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               Presentazione
 Il libro racconta
               uno spaccato della vita di ANGELO, il protagonista.
               È già un mito, lo chiamano Genio per le
               strane storie che si tramandano sulla sua infanzia e
               da adulto, fatti esoterici, che stupiscono anche lui e
               lo influenzano; la gente parla così tanto che
               un gruppo di amici ne raccoglierà le dicerie.
               l'IO narrante è uno di loro che ebbe modo di
               conoscerlo...
               
               
Note
               sul romanzo  La
               «Premessa» dovrebbe bastare a capirne
               l'assunto, tuttavia, essendo già in forma
               romanzata, forse richiede un riassuntino meglio
               esplicativo.Il libro racconta
               uno spaccato della vita di ANGELO, il protagonista.
               È già un mito, lo chiamano Genio per le
               strane storie che si tramandano sulla sua infanzia e
               da adulto, fatti esoterici, che stupiscono anche lui e
               lo influenzano; la gente parla così tanto che
               un gruppo di amici ne raccoglierà le dicerie.
               l'IO narrante è uno di loro che ebbe modo di
               conoscerlo. Angelo non è
               il solo protagonista, infatti un altro uomo, Peppin
               dell'aia, diventa per una strana casualità il
               soggetto di una particolare attenzione e di ricerca
               poi, fino all'incontro dei due, avvenimento che
               risolve una situazione scabrosa di un altro uomo,
               Kurt.Angelo è un
               poeta, un timido e un po' misantropo; con i proventi
               di un libro di liriche riesce a comprare un
               appartamento, nel ripulirlo, prima di andarvi ad
               abitare, trova una busta che contiene uno scritto che
               diventerà una prova, una testimonianza
               importante che servirà a scagionare il padre,
               ormai defunto, di Kurt, il quale arriva dalla Germania
               per cercare quel testo che Angelo ha rinvenuto. Nel
               dattiloscritto si parla della vita di Peppin dell'aia
               che per una fortuita casualità si salva da una
               fucilazione dei tedeschi in fuga da un paesino
               italiano. Nel frattempo Angelo vive, ovviamente,
               momenti di tensione; piccoli e grandi drammi vengono
               affrontati con vibrante emotività, soprattutto
               interiore, con periodi di solitudine voluta, di
               auto-critica, di riflessioni su certi comportamenti
               della società che, secondo lui, si è
               data certe regole discutibili. Tutto si risolve, anche
               con le donne che egli ricorda nei sogni, e con quelle
               che incontra: una poetessa amica ed una amante,
               purtroppo sposata, che emergono sulle altre e di
               contorno c'è la figura della madre.
               Per un certo
               periodo osserva una coppia di aironi appostatisi in un
               laghetto nella periferia della sua città, La
               Spezia; li studia e li ama fino alla loro scomparsa
               per l'avanzare dell'urbanizzazione. Questi uccelli lo
               entusiasmano, lo toccano ed egli pensa di imitarli.
               Angelo emigrerà, anche spiritualmente; il
               titolo del romanzo non è altro che l'elevazione
               di Angelo verso un altro tipo di vita. Guido
               De Meola
               
               
Questo
               testo ha
               conseguito
               i
               seguenti riconoscimenti: - 1998, 3°
               class. ex-aequo, Premio Letterario Internazionale
               «Città di Lerici», (SP). - 1998, Diploma di
               merito, Premio «Atheste», Este,
               (PD). - 2000,
               Segnalazione di merito, Premio letterario
               Internazionale «Nuovo millennio», Lugo dei
               Marsi, (AQ). - 2000, 5°
               class. ex-aequo, Concorso Letterario Internazionale
               «Giovanni Gronchi», Pontedera,
               (PI). - 2001, 3°
               class. Concorso di Letteratura «Città di
               Firenze», Vada, (LI). - 2001, Finalista,
               «Premio Italia Letteraria», Milano.
                - 2001, Finalista,
               premio letterario «Kalendimaggio»,
               Milano. | 
      
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               L'airone
               volò più in
               alto
Vite
               anonime ma vere 
               
               "...SE
               L'INTELLIGENZA FOSSE GRATIS
 SAREBBE
               POSSEDUTA DA TUTTI, PURTROPPO
               BISOGNA SPENDERE  MOLTO
               IMPEGNO PER AVERLA..." 
               
