LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Poesie di 
Irene Pazzaglia


Amante sconosciuto
Amante sconosciuto,
al mio risveglio ho trovato
un tuo sospiro sul cuscino.
Al dileguarsi della notte
anche tu ti sei allontanato,
verso ignote destinazioni.
Ogni notte il tuo respiro
mi accompagna,
la tua dolcezza mi avvolge,
la tua sensualità mi fa tremare.
Ma quando la luce del mattino
prepotentemente mi strappa
al tuo abbraccio,
destandomi dall'incanto
del tuo caldo mormorio,
mi domando
se il tuo corpo era reale,
se veramente la tua anima
era insieme alla mia.
Ma poi vedo quel segno,
quel piccolo sospiro
rimasto sul cuscino,
accanto a me.
E sorrido felice.


La vergine di ghiaccio
Sulla cima del monte
innevato,
in una capanna sperduta
vivevi tu, vergine di ghiaccio.
Ogni notte vegliavi e pregavi,
di giorno lavoravi
intrecciando collane di neve.
Un giorno la primavera
ti raggiunse
per la prima volta
e con lei un forestiero,
un uomo vestito di sole.
Tu gli apristi la porta,
vergine di ghiaccio,
e sopra il prato
davanti alla tua capanna
emettesti
il tuo primo sospiro.
Da quel giorno non fosti mai più
la vergine di ghiaccio.


Nella penombra.
Nella penombra,sdraiata sul pavimento,
aspetto l'alba di un nuovo giorno.
Ansia,timore e gioia affiorano,
riscaldando il mio corpo triste
sulle mattonelle fredde.
Non so cosa mi aspetti,che cosa
indosserà il mio volto,
se un sorriso o una maschera
di tristezza, se il pianto bagnerà
le mie mani ferite,
se una nuova brezza
renderà il mio passo lieve.
Rimango ferma,
a guardare arabeschi di
luce, spicchi di alba,
frammenti di vita
sulle pareti spoglie.
Ed ecco, al termine
del suo tortuoso viaggio,
la luce trova uno spiraglio,
accarezza i mobili,
invade la stanza.
Ecco, la sento, è arrivata su di me:
mi sfiora, mi avvolge, mi sommerge.
Sdraiata in un mare di luce sento
forte il mio respiro.


Acque profonde.
Mi immergo nelle acque eterne,
nelle acque secolari che sgorgano
dalla roccia, portando con sé il segreto
della nascita e della morte.
Ogni onda che sfiora il mio corpo
È una carezza leggera, la carezza
di un silenzioso amante,
ogni mormorio una strofa
di una canzone leggendaria.
Ed io mi spoglio
di ogni difesa, di ogni dolore passato.
Mi spoglio di ogni illusione perduta,
fino a perdermi nel profondo.
Il tempo non esiste più;
lo spazio si azzera
e si dilata,
cullando la mia danza.
Nella linfa vitale, colpita
dal riverbero del sole,
il mio corpo sprigiona luce.
Abbandono le braccia
e il mio spirito
si dissolve nell'acqua.

 
 
 
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Ins. 16-11-2005