato, ed un
- trafiletto in una pagina di un
giornale, sarà
- da nessuno notato.
- Si porterà il tuo nome, il
tuo coraggio,
- ma ben presto dimenticato.
-
-
- Il
pentito
-
- Parli, parli, con occhi bassi, con
voce mesta, son nomi
- di mafiosi vivi o morti, che tu
fai, di vittime
- innocenti che ricordan le crudeli
tue gesta;
- ti senti un attore che recita la
sua parte,
- una parte, cruda triste e
funesta.
-
- Parli, parli, fai credere a chi
t'ascolta che il rimorso
- t'assale, ma sarà poi vero?
È forse solo un ricatto
- perché sei un carcerato, che
hai fatto solo del
- male, non un eroe che dalla guerra
è ritornato e
- vuole tutto dimenticare.
-
- Parli, parli, è un discorso
che nei giorni di prigionia
- t'eri preparato, e pare quello di
un deputato,
- sicuro che con le sue parole, e la
pubblicità, un
- seggio glielo avrebbero senz'altro
assegnato, anche
- se forse avuto con la
viltà.
-
- Parli, parli, ora, anche se non son
più solo quattro mura
- ad udirti, ma tanta gente, ti senti
soddisfatto, e
- non pensi a chi non ti potrà
mai perdonare, anche
- se sei quasi libero, e non hai
più nulla da scontare,
- ma solo da ricordare.
-
- Parli, parli, di giustizia, di
onestà, come se solo ora
- conosci quelle parole, ma tu le usi
per darti notorietà
- e forse molto presto li
dimenticherai e allora né
- conoscerai delle nuove, che male
userai.
-
-
- L'amicizia
-
- I tuoi occhi sono tristi, troppe
cose inumane hanno
- visto, per la tua tenera
età.
- Hai fame, sei solo, intorno a te la
guerra ha lasciato
- solo miseria e squallore.
-
- Ecco che tra quelle case
abbandonate mentre t'aggiri
- vedi in un cesto del pane
insecchito, t'affretti a
- prenderlo, è nelle tue
mani!
- Ma una mano greve ti stringe la tua
spalla, ti fa male,
- è un nemico, non è la
mano dolce della mamma che
- ricordi con amore.
-
- Ora guardi il suo viso scarno sopra
di te, i suoi
- occhi brillano d'odio, te lo
strappa dalle mani che
- furore, non provi rimpianto, cedi a
quel ricatto,
- abbassi il viso, e t'allontani
impaurito.
- Anch'esso ha fame, anch'esso
è solo come te.
-
- Ma ti raggiunge, ti sorride,
anch'esso aveva dimenticato
- d'avere un cuore umano, e forse
sapeva ancora amare e
- non solo odiare.
-
- Ora lo divide con te, porgendoti la
mano t'allontani
- con lui, sei diventato suo amico,
il sentiero che
- percorri ora non ti fa più
paura, non sei più solo,
- e con lui ti condurrà dove
forse ancora regna la
- felicità.
-
-
Storia di
vita
-
- - Ricordi di vita tra le pagine del
tuo diario
- avvolti nella nebbia del passato
contano i
- tuoi anni.
-
- - Son anni senza storia, anche se
per te storia
- è stata, di incontri,
incomprensioni, gioie e
- amori, tutti descritti in poche
righe, e poi
- svaniti nel nulla.
-
- - Un nastro divide l'ultima pagina
bianca,
- ti chiesi perché non l'hai
terminato, ora
- la tua mano trema, è
stanca.
|
|
- Il
pescatore
-
- Lente passon l'ore, l'alba è
lontana,
- il buio ti circonda, la notte
è profonda,
- il mare ti culla e la luna si
nasconde.
-
- I tuoi pensieri sono gabbiani
bianchi,
- di lidi lontani,
- la pace scende nel tuo cuore,
- attendi il domani.
-
- Ecco una luce brilla,
- si riflette nell'acqua, par che ti
chiami,
- ti è amica, ma è solo
una lampara,
- che pian piano si allontana.
-
- Le onde fuggon alla deriva,
- come i ricordi di gioventù,
vorresti
- colmare la tua rete, ma è
solo
- un sogno, solo piccoli pesci
argentati
- puoi pescare.
-
- Sono anni di vita, che al mare devi
lasciare
- ed ogni notte una nuova alba
aspettare,
- ed i sogni dimenticare.
-
-
Il
clandestino
-
- Slitta il commone sull'onda,
- bianchi spruzzi ti bagnano il
viso,
- s'allontana la tua terra nella
notte
- profonda, senza dirti addio.
-
- Si stringe nello scialle la
giovane
- donna, corpi bagnati le sfiorano
i
- fianchi, cercano spazio, brilla
la
- paura nel suo sguardo.
-
- Voci sommesse ti circondano,
- sono di speranze, di ricordi, che
nel
- vocio si confondono.
-
- T'attende chi?
- che cosa?
- or ti chiedi, non hai
risposta!
-
- Quel paese a te sconosciuto che
hai
- raggiunto, desiderato, forse ben
presto
- sarai scacciato.
-
- Luci tremule brillano sulla riva,
solo
- l'onda ritorna alla tua terra,
fuggi
- dai tuoi compagni "sei
arrivato"
- il tuo destino è lì,
t'attende,
- sarà come hai sperato?