               
 PREMESSA  Ogni
               vita è un caso a sé, che per la maggior
               parte delle volte rimane sconosciuta. Il destino ha
               voluto che si conoscessero vite anonime ma
               rigorosamente vere, le quali non passeranno mai alla
               storia, sebbene meritino ogni onore per l'influenza
               dell'opera svolta.Le
               cronache del tempo non si sono mai occupate di queste
               vite, ma esse hanno uguale importanza, come quelle
               dell'umanità intera, anche se si svolgono
               sconosciute e non diverranno mai pubbliche. I luoghi e
               i personaggi sono mascherati per non farli individuare
               per cui potrebbero provocare qualche reazione, quindi
               tutte le verità sono state esposte senza
               riferimenti precisi per non offendere nessuno,
               né destare curiosità anomale.
               Il
               tribunale che giudicò la strage della quale io
               parlerò più avanti, non è
               riconoscibile, né sono nominati i luoghi, i
               nomi delle persone o le storie dei personaggi
               più importanti. Ciononostante vengono
               menzionati avvenimenti e individui ugualmente anonimi,
               perché pur sempre di romanzo si tratta. Vite
               vere, dunque, ma sempre senza nome talché non
               è stato facile raccontarle, specie per quanto
               riguarda il protagonista, un poeta, perché le
               sue vicende non si sono conosciute in ordine
               cronologico. Se n'è parlato tanto; ognuno ha
               detto la sua, narrando diversi aneddoti circa la sua
               storia, perlopiù riferiti a un periodo di
               qualche anno, perché non è stato
               possibile ricostruire tutta la vita.Il
               fascicolo intitolato "Peppin dell'aia" è stato
               rinvenuto solo per caso poco tempo prima della
               definitiva stesura di questo libro, e per di
               più sgualcito e incompleto in alcune parti, e
               quindi ricostruito a fatica. Oggi è
               introvabile: ingoiato com'è dal mistero, ne
               rimane solo una piccola traccia che ho riportato
               più avanti.Si
               sa per certo che i libri pubblicati dal protagonista
               ebbero un discreto successo, anche perché lo
               stesso lavorò a lungo a un romanzo, isolandosi
               per circa tre anni lontano dalla gente tanto che per
               molto tempo non se ne seppe più nulla. Quando
               però uscì il libro lui era già
               scomparso e non lo rivide più nessuno. Sembrava
               volato via come l'airone amato dal poeta. Tutto
               quello che viene riportato è pertanto frutto
               delle dicerie e delle confidenze di due donne
               importanti vissute qui, nella nostra
               città.Naturalmente
               i racconti di queste signore non potevano essere
               cronologici e, se pur tinti talvolta in maniera
               incredibile di giallo, sono stati raccolti e riferiti
               con esattezza anche se nella forma d'aneddoti a
               sé stanti.Quello
               che si tenta di raccontare è la figura del
               protagonista che durante le sue avventure cercava da
               solo la propria identità psicologica.
               Per
               la naturale spinta della curiosità del suo
               carattere è sembrato un essere strano e
               solitario, ma sicuramente un personaggio. Inoltre al
               fine di esporla meglio si è dovuto ricamare
               molto sulla verità però in fondo le vite
               sono vere.Le
               modeste pagine di questo libro sono dedicate a tutti
               coloro che passati in questa nostra vituperata e amata
               terra, sono rimasti sconosciuti ai
               più. La
               Spezia, 1997. 
               
