LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA
Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
- Jean-Claude Dubail - Passi alati
- Collana I gigli (poesia)
- 14x20,5 - pp. 88 - Euro 8,00
- ISBN 978-88-6037-305-2
- In copertina «Castello di Bracciano»
- acquarello ed olio di Piero Menichetti
Prefazione
- Perché l'esigenza di uno studio comparativo, globale del percorso poetico di Dubail? Per contrastare, innanzitutto, un effetto peculiare delle sue raccolte di poesie. Ogni suo libro, infatti, rivela una tale forza ipnotica da azzerare tutti gli altri, da imporsi come assoluto, non confrontabile, pervaso da cima a fondo, dal primo verso all'ultimo, da una certa gestualità verbale. Insomma, ogni raccolta emerge nella sua nettezza, quanto a partito preso stilistico e tematico. D'altra parte, l'altra faccia di questa nettezza, la percezione di una forte discontinuità rispetto al percorso precedente. Il soggetto è così ridotto al ruolo di punto di vista giudicante di fronte a uno scenario in cui si accalcano "fatti", senza che tra di essi sia possibile prendere posto, sperimentare una sintonia emotiva o fornire una risposta diversa dal puro diniego. Nei due libri precedenti, l'idioletto costitutiva non solo un diaframma difensivo, ma anche un territorio abitabile, un inframondo tra la soggettività del poeta e il saturo paesaggio delle merci. In Passi alati l'opposizione è invece frontale e più scoperta è dunque l'attitudine giudicante, ma inevitabilmente anche più fragile, a fronte di un'invasione onnilaterale delle frasi-oggetto. Lo vedo come un libro di "crisi" e di "transizione": ma anche in quest'ottica, il libro di Dubail appare compiuto, la crisi trova la sua adeguata e peculiare lingua, la transizione non appare come un'incertezza delle soluzioni formali, ma come una specifica forma che mantiene in sé sia tracce del passato che elementi inediti. Parliamo dell'attraversamento di una profonda crisi, che è strettamente legata ad uno stadio di inasprimento accelerato dei rapporti sociale e delle forme di vita all'interno delle società occidentali e capitalistiche. Ma la crisi di cui parla Dubail è un'altra, di portata minore e biografica. Essa costituisce il tema del libro incentrato su un'esperienza di conversione nel senso più tradizionale del termine. Il soggetto giudicante di Passi alati ha abbandonato la sua postazione panoramica, l'architettura ideologica che sosteneva la sua contrapposizione frontale con il mondo ha cominciato a frantumarsi, e in questa situazione di inevitabile dolore e rovina sono però emersi varchi di prossimità e fratellanza imprevisti con il mondo e gli esser umani. Nell'evoluzione del lavoro poetico di Dubail, caratterizzata da fratture e rivoluzioni, dove pare non esserci mai una progressione per integrazioni successive, ma solo strappi violenti e bruschi mutamenti di rotta, alcune costanti rimangono riconoscibili. Una delle più evidenti è il nesso vita-scrittura. Questo nesso si è poi mantenuto attraverso crisi e conversioni, manifestandosi, anzi, nella sua esasperata necessità. Il nesso dunque è rimasto, ma è profondamente mutato il sistema di valori a cui esso rimanda. L'esigenza di rimanere fedeli a questo nesso, era anche un modo per verificare la legittimità della propria auctoritas di poeta e intellettuale. Dopo la conversione, il modello eroico e agonale è stato rigettato, ma non la fedeltà al nesso vita-scrittura. Ma ora è la scrittura che apre uno spazio di salvaguardia necessaria, di tutela costante, di fronte ad una vita che appare in tutta la sua fragile esposizione alla sorte. Forse il tema più convincente di queste poesie non è tanto quel "concreto" che ancora pare inattingibile, ed impossibile, nonostante sia costantemente invocato. Forse il tema vero sono proprio le "afflizioni della mente", ma anche i "sollievi della mente", quegli sprazzi di paci e di concentrazione calma, di visione tersa e chiaroveggente. Il luogo comune dell'ultima poesia di Dubail è ancora questa "cattura nella mente", e la povertà esistenziale di questa condizione, che ci riguarda tutti. Non dunque un resoconto di saggezza, più o meno prossima, forniscono questi versi. Essa riguarda semmai l'autore, il suo percorso al di fuori dei versi. Ma nei versi, quello che veramente ci incanta e chiama, è questo dibattersi con noi stessi che conosciamo, questo dibattersi per la felicità e il presente, per l'amore dato e per il concreto vissuto.
- Con, a volte, anche imprevedibili doni.
Maurizio Mattioli
Passi alati
Nel mese d'agosto del 1991, quando mi recai sulla tomba di mia suocera, all'improvviso mi è giunto un grande "brivido" di calore che tuttora non so spiegare, ma che dal mio Sì per la vita è diventato un nuovo moto da raccogliere per diffondere l'essenziale.