- Tavolozza di colori
- (una vita)
-
- Bianco candido, hai fatto la tua
comparsa;
-
- - sono i tuoi anni innocenti -
-
- giallo, verde, s'avvicinano a te,
ormai
- non sei più solo;
-
- - vivi nuovi sentimenti -
-
- il rosso carminio ti raggiunge, ti
lasci
- sopraffare;
- - è l'amore, la passione,
anni di gioventù
- che non vuoi dimenticare -
-
- viola, azzurro si fondono nel blu,
il
- nero li attende, per non lasciarli
più;
-
- - piccole tappe di vita in una
tavolozza
di colori.
- Agguato
-
- Corre, corre,
- piccoli passi, riccioli bruni al
vento,
- nelle mani ha un sottile spago, che
fa
- vibrare nel cielo sereno.
-
- Gioioso è il suo cuore,
innocente e felice,
- ad ogni volto che le s'accosta, le
sorride
- con amore.
- Un colpo risuona nell'aria, vede il
padre
- cadere,
- corre corre,
- forse è un gioco si
chiede.
-
- Ora è lì, gli cinge
le gambe, lo vuol alzare,
- non riesce, lo chiama, lo implora,
non risponde,
- non la può più
sentire, ma lei non può
capire.
-
- Ecco un altro colpo risuona
nell'aria, anche
- il suo piccolo corpo cade sulla
terra,
- sfugge l'aquilone dalla sua piccola
mano.
-
- Nel cielo ora erra cieco l'aquilone
bianco,
- poi sfinito si posa lentamente su
di loro,
- coprendoli dalla luce avida del
sole.
-
- La gente si ferma, li guarda senza
commentare,
non ha parole, per loro solo dolore
può provare.
-
Il
pendolare
-
- Scendi frettoloso gli scalini
gommati,
- che portano alla
metropolitana,
- hai lo sguardo pensieroso,
- e gli occhi assonnati.
-
- Un'acre odore t'accoglie,
- l'aria inquinata tutto
avvolge,
- i corridoi, le gallerie,
- ti senti soffocare,
- rimpiangi l'aria fresca
dell'alba
- mattutina, che lasci ogni
mattina.
-
- La luce viva dei neon
- illuminano il tuo cammino,
- ti brucian gli occhi se li
guardi
- da vicino, e ti paron guardie
- ad aspettare ogni giorno il tuo
passare.
-
- T'avvicini ad altri pendolari,
- non ti senti solo, son volti,
amici,
- con loro parli, ascolti, i
fatti
- del giorno.
-
- Ecco or trapassi gallerie
buie,
- ti sembron infinite, ma è
breve
- quel viaggio, un nuovo giorno
- per te è cominciato;
- il sole che t'accoglie non
è
- come l'avevi pensato, ma
è
- pallido e velato.
-
-
- Camionista
-
- Guidi quel mostro d'acciaio, passi
le
- ore del giorno, seguendo,
attraversando
- quel segmento grigio, senza volgere
lo
- sguardo attorno.
-
- Le tue braccia sono tese, schiave
del
- volante, dall'alba al tramonto,
vedi luci
- brillare, sono a te compagne,
gialle, rosse,
- che ti vogliono superare.
- Non perdi il loro incontro, quei
bagliori
- ad ogni loro passare, un pericolo
si può
- insidiare.
- A volte il tuo pensiero fugge, al
rumore
- di piccoli passi del tuo bimbo, che
al
- caldo abbraccio mattutino ogni
volta che
- ti allontani, con tenerezza lo vuoi
ricordare.
-
- Pioggia, vento, nebbia, non puoi
mai cancellare
- del loro incontro, nessuna sua
minaccia ti
- può impaurire, il desiderio
di far ritorno
- a chi t'attende con amore, lo fa
svanire.
-
- Lancette dell'orologio, guardiani
del tempo,
- ormai è giunto l'imbrunire,
arrivi sonnolento.
-
- Calore di famiglia t'accoglie,
lasci quel
- compagno, muto, sordo, ma a te
caro, che per ore
- ha diviso con te, la tua tristezza,
la tua
- serenità, anche se un cuore
non ha.
-
-
Pudore
-
- - Ecco lo vedi, rossore sul tuo
volto appare,
- per la tua tenera età lui
non ti ha mai
- notata.
-
- - Sei triste, vorresti essere
grande, parlargli,
- dirgli i tuoi sentimenti, ma il
tempo per te
- sembra essersi fermato.
-
- - Hai un sussulto, ti fermi, forse
ti ha chiamata,
- si, è la sua voce,
s'avvicina, chini il capo,
- non ti par vero, t'ha notata.
-
- - Ti è vicino, alzi gli
occhi, vedi i suoi capelli
- neri che si mischiano con alcuni
bianchi, per lui
- il tempo era passato, incontri i
suoi occhi, il
- suo sguardo è tenero ma
serio, parla, non l'ascolti,
- sei confusa, ti porge un
libro.
-
- - Ora stringi quel libro fra le
mani, ti pare di
- stringere lui, sei felice, correndo
t'allontani,
- pensi che ti sia guardano, forse
sorride, il
tuo segno s'è avverato, ora ti
è amico.
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