               
 1 STRANEZZE  VERRA'
               UN GIORNO.I
               MESSAGGERI.REAZIONE
               A CATENA.LA
               PENNA DI GENIO.IL
               CENTRO DELL'UNIVERSO.  
               
               
  
               
               
                           Verrà
                           un giorno   Verrà
                        un giorno che ti fermeraiper
                        un breve momento, uomo che corri,e
                        vedrai la vita intera
                        racchiudersiin
                        una piccola immagine a te avanti.Allora
                        ti chiederai,osservandola
                        sgomento,tu...
                        se la miseria aborri,che
                        il vissuto non può concludersi
                        e
                        vorrai continuarlo senza sostae
                        inutili pensieri,ma
                        è la volta che vedrai il tuo
                        destinonell'immagine
                        opposta... da
                        bimbo fino a ieri,allora
                        ti guarderai come innanzi al
                        grande specchio della sintesi,e
                        sottrarti non potraiperché
                        la coscienza parlerà...pochi
                        secondi, quando sarai vecchioed
                        il compendio lì farai,perché
                        dal cuore il ver si
                        stanerà.Se
                        avrai perduto lo scopo della
                        vita,lo
                        capirai rapidamente quando
                        il tuo voltosi
                        staglierà ben di fronte,quello
                        sarà tutto il tuo vissuto,ristretto
                        nel piccolo confinedello
                        spazio limitato delle dita,e
                        ti darai il senso precisodel
                        tuo essere terreno... di uomo,e
                        al tempo stesso, la
                        coscienza non sarà
                        svilita."Amore",
                        una parola breve,oppure
                        "un sol peccato",dominerà
                        l'anima quel giorno.Non
                        avrai più tempo, sarai
                        perciò conciso, con
                        l'essere tuo umano e non alieno,sarai
                        sincero! Tanto morirai lo stesso!La
                        vita sarà greve e
                        il conto ormai saldato,perché
                        morrai quel dì, senza
                        ritorno.
  
               
               