Perciò, in questo singolare raccoglimento, t'offro se pur con le mie "misere scoperte", il meglio di quello che ho potuto appurare, per poi introdurti con la leggerezza del cuore nell'oltre.
Ricordati sempre ed ovunque, che questi accorti passi raffigurano i frutti della tua dipendenza alfine di dover sfamare qualcuno dalla briosità volontariamente assunta.
L'autore
- Anche a me
- Succede d'essere
- senza parole quando
- la violenza è tale da far
- rabbrividire chiunque.
- Succede d'essere
- senza lacrime quando
- sento dire che chi opprime
- non viene condannato.
- Succede d'essere
- senza ferite quando
- il mio scudo interviene
- per intralciare l'infelicità.
- Non posso che
- Ora che vivo... non posso
- che obbedire a questa voce
- per saziarmi della sua volontà
- ogni qualvolta mi sento agiato
- da questa possente forza
- per trasformare i miei pensieri
- dalla riscontrata tenerezza
- la quale mi dice d'accluderne
- gli autentici riflessi per dover
- subito tingermi della sua benigna
- natura alfine di provar il bisogno
- di mettermi a disposizione tramite
- questo docile vociar di brezza.
- Elevatezze
- L'elevatezza del cuore
- ti porta a cime mai viste.
- L'elevatezza dell'anima
- dispone e crea questa
- prelibatezza d'essere.
- L'elevatezza dello spirito
- perfeziona la tua spiritualità.
- L'elevatezza della mente
- fa sì che tu abbia dappertutto
- la sapienza del condividere.
- Non si può
- Non si può vivere all'interno
- della nostra cordialità e nel
- contempo essere dentro
- la nostra falsità, ma si può
- vivere la nostra nudità e nel
- frattempo la nostra innata
- schiettezza perché esse
- hanno uno stretto rapporto tra
- di loro per saper comunicare
- e diffondere la nostra umanità.
- Bisogno di sognare
- L'uomo ha bisogno di sognare
- per liberare le sue fantasie in
- questo mondo sempre più opaco
- per mancanza di fraternità e di
- socievolezze in sé, ma io spero
- vedere mani d'uguaglianza
- in ciascuno di noi affinché
- di non creare più alcun divario
- tra ricchi e poveri come succede
- dalle nostre parole nel giorno odierno.
- Soltanto tu
- Conosci la stella più
- scintillante dell'universo.
- La fiaccola più luminosa
- di questa stanza fra noi.
- L'estremità più ardua
- che porta alla riflessione
- poiché... anche se l'altro
- vede meglio l'invisibile egli
- non ha la tua autentica
- fessura per spiegarne
- nella maniera specifica
- l'incredibile abbraccio.
- Totalmente
- Se vuoi veramente esistere
- devi darti totalmente a questa
- luce che esplode nel cuore
- solo così imparerai a non
- lasciarti attraversare forse
- da un vuoto incompetente
- per insegnarne le virtù giacché
- sei nato per goderti la vita
- e non per tribolare al primo
- ostacolo da questa brezza
- scatena in te la quale cerca
- di ferirti in questo aroma forse
- poco rasserenato nel tuo presente.
- Sì... è bello
- Convincersi per attuare
- quello che ci propone lo spirito.
- Essere disposto ad accettarsi
- per scomparire nell'improvviso.
- Cedere il nostro io al soffio celeste
- per incontrare il proprio abisso...
- in quanto la nostra personalità
- ha bisogno di questi versi per
- tastare il pullulante tronco
- dell'ingenua voglia d'innocenza
- alfine di perdersi nella sua pace.
- Un filo di speranza
- Non basta per cambiare il mondo
- ma è sufficiente per trasformare l'ambiente
- perciò nulla va disperso per fare sì
- che questo nonnulla abbia la meglio sulle
- rispettive conclusioni in un globo lacerato
- ma ancora abbastanza energico per saper
- riflettere sul da farsi senza l'esclusione
- di persone estranee e di motivi infecondi
- come questa solida partenza ci suggerisce.
- Quello che non vedi
- È il più importante giacché
- è fatto così per attivare la fontana
- del tuo sapere senza alcun velo
- in queste rocce millenari dove
- il frutto del tuo intelletto diventa
- una tappezzata finestra per
- sfogliare l'irresistibile quiete
- del presente nel fuggitivo sguardo
- di ricominciare senza altre alternative
- poiché ciò che è non è un sogno
- bensì un dolcissimo sopporto per
- creare anche cose fuori del comune
- dal saper realizzarne la brughiera
- con la gradevole udita voce interiore.
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Ins. 09-02-2007