I
               messaggeri  Angelo,
               un uomo buono, onesto e leale ma sfortunato, che tutti
               chiamavano Genio, ha fatto parlare molto di sé
               fino a quando sfumò gradatamente nei ricordi
               della gente per divenire una specie di
               mito.È
               sparito, non si sa come, ma forse perché non
               doveva rivelare a nessuno la sua straordinaria e
               avventurosa esperienza. Soltanto lui ha conosciuto due
               eroi extraterrestri, ancora per poco sopravvissuti
               alla fine del loro pianeta, e si riteneva fortunato
               poiché per un certo periodo era stato l'unico
               depositario del segreto. Una
               lontana sera d'agosto, particolarmente calda, in preda
               a profonde riflessioni sulla sua vulnerabile
               condizione d'uomo isolato e solitario, scelse di
               salire sulla collina dov'è la chiesina di Santa
               Lucia, poco distante da Ortonovo in provincia di La
               Spezia, città dove abitava."Chi
               non conosce ancora quel luogo è bene che
               s'affretti a visitarlo..." Insisté Angelo nel
               raccontare l'episodio degli eroi che lo illuminarono
               sull'era moderna della nostra terra. Chi erano e da
               dove venivano non l'ha mai capito
               esattamente.Quella
               sera prima del tramonto, camminava dietro la chiesina
               calpestando l'erba non molto alta, e quando si
               fermò per voltarsi, stranamente vide dietro di
               sé altre orme fresche che non erano le sue,
               perché l'erba schiacciata si ricomponeva
               rapidamente. Questo fenomeno accadeva oltre che per le
               proprie anche per altre due orme, perciò
               s'impressionò. "Chi mi sta seguendo rimanendo
               invisibile?" Si chiese però senza paura. Ma non
               ebbe il tempo di rifletterci perché una voce lo
               chiamò. Rapidamente e senza rendersene conto si
               trovò circondato da due persone fisicamente non
               manifeste: un uomo e una donna. Lo aveva capito dalle
               orme e dalle voci.A
               un tratto "lei" lo chiamò per nome dicendogli
               di non spaventarsi."Siamo
               due messaggeri... e presto ripartiremo... Siamo qui da
               tre giorni aspettando che ci vengano a
               prendere""Chi
               siete? Da dove venite?""Molto
               tempo fa" Cominciò la donna "siamo stati
               portati sulla terra per vedere come "funziona",
               perché il nostro pianeta è in via
               d'estinzione"Era
               sogno, magia, fantasia? Non si rendeva conto: stava in
               piedi ascoltando una donna che non vedeva? Quale
               stranezza della sua vita era quella?
               Sognava?"Sappiamo
               chi sei..." Disse l'uomo "ti abbiamo seguito sino da
               bambino...""Abbiamo
               capito" Disse lei "che tu non appartieni a questo
               pianeta.Devi
               venire con noi""Ma
               volete dirmi chi siete?" Sbottò Angelo" E come
               vi chiamate? Perché non vi
               mostrate?""Andiamo
               a sederci" Rispose la donna mettendosi a
               sedere.Il
               tramonto, nel frattempo, si stava svolgendo innanzi a
               loro. Respirò
               profondamente il breve alito di brezza che veniva
               dalla piana di Sarzana. Il colore che andava evolvendo
               verso l'arancio, gli arrossì le mani che teneva
               intrecciate sul ginocchio destro accavallato
               sull'altro. "Materializzatevi!""Non
               possiamo. Lo faremo prima di partire, forse questa
               sera stessa... io sono Genio e lei è...
               Santa""Genio
               e Santa?" Domandò stupito."Sì.
               Hai capito bene""Che
               strani nomi! Raccontatemi...""Avevo
               sedici anni e lui venti, quando ci hanno portati in
               due nazioni diverse. Siamo cresciuti separatamente e
               ci siamo incontrati, attratti dal nostro reciproco
               magnetismo... Ora non abbiamo età... e non
               invecchieremo mai, ma moriremo quando il nostro
               pianeta cesserà di vivere"Parlava
               quasi sempre lei con voce che era di una pacatezza
               sconosciuta, molto dolce, risuonava come una soave
               musica in accordi profondi e delicati."Ti
               ho seguito da bambino. Ti conosco meglio di tua
               madre"Angelo
               provò vergogna per i suoi peccati.
               Arrossì. Aveva quasi dimenticato sua madre,
               morta moltissimi anni prima. Lo aveva lasciato acerbo
               d'amore, anche se uomo, desideroso delle sue carezze
               che non ricordava più... così lontane...
               sfumate, e il dolce suono della sua voce, svanito
               anch'esso... perduto."Mia
               madre?" Disse "l'hai conosciuta? Te la ricordi? La
               riga centrale nei capelli? Il paffuto viso... Ti
               ricordi il suo sguardo?Com'era
               dolce il suo tratto... e che smorfia di dolore rimase
               sul volto... da morta! Ti ricordi anche
               questo?"Il
               tramonto, con le sue tinte, magnificava il "re sole" e
               i suoi raggi lo scaldarono in quel ricordo gelido
               della morte."E
               mio padre? Che mi dite di lui?""Ti
               amava... ma non te lo volle dire""Già...
               che tristezza m'infonde il suo ricordo... di un uomo
               tormentato dalla sua stessa esistenza. Credo che fu la
               falsa copia di se stesso; voleva esprimersi
               com'entità ma non ci riuscì mai... avrei
               voluto la sua eredità morale però non ho
               fatto in tempo a prenderla.Mi
               credeva sempre un bambino""Infatti,
               ti credono sempre un bambino""Chi?""Chi
               non ti conosce bene!""Ma
               non c'è nessuno che mi conosce""Noi
               sì"Sentiva
               a tratti che si muovevano correggendo la loro
               posizione, ma gli stavano sempre seduti accanto.
               "Forse
               stasera, se non partiremo, ci manifesteremo" Disse
               Genio. "Siamo
               messaggeri di pace." Riprese Santa "Dobbiamo capire se
               è possibile riprodurci e mescolarci fra voi
               umani. Abbiamo ancora molti dubbi e vogliamo
               verificare se esistano uomini validi per fondare una
               specie eletta. Nel nostro pianeta abbiamo esaurito
               tutte le fonti d'energia e presto morirà. Ma
               noi abbiamo la capacità di farlo risorgere e se
               saremo capaci di replicarci in fretta, forse ci
               riusciremo" Gli
               pareva che la realtà fluttuasse fra sogno e
               verità. Eppure era là, sulla terrazza di
               S. Lucia... la chiesina alle sue spalle, il gran cielo
               arancione e il sole c'erano, lui c'era e c'erano le
               voci, le ascoltava, ne sentiva l'alito. Però,
               al tempo stesso, quel dialogo gli sembrava così
               fantastico e irreale."Genio...
               ma tu non parli?" Chiese ansioso."Guardo
               le creste di marmo... cioè da dove dovrebbe
               partire il raggio-messaggio""Perché
               m'avete scelto?""Perché
               hai magnetismo planetario"Trascorsero
               alcuni minuti in silenzio. Angelo era sconcertato ma
               non aveva paura e s'identificava nell'apprezzamento.
               Si mise a pensare e rivide il film della sua vita: in
               fondo era andato lassù per riflettere. Riusciva
               a sprofondare nel suo passato burrascoso per
               proiettarsi nel futuro, immaginandosi vecchio e
               decrepito, sul punto di morire, ma ancora lucido per
               vedersi nel presente e cercare di giudicarsi. Impresa
               che pochi riescono a fare, lui non ne conosceva
               alcuno. Anzi, quando tentò d'esporre questa
               magica operazione mentale di fantastica
               immedesimazione, di staccarsi dal corpo, vedendosi in
               due luoghi diversi, nessuno fu in grado di
               capirlo.Il
               rumore di una fucilata lo distolse dalla
               riflessione."Noi
               andiamo. È giunta la nostra ora, il viaggio
               sulla terra è finito. Ritorneremo al nostro
               pianeta e moriremo là""Non
               andate!" Gridò "Perché avete cambiato
               idea?""Abbiamo
               capito. Questa sera è terminato il viaggio.
               Conserva il nostro ricordo e opera secondo i tuoi
               principi morali. Custodisci il nostro segreto e ti
               salverai!"Un'altra
               fucilata echeggiò nella vallata sottostante
               mentre il sole calava e il tramonto rossastro li
               circondava. Passò una capinera e un passero
               cadde poco lontano, stecchito, mentre la sagoma di un
               airone si stagliava netta davanti al sole."Dove
               siete? Da che parte? Vi voglio vedere! Portatemi con
               voi! Non lasciatemi morire in questo sporco pianeta...
               Santa! Genio! "Gridò con quanta voce aveva:
               "Replichiamoci!"Un
               terzo sparo consolidò la sua disperazione.
               S'alzò appoggiandosi al parapetto.
               Osservò la vita tecnologica e l'orizzonte che
               stava fagocitando il sole.Eppure
               di lassù tutto sembrava bello. Il nostro
               pianeta appariva meraviglioso nonostante che i
               tralicci dei ripetitori TV spezzassero il panorama
               delle creste marmoree, affascinanti anche se solcate
               dagli sconvolgimenti dei cavatori. Le
               luci della Versilia spiccavano in crescendo, nello
               smorzarsi del giorno morente, nell'attimo crepuscolare
               da fotografare con gli occhi della mente. I fanali
               lontani ma percettibili delle automobili si muovevano
               come fantasmi, rincorrendosi freneticamente per
               battere l'orologio, mentre, il treno, riconoscibile
               nella pianura, riprendeva lemme lemme il suo
               percorso... Le
               orme erano là, per provare le misteriose
               presenze. Tornò alla panchina e si sedette.
               Guardò ancora l'orizzonte. "È
               stato tutto vero? Perché mi hanno lasciato?" Si
               chiese.Echeggiò
               un altro sparo. Forse non era stato un sogno, ma
               capì il messaggio.Quando
               raccontò quell'incontro fu preso per uno
               'strano'. 
               
               
Reazione
               a catena  Angelo
               era ormai sulla bocca di tutti. Man mano che i mesi
               passavano da quest'incontro, s'andavano inventando
               storie su di lui, vere o false che fossero non
               importava, ognuno voleva dire la sua:"Genio",
               così ormai lo chiamavano. Divenne la guida
               spirituale della "buona coscienza" nella città
               e si sparse in tutta la regione questa fama. Forse
               ognuno credeva di migliorare se stesso, attribuendosi
               di lui tutto ciò che di buono scaturiva dalla
               memoria nel menzionarlo.Probabilmente
               fu uno sfogo collettivo, una nevrosi generale, per
               placare le ansie, di cui spesso le masse
               patiscono.Non
               era scomparso dunque, bensì viveva in tutti, ed
               era il simbolo del luogo: il saggio nostrano che
               dettava morale con i suoi ricordi.Ma,
               quanto fosse stato saggio, non lo seppe mai nessuno:
               era un modo d'esprimersi comune: "...l'ha detto
               Genio..."; anche se è facile intuire che ognuno
               voleva essere lui il vero Genio.Gli
               attribuivano tutto ed effettivamente caricava di
               moralità la gente che fiera di questo suo
               prodotto casereccio lo additava quasi come un profeta
               moderno. Anche a scuola se ne parlava."Ragazzi!"
               Esordì un giorno la professoressa di lettere di
               una prima media all'inizio dell'anno scolastico
               "conoscete la reazione a catena?""Quella
               atomica?" Chiese la solita studentessa bionda e
               formosa, e corteggiata da tutti, intromettendosi come
               sempre."No
               Stefania! Sei sempre la solita!""Quale?"
               Chiese Piero."Un
               uomo con un'idea ne incontra un altro. Si parlano
               scambiandola, quando si lasciano, hanno due idee
               ciascuno. Uno di loro, con due idee, ne incontra un
               terzo, quando si separano ne hanno tre ciascuno, e
               così via. Capite?""È
               una favoletta di Genio!" Intervenne Piero
               stizzito."Calma
               ragazzi" Interruppe l'insegnante "Ditemi... anzi fate
               un commento"Un
               ragazzo in disparte prese la parola, somigliava
               stranamente ad Angelo. Era nuovo nella classe
               quell'anno, e disse:"Secondo
               me è il significato di tutta l'umanità.
               È la morale di tutti i tempi. L'uomo e la sua
               cultura, il progresso, il presente e l'avvenire.
               Scienza, storia, vita, arte, speranze, tecnologia,
               l'oggi e il futuro"Nel
               silenzio dell'aula la professoressa annuì.
               Nessuno di loro, prima, avrebbe immaginato tanto da
               quel ragazzo e si stupirono, pentendosi di averlo in
               precedenza scalzato."Non
               ho conosciuto questo Genio. Non ne ho sentito mai
               parlare"Aggiunse
               quest'ultimo allievo "ma vorrei che
               m'informaste""Già...
               ma pochi lo conobbero. Uscirà un libro sulla
               sua vita, curato dal nostro preside che una volta
               l'incontrò, e ne sapremo tutti di più"
               Rispose la professoressa.Quel
               giorno, finita la lezione, andarono via più
               contenti e sereni, sentendosi gonfi d'emozione e
               sapienza.Tutti
               ne parlarono e quell'argomento fu dibattuto anche
               nelle famiglie.Genio
               era presente più che mai. Anche i bimbi, che
               lui amava tanto, seppero di quella
               lezione.La
               reazione a catena, dunque, aveva funzionato a macchia
               d'olio.  |